Figli nel Figlio
Gv 6,35-40
"Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno".
Attraverso i segni che realizza Gesù non vuole attirare l'attenzione sul "meraviglioso", sul portentoso, e tanto meno creare una sorta di suspence spirituale. Possiamo tranquillamente deporre nel baule delle cose inutili tutte quelle predicazioni che pare vadano di moda in questi tempo. Predicazioni che fanno riferimento a "segreti" mariani non meglio identificati, magari scritti su sorta di pergamene che solamente qualcuno può leggere: tutte baggianate fatte per spillare soldi a persone che, in buona fede, vengono depredate (e di questo, sì, proprio di questo bisognerà rendere conto a Dio!).
Gesù attira l'attenzione sul "Figlio", ossia su Colui che è Figlio dell'Uomo e Figlio di Dio, Colui che realizza in sé, nella sua persona, nelle sue scelte, nel suo modo di vivere l'uomo completato, il culmine dell'umanità (che, a ben guardare, non coincide troppo con le immagini di superuomini che vanno per la maggiore). Riconoscere in Gesù il Figlio di Dio significa riconoscere all'uomo, a ciascuna e ciascuno, la capacità di essere e di vivere da figlio di Dio, senza esclusione alcuna.
Sogno il momento in cui vi sarà un gran silenzio, in cui i vari pensieri, visioni, testate, fondazioni, movimenti, blog (forse anche il mio, spero), taceranno;
quando anche i tanti, troppi, tuttologi della verità si ritroveranno senza argomenti;
quando anche Radio Maria perderà l'onda perché scoprirà che non vi sono segreti da svelare e lasciti testamentari da mendicare e … non vado oltre ...
Quando Dio finalmente realizzerà insieme a noi il suo progetto e ci mostrerà lo splendore del suo Regno, dove "non ci sarà più né uomo né donna, Giudeo o Greco", destra o sinistra, tradizionalisti e progressisti, di qua o di là, bianchi o neri, dove non avrà più senso alcuno dire "prima noi!", dove ogni "genere" non avrà più bisogno di essere "genere", dove Lui ci riempirà rendendoci noi stessi, ciò che siamo fin da ora senza saperlo, facendoci gustare in pienezza la libertà dell'essere suoi figli.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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