venerdì 28 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Con Lui e come Lui



Gv 6,52-59

" (…) Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita (…)". 



Il sangue, nella concezione propria dell'uomo della Bibbia, è sacro perché rappresenta la vita stessa e appartiene a Dio solo. Quindi "bere il sangue" di Gesù significa entrare in una intimità molto profonda con Lui, significa entrare nel cuore della vita stessa di Gesù e nella comunione che egli vive con lo Spirito della Vita. Per quanto riguarda la carne, occorre anzitutto togliere di mezzo il significato peggiorativo che questo termine ha assunto, specialmente in relazione a ciò che è "spirito". Credo che possiamo intendere per "carne", in questo contesto, la dimensione umana della vita di Gesù, intesa come, per usare un'espressione comprensibile a tutti, stile di vita proprio di Gesù che assume in se stesso tutta la fragilità dell’umano. Dunque la comunione forte e intima con Lui ci conduce ad adottare uno stile di vita simile al suo. Ciò non significa che dobbiamo ripetere esattamente quello che Lui ha fatto, quanto piuttosto adottare uno stile di vita tale che la freschezza e la potenza liberante della sua Parola torni a echeggiare in mezzo a noi. La nostra dimensione umana si "plasma" su quella del Maestro, prende forma a partire da Lui, dalle sue scelte, dal suo modo di relazionarsi alle persone, dalla sua capacità di generare vita. Ecco, credo si possa comprendere così questo testo, troppe volte maltrattato dalla visione di particole sanguinanti o dagli orgasmi mistici di tanti che per il troppo digiuno campano di traveggole spirituali, pretendendo che altri aderiscano a siffatte realtà. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 27 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Ammaestrati da Dio



Gv 6,44-51

 (…) “Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me”(…). 



Gesù fa riferimento a un testo del profeta Isaia che, nei commenti dei rabbini, veniva inteso in questo modo: Dio stesso avrebbe impresso, infuso al popolo la fedeltà alla legge di Mosé. Gesù, tuttavia, rettifica ancora una volta questo insegnamento, cambiando totalmente il senso di quell’espressione: Dio non insegna a osservare la Legge, ma chiede di aderire a Lui per imparare ad amare con e come Lui. Dio non va a cercarsi dei privilegiati cui fare una proposta, in questo caso credere in Gesù. No, il suo insegnamento viene offerto a tutte e a tutti indistintamente: l’adesione a Gesù è una possibilità per tutti. 

Aderire a Gesù e al suo progetto significa prendere sempre più coscienza che “Io” e “Dio” (tanto per utilizzare questo termine purtroppo molto ambiguo) siamo le due facce di un’unica medaglia e “funzioniamo” solamente nella misura in cui non creiamo fratture e disarmonie nel  processo che porta al “brulicare” della vita. Ecco il senso della nostra esistenza: vivere dentro il processo “creativo” facendo sì che la vita continui a farsi, a brulicare, a espandersi. Per questo, sulle orme del Maestro, abbiamo a cuore tutte quelle situazioni in cui tale processo vitale è negato, calpestato, soffocato da quelle logiche di morte che oggi spadroneggiano sulla scena del mondo. “Lasciarsi ammaestrare da Dio” è riconoscere nella vita e nella proposta di Gesù la via per portare a compimento la danza della creazione.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 26 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Il dono del pane, il pane del dono



Gv 6,35-40 


“In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” (…). 



Se prima Gesù si è presentato come Colui che è in grado di dare del pane, ora si identifica con il pane stesso: egli stesso si offre come pane da mangiare. “Mangiarlo” significa dunque dare la propria totale adesione a Lui, farlo diventare parte della nostra stessa esistenza. Questo pane durevole  è l’amore stesso, che si concretizza in Gesù che si fa dono per ogni uomo. Gesù contrappone il dono del Suo pane a quella Sapienza che nell’AT diceva di se stessa: “Chi mi mangia avrà ancora fame, e chi mi beve avrà ancora sete” (Sir 24,21). Là si faceva riferimento alla fedeltà alla Legge che lasciava comunque una continua insoddisfazione, come l’acqua del pozzo di Giacobbe nel racconto della Samaritana. La fedeltà alla Legge non riesce a colmare le esigenze umane perché non risponde loro in pienezza, anzi, frustra sempre di più il desiderio di vita e felicità dell’uomo. Gesù invece offre a ciascuno la via per la piena realizzazione perché non impone all’uomo la ricerca della propria perfezione, ma offre la via del dono di sé. Se con la ricerca della fedeltà perfetta alla Legge l’uomo rischia di edificare il proprio piedistallo di giustizia, con la proposta di Gesù ognuno realizza la propria vita divenendo un figlio che assomiglia al Padre nel dono dell’amore. La proposta di Gesù mira alla realizzazione del proprio desiderio di vita che, secondo il paradosso evangelico, diventa pieno proprio nella logica del dono totale di sé.
Noi cristiani non facciamo del pane eucaristico il premio per la nostra osservanza alla Legge: accogliamo il dono del pane, che è la stessa vita di Gesù, per imparare ogni giorno ad amare con Lui e come Lui coloro che la vita ci dona di incontrare, costruendo insieme quel Regno dove ognuno è figlio amato e fratello amante. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 24 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Fidarsi e affidarsi



