giovedì 30 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Nel discorso "del pane" in Giovanni, Gesù ci ricorda che: "Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv 6,44-51). La qualità della vita che Gesù propone è talmente alta che così la vita stessa diviene indistruttibile, si dilata oltre il tempo e lo spazio, assumendo quella condizione divina che è promessa a coloro che accolgono il dono dell'essere figli. Mangiare Lui per vivere di Lui e con Lui per sempre. E questo avviene fin da ora, fin dal nostro oggi. Come? Se assumiamo il suo stesso stile di vita: facendoci pane. Spesso abbiamo ridotto l'Eucaristia a un mero esercizio di culto religioso. Vado a Messa, sto a posto, Dio è contento che ho osservato il precetto, ora posso farmi in pace gli affari miei. O ancora peggio quando riduciamo l'Eucaristia a un "qualcosa" che dobbiamo offrire a Dio, quasi Lui ne avesse bisogno ( e qui ho tutti i miei dubbi sul senso del "sacrificio" della Messa... è un termine che mi sa troppo di religione e dei suoi apparati sacrificali atti a placare un dio sempre pronto a scagliare i suoi fulmini sull'umanità...). Questa "riduzione eucaristica" che spesso pratichiamo ci ha portato a "sterilizzare" la potenza e la forza liberatrice del sacramento stesso. E così il farsi pane è andato letteralmente a farsi benedire! "Mangiare questo pane" significa far nostra la passione di Gesù per l'uomo, quello ferito, solo, escluso, emarginato. "Mangiare questo pane" significa aprire spazi all'azione liberante del Dio che vuole la nostra felicità e la pienezza della nostra vita. Il “digiuno eucaristico” provocato da COVID19 non potrebbe essere una buona occasione per provare a riflettere su questa realtà? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 29 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro ci invita a non cedere alla disperazione o alla stanchezza: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò" (Mt 11,25-30). In un mondo che spesso e volentieri è diventato la casa di lupi che succhiano sangue e vita, noi incontriamo Qualcuno che non viene a chiedere nulla a ma a offrire se stesso, a farci dono della sua vita per la nostra felicità. Agli oppressi, agli sfiduciati, ai piccoli e senza voce arriva questa parola di speranza: il Maestro, per il tramite delle nostre presenze, cammina accanto a ciascuno già da adesso, in questo tempo e spazio, perché ciascuno possa sperimentare una presenza amica e non dire mai: Io non sono di nessuno. Chi ci incontra oggi possa vivere tutto questo. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 28 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro ci regala questa parola: "Io sono il pane della vita" (Gv 6,30-35). Non è uno dei tanti che è venuto cercando di attirarci nella rete e prendersi le nostre vite, non è un imbonitore dalle mille facce ma sempre col medesimo fine, ossia fregarci e fregarsi la nostra vita. No, il Maestro ci offre la sua come fosse pane e in quel pane c'è tutto ciò che serve per rendere l'umanità talmente umana da farla diventare divina. Allora, l'unica via da percorrere è quella di accogliere con gratitudine tale pane, l'unico che ha il potere di trasformare anche noi in un buon pane per la vita degli altri. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 27 aprile 2020

Un disaccordo sul “Disaccordo”

