"Transustanziare" la vita
Nella Messa "In Coena Domini" viene proclamato il famosissimo testo di Giovanni (13,1-15) che descrive il gesto compiuto dal "Signore e Maestro" quando lava i piedi ai discepoli. Giuda aveva già deciso di "vendere" Gesù per 30 pezzi d'argento: il prezzo, secondo il Levitico, dovuto per uno schiavo o una donna (e già questa la dice lunga!). In effetti Gesù compirà quel compito che era proprio degli individui considerati inferiori rispetto ai loro superiori (schiavo-padrone; moglie-marito; figli-padre; discepoli-maestro). E tale pratica veniva sempre fatta prima del sedersi a tavola, mai durante. Gesù agisce esattamente come ha sempre fatto nella sua esistenza: fa il contrario! Lui, il Signore e Maestro, si abbassa mostrando così la sua vera superiorità o regalità: il gesto dell'amore che si trasforma in servizio. Ma non un servizio generico, come quello che predichiamo spesso noi: facciamo qualcosa per gli altri, mettiamoci a disposizione, ecc... No. È un servizio reso che trasforma, “transustanzia” in "signori", uomini e donne liberi perché liberati dall'amore e capaci a loro volta di chinarsi a fare la stessa cosa per rendere altri fratelli e sorelle "signori" allo stesso modo. Gesù non lava i piedi per dimostrare che si abbassa, ma per innalzare gli altri e far comprendere che nella sua comunità non ci sono gerarchie, "superiorati", ranghi di prestigio (con susseguenti abiti, monili e ammennicoli vari da esibire per mostrare il rango raggiunto). Nella sua comunità ci sono signori che si fanno servi perché solo chi è veramente libero, come solo un signore può essere, può davvero farsi servo. Allora, e solo allora, ha senso indossare quel grembiule di "don toniniana" memoria: solo così non avremo reso vano il gesto del "Signore e Maestro". Solo così “transustanzieremo” la nostra esistenza facendola diventare un buon pane per gli altri.
Un abbraccio a tutte e a tutti e buona vita.
Un abbraccio a tutte e a tutti e buona vita.
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