Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro ci consegna la preghiera del Padre nostro (Lc 11,1-4).
Non è una preghiera alienante, che allontana dalla terra per far entrare in un
ipotetico cielo, dove inchinarsi davanti a qualche barbuto signore, lasciare la
doverosa offerta e chiedere benevolenza. È una preghiera per coraggiosi il
Pater, per tutte e tutti coloro che hanno fatto del Regno la loro casa e del
bene dell'uomo il loro fine, imparando ad assomigliare al Padre nel modo di
amare e servire. È la preghiera di chi ha accettato di vivere da figlio nella
casa del Padre, non da salariato a bottega dal padrone. È la preghiera di chi
ha scelto di condividere, piuttosto che accumulare, di servire piuttosto che
comandare, di credere nel perdono come l'unica forza capace di cambiare il
mondo. Non è la preghiera biascicata come "penitenza" imposta dopo la
confessione, ma il grido di libertà che esce dal cuore di chi vive da figlio e
fratello, da figlia e sorella. Sono le parole che gridano la possibilità di un
mondo nuovo, dove c'è spazio per la felicità, dove la condivisione è uno stile
e non una richiesta settimanale degli avvisi parrocchiali, dove la dignità di
ognuno è al centro del cuore di tutti, dove non c'è nessuno nel bisogno, ma
tutti possono mangiare con abbondanza e portare via ciò che avanza pensando a
chi non è potuto venire o a chi non ha voluto esserci. Un abbraccio a tutte e a
tutti. Buona vita.
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