giovedì 30 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Agnelli o lupi?


Lc 10,1-12

"(…) Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali (…)."


Oggi nella liturgia si fa memoria di San Girolamo, uomo profondamente innamorato della Parola e del suo studio. Sia di stimolo, a tutte e a tutti, perché impariamo a rimettere al centro della vita la Parola e perché i preti, in particolare, imparino a rispettare la Parola: un buon silenzio fa più bene di solenni stupidate, per quanto proclamate dal pulpito.

Visto il breve spazio, mi limito a commentare quanto ho citato sopra.

Cosa capita all'agnello in mezzo ai lupi? Se vi è capitato di vederlo capita che lo mangiano. L'agnello è Cristo e noi siamo assimilati a Cristo che si dona da mangiare, a tutti. Che ha dato la vita per tutti. Quindi la missione è quella dell'agnello che è vittorioso sul male, non perché si oppone al male con la violenza, col potere, col dominio, con un male peggiore ("non portate bastone", "non mettete sandali", calzature tipiche del soldato...), ma perché vince il male col bene. Così fa Dio con noi.

E l'agnello, la pecora, quando è viva dà latte e lana, e quando muore non da più ma si fa addirittura cibo e vestito. Così anche noi, se siamo accettati, diamo delle cose all'altro, quando siamo rifiutati non ci chiudiamo in uno sdegnato rifiuto, ma diamo la nostra vita. E così diventiamo come Dio che dà la vita. Un Dio che si fa cibo e vestito, come un agnello, una pecora.

La caratteristica fondamentale di Dio tra gli uomini è la povertà perché Dio è povero, dà tutto fino a dar se stesso, fino a dar la sua vita. E la sua è una povertà umile perché Dio non è orgoglioso. Non domina nessuno, non ha in mano nessuno ma si mette nelle mani di tutti e pone la Sua vita a servizio di tutti. È come l'agnello.

Il lupo è esattamente il contrario.

Non dico qui da noi, perché noi siamo bravi e buoni (abbiamo anche protestato perché "han tolto le messe durante la pandemia!"), ma da qualche parte i cristiani di oggi sono sovente lupi travestiti da agnelli che vivono all'insegna del "mors tua, vita mea", che è l'esatto contrario di quanto propone Gesù.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 29 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Vedere cose più grandi


Gv 1,47-51

"In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo»".



Siccome oggi la Liturgia celebra la festa dei Santi Arcangeli, allora si prende un testo evangelico in cui compare la parola angeli e lo si usa per costruire la liturgia della Parola. Un testo come questo, estrapolato dal suo contesto, tagliato, impoverito, è un insulto all'autore. Vabbé, tra biblisti e liturgisti è come suocera e nuora: ognuno ha le sue ragioni. Non entro nel merito, ma la cosa non mi piace.

Mi limito a ribadire un solo concetto: questa visione di "angeli che salgono e scendono sopra il Figlio dell'Uomo" (visione che rimanda al famoso sogno di Giacobbe…) ci dice che con Gesù l'accesso al divino, a Dio, è garantito a tutta l'umanità. Non vi sono richieste previe o accessorie per entrare nella sfera del divino. Dio si concede a tutte e a tutti. L'unica condizione è spogliarsi di tutti i pregiudizi (cosa omessa nel testo nostro: "Può forse venire qualcosa di buono da Nazareth?"), di tutte le idee costruite su di Lui e accogliere la Sua manifestazione nella carne di Gesù. Per dirla in breve, con un'espressione che ormai segna tante mie riflessioni: occorre passare dal fin troppo facile "Gesù è Dio" al più sconvolgente "Dio è Gesù".

Dopo questo, forse, si potrebbe anche parlare di angeli, arcangeli, cherubini, serafini e gerarchie angeliche varie (a pensarci bene, sembra quasi la scala gerarchica ecclesiastica… mah…).

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 28 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Seguire il Volto

Lc 9,51-56

"Ora avvenne: mentre stavano per compiersi i giorni della sua assunzione allora egli indurì il volto per camminare verso Gerusalemme. E inviò messaggeri/angeli davanti al suo volto E, avendo camminato, entrarono in un villaggio di samaritani a preparare per lui. E non lo accolsero, perché il suo volto era in cammino verso Gerusalemme. Ora, avendo visto, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li distrugga? Ora, voltandosi, li sgridò: [Non sapete di che spirito siete: il Figlio dell’uomo non venne a perdere le vite degli uomini, ma a salvarle.] e camminarono verso un altro villaggio".


