venerdì 30 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Discernere



Lc 10,13-16

In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.

E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!

Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».


Oggi la pagina evangelica ci mostra il Maestro che esterna la sua amarezza nei confronti di tutte quelle "città" (Corazìn, Betsàida, Cafarnao,) che non hanno saputo accogliere la proposta del Vangelo. 

Si parla di "città" e non di villaggi perché la città è il luogo dove è presente la sinagoga, il luogo della religione istituzionale, il luogo che avrebbe dovuto aprire spazi alla presenza e all'azione liberatrice di Dio ma che, di fatto, ha impedito tutto ciò. In questa pagina Gesù chiude con l'ufficialità della religione e apre a tutti lo spazio della fede. 

Forse qualche "ahimé" tra quelli pronunciati da Gesù potrebbero arrivare anche dalle nostre parti ogni volta che impediamo l'azione liberatrice e risanatrice di Dio perché "non fa parte dei nostri schemi". Ci siamo talmente convinti che Dio debba essere come noi lo pensiamo che anche se Lui si manifestasse direttamente saremmo capaci di dirgli: "Per favore, torna a cambiarti e presentati a noi come si deve!". Come i contemporanei di Gesù chiediamo a Dio di adattarsi ai nostri schemi. 

Francesco ci sta chiedendo di non aver paura del cambiamento per il fatto che non stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca ed occorre saper discernere. Come sempre, a noi la scelta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 28 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Radicali liberi



Lc 9,57-62

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».



Con una serie di sentenze come queste il Maestro ribadisce la radicalità che comporta la scelta per il Regno. Ricordiamo che l'espressione "Regno di Dio" indica la presenza di Dio mezzo al suo popolo, una presenza che non governa più emanando leggi e imponendo obbedienza, ma chiedendo di essere accolta. Si diviene Figli del Padre assomigliando a Lui nel nostro modo di amare, questo è il Regno. La radicalità di tale scelta comporta la decisione di non ritornare più al vecchio mondo della religione, alla triade letale Dio-Patria- Famiglia, ma entrare in una dimensione nuova dove Dio è un Padre, la Patria è il Regno e la famiglia la comunità di coloro che hanno scelto il Maestro e hanno accettato di vivere con Lui questa nuova dimensione, che è la fede, dove il primo cambiamento da operare è accettare di cambiare il nostro modo di pensare Dio, spesso e volentieri semplice prodotto delle nostre idee e bisogni. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 27 settembre 2022

Buongiorno mondo!

 Fuochi “fatui”



Lc 9,51-56

“(…) i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò (…)“. 


Ecco, anche loro che sono con Lui da quasi tre anni non hanno capito nulla. 

Il Signore non è venuto a togliere la vita, a prendersi vite, ma a offrire la sua, a farci dono della sua per manifestare che Dio è solo e puro amore, null'altro. Dio non regna sugli uomini chiedendo obbedienza a delle leggi e imponendo dei comandi. Dio ci chiede di diventare figli suoi assomigliando a Lui nel nostro modo di amare: per questo si mette a nostro servizio, per insegnarci questo. Per questo ci ha donato il Figlio, prototipo di quell'umanità nuova che accetta di entrare nel Mistero della Vita per imparare a comunicare vita.  

Facile "consumare con il fuoco" chi non è dalla nostra parte, chi non la pensa come noi, chi ci sbarra la strada, chi si fa beffe di noi, chi pensa in maniera “altra” (come Chiesa abbiamo ancora strada da fare). Vi saranno sempre persone che rifiutano il passaggio a coloro che credono al progetto promosso da Gesù. Se aderiamo alla logica del più forte, se aderiamo alla logica della voce più grossa, se sposiamo l’idea che chi più ha più è, credo che le foreste del mondo non basteranno perché ognuno possa accendere la sua “pira” personale su cui arrostire i propri avversari. 

