venerdì 28 ottobre 2022

Buongrno mondo!

Un Dio da “toccare”


Lc 6,12-19


“(…) Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti”. 



Per secoli ci siamo sforzati di relegare Dio nel più alto dei cieli, assiso lassù, lontano dalla vita degli uomini, anzi, quasi sadicamente in attesa di punire tutti coloro che manifestavano disobbedienza ai suoi comandi. Per secoli siamo stati educati a pensare e a confrontarci con la verità indiscutibile che “Gesù è come Dio” (pur vera) dimenticandoci però con troppa facilità e fretta che, in Gesù stesso, il Padre ci ha invitati a cambiare la prospettiva: “Dio è come Gesù”. Il Padre “si compiace” del Figlio, cioè si ritrova in Lui, in ciò che egli dice e fa. E siamo così messi davanti a un Dio che non prende le distanze dall’uomo, ma che, in Gesù, si lascia toccare al fine di comunicare vita, forza vitale, pienezza di vita. Toccare indica e invita all’intimità che diventa condivisione e solidarietà, apertura, accoglienza. Toccare, come nella parabola del Samaritano, è invito al farsi carico, a non avere paura della fragilità altrui perché questa diventa terreno di crescita e di scambio di grazia, di gratuità. Vi è qui, credo, un’indicazione preziosa per le nostre piccole e fragili comunità: diventare spazi dove incontrare il Dio che si fa toccare, il Dio che non si spaventa della fragilità e della debolezza nostra. Spazi in cui incontrare il Dio che fa della nostra miseria la misura della sua misericordia. Quante balaustre ancora da togliere, quanti spazi “sacri” che escludono, quante mansioni, quanti “munera” che ancor oggi fanno barriera e impediscono di poter toccare questo Dio che ama alla follia ciascuno di noi! Il Vangelo chiede ancora oggi di poter essere liberato da tanti orpelli e tante incrostazioni che tendono ancora a relegare Dio nell’alto dei cieli, a fare di Lui l’Altissimo, perché un Dio che si lascia toccare è scomodo, “rompe”. È lo stesso Dio che in Gesù si china a lavare i piedi. È questo il Dio che bussa alla porta della nostra vita e chiede di sedersi a mensa con noi. È questo il Dio che ci insegna a lasciarci “toccare” senza paura dalle fragilità che abitano la storia, la nostra storia.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 27 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Erode “la volpe”


Lc 13,31-35

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.



Suona strano questo avvertimento dei farisei dopo tutti gli scontri che Gesù ha avuto con loro. Ma non è poi così strano se si pensa al conflitto esistente tra il gruppo dei farisei e quello degli erodiani (che comunque riusciranno alla fine a fare comunella per togliere di mezzo Gesù). Sembra quasi, tragicomicamente, che vogliano spingere Gesù verso Gerusalemme per acquistarsi il diritto di farlo fuori loro. Gesù ha ben chiaro quello che sta per succedere e ha compreso che sarà proprio l’alleanza tra il potere religioso e quello politico a inchiodarlo sulla croce. Per questo pronuncia quelle terribili parole su Gerusalemme: “il luogo”, il luogo teologico per antonomasia, il luogo della Presenza è ormai divenuto un mattatoio di profeti, cioè di tutti e tutte coloro che denunciano la perversione della religione ormai ridotta ad affare di una casta di sacerdoti sempre più attenti alla salvezza dell’economia che all’economia della salvezza. Gesù non si risparmia la battuta sarcastica su Erode (che si pensava re ma era solo un fantoccio teleguidato, il famoso “utile idiota”). Dandogli della “volpe” Gesù non pensa minimamente all’astuzia come faremmo noi. Nel nostro modo di pensare la volpe è assimilata all’astuzia, alla furbizia. Per la Bibbia la volpe è esattamente l’opposto: rappresenta l’insulsaggine, la stupidità. Ecco come Gesù considera Erode e tutti i suoi cortigiani. 