Oggi ho preferito proporvi una traduzione del testo che, come vedete, contiene anche un versetto, presente in molti codici e manoscritti, ma che non è stato accolto perché in odore di eresia marcionita (non sto qui a spiegare).
Io l'ho lasciato perché tocca il tema della seconda parte del Vangelo secondo Luca. Se nella prima parte Gesù è presentato come medico che cura con la Parola (il tema fondamentale è quello dell'ascolto), nella seconda il tema è il guardare: guardare il volto.

È importante il volto perché dà l’identità della persona. Il pericolo è anche per noi oggi: amiamo molto Gesù, ma quale Gesù? Amiamo il Pantocrator, quello che ha in mano tutti, quello che giudica tutti, quello che manda all’inferno tutti, quello spara e fa le crociate, quello che dominerà il mondo. Si può pensare così. Oppure è quel Gesù il cui volto è indurito per camminare verso Gerusalemme? Che cosa va a fare Gesù a Gerusalemme?
A Gerusalemme verrà oltraggiato, disprezzato, ucciso e dopo tre giorni risusciterà. Ecco il volto dell’uomo oltraggiato, disprezzato e ucciso, il volto di colui che porta su di sé il male del mondo.
Il Figlio dell’uomo sarà consegnato nelle mani degli uomini. È il volto di uno che si mette nelle mani di tutti.

È l’espressione più bella, forse l’espressione più bella di Dio. Chi è Dio? Non è quello che ha in mano tutti, ma quello che si mette nelle mani di tutti, che si consegna, che ha fiducia e ama. E Dio è così.
Tutta la seconda parte vuole rivelarsi in questo volto. E perché Gesù è rifiutato dai samaritani? Perché ha questo volto!
Ora, quale volto di Gesù cerchiamo e amiamo?

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 24 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Autostrade e sentieri


Lc 9,18-22

"Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno»".



La seconda parte del vangelo secondo Luca è un percorso arduo e faticoso per i discepoli, per noi. I Dodici, come noi, forniscono risposte giuste ("Tu sei il Cristo di Dio") a livello formale. Purtroppo le risposte nascono da un pre-giudizio, da una pre-comprensione errata: esse non fanno altro che rendere espliciti i desideri, le idee, le aspettative che ciascuno si porta dentro e che, nelle parole di Pietro, vengono alla luce.

L'autostrada della religione offre tracciati sicuri, con aree di sosta, luoghi in cui puoi arrestarti con comodo. Questa autostrada ti dice da dove parti e sai dove arrivi. E se per caso o per altro motivo esci a un casello per curiosità e ti senti deluso, l'autostrada è lì che ti aspetta per portarti a buon fine.

Il sentiero della fede, che dovranno affrontare i Dodici, è tutt'altra cosa. Non è una via comoda. Esige leggerezza, ti chiede di partire con l'essenziale. Il sentiero della fede ti mostra il suo inizio, ma non la fine: non sai dove arriverai, quando arriverai, chi troverai (prega Dio di non incontrare nessuno che ti indichi l'autostrada!, la via più facile, più veloce, più comoda). Questo sentiero non sopporta itinerari prestabiliti, in cui puoi evitare comodamente traffico, incidenti di percorso, smarrimenti improvvisi. A volte il sentiero si perde tra rocce e alberi, e tu te lo devi ritrovare (e magari sei senza "acqua", le sicurezze che ancora ti sostenevano).

Ecco, sorelle e fratelli, ecco qui il percorso che si apre davanti ai Dodici, che siamo noi oggi. Il percorso della fede inizia non quando tu ti poni domande su Dio, ma quando Lui le pone a te e tu accetti di metterti in gioco, quando ti lasci interrogare, quando non ti accontenti più di risposte preconfezionate (autostrada) e ti lasci sondare fin nell'intimo da domande che ti scuotono, che rompono la tua sonnacchiosa monotonia religiosa.

Dobbiamo imparare a coniugare il verbo osare. Solo chi osa di farsi "interrogare" dal Maestro può imparare a cercare risposte.
Fin quando non rinunceremo alle risposte che già portiamo dentro di noi la Sua libertà non potrà incontrare la Nostra.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 23 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Discepoli mancati

Lc 9,7-9

"In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo".



Dovessimo dare un titolo a questi pochi versi potremmo scrivere così: "Erode, icona del discepolo mancato". Può sembrare strano, ma Luca presenta Erode con i tratti del discepolo che percorre la via dell'ascoltare prima (l'ascolto del Maestro) e poi del "vedere", "guardare".