Non dimentichiamolo mai: il Vangelo si propone, non si impone.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 26 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Il bene “comune”


Lc 9,46-50

Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».


Tutto ciò che concorre al bene dell'uomo, al bene della sua dignità, tutto ciò che partecipa all'umanizzazione dell'umanità non può essere rifiutato semplicemente perché "non fa parte dei nostri". A certe critiche feroci fatte a papa Francesco, alla sua definizione di Dio come di un "Dio non cattolico", Gesù oggi risponderebbe proprio con le parole appena dette. La tentazione di appropriarci di Dio, di "dargli un nome", di mettercelo in tasca a nostro servizio sembra più che mai serpeggiare tra le fila di cosiddetti "credenti ad oltranza". A volte ho l'impressione di stare dentro una Chiesa più preoccupata di salvare il "marchio", il "brand" si direbbe in certi ambienti, invece di lodare per le meraviglie che lo Spirito suscita in mezzo agli uomini. Siamo ancora lì a guardare più le erbacce del campo che il buon grano, presente a volte proprio dove non ti aspetteresti mai di trovarlo. Anzi, spesso contribuiamo noi stessi a seminare erbacce pur di dimostrare la nostra ragione! Dovremmo saper lodare e ringraziare per il bene, al di là della sua appartenenza, e invece pasteggiamo a invidia e rancore. Le nostre comunità dovrebbero essere più preoccupate di educare al bene, a saperlo non solo fare, ma a saperlo anche apprezzare in chi non fa parte del "cerchio magico". 

Come Gesù, che "passò facendo del bene a tutti", non solo ai "cattolici". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 23 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Domande e risposte


Lc 9,18-22

“(…)Voi chi dite che io sia? (…).


É un modo gentile, ma fermo,  di chiedere ai suoi di sbilanciarsi, di schierarsi, di dare una risposta personale a questa domanda fondamentale nella vita di ogni credente: chi sono io per te? Cosa rappresento? O meglio: Chi rappresento? Che rappresento? Una bandiera? Un muro divisorio tra chi è “dei nostri” e chi non lo è? O una proposta, un progetto “altro” rispetto a chi propone stili desueti e non affascinanti, ossia che non suscitano desiderio perché non affascinano?

Gesù non desidera risposte preconfezionate, risposte "pre-masticate" da altri; non basta ripetere formulette imparate negli anni lontani del catechismo e dire: "Ecco, io so! Questo è e mi basta". Gesù esige sempre una risposta personale, faticata, impastata dal sudore del mestiere di vivere; una risposta che nasce dalle profondità del cuore, che emerge dai mille dubbi che ciascuno si porta dentro e che nella fatica del crescere quotidiano affronta e cerca di risolvere. 

Inoltre è una risposta che trova la sua autenticità e la sua verifica (ossia, si fa vera) nello stile di vita assunto giorno dopo giorno: è una risposta che si "fa carne", non vuota emissione di parole al vento. La risposta al "Chi sono io per te" trova la sua espressione più vera nel proprio modo di vivere, fatto di condivisione, di servizio, di rinuncia all'ambizione del potere, di ogni potere. Non abbiamo bisogno di proclamatori di verità di fede, di strenui difensori di dottrine, ma di sorelle e fratelli che con il loro modo di vivere ci "fanno vedere" chi è Gesù, Colui che ci rivela il volto del Mistero della Vita. 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

giovedì 22 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Goodbye, Erode


Lc 9,7-9

 

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.


Le voci che circolano su questo nuovo maestro, spuntato dal nulla, che sembra avere poteri miracolosi e che riesce a catturare l'attenzione delle folle, suscita la curiosità anche dei potenti di allora, tra cui Erode che "cercava di vederlo", così come ci racconta il vangelo di oggi. Considerati i sondaggi in caduta libera, anche a Erode sarà venuto in mente di cercare Gesù per vedere di guadagnarci qualcosa. In effetti, il potere, ogni potere,  per poter campare deve impedire il sorgere di altri poteri: o ti sottometti a me, o ti faccio fuori.