Gv 6,22-29

“(…) Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»”.



In molti spesso ci si chiede: "Ma che vuole Dio? Qual è la sua volontà? Cosa vuole da me?". Domande lecite alle quali Gesù offre una risposta e proprio nel Vangelo di oggi: "Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato". Tutto qui. Bella roba, dirà qualcuno: sono ancora al punto di partenza! 

Già fratello o sorella: se tu pensi che Dio ti dica per filo e per segno cosa devi fare nella vita, ti dica dove devi andare, come realizzare la tua esistenza, beh, credo tu abbia sbagliato "dio". Il Dio annunciato da Gesù si preoccupa della nostra felicità, si preoccupa del fatto che possiamo avere una vita di una qualità tale che nemmeno la morte sia capace di scalfirla, di distruggerla, una vita che sia davvero degna di questo nome. La "volontà di Dio" non è un software per far funzionare la nostra esistenza: inserisco dei dati e trovo la mia risposta. Il nostro compito è individuare, nella fatica del crescere quotidiano, la modalità concreta attraverso la quale esplicitare la fiducia accordata al Maestro. “Credere in Colui che egli ha mandato” non significa aderire razionalmente a una dottrina, essere ossequiosi alle leggi, assolvere precetti, collezionare sacramenti in maniera ossessiva e compulsiva (esistono anche i disordini sacramentali, non solo, e so che si tratta di drammi, quelli alimentari!). “Credere nel Figlio" è adottare uno stile di vita che faccia di noi uomini e donne liberi perché liberati, capaci di amore perché amati, capaci di perdono perché continuamente perdonati, accoglienti perché accolti. È lo stile di vita di Gesù Maestro che ognuno cerca di proporre, e non di imporre, perché l'umanità cresca e abbia accesso a quella "vita eterna" che non comincia di là, ma si dilata e si espande fin dall'oggi, qui, oggi nel nostro mondo così frantumato, diviso, pauroso, violento.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 21 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Il pane del Regno



Gv 6,1-15


“(…) una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi (…)“.


Subito segue il racconto della condivisione dei pani. 

Mi sono fermato alle prime parole perché mi sembra ci possano fornire un'indicazione preziosa per comprendere meglio cosa significhi condividere il pane  e vivere del pane che Gesù offre. 

Gesù si occupa e si preoccupa degli "infermi", ossia di coloro che in qualche modo non sono saldi, sono deboli, quelli che rischiano più di altri di essere lasciati indietro. Il Maestro ha occhi particolari per loro e offre loro la possibilità di uscire dalla situazione di infermità in cui si trovano e quindi di poter camminare con gli altri. Mi pare che Gesù privilegi proprio coloro che noi facilmente lasceremmo in disparte, coloro per i quali non nutriamo particolari simpatie o attenzioni. Nelle nostre comunità spesso è presente un criterio di "efficienza" che rischia di creare situazioni di solitudine e di esclusione. Non si vale se non per quello che si riesce a produrre, a fare, a inventare. Credo che il Maestro ci inviti a educare il nostro sguardo sulla vita e sulla comunità cristiana e a considerarla non come un campo di battaglia o, peggio, una passerella sulla quale esibire capacità alla "talent show"! Nello sguardo ricco di compassione del Figlio percepiamo lo sguardo del Padre che ci invita ad avere occhi nuovi, occhi che sanno scorgere nella pochezza di cinque pani e due pesci la ricchezza del Regno. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 20 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Figli di un dono smisurato


Gv 3,31-36

"Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito". 