È a grandi tratti l'itinerario del vangelo di Luca: dall'ascolto alla contemplazione della "théoria" del Golgota, lo "spettacolo" della teofania che ribalta tutte le nostre idee teofaniche: l'immensità di Dio che si manifesta nella cruda nudità dell'Uomo della Croce che, esalando l'ultimo respiro, fa udire di nuovo quella "voce di silenzio svuotato" segno della Presenza che si manifestò al profeta Elia (traduzione letterale di quel testo che è stato reso con "mormorio di brezza leggera" ma che è di difficilissima traduzione; per certi aspetti rimanda al termine "shekhinah"… ma qui sarebbe troppo lungo).

Perché Erode è icona del discepolo mancato? Perché parte dalla domanda giusta ("Chi è costui?"), ma non ascolta la risposta, anzi, lui ritiene di averla già trovata. Incapace di ascoltare non potrà nemmeno "contemplare" e quindi manderà a morte.

Vale anche per noi. Vi ricordate il "Attenti a come ascoltate?" di qualche giorno fa? Ecco, qui avete lo sviluppo. A seconda di come ascolta ognuna e ognuno di noi può indossare le vesti di Erode o quelle del discepolo. Non basta porsi domande su Gesù. Bisogna anche accogliere le risposte che vengono da Lui e che spesso sconvolgono e ribaltano i nostri troppi e troppo ovvii "saperi" su Gesù. Il Battista ne sa qualcosa? "Sei tu quello che deve venire?". "Andate e apritegli gli occhi…".

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 22 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Discepoli in uscita



Lc 9,1-6

" In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche (…)".




In questo primo invio in missione (poi Luca al cap. 10 ne narrerà un altro, quello con i 72), mi pare di poter cogliere due aspetti che mi sembrano essenziali.

Il primo è che "convoca i Dodici". Non sono loro a mettersi insieme. Sono persone chiamate e a cui è affidato un compito che non viene da loro, ma è qualcosa che li supera, che non appartiene a loro.
Già questo mi fa pensare. I Dodici non si mettono insieme per elaborare una strategia, definire i ruoli, delimitare i compiti, stabilire un piano con degli obiettivi. Non si mettono lì a scrivere un piano pastorale ben congegnato, ben preciso, in cui ogni cosa è stabilita e finalizzata al successo. Sono chiamati per mettere insieme le loro diversità e in questa accettazione reciproca, faticosa, costruita pietra dopo pietra, farsi annunciatori del Regno, ossia della presenza di un Dio che si prende cura della sofferenza umana per dire così all'uomo: "Guarda che ti voglio felice!".
E già a questo punto ci sarebbe da riflettere e non poco perché Gesù fa della diversità accolta come ricchezza un segno del Regno (provatevi voi a far funzionare insieme, che so, un Matteo pubblicano con un Simone lo zelota!).

Il secondo aspetto riguarda i mezzi per portare avanti la missione. Nulla! Niente di niente! "Non portate questo, non prendete quello…": andate senza mezzi.
E anche qui si apre una riflessione interessante per noi che, spesso e volentieri, rischiamo di trasformare i mezzi in fini.
Gesù chiede di andare senza nulla perché così si è "obbligati" a offrire solamente ciò che si ha: se stessi. Che è esattamente ciò che Dio fa nella persona di Gesù. Non ci offre cose, non ci offre benefici: ci offre se stesso. E lo fa per dirci una sola cosa: se accetti, allora puoi essere come me.
E chi non vorrebbe essere come Dio? A patto che ci si intenda su chi è Dio. Ma per noi, discepoli di oggi, il problema non si pone (spero): Dio è Gesù, l'unico capace di dirci chi è e come funziona quello che chiamiamo Dio.

What else?

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 21 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Andate ad imparare


Mt 9,9-13

" (…) Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori".


Gesù si presenta come medico, un terapeuta. Terapeuta è colui che si prende cura, che continua a prendersi cura nel tempo. Se appena sopra aveva "rimesso in piedi" un paralitico, qui rimette in piedi Levi, il pubblicano, e lo fa affinché possa seguirlo.
Non gli chiede di fare prima un corso di esercizi, di fare penitenza, di mettersi il cilicio e battersi il petto. Niente di tutto ciò: lo invita a seguire Lui, Colui che si prende cura e lo fa con la medicina del perdono.