Occorreva vedere Gesù per valutare il da farsi, per capire quali guanti indossare per trattare l'affare. Se i guantoni da boxe, per metterlo subito al tappeto. Oppure il guanto di velluto, per poterlo agevolmente comprare. Quanto di questo Erode vive in noi ancora oggi? 

Ogni volta che valutiamo le nostre relazioni in base al potere che esse ci possono assicurare, Erode è lì. 

Ogni volta che siamo camaleonti per adattarci ad ogni situazione e così ricavare più vantaggi possibili, Erode è lì. 

Ogni volta che usiamo il nome di Dio per giustificare le nostre azioni, per acquisire potere sulle coscienze e controllare la situazione, Erode è lì.

Quanti “Erodi” trovano ancora posto nella nostra storia, anche nella storia attuale del nostro paese! “Erodi” che impunemen-te, senza ritegno alcuno, si vantano di aver fatto “decapitare” i tanti “Giovanni” che popolano il nostro mondo! 

“Erodi” che vivono nel timore di perdere quel potere che, profumato di criminalità o vestito degli abiti di certa politica, si sono conquistati o si apprestano a conquistare e faranno di tutto per tenerselo stretto.

Chiediamoci allora, senza paura, da dove nasce il nostro desiderio di vedere Gesù, perché lo vogliamo incontrare, cosa vogliamo ottenere da Lui. E, se è il caso, cacciamo quel piccolo grande Erode che si  installato comodamente nei nostri cuori. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 21 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Un amore liberante


Mt 9,9-13

" (…) Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio (…)“.



Con l'invito a Matteo a seguirlo, il Maestro rende più chiara la sua posizione di fronte a tutti coloro che avevano rinchiuso Dio nel recinto della legge. È pericoloso associare Dio all'osservanza di un codice di leggi, perché questo porta inevitabilmente a farci assumere il ruolo di guardiani delle coscienze, guardiani che indicano percorsi di obbedienza che spesso servono a mascherare la tentazione del dominio sull'altro.

L'annuncio liberatorio di Gesù apre la strada alla logica del Regno, dove Dio non "comanda" attraverso delle leggi, ma offrendo il suo amore, e chiedendo a ciascuno di accoglierlo e condividerlo. Solo così si può trasmettere il vero volto di “Colui nel quale viviamo e ci muoviamo”. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 16 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Annunciare il Regno



Lc 8,1-3

“In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni”.


Inaudito e assolutamente inaccettabile! Da quando un rabbi aveva delle donne tra i suoi discepoli? Ma dove andremo a finire? I nostri padri ci hanno insegnato che è meglio bruciare la Torah piuttosto che insegnarla a una donna? E questo permette a delle donne di seguirlo e ascoltare i suoi insegnamenti? 

Ecco uno dei motivi per cui probabilmente quelli della sua famiglia, oppressi ormai dalla vergogna per questo parente snaturato, avevano cercato di imporgli un TSO, proprio perché lo ritenevano "fuori di sé". 

Il Maestro, anche nella scelta delle persone, persegue nella sua linea: non i sapienti, non i dotti, non i forti, non i pii, non i sacerdoti né i maestri della Legge, ma persone senza alcun peso, anzi, persone relegate ai margini, ostracizzate, a volte con un passato, diremmo noi, poco pulito, indurite dal lavoro e oppresse dai potenti, spesso nemmeno padrone del proprio corpo. 

Eccoli insieme girare"annunciando il regno di Dio", ossia il modo di manifestare il volto del Mistero che non passa più dall'osservanza ossequiosa di una legge, ma nell'accoglienza di un amore comunicato, che se ricevuto e accolto, permette di crescere in umanità. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 15 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Oggi la Liturgia ricorda  Maria con il titolo di Madre addolorata (Gv 19,25-27).


