Sempre con i poveri
Gv 12, 1-11
“ (…) Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me» (…)”.
È interessante perché attraverso queste parole il Maestro ci aiuta a comprendere il senso dell’esistenza della comunità dei discepoli. Gesù è presente dentro la comunità, “in mezzo”, come fonte, sorgente della vita stessa della comunità. I discepoli che ne fanno parte stabiliscono con lui un legame intimo e di totale condivisione della sua unione con il Padre e la missione che questi gli ha affidato. Nel suo fare continuamente “memoria” della presenza di Gesù la comunità (di questo si tratta nel testo, siamo a Betania, la comunità ideale dei discepoli, la “casa” per eccellenza”) partecipa dello stesso Spirito che ha condotto il Maestro a dare la sua vita per il mondo. Allora quell’espressione “i poveri infatti li avete sempre con voi” indica la modalità concreta con cui la comunità si relaziona con “i poveri”. Questi non sono una realtà “esterna” alla comunità: essi ne sono pienamente parte perché la comunità dei discepoli è “separata” dal mondo (ossia da quelle logiche perverse che generano umiliazione e ingiustizia) ma non dai poveri.
In un certo senso, con la sua morte Gesù si “lega” totalmente con tutti i poveri del mondo, con tutti gli umiliati, con tutti gli oppressi generati da sistemi disumani. Al contrario di Giuda, Gesù non indica ai suoi la strada del “dare qualcosa”, ma del darsi totalmente, come lui. Per questo la comunità dei discepoli diventa una “Chiesa di poveri” capace di esprimere logiche di solidarietà che conducono al superamento dell’oppressione. Non siamo una comunità dell’elemosina che pacifica la coscienza. L’amore di Gesù che la comunità esprime passa nell’accogliere alla propria tavola (eucaristica, perché no?) i poveri che in questo modo “restano sempre con noi”. Noi non trattiamo i poveri come situazioni da risolvere, ma in primo luogo come persone da amare e accogliere in profondità, così come il Maestro fa con ciascuno di noi.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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