Ma si prende cura anche di coloro che, da fuori, distanti, sono scandalizzati da tale atteggiamento: i giusti. E proprio a loro, esperti di catechismo, dottori della Legge, consiglia la cura: "Andate ad imparare cosa vuol dire…". Il sacrificio è sacrificio di espiazione con cui si pagano le colpe. Ebbene, dice Gesù, Dio non vuole espiazioni, colpe o pagare chissà che. Egli desidera che facciamo esperienza della sua misericordia, perché solamente questa è capace di renderci come e con Lui capaci di misericordia. Insomma Gesù ci invita ad abbandonare le vesti del fratello maggiore per indossare quelle del minore, perché solamente nella coscienza profonda di essere continuamente perdonati saremo in grado di costruire quella comunità che diventa sacramento del Regno per l'umanità intera.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 20 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Credenti credibili


Lc 8,16-18

" (…) Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere".

Le ultime parole che chiudono questi versetti rappresentano il centro del brano. Dopo aver presentato alla sua comunità, nei versetti precedenti, le difficoltà che la Parola può incontrare, Luca ora avverte i suoi, che siamo noi oggi, della necessità di un ascolto che si faccia testimonianza.

L'invito dunque è a verificare continuamente, ogni giorno, ogni momento, al "come" si ascolta la Parola.

Essa è certamente efficace (il Signore lo ricorda per bocca del profeta Isaia: "La mia parola non ritornerà a me senza aver compiuto…"): essa è un seme che sicuramente germinerà e porterà frutto. È senza dubbio una Parola credibile. Ma la nostra contro-testimonianza ha il potere di renderla incredibile e di impedire o ritardare l'efficacia del seme, rovinando il terreno in cui questo è stato posto. Luca sta dicendo: siate non solo credenti ma credibili!
Per questo motivo occorre badare a "come si ascolta": se la Parola entrata dall'orecchio non passa nel cuore per cambiarlo e non esce dalle braccia "tradotta" in carità misericordiosa, allora è una Parola che è "messa sotto il letto", impedita di spandere la sua luce e illuminare quotidianamente i misteri del Regno che non devono restare "segreti ma essere manifestati".

Attenzione: non si tratta di "misteri" o di "segreti" rivelati a qualcuno, come va di moda di questi tempi. Sono i "misteri del Regno", ossia quella realtà di Dio che si svela gradualmente senza mai farsi afferrare in maniera definitiva, senza farsi mai possedere del tutto. È, come veniva chiamato il cristianesimo agli esordi, la Via: sempre da scoprire, sempre da percorrere.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 17 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Discepoli e Discepole


Lc 8,1-3

"In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni".


Tre piccoli versetti, tre versetti in ventiquattro capitoli. Tre versetti che pur nella loro semplicità scombussolano ribaltandola la nostra sonnolenta tranquillità religiosa.

Entrate, per un istante, nell'epoca (non proprio così lontana dalla nostra).
Che un Maestro, per quanto non patentato perché non uscito da una delle "scuole" ufficiali, avesse dei discepoli, anche se un Maestro sui generis, poteva anche passare. Che il tipo avanzasse delle tesi piuttosto ardite, anzi a volte al limite dell'eresia, quando non eretiche, era comunque sorgente di discussione, come si conviene tra maestri.
Ma che avesse anche delle discepole, delle donne che lo seguivano, beh, francamente questo era davvero troppo! Non era forse vero, come insegnavano i maestri, che l'Altissimo, Benedetto sia il suo Nome, non parlava più con una donna da quando Sara, moglie del nostro padre Abramo, gli aveva quasi riso in faccia? E questo tipo se le piglia addirittura come discepole, creando un gruppo misto dove… oddio, non vogliamo nemmeno pensare a cosa possa accadere lì dentro (considerata la reputazione di quelle lì!).

Ecco la potenza del Vangelo: quando lo si accoglie in tutta la sua bellezza esso si palesa, ribalta e distrugge convenzioni, convinzioni religiose e verità ritenute intoccabili perché provenienti direttamente da Dio, almeno così spiegano i suoi ministri, sempre attenti a che nessuno turbi quell'ordine costituito di cui essi sono garanti e testimoni e portatori.

Non mi sembra si possano leggere delle differenze nelle poche parole di questi versetti. Con Gesù c'erano i Dodici e alcune donne…tra i Dodici e le Donne vi è solamente una piccolissima congiunzione: "E".
Non troviamo scritto "con Lui i Dodici e, ma in posizione diversa, giusto per far da mangiare e per assicurare la spesa quotidiana, per tenere i bimbi quando il Maestro stava parlando, per lavare i mantelli…".

No! Dodici e Donne. Punto.
Non abbiamo ancora capito.
C'è ancora strada da fare. Tanta strada.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 16 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Spacciatori di religione


Lc 7,36-50

"Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due (…)".




Nella parabola che Gesù racconta, in merito al gesto della "peccatrice", ci viene detto che il padrone "condona" il debito a"tutti e due"i debitori.