 Al di là dei vari aspetti devozionali che questa memoria evoca con le tradizionali processioni, credo che

tale memoria ci aiuti a dare una degna collocazione alla figura di Maria dentro le nostre vite. 

E' la Madre dei crocifissi che sono ancora ben piantati dentro la nostra storia, la Madre che raccoglie le urla di dolore e disperazione degli oppressi, di tutti gli umiliati che sono il prodotto di questa nostra cultura del profitto a tutti i costi. 

E' la Donna che cammina accanto alle donne del nostro tempo che non conoscono se non sfruttamento

e violenza. 

E' la Madre che piange i suoi figli che muoiono nella ricerca di una vita dignitosa e senza guerre.

E' la Donna che ha sfidato l'autorità di allora per stare sotto la croce di un Figlio, perché non fosse solo in quel momento, sfidando così anche le altre "pie" persone che in nome della santa religione avevano applaudito a ogni colpo di martello. 

E' la Madre di ciascuno di noi, quando tenebra e solitudine avvolgono e solo il suo abbraccio materno consola e rinfranca, la Madre che ci infonde coraggio per ricominciare a camminare dietro

il Figlio, Maestro e Signore. 

Diventa così icona di ciascuna delle nostre comunità e di ognuna e ognuno di noi quando non temiamo di fare della vita un dono.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona giornata.

mercoledì 14 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Vivere per sempre

 

Gv 3,13-17

" (…) E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna (…)". 

 

Gesù lascia intendere che il momento "più basso" della sua esistenza, sarà anche quello "più alto". Il momento della massima impossibilità umana, diviene lo spazio della massima possibilità divina: solo il dono offerto diventa generatore di vita per chi vuole accoglierlo. L'incontro con il Risorto nell'Eucaristia domenicale dovrebbe essere il fondamento di tale dinamica: l'Eucaristia celebrata non è un rito fatto per assolvere a un precetto o rendere contento Dio perché abbiamo fatto il nostro dovere "santificando la festa"! È l'incontro vivo ed efficace con Colui che "è stato innalzato" per dare anche a noi una tale possibilità. Ecco perché l'abbassamento della Croce è preceduto dall'abbassarsi di Gesù sui piedi dei discepoli: il gesto della lavanda getta una luce diversa sulla Croce. Non è un sacrificio per salvare l'umanità dall'ira del Padre, ma il modo che il Signore ha scelto per consegnarci il suo Spirito e renderci capaci di vivere con Lui e come Lui nell'amore gratuito e incondizionato. Ecco la “vita eterna” del Maestro: una vita talmente segnata e impregnata di amore da assumere una qualità divina, eterna, più forte di qualsiasi morte.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 13 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Comunicatori di vita


Lc 7,11-17


“In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione”.



Vorrei sottolineare questa espressione: “Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!»”. Nel suo vangelo Luca usa solamente tre volte l’espressione “avere compassione”, precisamente nella parabola del “buon samaritano”, in questo testo e nella parabola del padre misericordioso.  E’ un’espressione particolare perché nella tradizione biblica “l’avere compassione” è un’attività esclusiva di Dio. E non si tratta di un sentimento, ma di un’azione vera e propria. Quando Dio esercita compassione si dà da fare per ridare vita a chi l’ha perduta, in tutti i sensi. Qui Gesù fa la stessa cosa. Davanti al dramma di una vedova che sta per seppellire il suo unico figlio (come a dire, piove sul bagnato…) Gesù non resta inerte e agisce come farebbe il Padre: comunica vita.

Un’altra cosa interessante è il fatto che quel morto, appena riportato in vita, si mette a parlare. La morte, tutti i tipi di morte, fisica o figurata, hanno la caratteristica di impedire la comunicazione, levano la parola. E’ il segno particolare della morte. Essendo l’uomo un essere essenzialmente relazionale, impedirgli di comunicare è condurlo verso il nulla, verso la morte.