Questo mi fa pensare alla tante “volpi” presenti nelle nostre comunità: “volpi” che si ergono dall’alto della loro beata ignoranza spacciandosi per autentici depositari di verità e tradizione. E proprio in nome di tali cose impediscono al Regno di crescere e svilupparsi. Quante “Gerusalemme” sulla quali versare oggi lacrime di amarezza! Quante “Gerusalemme” che rinchiudono e riducono Dio a un fantoccio abilmente manipolato dai funzionari del sacro per impedire loro di accostarsi al Dio della vita, al Padre che vuole camminare con ognuno dei suoi figli! 

Oggi il Maestro ci chiede di restare coraggiosamente dietro a Lui verso Gerusalemme, dove il mysterium iniquitatis della sua morte diventerà, per chi crede in Lui, segno di una vita offerta e donata per amore che non conoscerà mai fine. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 26 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Non so di dove siete...


Lc 13,22-30


Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 


Sono parole pesanti, molto dure, che ci mettono in guardia dalla tentazione di fare dell'Eucaristia un fine e non un mezzo e uno spazio dove condividere e accogliere quelle logiche del Regno che poi dovrebbero risplendere nel quotidiano. 

Quante "Eucaristie" domenicali deformate dall'ingombrante presenza del "precetto"! 

Quante "Eucaristie" vissute con l'orologio in mano, in un'attesa trepidante che il tutto finisca in fretta, soprattutto quella litania barbosa di "dobbiamo fare", "siamo chiamati a...", "dobbiamo essere", "si deve, siamo spinti a..." ecc...quasi che l'Eucaristia fosse un bigino di suggerimenti morali per la settimana! 

Quante Eucaristie in cui "pane e vino" sono davvero "frutto della terra e del nostro lavoro"? Del "lavoro" per il Regno, s'intende, non della mano di vernice sulle porte della Chiesa! 

Quante Eucaristie mortificano l'azione dello Spirito perché... la celebrazione secondo le norme, senza sgarrare, senza nulla cambiare, in un appiattimento che fa delle differenti comunità sparse un omogeneizzato che rende tutti uguali, senza differenze, quanto di questo è il "segno visibile" dell'Unità della Chiesa (sì, di una chiesa-fotocopiatrice che fa delle belle copie, ma tutte identiche!). 

E potrei continuare, ma devo mettere la mia coscienza a nudo per vedere dove anche io ho ceduto a queste o altre tentazioni. 

Ricordo quanto diceva Mariano Magrassi, vescovo di Bari, molti anni fa: "Più Messa e meno messe". Ma erano i tempi del post-Concilio... dov'è finito il fermento di allora? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 25 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Invisibilità evangelica



Lc 13,18-21

 

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». 



In questa nostra cultura dell’apparire a tutti i costi, del sensazionalismo per tutte le tasche, il Maestro lascia cadere la sua proposta di “invisibilità”. Notare: non chiede di essere insignificanti, ma invisibili come lo può essere un granellino di senape che, per quanto piccolo e insignificante possa essere considerato, tuttavia possiede in sé la forza per germinare e diventare casa per tutti. A tutti piacerebbe essere un bel “Cedro del Libano”: maestoso, sotto gli occhi di tutti, capace di suscitare grida di meraviglia e di stupore. Ma il Maestro non vuole “alberi” che schiacciano con la loro possanza e maestosità: preferisce l’umile arbusto della senape, che cresce nell’orto di casa (la fatica del vivere quotidiano) e che offre ombra e riparo agli “uccelli del cielo”, cioè a tutte e tutti coloro che sono considerati insignificanti, per i quali nel nostro mondo non c’è mai tempo, per coloro che non hanno voce, per coloro per i quali non c’è mai posto né casa. Ecco una bellissima immagine della comunità cristiana: non un “cedro” svettante SU tutti, ma un umile arbusto PER tutti, capace di farsi casa. Non è certamente facendo la voce grossa o rivendicando chissà quali posizioni sociali che faremo crescere la senape del Regno. Il Regno crescerà nella misura in cui saremo coscienti di essere piccoli granelli, sparsi qua e là dalla mano sapiente del Padre che in essi ha deposto la forza vitale del Vangelo che attende di essere liberata e di crescere nella fatica del quotidiano. Non lasciamoci impressionare dai vari “cedri” che pretendono spazio e visibilità: siamo il popolo della senape, che giorno dopo giorno cresce nel silenzio per portare frutto di vita dentro la storia. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 24 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Liberati per liberare