Quando ho letto il Comunicato stampa della CEI in merito alle disposizioni governative per la gestione dell’emergenza COVID 19 a partire dal 4 maggio ho provato un primo moto di rabbia. Poi mi sono ricordato quanto ha scritto uno dei miei indimenticati e indimenticabili maestri nell’arte dell’esegesi biblica, Ortensio da Spinetoli, ne “L’inutile fardello”: "Non è certo facile togliere di mezzo i vescovi e gli esponenti dei dicasteri romani, ma se potessero provare a tacere, se non altro per il troppo parlare che hanno fatto fino adesso, ne avrebbe senz’altro un gran beneficio tutta la comunità credente".
Vivo il mio essere presbitero svolgendo quello che il comunicato definisce “servizio verso i poveri” e posso assicurare che questo periodo è stato molto, ma molto faticoso per me e per tutte e tutti coloro che condividono con me tale servizio (in questo frangente ho scoperto, con sorpresa, che il linguaggio rispettoso che cerchiamo di usare non è spesso compreso. Durante i controlli subiti, come giusto,  dalle Forze dell’Ordine in merito agli spostamenti, spesso mi sono reso conto che parlare di homeless o senza fissa dimora creava difficoltà… se invece parli di “barboni” tutti capiscono al volo, e non sono il solo ad aver constatato questo, chiedete al mio Direttore Caritas…).
Per tornare a noi, ho trovato avvilente e strumentale “usare” ancora una volta “i poveri” per arrivare a giustificare la ripresa della “vita sacramentale”, quasi fosse l’unica esperienza di quella “libertà di culto” sancita dalla Costituzione (e qui mi attirerò sicuramente le ire di qualcuno: perché non fare lo stesso appello anche in favore di chi sta celebrando il mese di Ramadan? Certo, fatte salve precauzioni e distanziamento sociale…). Inoltre, come non rendersi conto ancora che malgrado anni di catechesi, incontri e, soprattutto, celebrazioni eucaristiche in tutte le salse e per tutte le sagre proprio queste comunità fedeli al precetto domenicale spesso condividono, senza patemi d’animo e senza troppe remore, logiche e politiche pervase di razzismo, di chiusure, di rifiuti di accoglienza di fronte a poveri di ogni tipologia.
Questo comunicato mi addolora e mi rattrista allo stesso tempo. Mi rattrista perché dai miei Vescovi mi aspettavo una maggiore apertura al soffio dello Spirito e un più coraggioso spirito di discernimento. Già don Cristiano Mauri nella sua riflessione, che ho condiviso, offre ottimi spunti al riguardo (potete trovare la sua riflessione qui ) io mi limito a una sottolineatura.
            Le parole dei nostri Vescovi trasmettono una certa paura nell’aprirsi per cercare strade nuove per dire Dio oggi, per ridare forza al messaggio evangelico. La paura, si sa, non è una buona consigliera. E proprio in questo frangente emerge tutta la paura di perdere peso, potere e visibilità. Tutti siamo certi, a parole, di non essere più dentro un regime di Christianitas, ma allo stesso tempo assistiamo a un dispiegamento di forze per conservare in vita gli ultimi brandelli di quel “piccolo mondo antico” che si va disfacendo sotto i nostri occhi. Ecco qui un’altra occasione malamente sprecata per iniziare un cammino di discernimento al fine di dare un senso  a quella “nuova evangelizzazione” che pare già vecchia prima ancora di cominciare.
            La terribile prova di COVID19 ha acceso alcune spie, ha fornito delle indicazioni per cominciare a ripensare seriamente alle nostre modalità di proposta di vita evangelica ed ecclesiale (che a volte paiono essere rette più parallele che convergenti). I nostri amati Vescovi che fanno? Si affrettano a “spegnere” quelle spie per chiedere con forza di tornare ad accendere “gli amati ceri”: accanimento terapeutico sulle strutture parrocchiali (tenute in vita artificialmente) è forse la qualifica che meglio definisce quella “azione pastorale” caldamente richiesta dal comunicato (oddio, non è che i “funerali a 15” concessi dal Governo mostrino una maggior lungimiranza e buon senso: hanno il medesimo sapore delle famose “brioches” di Maria Antonietta…).
Paradossalmente (ma, evangelicamente, non troppo) i Vescovi emettono il loro comunicato proprio nella Domenica III di Pasqua, quando la Liturgia propone il racconto dei due di Emmaus. Ora, dire che quello “Stolti e tardi di cuore…”, sia stato detto pensando al 2020 mi pare eccessivo, ma le somiglianze tra i due che cercano di tornare alla loro “normalità” e i nostri Vescovi in cerca di “tranquillizzante normalità” sono così evidenti che ogni commento sarebbe superfluo. E nemmeno il fatto che i due “celebrano” l’Eucaristia a Emmaus può servire ad appoggiare le richieste del comunicato CEI: l’Eucaristia si fa veicolo di Presenza se prima vi è un serio e approfondito confronto con la Parola, unica porta di accesso al riconoscimento del Crocifisso Risorto (altrimenti si celebrano riti che parlano di idee ma non di incontro personale…).
            Per non tediare oltre, concludo lasciando la parola a due amici che, anche se, purtroppo,  non amati da tanti, sono capaci di dar lustro e dignità alla parola evangelica come pochi.
Aldo Antonelli scrive: “Credere nella Risurrezione vuol dire avere questa coscienza di Dio che non abita più nei cieli (come si poteva credere prima dell’Incarnazione), ma che nella toponomastica umana non abita più nemmeno nel tempio o nei luoghi deputati al culto. La residenza di Dio non è più stanziale, ma nomade, si dipana lungo le strade del mondo. Ci teniamo e rilevare che, stando ai Vangeli, Gesù nella sua vita pubblica non è mai andato al tempio per pregare o per partecipare agli atti liturgici. . E’ vero, sì, che Gesù, soprattutto secondo il vangelo di Giovanni, frequentava il tempio, ma sempre per parlare al popolo e spiegare il suo messaggio, visto che là, di solito, si riuniva la gente… (…) Questa dichiarazione di presenza di Gesù trova corrispondenza nell’esperienza gioiosa dei viandanti di Emmaus: «Noi non sentivamo come un fuoco nel cuore, quando egli lungo la via ci parlava?» (Luca, 24, 32). Prefigurata dall’ Arca dell’alleanza (Cfr. Numeri cap. 10), trova piena attuazione nella comunità del Risorto. Come a dire che Dio non è una presenza localizzabile (“se vi diranno è qui o là non fidatevi….”, Matteo 24,26), ed ancor meno può essere oggetto di possesso (il teutonico Gott mit uns dei fascioleghisti….). Dio non può essere oggetto di possesso, da rivendicare o da usare come arma. La sua “Trascendenza” ne impedisce l’oggettivazione. Mentre la sua “Immanenza” lo propone come termine di relazione.
E per chiudere, rimando al testo di J.M. Castillo, “L’umanizzazione di Dio”, laddove Pepe scrive: “Gesù non incontrava il Padre nello spazio sacro del Tempio e neanche nel tempo sacro del culto religioso. Gesù ha parlato del Padre e con il Padre nello spazio profano della campagna e della montagna e nel tempo profano della convivenza con la gente”.