Gesù anche oggi indica ai suoi la strada da percorrere: comunità di uomini e donne capaci di compassione, cioè capaci di comunicare vita nel proporre relazioni vivificanti, nell’essere voce di chi non ha voce. Uomini e donne che non restano indifferenti ai drammi della vita ma che, allo stesso tempo, non si limitano a qualche piccola parola di conforto, ma si fanno essi stessi parola capace di ridare vita. Uomini e donne in profonda comunione e intimità con il Dio-che-parla e fa parlare, ossia, rigenera le relazioni perché possano diventare spazi di vita e non di morte. Uomini e donne che con Lui e come Lui si fanno portatori e narratori della compassione divina, l’unica in grado di ridare vita a chi vita non ha. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 12 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Meriti? No, grazie.


Lc 7,1-10


“(…) Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo (…)”. 


Inimmaginabile! Se solo fosse possibile, non so quanto pagherei per essere riportato nel passato ed assistere alla scena! Solamente per vedere le facce dei suoi discepoli! Quelle degli altri, vabbé, ci possono anche stare, ma quelle dei suoi?!?! Vi immaginate, che ne so, Simone lo zelota? (Maestro, tu lo curerai? Ma basta chiedere, ce l'ho io la cura giusta per questo porco e per tutta la sua famiglia!) O i due Boanerghes? (Maestro, al fuoco ci pensiamo noi...). Vedete di ricordare quando dico ci cambiare i termini! Non tanto "Gesù come Dio" (pur vero, i cattolici apostolici romani dormano sonni tranquilli... ci credo anche io) ma "Dio come Gesù" (i cattolici apostolici romani qui sarebbero pregati di svegliarsi un po' e non continuare a dormire... la teologia cresce, signori, si aggiorna, non è ferma a Trento)? Ecco, per comprendere correttamente questo testo teniamo presente che Gesù ci rivela come "funziona" Dio: l'umanità di Gesù che accoglie e si china su tutte le persone che la vita ha in qualche modo ha ferito, il suo accogliere senza pregiudizio alcuno, la sua compassione che si apre anche al "nemico" (ma può avere nemici un cristiano?), il suo prendersi cura della vita di tutti e di ciascuno, ci svela e rivela ogni giorno il volto del Colui  che è il Mistero della Vita. Per Gesù non ci sono persone più degne, persone che "meritano" di più (con Gesù, finalmente, muore la categoria del "merito", anche se poi noi la si è rimessa in uso perché bisogna pur giustificare chi è bravo e chi no, sempre secondo i nostri criteri): non esistono meriti (che non tutti possono vantare, per i più svariati motivi), ma bisogni (di cui tutti siamo pieni). Capito questo, "va' e anche tu fa' lo stesso". 

A tutte e tutti un abbraccio. Buona vita.

venerdì 9 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Uno sguardo divino


Lc 6,39-42


“(…) Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello". 


Sono parole cariche di buon senso quelle che Gesù ci affida oggi (un buon senso che ormai è latitante da più tempo che alcuni boss della mafia!). Non serve commentare quel che è già di per sé più che chiaro:ogni commento rischierebbe di ridursi a una tiratona sull'ipocrisia, sull'umiltà necessaria a riconoscere i propri limiti prima di puntare il dito su quelli altrui e via dicendo (e qui i maestri abbondano...). Credo però che il testo vada compreso alla luce del del tema, carissimo a Gesù, della misericordia e il perdono. Gesù infatti non si limita a dare delle pillole di spiritualità, ma chiede uno stravolgimento profondo della propria esistenza. Quello che Gesù propone, in realtà, è che ognuno adotti uno sguardo diverso sull'altro: lo stesso sguardo del Padre. il cambiamento richiesto non va nella direzione esclusiva del "non giudicare" (e già sarebbe tanto, visti i tempi), ma nella proposta di assumere un modo nuovo di guardare la vita e le persone: con gli occhi del Padre. Questo ci permetterebbe di evitare da una parte la tentazione di ergerci a giudici degli altri; dall'altra ci permetterebbe di cambiare anche la coscienza di noi stessi, facendoci sentire più figli amati che devoti servitori. L'assomigliare al Padre porta ad assumere dunque uno sguardo nuovo, "ricco di misericordia" e aperto al perdono: uno sguardo capace di aprire alla vita, uno sguardo che cancella l'indifferenza. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 8 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Dio con noi, noi con Dio



Mt 1,1-16.18-23

"...la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele", che significa "Dio con noi". 