Lc 13,10-17

 

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.


Una donna piegata, curva da una vita, costretta dalla sua posizione a guardare quel fazzoletto di terra davanti a sé. Una donna segno delle tante donne ancor oggi piegate dalla legge della violenza e del sopruso, curve sotto il peso di esclusione e intolleranza, use solo a stare zitte e asservite al potente di turno. Ma quella donna è segno anche della sposa che è la Chiesa, che è ogni comunità cristiana, piegata sotto il peso di una legge che non può più portare ma che incomprensibilmente si ostina a non abbandonare perché paurosa della libertà che apre infiniti orizzonti e fa scoprire ben altri mondi al di là del piccolo fazzoletto di terra cui è abituata. Papa Francesco sta chiamando la Chiesa, ogni comunità, a lasciarsi liberare dall’infermità che genera paure e chiusura; quell’infermità che rende miopi e incapaci di alzare lo sguardo per allargare gli orizzonti e rendersi conto che è finalmente finito il tempo dei “rigidi censori del sabato”. Per “glorificare Dio”, ossia rendere la sua Gloria visibile in mezzo a noi, occorre lasciarsi “raddrizzare”, essere messi in piedi, come il Risorto. Occorre vivere da risorti con il Risorto: per questo, quando è il caso, siamo liberi di farci curare e guarire “anche di sabato”. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 21 ottobre 2022

Buogiorno mondo!

Tempo del coraggio


Lc 12,54-59

"Ipocriti! Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?".


È una richiesta perentoria di discernimento e di scelta. Con Lui non si può restare alla finestra, non si può dire: "Si...ma", non si può restare con il piede in due scarpe. In altre parole: questo per il Maestro è tempo di scelte, è tempo di prendere posizione, di non nascondersi dietro quei mille "si è sempre fatto così", dietro quella falsa obbedienza che riverisce ma non rispetta e non aiuta a crescere, dietro il paravento di una religione che assurge a pia pratica senza nulla toccare dei miei "buoi, campi o affari" che siano. 

È tempo di capire che il Regno sta crescendo e che niente lo può arrestare: non sarà eccelso come un "cedro del Libano", sarà solo un "arbusto di senape", ma cresce, si espande, tocca i cuori e trasforma vite. 

È il tempo in cui non ci si chiede più come è fatto Dio, cosa fa, che volto ha, quali sono i suoi attributi, perché "chi ha visto me, ha visto il Padre". 

Non è quindi più il tempo del Gesù come Dio, ma del Dio come Gesù. 

È il tempo della novità coraggiosa, della fraternità che nasce dall'accogliere un Dio che mi offre se stesso e mi chiede di entrare in una relazione nuova con Lui talmente forte da poter cambiare la mia relazione con gli altri. 

È il tempo dell'amore gratuito, del perdono offerto perché ricevuto, del servizio che sostituisce il potere, della condivisione generosa che prende il posto del possesso sfrenato, della giustizia che nasce dalla misericordia. 

È il tempo del Regno. 

Qui stanno le autentiche "sentinelle": coloro che scrutano i segni dei tempi e indicano la direzione del Regno con fiducia e coraggio, e non corrono a chiudere porte, a innalzare bastioni, ma invitano ad entrare senza paura alla festa del Regno. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 20 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

A te!