A "tutti e due".

Non vi è uno che merita più e uno che merita meno: il debito è condonato allo stesso modo a "a tutti e due".

L'accento è posto sul "tutti e due": entrambi debitori, entrambi condonati. E tutti e due allo stesso modo. Non è che a chi aveva il debito maggiore sia stato chiesto un "di più": entrambi "condonati" allo stesso modo.
Tale accento è posto sul come questo "condono" è stato accolto. "Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più".

Quanto più si riconosce la propria fragilità, la propria debolezza, financo quello che nella dottrina definiamo "peccato" (e qui bisognerebbe intendersi una buona volta), tanto più si allarga lo spazio della misericordia che risana e riapre la strada dell'umanità.

Se ti ritieni giusto e dall'alto della tua "giustizia", cioè il sentirti a posto davanti a Dio, ti permetti di ergerti a giudice dell'altro, significa che hai ritenuto il "condono" una sorta di "dovuto": sono stato bravo, quindi Dio mi deve la sua attenzione misericordiosa. "Ho fatto tante preghiere, ho fatto tante novene, sono andato in pellegrinaggio a Lourdes, a Medjugorie (mah…), ho visitato il Manto di San Giuseppe a Roma (ri-mah…), quindi Dio deve esaudirmi, deve ascoltarmi…".

Ragazzi, siamo fuori strada.

È meglio per noi indossare le vesti di quella prostituta alla cena di Simone piuttosto che indossare le vesti del buon credente al fine di passare per buone persone. Lei era prostituta (suo malgrado, probabilmente), noi lo siamo sovente per scelta, per ottenere benefici. E, purtroppo, tanti ci insegnano ancor oggi questa "nobile" arte.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 13 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Fedi inattese

Lc7,1-10

" (…) All'udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito".



Gesù è straordinario. È capace di riconoscere l'esperienza della fede lì dove un israelita del suo tempo avrebbe visto solamente miseria e oppressione e maledizione.

Un pagano, per di più romano: vi può essere fede in una persona del genere? Si può indicare una tale persone come esempio di fede?
Per Gesù, sì. Quel centurione, quell'infedele pagano, oppressore, che non riconosce l'Altissimo come unico Signore, che non fa parte "della proprietà di Jahvé", ebbene, proprio quello lì viene indicato da Gesù come un esempio di ciò che significa fede.

Ecco il passaggio dalla religione alla fede: la capacità di riconoscere, di "confessare" ciò che Dio fa per me (fede) piuttosto di ciò che io mi impegno a fare per Dio (religione), per tenermelo buono, per attirare la sua attenzione.
Quanta strada abbiamo da fare ancora! E questa non passa dai ritrovi a scatola chiusa dentro la basilica di San Pietro! In questo modo si trasforma la comunità in una "casa chiusa": niente di più lontano da quel che Gesù ha vissuto e proposto.

In questo racconto evangelico Luca ribadisce che la misericordia di Dio è totalmente gratuita: non dipende dalle nostre azioni, dalle nostre celebrazioni, dal nostro "rispetto" delle regole.
Essa si apre a tutte e a tutti, senza di distinzione di razza, di appartenenza religiosa, di puntigliosa osservanza delle regole. Se la accogli ti cambia e ti permette di vivere da Dio: con un cuore grande, che non risponde alla logica del merito, che accetta di giocare in perdita affinché ognuna ed ognuno di noi riceva vita e vita in abbondanza. E per questo non c'è bisogno di chiudersi nel recinto beato dei soddisfatti di se stessi che fingono di fare del bene perché vogliono sentirsi buoni.
Quando sento espressioni gioiose del tipo "abbiamo la Basilica di San Pietro" mi vengono in mente le parole sguaiate di chi esultava al grido di "abbiamo una banca".

Pensiamo forse che Dio si faccia più attento perché "abbiamo la Basilica"?

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita
.


venerdì 10 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Con e come Lui


Lc 6,39-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro» (…)".


Con questi detti dal sapore intriso di sapienza popolare, Gesù chiede ai suoi di evitare la tentazione della presunzione. La presunzione del vedere sempre chiaro, del sapere, ossia del "possedere" ogni cosa, del circoscrivere ogni situazione, ogni evento, ogni esperienza all'interno della propria piccola visone e trasformarla in verità assoluta.

Dal punto di vista cristiano io sono solito dire che la volta che non vedo più le "spalle" del Maestro significa che sono passato avanti, che sono io a tracciare la strada, sono io a indicare il percorso.