Gesù è la parola definitiva del Padre sul mondo. Il Figlio dell'Uomo rappresenta il modello di umanità che Dio ha da sempre pensato e cercato insieme a noi tutti. Un'umanità che sia riflesso e trasparenza di un Dio che è Padre e Madre, di un Dio che vuole la nostra felicità. Per questo l'unica condizione richiesta è accogliere quello Spirito "donato senza misura". Di quale Spirito si tratta? Credo dello stesso che ha condotto Gesù a donare la sua vita per il mondo. Non è uno spirito asettico, impersonale, ma è lo stesso che ha guidato Gesù nella sua opzione fondamentale per il bene dell'uomo: è l'amore del Padre che scorre come un fiume verso di noi. Basto solo trovare il coraggio di immergervisi e rinascere come persone nuove. Nuove perché continuamente rinnovate dal suo amore e dal suo perdono. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 19 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Essere epifania della misericordia


Gv 3,16-21

"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna". 



Con queste parole Gesù ci rivela definitivamente chi è il Padre: è amore, semplicemente amore. Un Dio che è amore e che non chiede all'uomo se non di essere accolto. E l'accoglienza di tale presenza amorosa trasforma le persone e dona loro la possibilità di trasmettere lo stesso amore. Giovanni, nel testo di oggi, riprende ancora uno dei temi presentati nel Prologo: luce e tenebre. Mi piace notare come lo "scontro" (anche se è improprio chiamarlo così) tra queste due realtà è sempre frutto di una scelta personale: è un invito a scegliere da che parte stare. Inoltre la luce non ha bisogno di imporsi con forza sulle tenebre: semplicemente dove vi è l'una non possono esistere le altre, perché davanti alla luce le tenebre si ritirano. Non serve partire lancia in resta con crociate contro le tenebre: basta vivere nell'amore del Padre, da figli e fratelli, e questo fa sì che le tenebre non trovino più spazio. 

Le nostre comunità dovrebbero essere proprio gli spazi in cui la luce dell'amore si manifesta e vivifica i rapporti tra le persone, aprendo spazi all'azione di Dio che non è "venuto per giudicare il mondo ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui”. È un grande invito alla libertà e alla creatività, perché l'amore è libero e creativo. Non siamo cristiani per difendere tradizioni, non siamo cristiani per imporre dottrine; siamo cristiani per aprire spazi alla misericordia di Dio che ha bisogno di noi per rendersi visibile oggi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 18 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Amore che genera vita


Gv 3,7-15


(…) “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna". 



Gesù lascia intendere che il momento "più basso" della sua esistenza, sarà anche quello "più alto". Il momento della massima impossibilità umana, diviene lo spazio della massima possibilità divina: solo il dono offerto diventa generatore di vita per chi vuole accoglierlo. L'incontro con il Risorto nell'Eucaristia domenicale dovrebbe essere il fondamento di tale dinamica: l'Eucaristia celebrata non è un rito fatto per assolvere a un precetto o rendere contento Dio perché abbiamo fatto il nostro dovere "santificando la festa"! È l'incontro vivo ed efficace con Colui che "è stato innalzato" per dare anche a noi una tale possibilità. Ecco perché l'abbassamento della Croce è preceduto dall'abbassarsi di Gesù sui piedi dei discepoli: il gesto della lavanda getta una luce diversa sulla Croce. Non è un sacrificio per salvare l'umanità dall'ira del Padre, ma il modo che il Signore ha scelto per consegnarci il suo Spirito e renderci capaci di vivere con Lui e come Lui nell'amore gratuito e incondizionato. Ecco la vita eterna del Maestro: una vita talmente segnata e impregnata di amore da assumere una qualità divina, eterna, più forte di qualsiasi morte. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 17 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Rinascere


Gv 3,1-8

(…) “Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio»" (…). 



Quello che Gesù chiede è di coltivare e assumere lo stesso sguardo del Padre sull'umanità: uno sguardo che rivela occhi pieni di compassione e misericordia. Uno sguardo che non "guarda" dall'alto in basso, non si fonda su chissà quale potere, ma è lo sguardo di Colui che ama indistintamente e senza condizioni. "Vedere il Regno" è lavorare con il “Padre” perché il Regno cresca e si manifesti. "Vedere il Regno" è fare propria la proposta del Figlio, accogliendo il dono dello Spirito che ci rende figli con Lui ("A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio..." recita il Prologo). Non si tratta più di fondare la propria fede su una legge esterna a noi, ma di accogliere un dono che ci rende capaci di aprire spazi all'azione di Dio nel mondo. Ecco il cammino che il Maestro propone al "Nicodemo" che vive in ciascuno di noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

domenica 9 aprile 2023

Buona Pasqua

Pasqua Duemila23


Vorrei porgere a ciascuna e ciascuno di voi i miei auguri per questa Pasqua 2023 e potrei cavarmela con un semplice “Felice e Santa Pasqua a tutte e a tutti”.