Abbiamo ancora strada da fare, come i due di Emmaus.

Buona vita.

Don Luciano e don Cristiano Mauri

Buongiorno


Buongiorno mondo! In molti spesso ci si chiede: "Ma che vuole Dio? Qual è la sua volontà? Cosa vuole da me?". Domande lecite alle quali Gesù offre una risposta e proprio nel Vangelo di oggi:  “Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»” (Gv 6,22-29).
Tutto qui. Bella roba, dirà qualcuno: sono ancora al punto di partenza! Già fratello o sorella: se tu pensi che Dio ti dica per filo e per segno cosa devi fare nella vita, ti dica dove devi andare, come realizzare la tua esistenza, beh, credo tu abbia sbagliato "dio". Il Dio annunciato da Gesù si preoccupa della nostra felicità, si preoccupa del fatto che possiamo avere una vita di una qualità tale che nemmeno la morte sia capace di scalfirla, di distruggerla, una vita che sia davvero degna di questo nome. La "volontà di Dio" non è un software per far funzionare la nostra esistenza: inserisco dei dati e trovo la mia risposta. Il nostro compito è individuare, nella fatica del crescere quotidiano, la modalità concreta attraverso la quale esplicitare la fiducia accordata al Maestro. "Credere in colui che egli ha mandato" non significa aderire razionalmente a una dottrina, essere ossequiosi verso delle leggi, assolvere precetti, collezionare sacramenti in maniera ossessiva e compulsiva (esistono anche i “disordini sacramentali”, accanto a quelli, spesso drammatici, “alimentari") “credere in colui che egli ha mandato" è adottare uno stile di vita che faccia di noi uomini e donne liberi perché liberati, capaci di amore perché amati, capaci di perdono perché continuamente perdonati, accoglienti perché accolti. È lo stile di vita di Gesù Maestro che ognuno cerca di proporre, e non di imporre, perché l'umanità cresca e abbia accesso a quella "vita eterna" che non comincia di là, ma si dilata e si espande fin dall'oggi, qui, nel nostro mondo così frantumato, diviso, pauroso, violento.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 24 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Oggi il vangelo ci racconta che "...una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi" (Gv 6,1-15), e subito segue il racconto della moltiplicazione/condivisione dei pani. Mi sono fermato alle prime parole perché mi sembra ci possano fornire un'indicazione preziosa per comprendere meglio come vivere il Vangelo. Gesù si occupa e si preoccupa degli "infermi", ossia di coloro che in qualche modo non sono saldi, sono deboli, quelli che rischiano più di altri di essere lasciati indietro. Il Maestro ha occhi particolari per loro e offre loro la possibilità di uscire dalla situazione di infermità in cui si trovano e quindi di poter camminare con gli altri. Mi pare che Gesù privilegi proprio coloro che noi facilmente lasceremmo in disparte, coloro per i quali non nutriamo particolari simpatie o attenzioni. Nelle nostre comunità spesso è presente un criterio di "efficienza" che rischia di creare situazioni di solitudine e di esclusione. Non si vale se non per quello che si riesce a produrre, a fare, a inventare. Credo che il Maestro ci inviti a educare il nostro sguardo sulla vita e sulla comunità cristiana e a considerarla non come un campo di battaglia o, peggio, una passerella sulla quale esibire capacità alla "talent show"! Nello sguardo ricco di compassione del Figlio percepiamo lo sguardo del Padre che ci invita ad avere occhi nuovi, occhi che sanno scorgere nella pochezza di cinque pani e due pesci la ricchezza del Regno. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 23 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! "Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura" (Gv 3,31-36). Gesù è la parola definitiva del Padre sul mondo. Il Figlio dell'Uomo rappresenta il modello di umanità che Dio ha da sempre pensato e cercato insieme a noi tutti. Un'umanità che sia riflesso e trasparenza di un Dio che è Padre e Madre, di un Dio che vuole la nostra felicità. Come disse un monaco belga che ha vissuto nel Sahara: "Non posso credere in un Dio che non sia felice anche quando noi siamo felici senza di Lui". Per giungere a un tale livello l'unica condizione richiesta è accogliere quello Spirito "donato senza misura". Di quale Spirito si tratta? Credo dello stesso che ha condotto Gesù a donare la sua vita per il mondo. Non è uno spirito asettico, impersonale, ma è lo stesso che ha guidato Gesù nella sua opzione fondamentale per il bene dell'uomo: è l'amore del Padre che scorre come un fiume verso di noi. Basta solo trovare il coraggio di immergervisi e rinascere come persone nuove. Nuove perché continuamente rinnovate dal suo amore e dal suo perdono capace di renderci portatori della quotidiana novità del Regno. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 22 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16-21). Con queste parole Gesù ci rivela definitivamente chi è il Padre: è amore, semplicemente ed esclusivamente amore. Un Dio che è amore e che non chiede all'uomo se non di essere accolto. E l'accoglienza di tale presenza amorosa trasforma le persone e dona loro la possibilità di trasmettere lo stesso amore. Giovanni, nel testo di oggi, riprende ancora uno dei temi presentati nel Prologo: luce e tenebre. Mi piace notare come lo "scontro" (anche se è improprio chiamarlo così) tra queste due realtà è sempre frutto di una scelta personale: scegliamo da che parte stare. Inoltre la luce non ha bisogno di imporsi con forza sulle tenebre: semplicemente dove vi è l'una non possono esistere le altre, perché davanti alla luce le tenebre si ritirano. Non serve partire lancia in resta con crociate contro le tenebre: basta vivere nell'amore del Padre, da figli e fratelli, e questo fa sì che le tenebre non trovino più spazio. Le nostre comunità dovrebbero essere proprio gli spazi in cui la luce dell'amore si manifesta e vivifica i rapporti tra le persone, aprendo spazi all'azione di Dio che non è "venuto per giudicare il mondo ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui". È un grande invito alla libertà e alla creatività, perché l'amore è libero e creativo. Non siamo cristiani per difendere tradizioni, non siamo cristiani per imporre dottrine; siamo cristiani per aprire spazi alla misericordia di Dio che conta su di noi per rendersi visibile oggi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 21 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Continuando il dialogo con Nicodemo, il Maestro ci dona queste parole: "E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna" (Gv 3,7-15). Gesù lascia intendere che il momento "più basso" della sua esistenza, sarà anche quello "più alto". Il momento della massima impossibilità umana, diviene lo spazio della massima possibilità divina: solo il dono offerto diventa generatore di vita per chi vuole accoglierlo. L'incontro con il Risorto nell'Eucaristia domenicale dovrebbe essere il fondamento di tale dinamica: l'Eucaristia celebrata non è un rito fatto per assolvere a un precetto o rendere contento Dio perché abbiamo fatto il nostro dovere "santificando la festa"! È l'incontro vivo ed efficace con Colui che "è stato innalzato" per dare anche a noi una tale possibilità. Ecco perché l'abbassamento della Croce è preceduto dall'abbassarsi di Gesù sui piedi dei discepoli: il gesto della lavanda getta una luce diversa sulla Croce. Non è un sacrificio per salvare l'umanità dall'ira del Padre, ma il modo che il Signore ha scelto per consegnarci il suo Spirito e renderci capaci di vivere con Lui e come Lui nell'amore gratuito e incondizionato. Ecco la vita eterna del Maestro: una vita talmente segnata e impregnata di amore da assumere una qualità divina, eterna, più forte di qualsiasi morte. Forse questo tempo di forzato “digiuno” eucaristico potrebbe rivelarsi veramente un kairòs, il tempo favorevole per rivedere il nostro rapporto con questo sacramento, cuore della Chiesa,  e recuperarne il suo significato più profondo e autenticamente evangelico: è il tempo di purificare la nostra “fame eucaristica” e spogliarla di tanti orpelli inutili. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 20 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! All'anziano Nicodemo, in cerca di lumi, il Maestro fornisce questa indicazione: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio" (Gv 3,1-8). Quello che Gesù chiede è di coltivare e assumere lo stesso sguardo del Padre sull'umanità: uno sguardo che rivela occhi pieni di compassione e misericordia. Uno sguardo che non "guarda" dall'alto in basso, non si fonda su chissà quale potere, ma è lo sguardo di Colui che ama indistintamente e senza condizioni. "Vedere il Regno" è lavorare con il Padre perché il Regno cresca e si manifesti. "Vedere il Regno" è fare propria la proposta del Figlio, accogliendo il dono dello Spirito che ci rende figli con Lui ("A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio..." recita il Prologo). Non si tratta più di fondare la propria fede su una legge esterna a noi, ma di accogliere un dono che ci rende capaci di aprire spazi all'azione di Dio nel mondo. Ecco il cammino che il Maestro propone al "Nicodemo" che vive in ciascuno di noi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

