Buongiorno
mondo! "E chi è il mio prossimo?" (Lc 10,25-37). E' questa la domanda
che il sottile dottore della Legge, il teologo ufficiale, pone al Maestro
quest'oggi. Già, è importante per quel dottore fissare dei paletti, mettere dei
limiti: quanto è grande la cerchia che deve contenere quelli che posso amare?
Fin dove posso allargare il mio cuore? Chi può far parte del mio "cerchio
magico" e chi no? Sappiamo che Gesù ribalta la questione con la parabola
del samaritano: non più "chi è il mio prossimo", ma "come
posso farmi prossimo io". Il criterio è sempre il bene dell'uomo: come
posso farmi vicino a chi è ferito, lasciato indietro, escluso. In nome di Dio
spesso anche noi, come quel maestro della Legge, abbiamo messo paletti, fissato
limiti, delimitato quegli spazi sacri cui per accedervi occorre essere
"puri", soprattutto da certi "peccati" (che si sono
rivelati poi altamente praticati dai custodi di tale legge!!!); abbiamo fatto
dell'Eucaristia un precetto per dare gloria a Dio, per assolvere un obbligo e
ci siamo dimenticati di dire "Amen" al corpo di Cristo che è nel
fratello e nella sorella che vive ogni giorno accanto a noi, che incrocia la
nostra strada, che si trova in ospedale, che sbarca da un barcone, che fugge
dalla miseria e dalla guerra. Quanti paletti, quanti limiti per delimitare un
recinto in cui cantare in coro "Gloria in excelsis Deo" e non ci
siamo accorti, nel frattempo, che il Pastore è fuori da molto tempo a cercare
la pecora smarrita, ferita, sola. Maestro, insegnaci a farci prossimi con te, a
diventare persone che sanno prendersi cura, che sanno assomigliare al Padre
"che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti", che ama tutti e a tutti
offre una possibilità di vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita
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