La tanto decantata umiltà cristiana non è quella di camminare ginocchioni, a testa bassa, senza alzare la voce, quanto piuttosto di riconoscersi discepoli in cammino dietro al Maestro.

"Essere ben preparati" significa imparare giorno dopo giorno a camminare dietro Lui per essere con e come Lui. Il termine di paragone non sono le nostre idee su di Lui ma la sua stessa esistenza, il suo stile di vita per diventare come Lui nella fatica quotidiana del crescere.
Fin quando non troveremo la misura giusta del nostro "grembiule" non potremo dire di essere discepoli del Maestro. E per trovare la misura bisogna ogni giorno sedersi alla sua mensa e umilmente ascoltare e apprendere a "passare facendo del bene a tutti".

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 9 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Canali di misericordia


Lc 6,27-38

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. (…).
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. (…)".



Gesù indica qui il cuore della novità evangelica. L'invito non è più a "essere santi perché Dio è santo", come invitava il Levitico, ma a "essere misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso". L'antico invito alla santità non è abolito: è semplicemente portato a compimento, perché "essere santi" significa "essere misericordiosi come il Padre".
E questo percorso di compimento interpella la libertà di ognuna e ognuno: fa' la tua scelta.

Accogliere il messaggio di Gesù vuol dire osare la misericordia. Questo è l'habitus del cristiano. Non è qualcosa che metti o smetti a seconda delle situazioni. È uno stile che "in-forma" tutte le tue azioni, il tuo modo di porti in relazione, il tuo modo di vivere l'esistenza, le tue scelte quotidiane, anche le più banali.
Essere misericordioso implica che tu diventi canale di una misericordia che prima passa attraverso di te per sanare le tue ferite, le tue fragilità. E il bello è che si tratta di un dono totalmente gratuito che, se accolto in maniera autentica, ti rende capace di altrettanto.

Il perdono, una delle vie della misericordia, non è facile. È un percorso, un processo, a volte molto doloroso, difficile, che richiede tempo e pazienza, verso se stessi e verso l'altro. Ma è l'unico processo che può renderci veramente umani. Quando sapremo perdonare, allora avremo acquisito tutta la dignità divina che Dio da sempre ha voluto condividere con noi (e che noi abbiamo travisato a causa delle immagini distorte di Dio che ci siamo fabbricati a nostro uso e consumo).

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 8 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Natività di Maria

Mt 1,1-16.18-23

"Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. (…)".



Oggi la Liturgia propone la festa della Natività di Maria.

Un primo pensiero, del tutto personale ma che condivido, va ai miei genitori che 59 anni orsono proprio in questo giorno iniziarono l'avventura del matrimonio che è sfociata nella "produzione" del sottoscritto e di mia sorella. Un grazie è il minimo e grazie soprattutto perché questo cammino continua a tutt'oggi.

Il secondo pensiero mi fa un po' sorridere. I Vangeli detti "apocrifi" non sono stati inseriti nel Canone in quanto non ritenuti autentici, cioè ispirati. La festa della Natività di Maria proviene dal Protoevangelo di Giacomo... Maria però ci ha pensato a Medjugorie a indicare ai veggenti che il suo compleanno è il 5 agosto. Vabbé… non vado oltre.

Il terzo pensiero lo dedico al testo evangelico. Una teoria di nomi che è una autentica litania di speranza. Se il Figlio di Dio ha accettato di far parte della nostra storia, passando e assumendo le storie di queste persone, non tutte perfette e integerrime, allora significa che ci ama davvero. Lui non si è ritirato inorridito, non ha chiuso gli occhi, non ha finto di non vedere: si è gettato a capofitto in questa storia con tutta la sua "passione" per ricominciare con ognuno, anche il più "scaciato", a costruire l'umano secondo il progetto originario.
Oggi continua a chiedere a noi di lavorare con e come Lui al progetto della creazione, fino a quando saremo talmente umani da essere divini.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 7 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Osare il Maestro


Lc 6,12-19

"Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. (…)".



A partire dai testi evangelici non possiamo affermare nulla con assoluta sicurezza, ma tra i dodici che Gesù sceglie non mi pare si trovino persone "studiate", persone che hanno frequentato prestigiose scuole rabbiniche. Gente di tutti i giorni, del popolo; gente che conosceva la durezza della vita in quell'epoca e in quei luoghi. Forse l'unico che potrebbe aver avuto qualche contatto in più con le istituzioni religiose e i loro rappresentanti (ansiosamente preoccupati da questo maestro sui generis che cominciava a rompere un po' troppo) potrebbe essere stato Giuda, il traditore (non lo si può affermare, ma umanamente è verosimile pensare che qualche contatto con le autorità Giuda l'abbia avuto ben prima degli ultimissimi giorni di Gesù: cose del genere non nascono come dei funghi in una notte!).