La lunga teoria di nomi che ha condotto fino a Giuseppe e quindi a Gesù si conclude con un altro nome: Dio-con-noi. Gesù nell'arco della sua vita ci mostrerà in maniera concreta chi è questo Dio-con-noi, questo Padre che offre a tutti, indistintamente il suo amore, che chiama tutti a realizzare quel progetto di umanità che finalmente da risposta alla domanda di Caino: "Sono forse io il custode di mio fratello?". E’ il Dio amante della vita che vuole comunicare vita a tutti i suoi figli e sceglie di farlo attraverso chi aderisce alla sua proposta in Gesù. E' il Dio che mostra il suo volto nelle fattezze umane di Gesù, che svela il suo mistero nelle azioni e nelle parole dell'uomo di Nazareth, è il Padre che desidera che i suoi figli gli assomiglino nel loro modo di amare, fatto di perdono, di condivisione, di compassione e di misericordia. E' il Dio che ti invita ad aggiungere il tuo nome a quella lunga lista per poter dire: "Io ci sto", mi sta a cuore questo progetto, mi ci gioco la vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona giornata.

mercoledì 7 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Un Dio che ci vuole felici



Lc 6,20-26


“(…) Ma guai a voi, ricchi, (…)”.



Alle beatitudini Luca fa seguire una serie di "Guai", anche se la traduzione più corretta sarebbe: "Ahimè": non è una minaccia (Guai a te se....), ma è una constatazione amara, un sospiro di sconforto di fronte alla durezza del cuore. È  come se il Padre stesse sospirando perché vede che i suoi figli non sono felici: rifiutano le beatitudini per cercarsi la beatitudine da tutt'altra parte. Eppure il sogno di Dio per l'umanità è proprio la felicità. E non la felicità "nell'aldilà", ma una felicità che nasce da una vita nuova già “nell'aldiquà”! Una felicità che nasce non dal possedere ma dal condividere, non dal potere ma dal servizio, non dall'apparire ma dall'essere, pur con tutte le nostre fragilità. È il cammino che ci propone anche papa Francesco, suscitando da tante parti reazioni scomposte tipiche di quelle “vergini” che al solo sguardo di qualcuno (ma intanto fanno l'occhietto e allungano le ciglia!). È il cammino che dovrebbe essere primario nella Chiesa (e quindi in ogni comunità cristiana): preoccuparsi del bene e del benessere dell'altro, senza escludere nessuno, perché così opera il Padre che "fa piovere sui giusti e sugli ingiusti". Superando, senza patemi d'animo, quella distinzione tra corpo e anima che ha fatto più danni che bene e riappropriandoci di quella visione dell'uomo unitaria più propriamente biblica. Visione che ha costituito il terreno culturale in cui Gesù è nato (non dimentichiamo che Gesù era ebreo, non greco!) e della quale forse ci siamo sbarazzati troppo in fretta, contribuendo alla nascita di quella spiritualità schizofrenica in cui il corpo è la prigione dell'anima e la sofferenza è il costo da pagare a causa dei peccati commessi. Non credo che la felicità delle Beatitudini sia da ricercare in tale proposta. Gesù la sua proposta l'ha mostrata con chiarezza. Se noi scegliamo di arrampicarci sui vetri per tenere in piedi realtà che non ne fanno parte, beh.. "ahimè" per noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 6 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Un Dio che si fa toccare



Lc 6,12-19


“(…) Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti”. 


