Religione? No, grazie.
Mc 9,14-29
"Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono" (…).
E fu così che gli amici del Maestro attaccarono un'altra figurina all'album delle figurine di mer…enda! Che avete da ridere? Marco sta narrando di noi, sta dicendo a tutti: guardate, pensavano di aver capito, pensavano di aver appreso l'arte, e guardate che razza di figuraccia!
Ogni volta che rinchiudiamo il messaggio del Maestro negli angusti spazi della religione (che alla vista degli stolti sembrano immense distese) con i suoi riti propiziatori, le sue alchimie, i suoi "magic moments"; ogni volta che ci lasciamo incantare dalle sirene della religione abbandonando la rotta della fede sperimenteremo l'insofferenza del Maestro: "O generazione senza fede! Fino a quando dovrò sopportarvi?".
Gesù è appena sceso dal monte della Trasfigurazione (come Mosé scese dal monte con le tavole della legge) e subito si rende conto della perversione del popolo guidato dai suoi: velocemente sono passati dalla Via (impervia) della fede al baraccone (spazioso e comodo) della religione. Quando ci appropriamo del suo messaggio per farne qualcosa a nostro uso, consumo e piacimento; quando, invece di assomigliare al Padre, deturpiamo il suo volto rendendolo un idolo pronto a piegarsi ai nostri desideri per far risplendere la nostra immagine e mettere in luce la nostra "onnipotenza"; quando all'annuncio del Mistero opponiamo convegni pastorali, piani di riordino ecclesiale per essere più efficaci, sessioni di preghiera e adorazioni "riparatrici" (che paradossalmente fanno più danni che bene: come si può pregare "contro qualcuno"? ); quando l'essere con Lui diventa l'essere e il fare contro altri, ecco i risultati: "Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo ma non ci sono riusciti".
La fede, a differenza della religione, non si può possedere e piegare a proprio uso e consumo. Dalla fede, semmai, si è posseduti ed essa guida il nostro cammino di "assomiglianza" al Padre. Ecco allora l'autentica preghiera, che vince il male e ci rende capaci di ridare vita: mettere i nostri occhi in quelli del Padre, sintonizzare il battito del nostro cuore sul suo, come ha fatto il Maestro, per riuscire a vincere tutte quelle forme e manifestazioni di male che si oppongono al progetto di vita del Padre. In altre parole: diventare misericordiosi come il Padre. Senza questo, continueremo a fare danni (e i frutti sono sotto gli occhi di tutti, eccetto di quelli che si ostinano a non voler vedere e perseverano nel confondere religione e fede).
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Ogni volta che rinchiudiamo il messaggio del Maestro negli angusti spazi della religione (che alla vista degli stolti sembrano immense distese) con i suoi riti propiziatori, le sue alchimie, i suoi "magic moments"; ogni volta che ci lasciamo incantare dalle sirene della religione abbandonando la rotta della fede sperimenteremo l'insofferenza del Maestro: "O generazione senza fede! Fino a quando dovrò sopportarvi?".
Gesù è appena sceso dal monte della Trasfigurazione (come Mosé scese dal monte con le tavole della legge) e subito si rende conto della perversione del popolo guidato dai suoi: velocemente sono passati dalla Via (impervia) della fede al baraccone (spazioso e comodo) della religione. Quando ci appropriamo del suo messaggio per farne qualcosa a nostro uso, consumo e piacimento; quando, invece di assomigliare al Padre, deturpiamo il suo volto rendendolo un idolo pronto a piegarsi ai nostri desideri per far risplendere la nostra immagine e mettere in luce la nostra "onnipotenza"; quando all'annuncio del Mistero opponiamo convegni pastorali, piani di riordino ecclesiale per essere più efficaci, sessioni di preghiera e adorazioni "riparatrici" (che paradossalmente fanno più danni che bene: come si può pregare "contro qualcuno"? ); quando l'essere con Lui diventa l'essere e il fare contro altri, ecco i risultati: "Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo ma non ci sono riusciti".
La fede, a differenza della religione, non si può possedere e piegare a proprio uso e consumo. Dalla fede, semmai, si è posseduti ed essa guida il nostro cammino di "assomiglianza" al Padre. Ecco allora l'autentica preghiera, che vince il male e ci rende capaci di ridare vita: mettere i nostri occhi in quelli del Padre, sintonizzare il battito del nostro cuore sul suo, come ha fatto il Maestro, per riuscire a vincere tutte quelle forme e manifestazioni di male che si oppongono al progetto di vita del Padre. In altre parole: diventare misericordiosi come il Padre. Senza questo, continueremo a fare danni (e i frutti sono sotto gli occhi di tutti, eccetto di quelli che si ostinano a non voler vedere e perseverano nel confondere religione e fede).
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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