Gesù non teme di scegliere persone che non gli offrono nessuna sicurezza di riuscita. Non sceglie dei "monsignori" già belli impacchettati, pronti per la grandiosa opera di evangelizzazione; non sceglie eruditi dal linguaggio forbito. Gesù non fa la scelta dell'efficienza e della riuscita a tutti i costi: sceglie la via inusuale, che noi scarteremmo subito, della fragilità che diventa dimora del divino.

Sceglie persone che conoscono bene la vita e le sue asprezze per invitarli ad entrare con Lui nel Mistero della Vita stessa, per accogliere con Lui quel Dio che difficilmente troviamo lì dove la ricchezza la fa da padrona, lì dove la violenza, persino quella operata in suo nome, è l'unica legge.
Sceglie persone che accettano di osare, che non temono la radicale novità del Vangelo pur zoppicando e faticando dietro a questo maestro così inascoltato, ancora oggi.

Serve gente che osa e che non teme. Coraggio!

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 6 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Visibili ed invisibili


Lc 6,6-11

"Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. (…)".



Il narratore evangelico ci racconta i fatti in funzione del messaggio che vuol trasmettere (ricordiamolo: i testo del vangelo non sono narrazioni circa la vita di Gesù …). Però io mi chiedo: quell'uomo dalla destra paralizzata non sarà spuntato dal nulla, in quel giorno di sabato. È verosimile pensare che frequentasse l'ambiente, la vita quotidiana, che qualcuno a volte l'aiutasse. Perché diventa così "visibile" solamente in quel giorno di sabato?

Egli é, per così dire, l'emblema di tutte e tutti coloro che nella nostra storia sono "invisibili" fino a quando qualcuno li toglie da questa "invisibilità" per il fatto di prendersene cura.

Gesù infrange quella regola (non scritta ma da molti condivisa) secondo la quale se uno è "storto", escluso, lo è per volere di Dio o perché se l'è cercata, perché è un "peccatore". Prendersene cura rompe quell'equilibrio in cui chi è sano è visto ed esiste ed è a posto, chi non lo é , per i più svariati motivi, è invisibile e non gode di diritto alcuno. Se poi tutto questo è certificato dall'autorità religiosa che conforma una tale volontà divina, allora ecco che Gesù, come coloro che si fanno voce dei senza voce, diventa oggetto di odio, lui, il "buonista" per eccellenza che diventa la spina nel fianco di una società in cui solamente i "giusti" meritano attenzione e opportunità, cioè hanno diritto di vita.

Gesù rimette "in mezzo", al centro della vita proprio coloro di cui noi faremmo volentieri a meno, quelli che con le loro fragilità rendono visibili le crepe della nostra storia. Egli, con il suo modo di fare tanto "odioso", ci narra di un Dio che va a dimorare proprio in quelle "crepe" nascoste dove non oseremmo mai cercarlo, evitando con cura tutte quelle belle dimore dove l'osservanza del precetto, spesso e volentieri, diventa sorgente di odio e di esclusione.

Chi mettiamo al centro?

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 3 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Otri/cuori nuovi

Lc 5,33-39

" (…) Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi (…)".



Gesù non dice: "Ma forse, guardate, forse è meglio versare il vino nuovo in contenitori nuovi… ma forse si potrebbe, oddio, non voglio imporre la mia idea, ma magari urge un'ulteriore riflessione circa il vino nuovo… che poi bisogna vedere se è davvero nuovo… a mio parere sì… ma per carità, forse mi sbaglio…".

No! Gesù afferma con assoluta chiarezza che il "vino nuovo", cioè il suo messaggio, il Felice Annuncio, non può essere infilato dentro i vecchi contenitori della religione.

Si tratta di qualcosa di talmente nuovo, di talmente rivoluzionario che cercare di metterlo dentro i vecchi schemi religiosi significa farlo morire, annacquarlo, renderlo un'insulsa bevanda che non potrebbe competere nemmeno con la semplice acqua.

Accogliere il Felice Annuncio con cuori vecchi, ridurlo a un insieme di pie pratiche, costringerlo dentro uno schema in cui l'osservanza formale (contenitore) diventa l'essenziale (contenuto) significa mortificarlo e renderlo innocuo.