A tutte e tutti quelli che pensano al Gesù biondo, con occhi azzurri, bello, slanciato, capace di affascinare con la sua parola ma senza cambiare nulla, un Gesù alla Renan per intenderci; 


a tutte e tutti quelli che vedono un Gesù che non cerca conflitti, che parla dolce e sommesso, che non fa mai del male a nessuno, che passa nella storia lasciando uno stomachevole profumo di falsa pace e falsa giustizia; 


a tutte e tutti quelli che considerano Gesù e il suo stile di vita/messaggio come qualcosa di alienante, fatto per addormentare le coscienze, incapace di chiamare a libertà; 


a tutte e tutti quelli che hanno ridotto il messaggio del Maestro omogeneizzandolo in un'accozzaglia di semplici suggerimenti spirituali e di ordinati regolamenti morali volti a far crescere una perfezione spirituale fondata sul merito; 


a tutte e tutti quelli che hanno annacquato il buon vino del Vangelo, preferendo l'acqua marcia delle proprie cisterne rinsecchite; 


a tutte e tutti quelli che hanno fatto del potere di insegnare un bastione per tenere fuori chi non si allinea; 


a tutte e tutti quelli che hanno fatto dell'amore del Padre non un amore che abbraccia per liberare, ma una stretta mortale che soffoca e non comunica vita, 


a tutte e tutti costoro e a tanti altri, 

oggi il Maestro parla così: 


"Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". (Lc 12,49-53)


Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 19 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Estote parati!


Lc 12,39-48

“Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo»".


Non sono parole usate dal Maestro per creare un clima di terrorismo psicologico, o per orientare l'esistenza verso l'alienante attesa di un "alidilà" che fa di tutto per guastarmi "l'aldiquà", che diventa così la famosa "valle di lacrime" dove sguazzano i predicatori del "soffri che Dio è contento: accetta tutto e domani sarai premiato". 

Mi vengono in mente i tre "amici" di Giobbe: a volte le persone pie, sostenute da un certo pensiero teologico, sono come le sanguisughe: più ti si attaccano, più ti svuotano facendoti credere il contrario. 

L'invito del Maestro è di stare pronti per non lasciare cadere nessuna delle occasioni in cui si manifesta la sua presenza. Occasioni che spesso e volentieri vanno al di là dei nostri criteri, dei "paletti" che ci fanno dire "qui Dio c'è, là no!". È un'apertura totale, continua, senza tempo, come quella del Padre che ogni giorno scrutava la strada in attesa del ritorno del figlio, fino al giorno in cui la sua continua attesa fu riempita e "lo vide da lontano... e corse ad abbracciarlo". 

È lo scrutare giorno dopo giorno con occhi attenti la storia, le persone, gli eventi, gli incontri per potervi scorgere quella presenza che comunica vita e invita e invia a fare altrettanto.  

È camminare con Colui che "ha posto la sua tenda in mezzo a noi" per potersi muovere più liberamente, senza l'ingombro di un tempio che diventa casa chiusa, barriera che separa, muro che impedisce l'accesso a chi non possiede i requisiti "di sana e santa religione". 

È il Dio-con-noi, che cammina in mezzo a noi, che ci invita sempre ad andare oltre. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 18 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

San Luca


Lc 10,1-9

"Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi". 


È un chiaro segnale che le cose stanno cambiando, che Israele non sarà più la "segullah" di Yavhé, la sua proprietà ma proprio quella personale, quella che si guarda con quell'occhio di riguardo che non si usa verso nessun altro e nessun altra cosa. 

I settantadue sono il segno che il Regno si apre ad ogni uomo e ad ogni donna senza distinzioni (72 erano le nazioni citate nel Genesi che indicavano la popolazione dell'intero orbe terracqueo, secondo le credenze dell'epoca). 

È finito il tempo di una Legge che identifica un popolo nelle grazie di un Dio per la gloria del quale si stermina il pagano.

