venerdì 29 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Dalla religione alla fede



Gv 11,19-27

“(…) Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! (…)”.



A Gesù che arriva (in ritardo!) per la morte dell'amico Lazzaro, la sorella del defunto, Marta, rivolge le parole citate qui sopra.  È la reazione “normale” di qualsiasi persona educata e abituata ad un'immagine di Dio che tutto risolve, tutto concede, il classico "deux-ex-machina". Non sarebbe stata anche la nostra reazione? Quante volte, davanti alla durezza della vita, abbiamo sentito espressioni simili? "Perché Dio permette tutto questo?" "Se è davvero onnipotente, perché non interviene e impedisce che succedano certe cose?". Fino al classico: "Se io fossi al posto di Dio...." beh, allora auguri davvero a tutti noi! La religione propone con facilità questo tipo di immagine divina, e di conseguenza cresciamo con l'idea che se opero in un certo modo Dio mi vuol bene e mi benedice, se faccio altro Dio si offende e allora sono guai. Andrebbe tutto bene se a un certo punto la vita non ci ponesse di fronte al dramma: ma come, sono sempre andato in Chiesa, ho rispettato tutte le leggi e i precetti, perché questa cosa proprio a me? Cosa ho fatto per meritarmi questo? Arrivano gli "amici di Giobbe" (i pii, quelli con la Tradizione in tasca e il Catechismo in mano pronti a calarlo sulla testa) che rincarano la dose: "Se ti è successo hai combinato sicuramente qualcosa e Dio ti ha punito". Quanta strada dobbiamo ancora percorrere per liberarci da queste immagini avvilenti di Dio che sono lontanissime dall'immagine del Dio (uso il temine evangelico di proposito, Abba) proposta da Gesù! È una conversione profonda quella cui ci chiama il Maestro: da Dio al Padre, con tutto quello che ne consegue. Il Padre che ci rivela Gesù non è l'Omnipotens che amiamo tanto perché rispecchia il nostro ideale di "uomo forte", "l'uomo della situazione": arriva Lui e tutto si aggiusta! (Perché sempre e solo maschio? Non si accorgono i sostenitori di tale linea che così pongono un limite invalicabile all'infinità di Dio? E che pensare di tante donne che sostengono fermamente questa idea...? Il "Gott mit Uns" su certi cinturoni mi ha sempre fatto ribrezzo... ). Gesù ci insegna che l'unico modo per permettere al Padre di manifestare il suo amore è quello di assomigliare a Lui, perché così si aprono spazi alla sua azione, facendoci con Lui carico di tutte quelle sofferenze e durezze che ancora affliggono la nostra umanità. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 28 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Cose nuove e cose antiche


Mt 13,47-53


“(…) Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". 



Sottolineo come, secondo logica, Matteo avrebbe dovuto dire "cose antiche e cose nuove". Ha commesso un errore, una distrazione? Non credo proprio, vista l'accuratezza e l'attenzione che pongono gli evangelisti nello scrivere i loro testi. Matteo ha voluto ribadire alla sua comunità che il criterio interpretativo della tradizione, di tutto ciò che la storia racchiude, è rappresentato da Gesù, la "novità di Dio nella storia" cui "le cose antiche" vanno subordinate. È  una bella provocazione per noi e per le nostre comunità che continuano ad arrancare nel tentativo (quanto mai vano) di riproporre, anche con un linguaggio ormai desueto, l'esperienza della fede in Gesù. Ecco allora sorgere la presenza di "scribi" che fanno della tradizione un assoluto intoccabile e, paradossalmente, perdendo così di vista ciò che è il cuore dell'annuncio della fede, ossia la persona di Gesù. Assistiamo così al ritorno in forze di espressioni della fede che hanno solamente il sapore della nostalgia, come la celebrazione della messa secondo il rito preconciliare (e bisognerebbe chiedersi anche quale ecclesiologia, semmai ce ne fosse una, si nasconde dietro a tali "nostalgie": quale immagine di Chiesa si vuole proporre? Mah...). Abbiamo davvero bisogno di "scribi-discepoli del Regno" che sappiano ridarci il sapore della novità del Dio di Gesù, e non di "scribi" che sono rimasti prigionieri di una tradizione fine a se stessa (e che spendono le loro energie in un "accanimento terapeutico" esibito per mantenere in vita una religione ormai definitivamente irrecuperabile). Gesù stesso l'ha detto: "cose nuove e cose antiche". Il criterio è questo. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 27 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Tesori e perle


Mt 13,44-46 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. 

Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».


Il Maestro ci ricorda che i percorsi per arrivare al Regno sono diversi, e nessuno è precluso. Ci si può arrivare per caso, ci si può arrivare dopo una lunga ricerca. Ciò che importa è non perdere l'occasione, non restare fermi a fare "contabilità" per vedere se l'affare conviene. In effetti la sola convenienza per il Regno è determinata dal saper giocare condividendo: quanta più vita sei capace di "giocarti" tanta più ne ricevi, e in abbondanza. Quanto più resti attaccato alla tua esistenza, facendone un fortino chiuso dalla paura, tanto più ti immiserisci e resti solo con i tuoi affari.

Coraggio, dunque. Non lasciamoci frenare dalle paure: il Maestro è con noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 26 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Mietitori? No, grazie!


Mt 13,36-43


"Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro".


Chi sono questi "giusti"? Non certamente quelli che sono andati a strappare la zizzania: questo è un compito di Dio e, malgrado le nostre tentazioni non troppo velate, a Lui dobbiamo lasciarlo. I "giusti" sono tutte e tutti coloro che hanno accolto il messaggio delle Beatitudini e l'hanno vissuto fino alla fine, facendo della loro vita un dono. Come ormai si comprende facilmente, il criterio anche questa volta non è quello dell'obbedienza ma quello della "somiglianza": chi accoglie e fa proprio lo stile di vita del Maestro diventa a sua volta sorgente di luce ("voi siete luce del mondo") non per una dottrina professata ma per una vita vissuta sulle orme del Maestro. Mi dispiace quando vedo nelle nostre comunità la presenza di uomini e donne armati di "falce" (solo falce, per carità, anche perché il famoso martello s’è perso nella notte dei tempi… ) che assumono con facilità il ruolo di mietitori e dividere così grano da zizzania. E il tutto nella più profonda convinzione di essere benedetti da Dio nel fare questo. Gesù invita a guardare il grano e a lasciar alle mani del Padre la zizzania: solo così possiamo essere luce. E la luce non ha bisogno di lottare contro le tenebre: quando c'è lei, non possono esservi tenebre di sorta. Tu cura il buon grano: sarà questo a non lasciare spazio alla zizzania.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 25 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Alla scuola del servizio


Mt 20,20-28


“(…) I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti". 


L'alternativa del Regno proposta da Gesù è netta e chiara: ai classici rapporti di forza (che qualcuno chiama "nuova" ma è solamente del pattume conservato sotto olio... di ricino), Gesù sostituisce il servizio. Chi accetta la proposta del Regno pone davanti a sé il modello del Figlio che si fa servo fino al dono totale di sé. Non si è chiamati a dare qualcosa, ma ad offrire se stessi, chinandosi sui propri fratelli e sorelle ogni giorno per lavare loro i piedi. In altre parole, la comunità dei discepoli di Gesù è una sorta di "scuola del servizio" dove si apprende ogni giorno non a fare carriera, non a coltivare il proprio orticello di potere personale, ma a offrire se stessi perché sorelle e fratelli abbiano vita e vita in pienezza. Il servizio diviene così il criterio di autenticità delle nostre eucaristie, chiamate così a superare la tentazione del rito standardizzato e celebrato per abitudine o, peggio, per precetto, per entrare nella logica dei segni evangelici che parlano e plasmano il cuore di ciascuno. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 22 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Maria di Magdala


Gv 20,1-2.11-18

"Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto". 


