Aperti al soffio di Dio
Lc 1,57-66
“Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio”.
Solo dopo aver accolto il dono della misericordia di Dio (il significato di Giovanni è “Dio ha avuto misericordia” ma anche “Dono di Dio”) Zaccaria riacquista l’uso della parola. Nella casa di Elisabetta svanisce un sacerdote e nasce un padre/profeta. Ogni volta che si apre uno spiraglio nel muro delle certezze granitiche edificato sulla Legge, lo Spirito ci si infila e crea uomini nuovi. Ogni volta che ci si apre al dono della misericordia siamo resi capaci di parlare in maniera nuova, non più preoccupati di salvaguardare a tutti i costi i modelli di una tradizione ormai incapace di aprirsi alla novità di Colui che viene. Zaccaria ha avuto il coraggio di arrendersi alla proposta di Dio, per questo ora può nuovamente parlare, anzi, può parlare in maniera nuova: abbandonata una tradizione sterile, incapace di dire e dare Dio all’umanità, lasciato ormai un tempio divenuto solamente simbolo di un potere che non ha alcuna traccia di divino in sé, Zaccaria può ora essere davvero considerato padre e aprirsi al dono della vita comunicandola con una parola vivificante. Ecco una buona provocazione per le nostre comunità, ancora refrattarie al dono dello Spirito, spesso chiuse nella salvaguardia di tradizioni ammuffite, sovente ridotte al rango di custodi museali: una buona scossa in attesa di Colui che viene.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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