sabato 18 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Ecco la consegna di oggi del Maestro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,9-15). Credo che Gesù abbia chiesto ai suoi di far partecipe tutta l'umanità della buona notizia che è Lui stesso e il suo annuncio dell'amore del Padre. È come se avesse detto: "vi ho fatto provare, sperimentare cosa significa abbandonarsi all'amore del Padre. Andate ora e fate la stessa cosa per le vostre sorelle e i vostri fratelli. Siate immagine viva e vivificante del Padre che si prende cura dei suoi figli e fatelo sperimentare". Il Maestro non chiede ai suoi di fare lezioni di teologia e di trasmettere una dottrina: chiede di far sperimentare l'amore del Padre che passa attraverso la disponibilità di ciascuno a prendersi cura del benessere dell'altro, del suo bene, della sua voglia di vita. Non siamo inviati a trasmettere aride nozioni (e poi magari sottoporre a esame per verificare che tutto sia esatto): siamo inviati a trasmettere la vita che scorre incessantemente dal Padre che vuole i suoi figli felici. E se per far questo dobbiamo "sconfinare", andare oltre, passare avanti e rischiare di essere messi da parte, beh, vuol dire che stiamo sulla buona strada, quella del disprezzo della Croce, e siamo in compagnia del Maestro che conta su di noi per far brillare il volto di un Dio che per noi si è fatto vangelo, felice annuncio. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 17 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Oggi il Vangelo ci racconta di un Pietro che dopo i fatti di Gerusalemme esclama: "Io vado a pescare!" (Gv 21,1-14). La delusione, la morte subita dal Maestro lo portano a ritornare indietro, a riprendere la sua vecchia vita. Succede anche a noi quando imputiamo al Maestro o al Padre la colpa dei nostri insuccessi, o le cose che vanno storte nel mondo, i lutti improvvisi, le catastrofi, e via discorrendo. Tutto dipende dall'immagine di Lui che ci siamo fatti e che adattiamo con estrema facilità alla varie situazioni che il mestiere di vivere ci fa affrontare. La rete da pesca è sempre lì, la tentazione di tornare indietro o quella di cercare un “maestro” più in linea con le tue idee, un “maestro” che, obbediente, non ti aiuti a crescere ma sposi le tue idee e le tue visioni è sempre presente... sta a te decidere se fidarti ancora del Maestro o affidarti alle tue illusioni/delusioni. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 15 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! La scena che ci descrive Luca nel vangelo di oggi è una delle più belle (Lc 24,13-35): Emmaus, ossia, dalla disperazione alla gioia che sgorga dalla speranza ritrovata. "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino": senza la Tua Luce, ogni giorno è buio, ogni ora sembra non finire mai. Lo diciamo al Maestro perché ci insegni a tornare su nostri passi, a non avere paura a farci compagni di strada dei Crocifissi di oggi, a saper ridare speranza al disperato, a riaccendere nei cuori la gioia di sapersi amati e non abbandonati. Resta davvero con noi, perché con Te, in Te e per Te faremo grandi cose. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 14 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Oggi nel Vangelo ci viene detto che "Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore»” (Gv 20,11-18). È quanto ogni discepolo cerca di fare con la sua vita: dire a tutti: "Ho visto il Signore". Ho visto il Signore nel fratello solo, nella sorella in difficoltà, nel sorriso di un bambino, nel grazie di un anziano, nella parola di speranza che quella persona mi ha regalato. Ho visto il Signore e il mio cuore si è riempito di speranza e di gioia. Ho visto il Signore e so che non siamo soli. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

