Un Dio inedito
"Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona (…)".
Il libretto di Giona è stato scritto quasi in reazione alla deriva fondamentalista che l'autore sperimenta nella riforma di Esdra e Neemia durante la ricostruzione postesilica. Il bisogno profondo di ritrovare le proprie origini, di ritornare alla propria identità dopo l'amara e tragica esperienza dell'esilio a Babilonia, conduce Israele a una sorta di chiusura quasi ermetica di fronte "agli altri", a coloro che non "conoscono il vero e unico Dio", "quelli che hanno calpestato il nostro popolo, la nostra dignità". Leggiamo in Neemia: "In quei giorni vidi anche che alcuni Giudei si erano ammogliati con donne di Asdod, di Ammon e di Moab; la metà dei loro figli parlava l’asdodeo, nessuno di loro sapeva parlare giudaico, ma solo la lingua di un popolo o dell’altro. Io li rimproverai, li maledissi, ne picchiai alcuni, strappai loro i capelli e li feci giurare su Dio: «Non darete le vostre figlie ai loro figli e non prenderete le loro figlie per i vostri figli o per voi stessi. Salomone, re d’Israele, non ha forse peccato appunto in questo? Certo, fra le molte nazioni non ci fu un re simile a lui: era amato dal suo Dio e Dio l’aveva fatto re di tutto Israele; eppure le donne straniere fecero peccare anche lui. Dovremmo dunque ascoltare voi e fare tutto questo grande male e prevaricare contro il nostro Dio sposando donne straniere?». Uno dei figli di Ioiadà, figlio di Eliasìb, il sommo sacerdote, era genero di Sanballàt, il Coronita; io lo cacciai via da me. Ricòrdati di loro, mio Dio, poiché hanno profanato il sacerdozio e l’alleanza dei sacerdoti e dei leviti. Così li purificai da ogni elemento straniero e ristabilii gli incarichi dei sacerdoti e dei leviti, ognuno al suo compito…" (Ne 13,23-30).
Non è forse questo un monito anche per il nostro tempo? Non è forse questo "il segno di Giona" per noi oggi? Giona viene inviato a Ninive, storica potenza nemica d'Israele, perché possa accogliere l'annuncio della misericordia del Signore.
Noi, che oggi viviamo ed esprimiamo in maniera più che visibile questa tentazione di rinchiuderci, come Chiesa e come Stato (Prima gli Italiani!), dentro la nostra cittadella fortificata per godere e bearci delle nostre ricchezze spesso generatrici di ingiustizie, per ribadire che possediamo l'unica verità su tutto e tutti, che l'unica vera chiesa siamo noi, a noi oggi viene dato il segno di Giona. E questo segno non è da cercare in visioni o apparizioni (i vari "segreti" affidati ai "visionari" li lasciamo volentieri a quelli che sguazzano in queste cose). Il segno è Colui da cui traspare il volto di un Dio che "fa sorgere il suo sole sui giusti e sugli ingiusti", Gesù stesso. Come sempre a noi la scelta: di quale Dio vogliamo essere figli? Di quale Maestro vogliamo essere discepoli?
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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