È l'esperienza fondamentale per la fede di ogni credente: l'incontro con il Risorto si fa necessariamente annuncio di una buona notizia. Ancora una volta Gesù stravolge gli schemi abituali della cultura delle persone: sceglie di mostrarsi per primo a una donna (qualcuno malignamente potrebbe sostenere che in questo modo, secondo gli stereotipi, la notizia di sarebbe diffusa più in fretta... sento già le unghie delle sorelle pronte a scattare...). Il Maestro è sempre "oltre", è sempre al di là dei nostri schemi, ci obbliga a ripensarci sempre e a trovare sempre nuove modalità per annunciare la buona notizia, ad avere il coraggio di spezzare quel sistema patriarcale che ancora è ignobilmente presente dentro la comunità dei credenti. Modalità nuove che sappiano suscitare stupore, che facciano sorgere interrogativi, che diano anche adito a dubbi capaci di tenerci svegli e di non farci mai accontentare di risposte preconfezionate. Maria ha riconosciuto Gesù il Crocifisso dopo che questi ha pronunciato il suo nome. La fede, pur se vissuta nell'ambito della comunità di coloro che si fidano del Maestro, ha sempre e comunque una dimensione personale, intima, profonda ma anche segnata dalla fatica del crescere quotidiano, dalla fatica di restare attoniti davanti a un sepolcro vuoto che pare, a volte, inghiottire le poche certezze che avevamo costruito con fatica. Il Maestro conosce il nostro nome intimo per farci "voltare" verso di lui e non restare centrati su noi stessi e le nostre certezze. La fede implica il fidarsi e l'affidarsi alle Sue certezze più che alle nostre. Solo allora ciascuno potrà dire il suo: "rabbunì". 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

mercoledì 20 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Semi del Regno


Mt 13,1-9


“(…) Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. (…)”. 



Vorrei sottolineare questo: il"seminatore" non fa alcuna discriminazione nel gettare con abbondanza il seme, cioè la Parola. Tutti, nessuno escluso, possono avere accesso a questa, a tutte e tutti è indirizzata perché "Dio non fa preferenze di persone". Questo per ricordare a tutti noi che non ci sono condizioni specifiche per l'accesso alla sua Parola: tutti possono bere a questo pozzo senza fondo e nessuna autorità può limitare l'accesso al pozzo. A me pare che vi siano in circolazione troppi guardiani zelanti che spesso e volentieri obbligano a passare per certi "tornelli" per arrivare al "pozzo" (e naturalmente il passaggio al tornello comporta un certo prezzo!). In secondo luogo mi piace ricordare come il Maestro invita a fonderci con questa Parola gratuitamente distribuita. Non è più una legge esterna, un codice di comportamento, una norma procedurale che in-forma (da forma) il mio essere e il mio agire, ma una parola interiorizzata a tal punto da fare di me una parola di carne ("E il Verbo si fece carne...). Se è vero che al nostro tempo abbiamo bisogno di ritornare ad essere uomini e donne di parola, è anche vero che Lui ci offre di diventare uomini e donne della Parola, creatori di parole di vita in mezzo alla cacofonica sinfonia di morte nella quale siamo immersi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 19 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Comunicatori di vita


Mt 12,46-50

“(…) Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»". 


Ci hanno abituato a pensare continuamente al fatto che siamo chiamati a compiere la volontà di Dio (e già qui il linguaggio l'abbiamo cambiato: Gesù parla del Padre e noi ci mettiamo Dio. Sottigliezze? Non tanto, quando è in ballo l'immagine di Dio stesso...). Quindi siamo stati educati a pensare che ogni cosa che avviene fa parte della "volontà di Dio". Ti muore improvvisamente un figlio? È la volontà di Dio, di un Dio che, come si sente dire a volte, "coglie i fiori più belli per tenerli con sé" ( ma che razza di Dio è uno che gode, con un pizzico di sadismo, nel farci soffrire ? Non credo sia il Dio di Gesù Cristo...). Il problema dunque è capire cosa sia questa "volontà" di cui parla Gesù. 

Anzitutto "volontà" è associata non a Dio ma al Padre. Ora, Gesù ci ha detto che la volontà del Padre suo e nostro è che viviamo e viviamo in pienezza, già a partire di qua, non solo in un ipotetico “aldilà”. Il Padre "lavora", continua l'opera della creazione (che è iniziata ma non ancora terminata, ce lo ricorda Paolo) affinché ogni uomo possa giungere alla pienezza della sua umanità, nello splendore della sua dignità. E la pienezza dell'umanità è rappresentata da Gesù di Nazareth, il Figlio nel quale siamo invitati a diventare figli. La proposta di Gesù, che compie la volontà del Padre, è portare ogni uomo a realizzare in pienezza la propria umanità, vivendo la dimensione di figlio e fratello. Ecco perché Gesù rifiuta la triade Dio-Patria-Famiglia, per proporre in alternativa la novità evangelica: dal Dio da servire al Padre da amare; dalla Patria come luogo di identità che esclude al Regno che tutti accoglie; dalla Famiglia in cui le relazioni sono spesso esclusivamente verticali e di potere alla Comunità dove ognuno si fa servo della vita dell'altro. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 18 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Un Dio in grembiule


Mt 12,38-42

”(…) Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato nessun segno se non il segno di Giona profeta (…)”.


