Annunciare il Regno
Lc 10,1-9
" Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi" (…).
È un chiaro segnale che le cose stanno cambiando. I settantadue sono il segno che il Regno si apre ad ogni uomo e ad ogni donna senza distinzioni (72 erano le nazioni citate nel Genesi che indicavano la popolazione dell'intero orbe terracqueo, secondo le credenze dell'epoca). È finito il tempo in cui un unico popolo sta nelle grazie di un Dio che chiede di sterminare il pagano. Inizia il tempo del Regno, dove Dio non è più padrone ma Padre; dove questo Padre non chiede di obbedire a una serie di precetti, ma di accogliere un amore che è regalato non per merito ma per i nostri bisogni, dove la nostra miseria è la misura della sua misericordia, dove accogliendo questo amore ci viene chiesto di assomigliare a Lui che "fa piovere sugli ingiusti e sui giusti". È un Regno che non conosce esclusioni di sorta, un Regno dove l'essere figli è verificato dal vivere in fraternità, dove la presenza di Dio ormai passa dall'umanità di Gesù che chiede a noi di fare altrettanto. Non siamo chiusi in sacrestia, non stiamo ben seduti in chiesa, non restiamo impantanati nei nostri begli uffici curiali come quasi fossimo "addetti allo sportello del buon Dio", o peggio ancora, addetti alla "cassa del tempio"!. Siamo mandati fuori, nel mondo, a dire e ridire la novità del Regno che cresce in mezzo a noi.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Nessun commento:
Posta un commento