Per secoli ci siamo sforzati di relegare Dio nel più alto dei cieli, assiso lassù, lontano dalla vita degli uomini, anzi, quasi sadicamente in attesa di punire tutti coloro che manifestavano disobbedienza ai suoi comandi. Per secoli siamo stati educati a pensare e a confrontarci con la verità indiscutibile che “Gesù è come Dio” (pur vera) dimenticandoci però con troppa facilità e fretta che, in Gesù stesso, il Padre ci ha invitati a cambiare la prospettiva: “Dio è Gesù”. Il Padre “si compiace” del Figlio, cioè si ritrova in Lui, in ciò che egli dice e fa. E siamo così messi davanti a un Dio che non prende le distanze dall’uomo, ma che, in Gesù, si lascia toccare al fine di comunicare vita, forza vitale, pienezza di vita. Toccare indica e invita all’intimità che diventa condivisione e solidarietà, apertura, accoglienza. Toccare, come nella parabola del Samaritano, è invito al farsi carico, a non avere paura della fragilità altrui perché questa diventa terreno di crescita e di scambio di grazia, di gratuità. Vi è qui, credo, un’indicazione preziosa per le nostre piccole e fragili comunità: diventare spazi dove incontrare il Dio che si fa toccare, il Dio che non si spaventa della fragilità e della debolezza nostra. Spazi in cui incontrare il Dio che fa della nostra miseria la misura della sua misericordia. Quante balaustre ancora da togliere, quanti spazi “sacri” che escludono, quante mansioni, quanti “munera” che ancor oggi fanno barriera e impediscono di poter toccare questo Dio che ama alla follia ciascuno di noi! Il Vangelo chiede ancora oggi di poter essere liberato da tanti orpelli e tante incrostazioni che tendono ancora a relegare Dio nell’alto dei cieli, a fare di Lui l’Altissimo, perché un Dio che si lascia toccare è scomodo, “rompe”. È lo stesso Dio che in Gesù si china a lavare i piedi. È questo il Dio che bussa alla porta della nostra vita e chiede di sedersi a mensa con noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 5 settembre 2022

Buongiorno mondo!

L’uomo "in mezzo"


Lc 6,6-11

 

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.

Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?»(…)". 


Gesù non ha mai avuto alcun dubbio nel rispondere a tale domanda. Il suo criterio è sempre stato il bene dell'uomo e a questo non ha mai derogato. Possiamo usare tutte le giustificazioni teologiche, far scendere in campo fazioni di cardinali da una parte o dall'altra, riesumare addirittura qualche cardinale del Concilio di Trento per farlo parlare in nostro favore, ma alla fine saremo costretti a fare i conti non con il pensiero sul Cristo partorito dalle nostre menti, ma con l'azione di Gesù di Nazareth che vuol farci toccare con mano chi è Dio e, se mi passate l'espressione, come funziona. 

Inutile snocciolare tonnellate di S. Rosari, partecipare a ottavari o Novene, cercare i più raffinati direttori spirituali, seguire pellegrinaggi à la carte per capire la volontà di Dio. Gesù ce l'ha detto chiaramente: Dio vuole che noi stiamo bene, il Padre vuole la nostra felicità. E questa non è un dono che cade dal cielo per qualcuno mentre altri stanno ancora a mendicare. Il Padre desidera che lavoriamo con Lui nel prenderci cura di ognuno, del bene di ognuno, anche e soprattutto di chi non è "dei nostri", di chi non fa parte della cerchia "ristretta", di chi in qualche modo si sente escluso, messo da parte. 

