Banchetti indigesti
Mc 6,14-29
"In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!» (…)".
Ho riportato solamente l'incipit del testo perché è noto e troppo lungo per poter essere ripreso qui nella sua interezza.
Marco in questo testo ci mostra la sua maestria e la sua bravura dipingendo davanti a noi, quasi in presa diretta, una scena che alla fine dovrebbe generare il voltastomaco: una testa su un vassoio. Strano banchetto eh? Si dovrebbe mangiare, ma qui vi è spazio solamente per una danza, nessuno mangia e l'unica portata è una testa su un vassoio. Il banchetto è segno di gioia e canto di vita: qui si respira solamente un tetro clima di morte.
La bravura di Marco porta i suoi lettori, noi oggi, dentro quella sala dove ci aiuta a scoprire un re, Erode, che "udì", ma anche "ascolta volentieri" e alla fine interpreta. Erode rappresenta il nostro rapporto ambiguo con la Parola: ascoltiamo volentieri ma quando questa mette in luce il nostro stile di vita, le nostre scelte di collusione con il potere che uccide, allora restiamo "perplessi" (etimol. confusi, incapaci di soluzione). Erode è colui che crede di avere il potere, ma di fatto questo è ben saldo in mani altrui, quelle di Erodiade, che gioca nell'ombra utilizzando la piacevole vista della figlia che si rivela essere una persona che nemmeno conosce quel che desidera nella vita (dipende dalla madre per sapere cosa chiedere). Erodiade è la vera regista di questa tragedia: è lei che muove i fili nell'ombra, è lei che al posto di far spegnere le candeline al festeggiato fa spegnere la vita del Battista. Erodiade è il volto del potere che usa la bellezza e sfrutta la ricchezza per raggiungere i suoi scopi. Avere, potere, apparire: ecco la triade mortale che spegne la vita del Battista.
Marco ci ha condotto dentro il banchetto e lì, davanti a quella testa sul vassoio, ci chiede di pensare e discernere. Il voltastomaco non dovrebbe venire da quella testa, ma da uno stile di vita che ha fatto dell'avere, del potere e dell'apparire i propri idoli.
Ecco: sappiamo cosa significa partecipare, anche in buona fede, a certi "banchetti" che ogni giorno vengono imbanditi davanti a noi.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Marco in questo testo ci mostra la sua maestria e la sua bravura dipingendo davanti a noi, quasi in presa diretta, una scena che alla fine dovrebbe generare il voltastomaco: una testa su un vassoio. Strano banchetto eh? Si dovrebbe mangiare, ma qui vi è spazio solamente per una danza, nessuno mangia e l'unica portata è una testa su un vassoio. Il banchetto è segno di gioia e canto di vita: qui si respira solamente un tetro clima di morte.
La bravura di Marco porta i suoi lettori, noi oggi, dentro quella sala dove ci aiuta a scoprire un re, Erode, che "udì", ma anche "ascolta volentieri" e alla fine interpreta. Erode rappresenta il nostro rapporto ambiguo con la Parola: ascoltiamo volentieri ma quando questa mette in luce il nostro stile di vita, le nostre scelte di collusione con il potere che uccide, allora restiamo "perplessi" (etimol. confusi, incapaci di soluzione). Erode è colui che crede di avere il potere, ma di fatto questo è ben saldo in mani altrui, quelle di Erodiade, che gioca nell'ombra utilizzando la piacevole vista della figlia che si rivela essere una persona che nemmeno conosce quel che desidera nella vita (dipende dalla madre per sapere cosa chiedere). Erodiade è la vera regista di questa tragedia: è lei che muove i fili nell'ombra, è lei che al posto di far spegnere le candeline al festeggiato fa spegnere la vita del Battista. Erodiade è il volto del potere che usa la bellezza e sfrutta la ricchezza per raggiungere i suoi scopi. Avere, potere, apparire: ecco la triade mortale che spegne la vita del Battista.
Marco ci ha condotto dentro il banchetto e lì, davanti a quella testa sul vassoio, ci chiede di pensare e discernere. Il voltastomaco non dovrebbe venire da quella testa, ma da uno stile di vita che ha fatto dell'avere, del potere e dell'apparire i propri idoli.
Ecco: sappiamo cosa significa partecipare, anche in buona fede, a certi "banchetti" che ogni giorno vengono imbanditi davanti a noi.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
In fondo, anche Erode cerca di rispondere, a modo suo, alla domanda che poi Gesù rivolgerà a tutti noi: Ma voi chi dite che io sia?
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