Mai come in questi ultimi tempi ci vengono riproposti "segni straordinari" dal cielo, "visioni", e via con tutta la grancassa mediatica che queste cose suscitano. Soprattutto coloro che vedono crollare il mondo che fu, il piccolo mondo antico dei poteri da sacrestia, dove la grandezza si misurava in base alla bellezza e allo splendore della tonaca con annessi e connessi. Tutti coloro che riscoprono improvvisamente la loro vocazione "papale", indicando a Francesco le soluzioni più adeguate al nostro tempo e cercate, come sempre, guardando esclusivamente all'indietro e mai in avanti. Sono quelli dalla fede malata: la religione della coazione a ripetere, sempre, comunque e a prescindere. La "malvagità" di questa generazione sta proprio nel fatto che, come ai tempi di Gesù, si cerca di spacciare per volontà di Dio quello che è unicamente il proprio desiderio di potere, travestendo il tutto sotto l'effimera sublimità del segno straordinario, della "mirabilia", come la pubblicità: il mio prodotto funziona meglio del tuo, anzi, uno solo dei miei vale più di tre dei tuoi. Ho già detto in questa sede che Gesù, alla folla che si accalca in cerca di segni poderosi, non da segni, ma a tutti chiede che dietro di Lui si divenga segni con Lui. Non siamo più la Chiesa che sciorina segni miracolosi per accaparrarsi l'attenzione degli uomini, ma la Chiesa che si fa segno di una Presenza che non impone ma propone, di una Presenza che non si fa servire ma che si mette a servizio, di una Presenza che non ama rivestirsi di code e strascichi, ma che, don Tonino docet, si ricopre con pazienza di un umile grembiule e si inginocchia davanti ad ogni uomo e ogni donna per indicare il "segno del servizio" come il segno della Presenza che ridà dignità e bellezza all'uomo ferito. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 15 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Liberi come figli

Mt 12,1-8


“(…) Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa (“…).


Si gioca qui, oggi, la nostra credibilità di credenti, di donne e uomini che non hanno paura della libertà che trova la sua sorgente nella misericordia e nell'amore. È una sfida grande perché si tratta, in fondo, di abbandonare la terra sicura della legge, del "sono a posto perché ho fatto tutto secondo le norme", per approdare in quel territorio quasi sconosciuto che è la terra della libertà. Come al solito qualcuno leggerà queste parole con il filtro del censore, del custode dell'ortodossia e griderà scandalizzato chiamando a raccolta le schiere contro il libertinismo creato da interpretazioni errate della Scrittura. Io mi limito a ribadire la proposta del Maestro che non vuole dietro di sé persone ossequienti verso una legge esterna, ma persone che scelgono di assomigliare al Padre e fanno proprie, per questo, le scelte di Gesù. Gesù è stato molto libero (e provocante) nei confronti di un'osservanza della legge fine a se stessa e ha cercato di scardinare tale deviazione pericolosa. Oggi assistiamo a un ritorno in forze di tale posizione, quasi che la libertà del cristiano debba esistere solo in forza di un'obbedienza cieca alle istanze superiori. La libertà che viene dalla misericordia è quella che vuole il Maestro: il criterio di vita è quello della somiglianza e non quello dell'obbedienza. Gesù ha vissuto questo, checché se ne voglia dire o si voglia far dire ai testi del Nuovo Testamento. Insomma, o ci decidiamo a rimetterci in carreggiata dietro al Maestro, o continuiamo a recitare sulla scena del mondo la nostra particina di simil-credenti che si arrogano il diritto di giudicare e condannare in nome di una presunta giustizia che affonda le sue radici in un’osservanza formale di leggi e precetti.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 14 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Dalla parte degli umiliati


Mt 11,28-30

"Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".


Parole sovente applicate alle varie situazioni personali di stanchezza, di depressione, di cose che non vanno come dovrebbero, di situazioni pesanti, ecc... Allora, ecco le parole degli "amici di Giobbe" sempre presenti per "confortare" (han fatto più danni i tre amici di Giobbe che non le disgrazie che gli erano capitate, già..., le persone "pie"... se li conosci li eviti): vai da Gesù, e lascia fare a Lui.