Ecco, è qui il punto: come quel giorno nella sinagoga, Gesù ci mostra come funziona Dio. Egli è colui che "mette in mezzo", ossia mette al centro dell'attenzione il più debole, il più fragile. È  Colui che mette al centro della sua attenzione chi ha più bisogno di amore, di misericordia e chiede ai suoi di assomigliare a Lui in questo. Anche quando tale modo di fare ci dovesse condurre al di fuori del perimetro sicuro della legge, ossia di quello che potremmo definire il "cristianesimo q.b." (quanto basta, per chi non è avvezzo alla cucina). Gesù non ha mai avuto dubbi né è stato a cavillare. A noi, come sempre, scegliere. 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

venerdì 2 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Inebriati, non ubriachi



Lc 5,33-39


"(...) E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi (...)". 

 


Ho l'impressione che il vino "novello" del Vangelo non sia molto apprezzato, dentro e fuori la Chiesa. Si preferisce spesso il vino robusto e "sicuro" marca "Law & Order". La caratteristica di questo vino vecchio sta nella sua capacità di "liberare" (o obnubilare) la mente da qualsiasi preoccupazione di scelte personali. Basta "berlo", basta limitarsi ad accettare il bicchiere preparato senza porsi né porre domande, senza impegno alcuno se non quello di eseguire fedelmente i doveri imposti per salvare la faccia e sentirsi a posto. È un vino che non impegna la coscienza e che, al limite, allontana dalla fatica personale del crescere quotidiano; è un vino che non dà adito a dubbi, anzi impedisce che essi appaiono e, nel caso apparissero, si provvede subito ad aumentare la dose per rimettere le cose al loro posto. 

Il "vino nuovo" del Vangelo è ben altro. È frizzante, non ti si pianta nelle gambe, ti spinge a correre, aguzza la vista sull'altro permettendoti di guardare la vita e le persone con occhi diversi. È un vino che non puoi conservare negli otri vecchi perché li manda in frantumi. Oltremodo è un vino sempre "nuovo", difficile da conservare, anzi, per conservarlo occorre berlo e berlo insieme, perché è un vino che esige condivisione: non lo si può bere da soli! Mi guardo in giro e scopro che ci sono troppe "osterie" che prediligono il vino vecchio perché per anni hanno fatto buoni affari creando cristiani che sanno di tappo! 

Occorre il coraggio di cercare ogni giorno il vino nuovo del vangelo, quel vino che ha il sapore della libertà, quel vino che ha il colore della carità, quel vino che lascia il piacevole retrogusto della giustizia e della misericordia.  

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 1 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Reti che liberano



Lc 5,1-11


"(...)Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano (...)". 


Anche questa mi pare una bella immagine della comunità cristiana attuale: sempre alle prese con mille fatiche. mille progetti, mille problemi cui cercare di dare una risposta, e alla fine accorgersi di "non aver preso nulla", anzi la sensazione è quella di aver perso tempo. Ma il dramma non è nemmeno questo: arriva il Maestro che chiede di fidarsi della sua parola, e noi dagli a cercare soluzioni, impostare progetti, rivedere cammini, programmare iniziative per "attirare i pesci nella rete", e poi di nuovo si ricomincia... abbiamo faticato... non abbiamo preso nulla... 

Il cambiamento deve venire da quel "sulla tua parola", dal rimettere al centro la persona e la parola (che è sempre una parola che agisce) di Gesù. Il cambiamento arriva quando la comunità cristiana ha il coraggio di rivedere se stessa alla luce del criterio di vita di Gesù: il bene della persona nella sua situazione concreta, nel "qui e ora" della sua sofferenza. Le scelte operate da Gesù rivelano il volto autentico del Padre, di Colui che opera perché ognuno "abbia la vita e questa in abbondanza". Solo "sulla sua parola" le reti diventano casa accogliente e non simbolo di morte, perché con Lui si diventa "pescatori di uomini", portatori di vita. Solo "sulla sua parola" impareremo a lasciare che "le reti" si rompano, che tutto ciò che soffoca, esclude, emargina, impedisce la vita autentica vada perduto al fine di guadagnare la vita delle sorelle e dei fratelli. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.