Inizia il tempo del Regno, dove Dio non è più padrone ma Padre; dove questo Padre non chiede di obbedire a una serie di precetti, ma di accogliere un amore che è regalato non per merito ma per i

nostri bisogni, dove la nostra miseria è la misura della sua misericordia, dove accogliendo questo amore ci viene chiesto di assomigliare a Lui che "fa piovere sugli ingiusti e sui giusti".

È un Regno che non conosce esclusioni di sorta, un Regno dove l'essere figli è verificato dal vivere in fraternità, dove la presenza di Dio ormai passa dall'umanità di Gesù che chiede a noi di fare altrettanto. 

Non siamo chiusi in sacrestia, non stiamo ben seduti in chiesa, non restiamo impantanati nei nostri begli uffici curiali come quasi fossimo "addetti allo sportello del buon Dio", o peggio ancora, addetti alla "cassa del tempio"! 

Siamo mandati fuori, nel mondo, a dire e ridire la novità del Regno che cresce in mezzo a noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita. 

lunedì 17 ottobre 2022

Buongiorno

 Attaccati a chi?


Lc 12,13-21

"Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede". 


Il Maestro era circondato da persone che, come i farisei e i ricchi sadducei, si erano notevolmente arricchite sfruttando il popolo, soprattutto le sue fasce più deboli, in barba alla Torah che pur dicevano di osservare. Il loro attaccamento al denaro, a "mamona", li porterà a farsi beffe di Gesù stesso e del suo messaggio. Il richiamo del Maestro arriva dritto al cuore della nostra cultura, così impregnata di una finanza che affonda le sue fauci nelle carni dei poveri, imponendo uno stile di vita dove il possesso sfrenato sembra davvero il fine ultimo dell'esistenza. La logica del Regno invece ci parla di condivisione generosa delle risorse, di attenzione al bene comune, di una solidarietà tale per cui "nessuno sia bisognoso" in mezzo a noi. Gesù non critica il denaro in sé bensì il fatto che non siamo utilizzatori del denaro ma servi dello stesso.

Come sempre la domanda resta: dove ho posto il mio cuore? A chi voglio assomigliare nel mio modo di vivere: a Colui che si occupa dei suoi figli o a "mamona", il dio che si prende la vita di coloro che lo servono mentre fa credere di essere a loro servizio? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 14 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Credenti, non attori


Lc 12,1-7

“(…) Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia (…)“. 


Ipocrita, in greco, la lingua dei vangeli, stava ad indicare l'attore, che in teatro, indossata una maschera, recitava una parte. Il Maestro chiede ai suoi, a noi, di evitare il veleno dell'apparire, del recitare una parte sulla "scena" della vita. Il pio fariseo aveva fatto dell'osservanza della Legge il punto focale della sua esistenza, riducendo però la Legge a una serie di norme spesso svuotate del loro significato profondo. Anzi, spesso e volentieri mettendo al servizio dei suoi interessi meschini la stessa Legge. Ciò che all'origine doveva essere un cammino di liberazione e di libertà per il popolo si era ridotto a un percorso tortuoso di schiavitù fondata sulla paura del giudizio divino continuamente brandito a minaccia dai "signori della legge". Gesù si scontra proprio con tale perversione della spiritualità e chiede ai suoi di fare altrettanto.

Se è vero che nella religione si può giocare a fare l'attore, si può imbrogliare mostrando un volto che non è il proprio, si può indurre in errore convincendo altri che così Dio vuole, nella fede questo non può avvenire. La fede è la scelta della trasparenza che viene da una verità: Dio è un Padre che offre a tutti, indistintamente, il suo amore. Non c'è da meritarselo osservando una litania interminabile di precetti. Non devo sfoggiare davanti al Padre il mio merito, ma solo accogliere il suo amore che mi raggiunge nei miei bisogni ( e non nei

miei supposti meriti) e mi chiede di assomigliare a Lui in questo amore. Questo è evitare il dannoso lievito del fariseo, che spesso purtroppo alberga ancora dentro le nostre comunità, facendoci credere che l'osservanza di precetti e leggi è fonte di salvezza e di benedizione da parte di Dio. E' ora di invitare questo pio fariseo ad abbandonare questa via sterile e incapace di dire Dio oggi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 11 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Validità o autenticità?