Ma questo non è il discorso di Gesù. Qui il Maestro parla a tutte e tutti coloro che vivevano stanchi e oppressi per via del carico di una legge insostenibile, impossibile da osservare: dottrine, imposizioni, prescrizioni, obblighi, divieti... persone che sono costrette a subire l'umiliazione di sentirsi sempre in debito col Signore. A questi Gesù dice: "Venite a me e io vi darò ristoro". Il verbo usato indica il rifiatare, il prendere fiato. Ecco, a tutte e tutti costoro Gesù è come se dicesse: "Io sarò il vostro respiro, sarò per voi aria nuova e fresca". E' come se dicesse: "Accogliete me e sarete in grado di nuovo di respirare a pieni polmoni. Perché il mio giogo non è quello della Legge ma delle Beatitudini, è per la felicità, non per la pena". Imparare da Lui che è "mite e umile di cuore" si comprende solo alla luce delle Beatitudini. L'invito è dunque a lavorare per la piena felicità dell'uomo, ponendosi, come Gesù, a livello di coloro che nella storia sono oppressi e umiliati. Quindi l'umiltà non è una virtù che conquistiamo da noi stessi, ma una qualità di vita che emerge ogni volta che facciamo nostre le scelte del Maestro orientando la nostra vita al servizio degli altri, soprattutto gli umiliati della storia.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 13 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Immersi nella Vita


Mt 11,25-27

"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli (…)”. 


Con queste parole apre la nostra giornata il Maestro. Chi sono tali dotti e sapienti? Tutti coloro che restano chiusi alla novità del vangelo, attaccatissimi alla difesa di una tradizione che fino ad allora aveva loro assicurato il potere: il potere di porsi come mediatori tra il popolo e Dio. Gesù annuncia che solo chi accoglie l'amore del Padre perché ne ha semplicemente bisogno, solo costui può entrare nella novità del Vangelo. Il dotto e il sapiente che vivono chiusi nel loro piccolo mondo non potranno mai assaporare la dolcezza dell'amore del Padre e impediranno ad altri di farlo, erigendo barriere e muri di leggi per codificare qualsiasi aspetto della vita umana, perché, lo sappiamo, quanto più si "codifica" tanto più si controlla! Gesù apre alla vita, all'amore e questo ci chiede di fare, tenendo come punto fisso il bene dell'uomo. Questo ci condurrà al volto del Padre. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


martedì 12 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Cambiamento d’epoca



Mt 11,20-24

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! (…)”.


Oggi la pagina evangelica ci mostra il Maestro che esterna la sua amarezza nei confronti di tutte quelle "città" che non hanno saputo accogliere la proposta del Vangelo. Si parla di "città" e non di villaggi perché la città è il luogo dove è presente la sinagoga, il luogo della religione istituzionale, il luogo che avrebbe dovuto aprire spazi alla presenza e all'azione liberatrice di Dio ma che, di fatto, ha impedito tutto ciò. In questa pagina Gesù chiude con l'ufficialità della religione e apre a tutti lo spazio della fede. 

Forse qualche "ahimé" tra quelli pronunciati da Gesù potrebbero arrivare anche dalle nostre parti ogni volta che impediamo l'azione liberatrice e risanatrice di Dio perché "non fa parte dei nostri schemi". Ci siamo talmente convinti che Dio debba essere come noi lo pensiamo che anche se Lui si manifestasse direttamente saremmo capaci di dirgli: "Per favore, torna a cambiarti e presentati a noi come si deve!". Come i contemporanei di Gesù chiediamo a Dio di adattarsi ai nostri schemi. Francesco, il nostro papa, ci sta chiedendo di non aver paura del cambiamento per il fatto che non stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca ed occorre saper discernere. 

Come sempre, a noi la scelta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 11 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Non padroni ma Signori


Mt 19,27-29

" (…) Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna". 



Il Signore non si lascia battere da nessuno in generosità. Basta lasciare il poco che siamo e abbiamo nelle sue mani, che subito l'abbondanza della sua misericordia copre le nostre manchevolezze. A coloro che mettono a servizio dell'umanità la propria capacità di amare, questa non verrà mai meno, anzi, più ami, e più il Padre potenzia e aumenta questa tua capacità. Con Dio non si gioca mai in perdita. Solo le persone con il "braccino corto", cioè con il cuore piccolo faticano a comprendere, accettare e vivere questa logica. Mentre chi vive in maniera disinteressata per il Regno non deve temere di restare "a secco": ci pensa il Padre a colmarci di tutto ciò di cui necessitiamo per vivere. Vivere tutto questo ci fa assaporare nella sua totalità uno dei doni più belli che vivificano la nostra esistenza: la libertà. Ciò che agli occhi dei più sembra solo una perdita, per noi è una grande ricchezza: con il Padre non diventiamo mai padroni, ma ci sentiamo sempre signori. 