domenica 12 aprile 2020

Pasqua di Risurrezione 2020


Maria di Magdala… le altre…
Tutte a correre di buon mattino alla tomba,
Per finire quanto non era stato possibile fare il giorno prima,
per sistemare il corpo dell'Uomo tanto amato
Che aveva trasformato le loro vite,
Aveva aperto loro nuovi orizzonti,
Le aveva fatte sentire amate, rispettate,
Aveva donato loro quella dignità troppe volte negata.
E gli altri? I suoi? Mah… scomparsi, loro sì,
Loro sì che si sono fatti fantasmi,
Prede della paura di essere anche loro "contagiati"
Dalla violenza che strappa la vita.
Ma, magra consolazione, almeno le donne
Un corpo su cui piangere,
Un corpo su cui riversare l'ultimo bacio, l'ultima carezza
Una tomba su cui versare l'ultima lacrima
L'avevano, o così pensavano.
Noi, spesso, nemmeno quello:
Da un giorno all'altro il vuoto,
l'assenza più totale, quella che spacca dentro,
Quella per cui piangi ma su chi? Su cosa?
E quanto dovrai attendere prima di? E dove sarà finito?
Nulla. Il vuoto. L'angoscia che ti spiazza anche il dolore,
Che quasi te lo rende vano, vacuo.
E la stessa cosa successe quel mattino,
Questo mattino,
Nel nostro giardino del quotidiano:
Non c'è, è Risorto!
Nemmeno il pietrone di quella tomba
È riuscito a fermare l'impeto della vita,
Nemmeno tutta la violenza bruta ce l'ha fatta
A tenerlo prigioniero:
Non est hic, Resurrexit!
Chi? Il Crocifisso!
Proprio lui, proprio quello che abbiamo visto spirare,
Proprio Lui che porta i segni cruenti
Che lo rendevano maledetto,come tutti coloro che pendono da legno,
Proprio lui che ha attraversato gli abissi del dolore che nasce dalla violenza,
Proprio lui che ha assunto tutte le nostre sofferenze,
Le ha portate nella tomba
E lì le ha lasciate.
Il Signore Crocifisso che porta per sempre e ovunque
I segni della sua Passione per noi
Si fa ora fratello,
Cammina di nuovo sulle nostre strade
E ci toglie l'unica certezza che ancora deve cadere:
La morte non ha l'ultima parola,
La morte non è l'ultima parola.
Piegati e piagati,
Anche noi crocifissi con Lui,
Usciamo oggi dalla tomba
Per gridare, cantare, danzare con Lui
La forza della vita,
La forza di una vita che vince la morte,
Che vince ogni morte,
La forza di una vita che alla violenza risponde con il perdono,
La forza di una vita che solo nel dono totale
È capace di sfondare la pietra tombale
Che ancora ci tiene prigionieri.
Il Crocifisso Risorto è con noi,
La sua vita è per noi:
Lasciamo il giardino,
Torniamo indietro
Per dirlo a tutti che noi ci crediamo:
È Risorto! Non siamo soli.
Coraggio! Ci precede e ci invita ad osare la sfida:
La morte non ci avrà! Mai!
Buona Pasqua 2020 a tutte e a tutti.

sabato 11 aprile 2020

Sabato Santo 2020


Buongiorno mondo! Oggi sarebbe una giornata fatta di silenzio. Un silenzio carico di attesa... l'attesa che il grido di vittoria della vita sulla morte si faccia udire di nuovo. Ma questo silenzio è ancora purtroppo lacerato dalle grida di dolore che salgono da quella parte di umanità ferita, lesa nella sua dignità, ancora troppe volte vittima di quelle violenze rese ancor più inaccettabili perché compiute in nome di Dio. Non possiamo sopprimere questo grido di dolore, non possiamo far finta di non udire. Il Signore è là fuori, in mezzo ai suoi fratelli e alle sue sorelle a lenire ferite, infondere speranza, ridare dignità, ricostruire con la forza del perdono relazioni spezzate. Celebrare la Sua Pasqua è mettersi al suo fianco e non limitarsi a guardare attoniti quell' "ecce homo" che si ripresenta a noi oggi nelle nostre sorelle e fratelli maltrattati, esclusi, feriti e abbandonati. Il silenzio di questa giornata faccia tacere in noi ogni voce che ci chiama a rinchiuderci in noi stessi. Il silenzio di oggi rinfranchi la nostra voce, per far salire di nuovo possente il canto della speranza che nasce dalla condivisione della vita del Maestro accanto ai tanti "crocifissi" che popolano la nostra storia. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita, sempre più forte anche in questi tempi di Covid-19.

venerdì 10 aprile 2020

Venerdì Santo 2020


Buongiorno mondo! Venerdì Santo: giorno della Passione, giorno di Passione. Giorno della Passione che il Padre, nel Figlio, nutre per ciascuno di noi. Oggi viene a noi come appassionato amante per offrirci il suo volto pieno di compassione e misericordia. Oggi facciamo memoria della Passione di Gesù, il Maestro, fatto fuori ingiustamente da quell'alleanza trono-altare che vedeva minacciato il potere del sistema che aveva messo in piedi. Un solo uomo è stato capace di far tremare fin dalle fondamenta l'edificio di poteri e ingiustizie costruito dalla casta sacerdotale che ha trovato nei Romani il braccio armato di cui aveva bisogno per far tacere quella voce che è verità. Oggi mi limito a ricordare la domanda che Pilato pone a Gesù. Nella sua lingua, il latino, suonava così: "Quid est veritas?" Che cosa è la verità? Se anagrammiamo le parole della domanda in latino, scopriamo che essa contiene la risposta: "Est vir qui adest", "È l'uomo che è davanti a te". Non ci sono altre parole: l'unica verità sull'uomo è il Figlio dell'Uomo che indica la via per umanizzarci. La via non è quella incarnata dal potere, ma quella vissuta nel servizio e nel dono di sé costante, quotidiano, faticoso ma sempre rinnovato. Non è la via dell'appariscenza, ma la Via di Colui il cui aspetto non è umano, la cui bellezza è devastata dalla condivisione delle tante sofferenze incontrate ogni giorno e pienamente condivise. Non è la via del possesso e del denaro: 30 pezzi d'argento sono il crudele prezzo del tradimento e da questa "ricchezza" non può nascere nulla. "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" cantava il grande De André. Ecco la via crucis quotidiana, ecco la via dove la vita nasce e fiorisce perché si trova sempre qualcuno disposto a seguire le orme di Colui che è venuto non per essere servito ma per servire. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 9 aprile 2020

