Una luce che chiama alla vita
Gv 8, 12-20
“In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (…)”.
E poi si dice che uno se le va a cercare! L’affermazione che Giovanni mette in bocca a Gesù è devastante. Nel giorno più solenne della Festa delle Capanne, quando i candelabri d’oro, posti nel cortile delle donne al Tempio, spargevano una luce tale che si vedeva in tutta Gerusalemme, Gesù se ne viene fuori con quelle parole: “Uè, ragassi, guardate che sono io la luce del mondo! Non la Legge, non Gerusalemme, non il Tempio e nemmeno Israele, ma IO SONO la luce del mondo!”. Il Maestro applica a se stesso quell’antico testo del profeta Isaia (42,6): “Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre (…)”.
Giovanni riprende e ribadisce qui quanto già aveva affermato con forza nel Prologo: “(1,4) la vita era la luce dell’uomo; (1,9) era essa la luce vera, quella che illumina ogni uomo, giungendo nel mondo”. La vita, non la legge, la vita che proviene dal Padre e giunge a noi nel Figlio, questa è la luce. Una luce che scaccia le tenebre di menzogna e oppressione, una luce che invita a seguirla per uscire dalla tenebra che avvolge il popolo oppresso da un’istituzione che impedisce la vita. Un’istituzione che ormai è ai ferri corti con Gesù e cerca in tutti i modi di farlo fuori. Gesù invita a decidersi: abbandonare quell’istituzione oppressiva che ha creato un ordine ingiusto che mortifica l’uomo e gli impedisce di raggiungere il Padre e seguire Lui, l’unica vera luce. “Chi segue me”: è un invito personale che chiama a una decisione altrettanto personale. Non si segue Gesù in una massa, non si segue il Maestro intruppandosi o confondendosi in un “partito” che pure si fregiasse del nome di “cristiano”: ogni membro della comunità deve essere responsabile della propria opzione fondamentale di vita e delle scelte che ne conseguono.
Come sempre, a ciascuna e a ciascuno, la propria scelta.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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