Il padrone infatti è colui che ha e trattiene per sé. 

Il signore è colui che dà e generosamente condivide. 

E a noi è data la possibilità di essere e vivere da Signori!

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 8 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Testimoni


Mt 10,16-23

“Ecco: io vi mando come agnelli in mezzo a lupi (…)”. 



Prudenza e semplicità, ecco cosa chiede Gesù ai suoi. È vero che annuncia loro persecuzione, ma siamo chiari: Gesù chiede di essere disposti a donare la vita, questo sì, ma non di cercare la morte "ad majorem Dei gloriam", a tutti i costi. I discepoli, e in questo ci differenziamo da altri, non sono dei kamikaze. Siamo donne e uomini che propongono, senza imporre, la via del Vangelo, con quella prudenza e trasparenza che hanno caratterizzato la vita del Maestro (Gesù stesso non si è fatto facilmente catturare, malgrado le occasioni non siano mancate ai suoi nemici, e a volte ci sono arrivati davvero vicino). Viviamo immersi in una cultura dove pare che la verità sia la prerogativa di chi grida di più, di chi si impone, di chi si fa sentire, di chi scende in piazza ad ogni occasione.  Prudenza e trasparenza: la testimonianza della vita sulle orme del Maestro parla più di molte parole urlate al vento. Non proponiamo una dottrina ma uno stile di vita mutuato dallo stile del Maestro. Non siamo maestri ma semplici testimoni. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 7 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Immersi nella vita



Mt 10,7-15

"Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino (…)”. 


Matteo, a causa della sensibilità dei suoi lettori/ascoltatori (cristiani di origini giudaiche) evita di nominare Dio. Per questo, nel suo Vangelo, parla di "regno dei cieli", intendendo con tale espressione "regno di Dio". Questo ci aiuta a evitare, nella comprensione del messaggio di Gesù, quei voli pindarici che fanno arrivare al paradiso. Quando Gesù parla di Regno di Dio intende una realtà che è già qui, sulla terra, e non vuole proporre un messaggio che rischierebbe (e di fatto spesso lo è diventato) di diventare alienante: "Fratello, tranquillo. Se soffri di qua è perché godrai di là!". Niente di tutto ciò. Per una migliore comprensione dell'espressione, si potrebbe rendere la traduzione in questo modo: "strada facendo, annunciate che Dio stesso vuole vuole prendersi cura del suo popolo". Gesù sta parlando a un popolo che ha vissuto il meglio ma soprattutto il peggio dell'esperienza della monarchia, quindi questo era l'unico modo per farsi capire. Allora, cosa significa, nella proposta di Gesù, che Dio regna? Gesù annuncia che d'ora in avanti Dio non si manifesta più mediante la comunicazione di leggi e comandi, ma comunicando il suo amore totale e gratuito a tutti indistintamente. Il credente quindi non è colui che obbedisce a delle leggi emanate da un Dio che vuole dei servi, ma il credente è colui che assomiglia al Padre praticando un amore simile al Suo. Ecco il significato dell'espressione: "il regno dei cieli è vicino". In Gesù, il Padre offre a tutti l'accesso al suo amore perché cercando di assomigliare a Lui tra gli uomini nascano relazioni di tipo fraterno e comunità di credenti in cui il criterio della fede è determinato non tanto dall'adesione razionale a dogmi o verità, ma dalla cura e dall'attenzione riservate all'altro, come espressione dell'adesione all'Altro. Ricordiamoci: non saremo giudicati per ciò in cui abbiamo creduto, ma per come abbiamo vissuto. Il criterio dell'obbedienza servile in Gesù cede il passo al criterio della somiglianza filiale. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 6 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Storia e storie


Mt 10,1-7

" (...) I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì (...)".


La storia, nella tradizione biblico-ebraica, non si trasmette, come per noi, attraverso date, ma con nomi. Genealogie, liste di nomi per narrare la storia, gli eventi, gli accadimenti che hanno segnato la vita di un popolo.