Ma in questo nostro tempo segnato da così tanto buio, da così tanta oscurità intrisa di dolore, di ingiustizia, di guerra, ma anche di solitudini, di indifferenza, di grande fatica nel tracciare percorsi di umanità, penso al buio iniziale, a quel caos indescrivibile, a quell'abisso primordiale in cui la vita non aveva casa.

Penso alla notte della morte di Gesù: anche lì, a un primo momento, si ha come l'impressione che l'abisso si sia ripreso tutto, che la negazione della vita abbia di nuovo avuto l'ultima parola. “Noi speravamo...”, già... una scintilla aveva per un istante interrotto il potere assoluto della tenebra... ma poi... noi speravamo...

Come nella prima notte, anche in questa nostra notte entra in scena Colui, il Mistero della vita, che comincia a dare ordine al caos creando armonia e bellezza: l'armonia e la bellezza della vita.

Pare quasi di vederlo all'opera: indaffarato, come agli inizi, a sistemare, a far sì che ogni cosa possa farsi, possa trovare lo spazio giusto per il massimo di esistenza, offrendo ad ogni realtà la possibilità di essere e di esserci. Senza nulla imporre.

Sì, pare proprio una sorta di danzatore che salta qua e là e chiede, “bussa alla porta” di ciascuno sommessamente invitando ad unirsi ai suoi passi di danza: la danza della vita.

Ecco il mio augurio: vivere da Risorti con il Risorto è apprendere giorno dopo giorno i passi di questa danza che crea armonia tra tutti gli umani, tra gli umani e tutto ciò che compone il creato.

Apprendere i passi di questa danza vuol dire imparare a spargere semi di bellezza attorno a noi in modo che questi fioriscano e diano frutti di pace, di giustizia, di piena umanità.

Volteggiare con il Risorto è raggiungere e sanare ogni situazione che causa sofferenza e che vorrebbe riportare l'umanità dentro il caos dell'abisso iniziale.

Danzare con il Risorto è coltivare la coscienza che la nostra pienezza non è “qui e ora” ma lo sarà quando finalmente apporremo, con la nostra vita, la tessera di quel grandioso mosaico che comporrà il volto dell'Uomo, di quel Cristo Cosmico con quale danzeremo per sempre la danza della vita.

Allora l'opera della creazione sarà compiuta e armonia e bellezza saranno compagne per sempre e “giustizia e pace” potranno finalmente scambiarsi quel bacio cui anelano fin dall'alba dei tempi.

Buona Pasqua a tutte e a tutti e, in particolar modo oggi, Buona Danza della Vita.

sabato 8 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Sabato Santo




Oggi sarebbe una giornata fatta di silenzio. 

Un silenzio carico di attesa... l'attesa che il grido di vittoria della vita sulla morte si faccia udire di nuovo. 

Ma questo silenzio è ancora purtroppo lacerato dalle grida di dolore che salgono da quella parte di umanità ferita, lesa nella sua dignità, ancora troppe volte vittima di quelle violenze rese ancor più inaccettabili perché compiute in nome di Dio. 

Non possiamo sopprimere questo grido di dolore, 

non possiamo far finta di non udire, 

non possiamo restare rintanati nelle nostre belle comunità, in intimità, a celebrare la Pasqua del Signore. 

Il Signore è là fuori, in mezzo ai suoi fratelli e alle sue sorelle a lenire ferite, infondere speranza, ridare dignità, ricostruire con la forza del perdono relazioni spezzate. 

Celebrare la Sua Pasqua è mettersi al suo fianco e non limitarsi a guardare attoniti quell' "ecce homo" che si ripresenta a noi oggi nelle nostre sorelle e fratelli maltrattati, esclusi, feriti e abbandonati. 

Il silenzio di questa giornata faccia tacere in noi ogni voce che ci chiama a rinchiuderci in noi stessi, 

ogni suadente canto che ci invita a starcene fuori dal mondo, in pace, con noi stessi. 

Il silenzio di oggi rinfranchi la nostra voce, per far salire di nuovo, possente, il canto della speranza che nasce dalla condivisione della vita del Maestro accanto ai tanti "crocifissi" che popolano la nostra storia. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 7 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Venerdì Santo 2023

Gv 18,1-19,42

(…) ”Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?»” (…).


