Festa della Visitazione
Lc 1,39-56
"In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta (…)".
Ascoltando questa Parola e contemplando queste due donne straordinarie nella loro vita ordinaria (Luca è coraggioso, molto coraggioso e provocante nel mettere queste due donne all'inizio dell'avventura evangelica … e qualcosa vorrà pur dire, a noi virili patriarchi tutti dediti al "servizio divino" …) volgo lo sguardo alla nostra Chiesa, specialmente a quella italiana e mi dico: ma che paure abbiamo? Ma quali di blocchi mentali siamo prigionieri? Perché questo timore nel mettersi in cammino seriamente per ridare forza all'annuncio della gioia del Vangelo?
Io ho una sola risposta: perché il Vangelo l'abbiamo messo in soffitta e ci siamo installati nella comoda poltrona della religione. Siamo diventati dei pantofolai religiosi, installati sulle facili credenze che hanno anestetizzato la forza vitale e dirompente dell'annuncio evangelico.
E ciò che fa male al nostro sistema incartapecorito è che siano proprio due donne a dirci questo! Donne che, senza troppi patemi d'animo, abbiamo relegato con troppa facilità negli angoli bui delle nostre sacrestie a curare i fiori delle nostre "belle liturgie" e a tirare a lucido i banchi di chiese che oggi, grazie a Dio, restano sempre più vuoti perché raccogliamo ciò che abbiamo seminato e che ostinatamente continuiamo imperterriti a seminare.
Se non abbiamo il coraggio di alzarci (per dirla politically correct…) e di metterci in cammino seriamente, continueremo ad accontentarci di bere acqua creduta vino (questo è il potere della religione) e non sapremo mai gustare il vino forte e sempre nuovo del Vangelo.
Maria è donna coraggiosa, donna forte, donna non sottomessa ma docile allo Spirito divino che non è certo uno spirito anestetico. Mi immagino Maria seduta in mezzo all'Assemblea della Cei… a dire: "Ma siete ancora lì? Che fate ancora seduti?"
Inutile festeggiare la Visitazione restando seduti. O ci si mette in cammino o restiamo a fare teatro.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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