Carne o spirito?
Gv 6,60-69
“In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?»”.
Arriviamo all’epilogo di questo denso capitolo sesto del Vangelo secondo Giovanni.
Il punto focale della pericope odierna è rappresentato dall’opposizione tra “carne” e “spirito”, cioè tra due concezioni dell’uomo e, di conseguenza, della missione di Gesù.
La condizione indispensabile per essere un autentico discepolo identificandosi con Gesù e il suo stile di vita è la visione dell’uomo come “spirito”, cioè come realizzato dall’azione creatrice di Dio e non meramente come “carne” ossia come uomo senza capacità di amore disinteressato fino al dono totale di sé.
A questa visione corrispondono le due concezioni diverse su Gesù.
Il Messia secondo la “carne” come quel “re” che volevano incoronare e renderlo dominatore di un regno in cui esistano semplici sudditi.
Il Messia secondo lo “spirito” è invece Colui che si rende servitore dell’uomo fino a dare la sua vita per lui, per comunicargli vita piena, ossi la libertà e la capacità di amare come Lui.
L’accettazione di un tale Messia implica l’assimilazione, la “masticazione” del suo modo di vivere che comporta la rinuncia a d ogni ambizione di potere e di dominio e il rifiuto di qualsiasi gloria umana.
Ecco perché “questa parola è dura”! Colpisce il cuore delle nostre ambizioni e ci pone di fronte a un’alternativa ben precisa: o farsi pane o mangiare la vita degli altri.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
P.S. In ritardo, ma oggi è sabato…
Nessun commento:
Posta un commento