Giorno della Passione, giorno di Passione. Giorno della Passione che il Padre, nel Figlio, nutre per ciascuno di noi. Oggi viene a noi come appassionato amante per offrirci il suo volto pieno di compassione e misericordia. Oggi facciamo memoria della Passione di Gesù, il Maestro, fatto fuori ingiustamente da quell'alleanza trono-altare che vedeva minacciato il potere del sistema che tutto controllava. Un solo uomo è stato capace di far tremare fin dalle fondamenta l'edificio di poteri e ingiustizie costruito dalla casta sacerdotale che ha trovato nei Romani il braccio armato di cui aveva bisogno per far tacere quella voce che è verità. Oggi mi limito a ricordare la domanda che Pilato pone a Gesù. Nella sua lingua, il latino, suonava così: "Quid est veritas?" Che cosa è la verità? Se anagrammiamo le parole della domanda in latino, scopriamo che essa contiene la risposta: "Est vir qui adest", "E' l'uomo che è davanti a te". Non ci sono altre parole: l'unica verità sull'uomo è il Figlio dell'Uomo che indica la via per umanizzarci. La via non è quella incarnata dal potere, ma quella vissuta nel servizio e nel dono di sé costante, quotidiano, faticoso ma sempre rinnovato. Non è la via dell'appariscenza, ma la Via di colui il cui aspetto non è umano, la cui bellezza è devastata dalla condivisione delle tante sofferenze incontrate ogni giorno e pienamente condivise. Non è la via del possesso e del denaro: 30 pezzi d'argento sono il crudele prezzo del tradimento e da questa "ricchezza" non può nascere nulla. "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" cantava il grande De André. Ecco la via crucis quotidiana, ecco la via dove la vita nasce e fiorisce perché si trova sempre qualcuno disposto a seguire le orme di Colui che è venuto non per essere servito ma per servire. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 6 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Giovedì Santo 2023


Nella Messa "In Coena Domini" ascolteremo il famosissimo testo di Giovanni che descrive il gesto compiuto dal "Signore e Maestro" che lava i piedi ai discepoli. Giuda aveva già deciso di "vendere" Gesù per 30 pezzi d'argento: il prezzo, secondo il Levitico, dovuto per uno schiavo o una donna (e già questa particolarità è illuminante!). 

In effetti Gesù compirà quel compito ripugnante che era proprio degli individui considerati inferiori rispetto ai loro superiori (schiavo-padrone; moglie-marito; figli-padre; discepoli-maestro). E tale pratica veniva sempre fatta prima del sedersi a tavola, mai durante. Gesù fa esattamente come ha sempre fatto nella sua esistenza: fa il contrario! Lui, il Signore e Maestro, si abbassa mostrando così la sua vera superiorità o regalità: il gesto dell'amore che si trasforma in servizio. Ma non un servizio generico, tipo quello che predichiamo spesso noi: facciamo qualcosa per gli altri, mettiamoci a disposizione, ecc... No, è un servizio reso che rende "signori", uomini e donne liberi perché liberati dall'amore e capaci a loro volta di chinarsi a fare la stessa cosa per rendere altri fratelli e sorelle "signori" allo stesso modo. Gesù non lava i piedi per dimostrare che si abbassa, ma per innalzare gli altri e far comprendere che nella sua comunità non ci sono gerarchie, "superiorati", ranghi di prestigio (con susseguenti abiti, monili e ammennicoli vari da esibire per mostrare il rango raggiunto). Nella sua comunità ci sono signori che si fanno servi perché solo chi è veramente libero, come solo un signore può essere, può davvero farsi servo. Allora, e solo allora, ha senso indossare quel grembiule di "don toniniana" memoria: solo così non avremo reso vano il gesto del "Signore e Maestro". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita e buon Triduo Santo.

mercoledì 5 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Consegnarsi con Lui


Mt 26,14-25


“In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù” (…). 


