Mi ami?
In quel tempo, quando [si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli» (…).
Forse uno dei testi più amati del Vangelo di Giovanni. La cosa che mi sconcerta, nel prosieguo del racconto, è il fatto che Gesù, continuando a dare fiducia a Pietro, arriva ad abbassarsi al suo livello: dal "Mi ami" al "mi vuoi bene", secondo la capacità di Pietro di comprendere e accogliere l'amore del Maestro.
E in tutto questo gli affida il compito che era il suo, il compito di Dio: essere pastore, pascolare il gregge, ossia l'umanità, come e con Lui (non mettiamo limiti: Gesù si rivolge a tutte e a tutti indistintamente: tutti fan parte del suo gregge (quanto meno la proposta è per tutti). Pascolare: assicurare la vita, comunicare vita a ognuna e ognuno.
La triplice domanda di Gesù se fa riferimento al triplice rinnegamento, allo stesso tempo è un percorso di guarigione che porta Pietro a cambiare, a convertire la sua immagine di Messia per accogliere quanto proposto dal Maestro. E Gesù non spinge sulle fragilità di Pietro, ma punta sulla sua effettiva capacità di amare.
È il percorso di guarigione che propone a ciascuna e ciascuno di noi. Un percorso che riparte sempre "daccapo", che inizia di nuovo ogni giorno per crescere in quell'amore che arriva al dono di sé totale.
Le parole che dovrebbero risuonare in ogni comunità sono proprio queste: parole che invitano a quell'amore che porta a comunicare vita e vita in abbondanza. Forse così "le chiese" potrebbero ritrovare vita e condividere con più entusiasmo un buon "pane" fresco e non gallette ammuffite e stantie.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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