Lc 11,37-41

 

“In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro»”.



Potremmo titolare così: "Quando la religione sostituisce la fede". La religione staccata dalla fede crea ritualità vuote, completamente staccate dalla vita, dalla profondità della vita quotidiana. Situazione da cui non siamo immuni noi e tanto meno le nostre comunità. Fin quando non riusciremo a superare quella mentalità "magica" che spesso inquina i nostri sacramenti, resteremo a livello di "abluzioni" formalmente corrette ma lontane dal cuore di Dio, anzi, spesso pure conviventi con stili di ingiustizia e indifferenza. Come successe a quel sacerdote e a quel levita sulla strada di Gerico, così può succedere a noi ogni volta che siamo più preoccupati della validità di un atto di culto che della sua autenticità. Gesù oggi indica in maniera dura a quel fariseo che la formalità accurata nel culto reso a Dio, pur in osservanza delle sue prescrizioni, non è sinonimo di autenticità e disponibilità all'incontro con Lui nel servizio ai fratelli. Per dirla con un'espressione molto colorita di un vecchio parroco di queste mie parti: nelle nostre Messe i nostri cristiani mangiano ostie e cacano diavoli! Forse qualcuno potrà trovare disdicevole il detto nella sua crudezza. A me pare chiaro e limpido: è un modo concreto di "incarnare" la Parola e ridirla al cuore della gente con cui si vive. 

A ciascuno, come sempre, la scelta: sedersi alla tavola del Maestro, anche con "mani" non "lavate", o alla mensa del fariseo, alla scuola del galateo del perfetto religioso. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 10 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Dio è Gesù


Lc 11,29-32

 

“In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione (…)”.



Alla continua e ossessiva ricerca di segni spettacolari, di messaggi che provengano direttamente da “lassù”, di “minacce” pronunciate per chiamare a conversione, Gesù propone un solo segno: se stesso. Segno di che? O di chi? Segno della presenza paterna e materna di Dio che desidera il bene e la felicità per le sue figlie e i suoi figli. Gesù si pone “in mezzo” alla nostra “generazione” come il segno più concreto del reale volto di Colui che definiamo Dio. 

Il suo farsi prossimo ad ogni uomo e ogni donna è il segno più bello e immediatamente leggibile di come “funziona” Dio. Gesù pone la sua persona come segno che indica la via, come segno che provoca il cambiamento radicale e “sconvolgente” della prospettiva di fede in cui siamo cresciuti: dal Gesù come Dio, al Dio come Gesù. E’ questo il segno sconvolgente che Gesù pone nella nostra storia e che spesso noi fatichiamo a cogliere ed accogliere. Se non entriamo in questa nuova prospettiva resteremo ancorati alla nostra disperata ricerca di segni che sostengano il nostro percorso di fede, creando da noi stessi illusorie immagini di Dio costruite a misura dei nostri bisogni e delle nostre esigenze personali. 

Come sempre, quando ci addentriamo in una pagina evangelica, a noi la scelta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 7 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Casti o vasti?



Lc 1,26-38

“(…) In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te» (…)”.



Mi lascia sempre sconcertato l'inizio del racconto di quella che chiamiamo l'Annunciazione: "In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret...".

Anzitutto il villaggetto, Nazareth: quattro case (o grotte scavate nella roccia?) che sembrano buttate lì con disattenzione, come si gettasse qualcosa per terra per caso, qualcosa di insignificante... con degli abitanti dalla pessima fama, persone tagliate con l'accetta, senza lavoro di cesello. 