Il “momento” è quello in cui Giuda ha definito il suo patto con i sommi sacerdoti. Questa espressione mi ha fatto riflettere proprio sulla modalità di “consegnare” Gesù. Gesù stesso ci dice che è Lui a scegliere di consegnare la sua vita, è Lui che si consegna. Il suo “consegnarsi” segue due direzioni: si consegna al Padre, cioè rimette la propria esistenza nelle sue mani in un atto di totale fede/fiducia; ma si consegna anche a ciascuno di noi perché, a nostra volta, possiamo ri-consegnarlo, renderlo presente nella storia. Nella narrazione di oggi Matteo ci aiuta a comprendere che non basta essere attenti ai segni dei tempi, non basta discernere circa il nostro modo di “consegnare” Gesù, occorre sia ben chiaro anche il motivo per cui lo facciamo. Se, come Giuda, usiamo Gesù per salvaguardare i nostri personali interessi, le nostre idee su di Lui, allora non ci resta che cercare “l’occasione propizia” o crearla ad hoc per questo (e siamo tanto bravi a far tacere il Maestro quando non la pensa come noi). Anche Giuda aveva la sua bella idea circa il Regno di Dio, aveva le sue aspettative: Gesù le ha deluse, non ha risposto alle sue attese, quindi era necessario mettere fine alla farsa e farlo tacere. Altrimenti vi è la proposta del Maestro stesso che indica nella via del dono e del perdono l’unica possibilità per ridare un volto umano alla nostra storia: è il “consegnarsi” non a Lui, ma con Lui dentro la storia. È questa l’unica possibilità per la salvezza dell’umanità. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 4 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Un amore senza limiti


Gv 13,21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».

I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». (…)


Il primo boccone, intinto dal padrone di casa, veniva offerto all'ospite di riguardo. 

Fino alla fine Gesù tenterà di strappare Giuda dalle tenebre (tanto che l'evangelista sottolinea come, appena ricevuto il boccone, Giuda uscì, "ed era notte"). 

Fino alla fine gli offrirà l'opportunità di entrare  nella luce del Padre, da figlio; Giuda sceglie di restare nelle tenebre della menzogna, lasciandosi così soffocare dalle spire tentacolari di quel potere religioso che arriverà anche a Gesù stesso. 

Ma la mia riflessione stamane si ferma al "boccone" che Gesù offre. La sua offerta è sempre un'offerta di vita (intesa come offerta della Sua vita che diviene offerta di vita per ciascuno): il suo pane è un pane che genera vita, che apre percorsi di vita, di solidarietà, di umanità. Non così, invece, nelle nostre comunità, dove spesso i bocconi sono bocconi avvelenati: non è pane che alimenta la vita, ma sovente genera rancori, divisioni, invidie, gelosie. I bocconi che circolano dentro le nostre comunità sono spesso bocconi che non splendono di luce, ma producono tenebra: la tenebra della menzogna asservita al potere, la tenebra della pretesa della verità, la tenebra della durezza di cuore, per cui la mia ragione diventa ragion di stato e fin quando il fratello o la sorella non si piega ad essa, la mia porta resta chiusa. Il Maestro ci offre sempre il suo "boccone dell'ospite di riguardo": che uso ne facciamo? Siamo disposti a farci "bocconi di vita" o preferiamo essere "polpette avvelenate"? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 3 aprile 2023

Buongiorno mondo!

Con i poveri


Gv 12,1-11

(…) “I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me" (…). 



Ma come, Maestro? Non sei tu l'Emmanuele, il Dio-con-noi, colui che ha promesso di restare con noi sempre? Perché proprio ora vieni a dirci che "non sempre avremo te"? Domande legittime davanti a quella che pare essere una contraddizione nelle parole di Colui in cui abbiamo posto la nostra fiducia. 

Io penso che Gesù abbia voluto mettere, in un certo modo, in guardia i suoi: "non sempre avrete me" ossia rischierete di perdermi ogni volta che chiuderete gli occhi per non vedere coloro che stanno al centro del cuore del Padre, i poveri, gli esclusi, gli emarginati, quelli "fuori", insomma, quelli per i quali io sono venuto e con i quali ho annunciato il Regno. 

Già, la tentazione solita di incasellare Gesù nei nostri schemi, di dire "è così e basta, solo noi sappiamo, solo noi diciamo che Dio funziona così", la tentazione di appropriarci di Lui e di metterlo a servizio dei nostri progetti, delle nostre "visioni pastorali". La tentazione di costruire comunità dove facciamo anche delle cose PER i poveri, ma spesso non facciamo comunità CON i poveri. Infatti Gesù ci ricorda che saremo sempre con i poveri! Non ci ha detto "fate qualcosa per i poveri", ma state con i poveri, fate le vostre scelte a partire da loro e con loro. Così facendo anche Lui sarà sempre con noi. In caso contrario, come Giuda, guarderemo allo spreco di denaro criticando perché "noi avremmo fatto sicuramente meglio": sì, avremmo venduto meglio il nostro servizio per i poveri, ma non saremo stati con i poveri, il santuario abitato dal Risorto. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.