Purtroppo è quanto abbiamo fatto, e dopo duemila anni ora ci rendiamo conto che la novità evangelica langue, non dice più nulla, non affascina più né attira. E, "popolo dalla dura cervice", imploriamo Dio che mandi vocazioni perché altri possano continuare questa opera di demolizione.
Siamo "stolti e tardi di cuore", chiusi alla novità del Felice Annuncio che abbiamo ridotto a messe, sacramenti e precetti pur di non cambiare i nostri vecchi otri.

Il vino nuovo ha bisogno di otri nuovi: se non ora e se non noi, quando e chi?




Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 2 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Parola di Dio. Quale?


Lc 5,1-11

" (…) la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio (…)".


Prima ci ha provato nella sinagoga, nel luogo del culto "ufficiale", dal "pulpito".

Qui prova una strategia diversa perché Gesù si rende conto che la gente, la "folla", è assetata nelle orecchie e nel cuore, vuole ascoltare "la parola di Dio".
Queste persone che si accalcano attorno a lui, che rischiano di travolgerlo, non sono arrivate in cerca di "segni", di "miracoli" (Ricordate? "Quello che hai fatto a Cafarnao fallo anche qui!"). Non sono arrivate per assistere a uno spettacolo, a una "bella liturgia", pomposa, piena di incenso, di melodie gregoriane, di ministri che volteggiano attorno all'altare come delle vispe terese per tessere una coreografia perfetta "adatta" alla divina Maestà.

Niente di tutto questo. Questa gente è venuta per ascoltare la parola di Dio, ma quella che nasce dal cuore ed esce dalla bocca del carpentiere di Nazareth.
Lui non cita i più rinomati maestri della legge, non si mette a disquisire del lecito o illecito, del puro o dell'impuro. La sua Parola dà voce alla parola primordiale della creazione che chiama ciascuna e ciascuno alla vita. Quando Lui parla è come se parlasse a te, è come se la sua parola, proprio perché è parola di Dio, fosse pronunciata solo per te, per chiamarti alla vita.

Gesù è l'esegeta del Padre: solamente la sua voce umana può permetterti di percepire la voce di Colui che è "mormorio di un vento leggero".
Gesù è il profeta per eccellenza, Colui che rende udibili le parole nascoste nelle profondità del Mistero della Vita, nelle profondità di Colui che ha il potere di comunicare vita con la sola sua Parola.

Ecco il discepolo: colui che "prende il largo" per imparare ad ascoltare questa Parola.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 1 settembre 2021

Buongiorno mondo!

Dio è Gesù

Lc 4,38-44

" (…) Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. (…)".



Torno su questo argomento perché mi sta molto a cuore e mi pare estremamente attuale.

Come all'epoca, anche oggi in tanti abbiamo spesso sulle labbra il nome di Gesù, il Cristo (per chi ancora non lo sapesse, Cristo non è il cognome: è la traduzione greca del termine ebraico che indica il Messia, l'Unto del Signore (da non confondere con il vecchio Berlusca), l'Atteso d'Israele).

Riconoscere in Gesù di Nazareth il Messia, all'epoca, era riversare su di lui tutte le attese più grandi: la purificazione del Tempio e la conseguente purificazione di Israele da tutti i peccatori, la liberazione dall'odiato Romano e la ricostituzione del Regno di Dio sul modello del regno del grande re Davide, la cui stirpe, secondo la profezia, non "avrà mai fine".

Riconoscere, oggi, in Gesù il Messia e Figlio di Dio fa parte del patrimonio di fede di noi suoi discepoli: una fede che professiamo apertamente domenica dopo domenica, giorno dopo giorno.

Tuttavia la presunzione di sapere, di possedere tutto di Gesù di Nazareth ci rende spesso simili a quelle figure cui Gesù di Nazareth ordina di tacere.

Infatti è facile dire che Gesù è Dio perché è Figlio di Dio. Non è altrettanto facile affermare, e vivere di conseguenza, che Dio è Gesù. Quel Dio di cui possiamo dire poco o nulla, quel Dio che abbiamo caricato o "caricaturato" con tanti aggettivi, quel Dio che ci portiamo con molta disinvoltura "in tasca" per estrarlo al momento del bisogno, quel Dio dietro il quale nascondiamo le nostre velleità di potere, i nostri desideri di possesso, le nostre esternazioni identitarie, ebbene quel Dio lì è Gesù di Nazareth. È molto facile dire che Gesù è Dio. Molto meno che Dio è Gesù, perché il suo stile di vita ci dice e ci propone il volto di un Dio che non sempre amiamo: troppo lontano dai nostri ordinati e puliti schemi religiosi.

"Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio,nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce,Dio vero da Dio vero" … tutto ortodosso … ma...

Forse potremmo essere noi quelli che "minacciava e non li lasciava parlare"…

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.