E qui, proprio qui, Dio fa partire l'avventura della buona notizia! 

Da Nazareth?!? Qualcuno al tempo se lo era già chiesto: "Può mai venire qualcosa di buono da Nazareth?". 

Dio non passa dalle “sedi ufficiali e certificate” della sua presenza: niente tempio, niente sacerdoti (anzi, con Zaccaria, rappresentante ufficiale di Dio in terra, gli era pure andata male), niente rabbini, niente teologi... Insomma la storia questo signor Dio la costruisce con il suo popolo, addirittura con una ragazzina (da brivido! Per i rabbini piuttosto che insegnare la Torah a una donna era meglio bruciarla! E poi è un fatto assodato e stabilito anche nel nostro oggi che Dio non parla mai con le donne!). 

Dio non trova spazio presso chi, per elezione e scelta è abilitato a farlo! Allora Lui si cerca un posto e delle persone con cui far ripartire una storia, e che questa volta sia davvero una storia d'amore gratuito! 

Ecco quanto ci consegna Maria oggi: un amore accolto che chiede di collaborare a costruire una nuova storia che passa per sentieri spesso non ufficiali, per vie sovente laterali, ma una storia che vuole il bene e la felicità per tutta l'umanità. Una scelta caratterizzata dal fatto di vivere praticando il “voto di vastità” (come direbbe l’amico Bergonzoni): l’infinitamente piccolo che si confonde e si fonde con l’infinitamente grande (così io intendo la verginità di Maria).

A noi la scelta, come sempre: con chi vogliamo giocarcela? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 6 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Figli assomiglianti


Lc 11,5-13

“(…) Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto (…)“. 


È un invito alla piena fiducia nel Padre che conosce ciò di cui abbiamo bisogno. E l'unico modo per sperimentare concretamente questa realtà, è quello di essere noi stessi aperti al dono h24. Ogni volta che nella nostra vita impariamo a dare a chi chiede, a lasciarci trovare, cioè a esserci per chi cerca, ogni volta che non siamo porte chiuse e sprangate per la paura di perdere, ecco, ogni volta che viviamo tale logica sperimenteremo la vicinanza e l'attenzione profonda del Padre verso ognuno di noi. Se chiediamo, non chiediamo per accumulare, ma per condividere; se cerchiamo, non è per la nostra isola di beatitudine personale, ma per la felicità di tutti; se bussiamo, non è per cercare un rifugio e fuggire dal dolore del mondo, ma per aprire ancora di più la porta affinché ogni uomo e ogni donna si senta a casa, nella sua casa, qualunque essa sia. Il Maestro non ci vuole mendicanti dipendenti dallo sguardo altrui, ma poveri perché attenti al benessere dell'altro; non impegnati ad ammassare ma a far crescere la ricchezza di tutte di tutti; non miseri, ma felicemente liberi di non possedere e coscienti di avere così la più grande ricchezza del mondo: la libertà che affonda le sue radici nel dono della fraternità, una famiglia che rivela il volto del Mistero della Vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 5 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Osare il Regno


Lc 11,1-4

 

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».

Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno;

dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,

e perdona a noi i nostri peccati,

anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,

e non abbandonarci alla tentazione».



Non è una preghiera alienante, che allontana dalla terra per far entrare in un ipotetico cielo, dove inchinarsi davanti a qualche barbuto signore, lasciare la doverosa offerta e chiedere benevolenza. 

È una preghiera per coraggiosi il Pater, per tutte e tutti coloro che hanno fatto del Regno la loro casa e del bene dell'uomo il loro fine, imparando ad assomigliare al Padre nel modo di amare e servire. 

È la preghiera di chi ha accettato di vivere da figlio nella casa del Padre, non da salariato a bottega dal padrone. 

È la preghiera di chi ha scelto di condividere, piuttosto che accumulare, di servire piuttosto che comandare, di credere nel perdono come l'unica forza capace di cambiare il mondo. 