Giovedì Santo 2020

Buongiorno mondo! Nella Messa "In Coena Domini" viene proclamato il famosissimo testo di Giovanni (13,1-15) che descrive il gesto compiuto dal "Signore e Maestro" quando lava i piedi ai discepoli. Giuda aveva già deciso di"vendere" Gesù per 30 pezzi d'argento: il prezzo, secondo il Levitico, dovuto per uno schiavo o una donna (e già questa la dice lunga!). In effetti Gesù compirà quel compito ripugnante che era proprio degli individui considerati inferiori rispetto ai loro superiori (schiavo-padrone;moglie-marito; figli-padre; discepoli-maestro). E tale pratica veniva sempre fatta prima del sedersi a tavola, mai durante. Gesù agisce esattamente come ha sempre fatto nella sua esistenza: fa il contrario! Lui, il Signore e Maestro,si abbassa mostrando così la sua vera superiorità o regalità: il gesto dell'amore che si trasforma in servizio. Ma non un servizio generico, tipo quello che predichiamo spesso noi: facciamo qualcosa per gli altri, mettiamoci a disposizione, ecc... No, è un servizio reso che trasforma, “transustanzia” in"signori", uomini e donne liberi perché liberati dall'amore e capaci a loro volta di chinarsi a fare la stessa cosa per rendere altri fratelli e sorelle "signori" allo stesso modo. Gesù non lava i piedi per dimostrare che si abbassa, ma per innalzare gli altri e far comprendere che nella sua comunità non ci sono gerarchie, "superiorati", ranghi di prestigio (con susseguenti abiti, monili e ammennicoli vari da esibire per mostrare il rango raggiunto). Nella sua comunità ci sono signori che si fanno servi perché solo chi è veramente libero, come solo un signore può essere, può davvero farsi servo. Allora, e solo allora, avrà senso indossare quel grembiule di "don toniniana" memoria: solo così non avremo reso vano il gesto del "Signore e Maestro". Solo così “transustanzieremo” la nostra esistenza facendola diventare un buon pane per li altri. Un abbraccio a tutte ea tutti. Buona vita e buon Triduo Santo in questi tempi duri di COVID-19, kairòs potente che ci chiama a transustanziare la nostra umanità.

mercoledì 8 aprile 2020

Buongiorno. Mercoledì santo 2020


Buongiorno mondo! "Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?" (Mt 26,14-25): con queste parole Giuda si vende il Maestro, l'amico, la persona con cui ha condiviso tutto negli ultimi tre anni. Quando i démoni dell'avere, del potere e dell'apparire si impadroniscono del cuore, ecco le conseguenze: siamo disposti a passare sopra tutto e sopra tutti per ottenere ciò che bramiamo. Il Maestro invece, anche nell'ultimo gesto, quello del darci se stesso, ci insegna che quanto più si è disposti a donare, tanto più si riceve. È uno strano gioco quello del Regno: l'unico modo per vincere è quello di perdere nel consegnarsi…
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 7 aprile 2020

Buongiorno. Martedì Santo 2020

Buongiorno mondo! Oggi il vangelo di Giovanni ci racconta come il Maestro indichi al discepolo amato chi sia il traditore: "È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò" (Gv 13,21-33.36-38). Il primo boccone, intinto dal padrone di casa, veniva offerto all'ospite di riguardo. Fino alla fine Gesù tenterà di strappare Giuda dalle tenebre (tanto che l'evangelista sottolinea come, appena ricevuto il boccone, Giuda usci, "ed era notte"). Fino alla fine gli offrirà l'opportunità di entrare nella luce del Padre, da figlio; Giuda sceglie di restare nelle tenebre della menzogna, lasciandosi così soffocare dalle spire tentacolari di quel potere religioso che arriverà anche a Gesù stesso. Ma la mia riflessione stamane si ferma al "boccone" che Gesù offre. La sua offerta è sempre un'offerta di vita (intesa sia come offerta della Sua vita che anche offerta di vita per ciascuno): il suo pane è un pane che genera vita, che apre percorsi di vita, di solidarietà, di umanità. Non così, invece, nelle nostre comunità, dove spesso i bocconi sono bocconi avvelenati: non è pane che alimenta la vita, ma genera rancori, divisioni, invidie, gelosie. I bocconi che circolano dentro le nostre comunità sono spesso bocconi che non immettono luce, ma producono tenebra: la tenebra della menzogna asservita al potere, la tenebra della pretesa della verità, la tenebra della durezza di cuore, per cui la mia ragione diventa ragion di stato e fin quando il fratello o la sorella non si piega ad essa, la mia porta resta chiusa. Il Maestro ci offre sempre il suo "boccone dell'ospite di riguardo": che uso ne facciamo? Siamo disposti a farci "bocconi di vita" o preferiamo essere "polpette avvelenate"? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 6 aprile 2020