Così anche Matteo ci consegna una lista di nomi per narrare il messaggio del Maestro. Nomi che noi oggi conosciamo, di cui sappiamo pochissime cose; nomi che sono tracce di storie personali. Storie che hanno incrociato la via del Maestro, storie di uomini e donne (anche se nella lista ufficiale non vengono menzionate: il Maestro è "asceso" e già i primi insegnamenti vengono "scordati"...) che hanno accettato la folle proposta di osare l'annuncio del Regno, ossia di dire Dio in maniera diversa, di annunciare un Dio "fuori dalle righe" rispetto a quanto ricevuto fino ad allora.

Il Maestro ha messo insieme un gruppo dove la convivenza non era una realtà ovvia. Come mettere d'accordo l'odiato esattore con il fanatico zelota? Come far vivere per il Regno i focosi nazionalisti Boanerghes con il sottile Tommaso? Gesù ha faticato non poco stando dentro le loro resistenze, ottusità, chiusure e anche rinnegamenti e tradimenti atroci, quelli che farebbero spegnere ogni speranza e fiducia nell'altro. Eppure la sfida del Regno, quell'osare un Dio altro, quel decidersi per il Dio di Gesù ha dato loro il coraggio di dirsi a noi e di proporci di osare lo stesso.

Il Regno non ha un ufficio anagrafe perché non rilascia patentini di appartenenza. Il Regno narra storie di donne e uomini che con il loro stesso nome/storia annunciano il Dio di Gesù, un Dio altro, un Dio che fa nuova ogni storia.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 5 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Segni del Regno


Mt 9,32-38

“ (…) In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!»”.


Questo "pastore bello" che sente compassione per le pecore senza pastore chiede di pregare per avere più operai per la messe. Al tempo di Gesù si calcola che a servizio del Tempio vi fossero circa 18.000 sacerdoti (non è un refuso, erano davvero tanti!). Come mai questa richiesta per avere più operai? Forse proprio per il fatto che la casta sacerdotale dell'epoca non era al servizio di Dio né del popolo. Anzi, al contrario, spesso e volentieri si serviva di Dio e del popolo per i propri interessi personali. Oggi le nostre comunità vivono una situazione di carenza di "operai" e per questo si prega. Mi attirerò le ire dei soliti, ma a mio avviso questa richiesta è sprecata. Anzi, io sono convinto che il numero debba ancora calare per poter dare il via a quel "aggiornamento" che fu il sogno del Vaticano II. Occorre che il numero cali ancora per trovare finalmente quell'immagine di Chiesa più autenticamente ecclesiale e meno clericale, più segno del Regno, più a immagine della comunità voluta dal Maestro. Gli “operai” che Gesù cerca sono donne e uomini che osano la Parola e si fanno sei stessi Felice Annuncio, Vangelo del Regno. Solo così la comunità diventerà uno spazio di guarigione per l'umanità; solo così si apriranno quei percorsi di umanizzazione che sveleranno la nostra essenza divina. 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

lunedì 4 luglio 2022

Buongiorno mondo!

Un Dio che si prende cura



Mt 9,18-26

"In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: "Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà (“…). 


L'umanità di Gesù ci rivela la grandezza di un Amore che non desidera per noi la sofferenza  ma la felicità. La mano di Gesù rivela la "destra" del Signore che compie meraviglie non più dando morte, ma comunicando vita. Quella "destra" tante volte cantata da Israele, quella "destra" capace di sterminare gli egiziani così come gli israeliti incapaci di fidarsi di Dio, in Gesù diviene ora sorgente di vita. È la rivelazione del volto di un Dio che si manifesta come Amore misericordioso, come Colui che è con noi nella nostra sofferenza e vuole la nostra felicità e non come l'Onnipotente "terribile in battaglia". Gesù propone un cambiamento radicale nella nostra visione di Dio e ci propone di abbandonare quelle immagini distorte che abbiamo creato troppo spesso per soddisfare i nostri deliri di onnipotenza. Non esiste un Dio da servire: esiste un Amore da amare e da cui lasciarsi amare. Un Amore che ci invita a diventare "mani" che sorreggono, che curano, che guariscono, che comunicano vita, che abbracciano senza escludere nessuno, che condividono e che insieme si intrecciano nella costruzione del suo Regno. 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.