Non è la preghiera biascicata come "penitenza" imposta dopo la confessione, ma il grido di libertà che esce dal cuore di chi vive da figlio e fratello, da figlia e sorella. Sono le parole che gridano la possibilità di un mondo nuovo, dove la felicità è il fine, dove la condivisione è uno stile e non una richiesta settimanale degli avvisi parrocchiali, dove la dignità di ognuno è al centro del cuore di tutti, dove non c'è nessuno nel bisogno, ma tutti possono mangiare con abbondanza e portare via ciò che avanza pensando a chi non è potuto venire o a chi non ha voluto esserci.

Sono le parole per chi osa il Regno. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 4 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Il sapore del Vangelo



Mt 11,25-30

"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli". 


I piccoli di cui parla il Maestro sono tutte e tutti coloro che fanno propria la strada delle beatitudini insieme a Lui. I sapienti e gli intelligenti sono coloro che credono di conoscere, ma in effetti si fidano più di se stessi che di colui che chiamano Dio. Gesù fa riferimenti ai dotti del suo tempo, coloro che "impongono pesanti fardelli sulle spalle della gente" ma loro non li toccano nemmeno con un dito, quelli che si sono "impossessati" di Dio e ad ogni pié sospinto indicano a destra e a manca quel che il "loro" dio vuole, ordina e desidera. Gesù invita ad uscire da questa religione incapace di dire Dio, di mostrare il suo vero volto per entrare nella dimensione della fede, dove sperimentare la presenza di un Amore che mi ama anche là dove io non riesco ad amarmi, che mi libera dalla paura con il suo amore gratuito, che mi scioglie dalle catene del merito per aprirmi la strada verso la libertà che nasce dal suo amore accolto e condiviso. 

Anche oggi la parola del Maestro offre una scelta: con chi stiamo? Scegliamo il canto seducente delle sirene dei dotti, o preferiamo l'insignificanza evangelica dei piccoli? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 3 ottobre 2022

Buongiorno mondo!

Farsi prossimo


Lc 10,25-37

“(…) Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti (…)”.


Alla domanda iniziale ("Chi è il mio prossimo?”) posta dal teologo ufficiale (ossia quelli certificati a riconoscere l'ortodossia di una posizione teologica...) a Gesù, per vedere fin dove fosse possibile spingere il limite dell'amore, Gesù non offre nessuna risposta. Come sempre. Egli ribalta la domanda: non chiederti chi è il tuo prossimo; chiediti piuttosto come puoi TU farti prossimo. E' come se noi chiedessimo a Gesù oggi: fin dove mi posso spingere ad amare le persone? Qual è il limite? Ebbene la risposta è che non ci sono limiti. Perché? Su cosa Gesù fonda la sua risposta? Lo sappiamo bene (anche se a volte preferiamo sorvolare): perché siamo figli di un Dio che ama così, senza limite alcuno. Se le nostre comunità fossero più preoccupate di questo e non stessero a scimmiottare i "teologi ufficiali" nel definire cosa si può e cosa non si può fare, cosa si deve e cosa non si deve fare, questo sì quest'altro no, e via dicendo, allora esse diventerebbero davvero spazi accoglienti per ogni persona, luoghi capaci di essere prolungamenti concreti, tangibili, della Misericordia. Non abbiamo bisogno di "sacerdoti e leviti" che ci insegnano a restare puri e immacolati per Dio, ma di "samaritani" che non esitano a sporcarsi le mani facendosi, anche inconsapevolmente, strumenti di quell'amore che genera continuamente vita. Ogni giorno percorriamo una strada che "scende da Gerusalemme a Gerico": non è più il tempo della purità cultuale, della salvaguardia delle tradizioni dei padri. La storia esige la presenza di samaritani impuri e peccatori che sanno osare e rischiare la vita per donare vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.