Buongiorno. Lunedì Santo 2020


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro ci ricorda che: "I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me" (Gv 12,1-11). Ma come, Maestro? Non sei tu l'Emmanuele, il Dio-con-noi, colui che ha promesso di restare con noi sempre? Perché proprio ora vieni a dirci che "non sempre avremo te"? Domande legittime davanti a quella che pare essere una contraddizione nelle parole di Colui in cui abbiamo posto la nostra fiducia. Io penso che Gesù abbia voluto mettere, in un certo senso, in guardia i suoi: "non sempre avrete me" ossia rischierete di perdermi ogni volta che chiuderete gli occhi per non vedere coloro che stanno al centro del cuore del Padre, i poveri, gli esclusi, gli emarginati, quelli "fuori", insomma quelli per i quali io sono venuto e ai quali ho annunciato il Regno. Già, le tentazione solita di incasellare Gesù nei nostri schemi, di dire "è così e basta, solo noi sappiamo, solo noi diciamo che Dio funziona così", la tentazione di appropriarci di Lui e di metterlo a servizio dei nostri progetti, delle nostre "visioni pastorali". La tentazione di costruire comunità dove facciamo anche delle cose PER i poveri, ma spesso non facciamo comunità CON i poveri. Infatti Gesù ci ricorda che saremo sempre con i poveri! Non ci ha detto "fate qualcosa per i poveri", ma state con i poveri, fate le vostre scelte a partire da loro e con loro. Così facendo anche Lui sarà sempre con noi. In caso contrario, come Giuda, guarderemo allo spreco di denaro del profumo criticando perché "noi avremmo fatto sicuramente meglio": sì, avremo “venduto” meglio il nostro servizio per i poveri, ma non saremo stati con i poveri, il santuario abitato dal Risorto. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 3 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! A tutti coloro che lo stanno accusando il Maestro risponde: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio" (Gv 10,31-42). Il senso della sua esistenza, l'orientamento che ha dato alla sua vita è stato quello di svelarci il volto del Padre, di mostrarci come il Padre opera e la sua volontà di renderci figli felici. Non si tratta dunque di fare delle cose, di compiere opere cristiane, ma di essere segni, piccole fiammelle che indicano la via per la casa del Padre, la casa dove ogni donna e ogni uomo sono mio fratello, sempre e comunque, al di là di ogni razza, lingua, religione e cultura, al di là di ogni paura che genera solamente quel sospetto che sovente genera violenza. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 2 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Oggi il Vangelo ci racconta ancora che : "Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui" (Gv 8,51-59). Vai a vedere che le pietre portate per l’adultera potevano ancora venir buone… Di fatto ogni volta che la bellissima verità di Colui che "bestemmia perché si fa uguale a Dio" cerca di penetrare nel sistema della religione, la reazione è sempre violenta: meglio chiudere subito la falla altrimenti chissà dove andiamo a finire. La libertà dell'essere figli, e quindi di assomigliare al Padre, è una verità scomoda. Scomoda perché scardina alla base il meccanismo di potere proprio della religione, eliminando anzitutto chi occupa il posto di mediatore tra "Dio" e "l'uomo". Come "gestire" un Dio che si presenta come Padre e apre a tutti il suo cuore, gratuitamente, senza condizioni? Che razza di comunità verrebbe fuori senza la guida di coloro che "sanno" esattamente ciò che Dio vuole e per questo chiedono obbedienza? E poi… quelle pietre… che incarnano la menzogna che viene dalla falsa comunicazione, pietre che prendono il posto delle parole e che mummificano la Parola… siamo davvero esperti…
Credo che la via proposta dal Maestro sia difficile perché impegna la libertà personale nel dono di sé. Quando questo è chiaro, allora diventa anche chiaro lo stile di vita che nasce e sostiene una comunità nella quale i ruoli non sono più vissuti come "potere" ma come servizio. Allora, e solamente allora, le cave di pietre diventerebbero giardini di vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 1 aprile 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Il Maestro ci ricorda che "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli" (Gv 8,31-42). La fedeltà alla sua parola non è una mera osservanza di un qualche precetto, altrimenti dove starebbe la novità del cristianesimo? Essere fedeli alla sua parola è diventare parola a nostra volta, come Lui e con Lui, una parola che parla del Padre, del Regno; una parola fatta di servizio all'umanità perché cresca nella vita, nella giustizia, perché diventi "più umana". Una parola che sa arrivare al cuore per aprire all'amore. Solo in questo modo saremo portatori sani di libertà umanamente autentica. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.