mercoledì 30 novembre 2022

Buongiorno mondo!

S. Andrea


Mt 4,18-22


“In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono”. 


La chiamata di Gesù è sempre per la vita: chiede ai suoi di lasciarsi trasformare profondamente per diventare datori di vita. Questo è il senso dell’essere pescatori di uomini: tirare l’uomo fuori da tutto ciò che lo opprime, lede la sua dignità e libertà; liberare l’uomo da quelle reti di morte che gli impediscono di vivere in pienezza, secondo il progetto del Padre, la propria esistenza. Ecco perché la comunità cristiana è “esperta in umanità”: non perché ha una risposta preconfezionata e assolutamente valida per ogni situazione, ma perché lotta con tutte e tutti coloro che vogliono aprire spazi di vita e percorrere sentieri di libertà dentro l’umanità stessa. Il Maestro ci invita a farci con Lui pescatori di uomini, non accalappiatori! Il discepolo, come e con il Maestro, invita a libertà, non a nuove schiavitù. In questo senso occorre comprendere e ricomprendere che il Vangelo si propone e non si impone: non veniamo chiamati a dare vita per poi riprendercela in qualche modo! Essere “pescatori di uomini” significa rinunciare a qualsiasi velleità di potere sull’umanità e porsi invece a servizio della vita da far crescere ogni giorno lì dove la storia ci ha messo. Lasciamo cadere le nostre belle reti, le reti della sufficienza, le reti delle verità esibite e imposte, le reti dell’esclusione e impariamo a farci pescatori come e con Colui che è venuto non a togliere vita ma ad offrire la propria. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 29 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Sguardi beati



L10,21-24

(…) E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». 


Cosa avranno mai visto di tale importanza da accendere la luce della beatitudine nei loro occhi? La beatitudine viene dal fatto che, alla scuola del Maestro, i discepoli imparano a guardare il mondo e la storia con gli occhi stessi di Dio e a scorgervi in essa i segni della crescita del Regno. 

Beato non è chi “guarda” il mondo e la storia con avidità, quasi che il mondo fosse un terreno di conquista, un terreno dato in premio al più “forte”, al più “meritevole”. 

Beato è colui che sa guardare con gli occhi del Padre questo mondo vecchio, fragile, sporco ma capace di far germinare i semi del Regno. 

Beato è colui che sa percepire nell’intricato disegno, a prima vista indecifrabile, dei sentieri percorsi dall’umanità in cerca di se stessa il sentiero tracciato dal passo silente e amoroso del Padre che chiede incessantemente a ciascuno: “Dove sei?”. Beato è lo sguardo di chi non entra nel mondo da padrone, ma da servo: servo dell’umanità, di quell’umanità che aspira a realizzare il progetto della creazione. 

Beato è lo sguardo di colui che sa vedere le mani del Maestro all’opera nel mondo per “sanarne le ferite, per fasciarne il cuore, per sostenere il ginocchio traballante”. 

Beato è lo sguardo di chi sa vivere con il “capo alzato”, in attesa di una liberazione definitiva che farà splendere la bellezza della misericordia gratuita su tutte e su tutti. 

Beato è lo sguardo di chi sa cogliere la novità continua del Dio-con-noi, di chi non si fossilizza in trite e ritrite tradizioni, ma invita sempre ad andare oltre, a “levare il capo”. 

Noi oggi siamo i suoi discepoli. Il nostro sguardo è davvero beato? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 28 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Un Dio che si prende cura


Mt 8,5-11

 

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò» (…).



Davanti a un pagano, per di più invasore e oppressore, un centurione romano, Gesù se ne esce con queste parole: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande". Naturalmente la tradizione individuerà proprio in costui colui che griderà sotto la croce: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!": dobbiamo per forza sempre trovare una spiegazione a tutto, dare un nome ai personaggi che gli evangelisti hanno voluto anonimi, ecc... 

Ma il messaggio di Gesù è chiaro: il Regno è per tutti coloro che accolgono il Dio che si china a servire l'umanità. Quanto più mi prendo cura della sorella o del fratello, tanto più riuscirò a percepire come Dio si prende cura di me. E questo nostro prenderci cura vicendevole sarà la manifestazione più chiara e bella della sua esistenza. Non avremo visioni, ma percepiremo la sua presenza viva anche nelle più piccole cose della vita quotidiana. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

sabato 26 novembre 2022

I Domenica di Avvento 2022

Umanizzare l’umanità... per renderla divina


ANNO A 27 novembre 2022 I DOMENICA DI AVVENTO Is 2,1-5 Sal 121 Rm 13,11-14a Mt 24,37-44

Tratto da: Adista Notizie n° 36 del 22/10/2022

La fine del 2022 coincide con il nuovo Anno Liturgico che si apre con il Tempo di Avvento. Per una misteriosa ma provvidenziale coincidenza, risuonano nella prima domenica di questo tempo forte le antiche parole del profeta Isaia: “… saliamo al monte del Signore… spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci… non impareranno più l’arte della guerra…”. Questa parola che percorre il lungo filo dei secoli giunge a noi che, nel 2022, non abbiamo ancora smesso di apprendere ed esercitare l’arte della guerra.

Proprio in questo tempo insanguinato risuona l’invito a “salire sul monte del Signore” che, tradotto in termini evangelici, suona come un appello a mettersi in cammino con saggio discernimento. È il senso delle parole del testo evangelo secondo Matteo che ci viene proposto oggi.

Come da tradizione, i testi della prima pare di questo tempo liturgico sono dedicati in particolare a quella che è considerata come la “venuta ultima” del Signore. A onor del vero bisogna pur dire che una certa lettura ambigua di queste parole ha contribuito ad impoverirne il significato e, per certi aspetti, a rendere questi testi “alienanti” rispetto alla vita quotidiana (cosa che Gesù ha sempre evitato con cura di fare). Una lettura tesa a ingenerare paura e timore nell’ascoltatore non è rispettosa del messaggio di Gesù che mai nella sua vita e nella sua predicazione si è mostrato preoccupato per “l’aldilà”. Il suo messaggio, infatti, riguarda essenzialmente “l’aldiquà”, ossia la vita quotidiana e lo stile di vita da assumere al fine di portare a compimento la propria umanità, così come questa è stata pensata ed amata dal Creatore. Ne è prova il fatto che a un certo punto del suo percorso Gesù si distacca dalla predicazione e dal messaggio del Battista (cosa che oggi, a quanto pare, caratterizza ancora alla grande svariati predicatori, telepredicatori e radiopredicatori) annunciando che il Regno, cioè la presenza di Dio che opera per e con l’umanità, è già qui e ora e i segni sono ben visibili per chi sa guardare: “i ciechi vedono… i sordi odono… i muti parlano…”. Il cambiamento, o la conversione, metanoia (che indica non tanto conversione religiosa bensì una trasformazione radicale del proprio modo di vivere diventando “pastori della propria animalità”) comincia, secondo la proposta di Gesù, quando si apprende a discernere, vedere e gustare la presenza del divino nel quotidiano. Gesù propone ai suoi, quindi a noi oggi che arranchiamo sulle strade faticose del Vangelo, di coltivare anzitutto l’arte del discernimento per imparare a sintonizzare il cuore sul cuore del divino che continua ad operare fin dalla creazione a favore della nostra umanità.

È proprio questo il cuore del messaggio di Gesù di Nazareth: umanizzare l’umanità a tal punto da renderla divina, cioè realizzare quella “somiglianza” della cui “immagine” ciascuno e ciascuna di noi è portatore/portatrice. Ecco dunque l’insistenza di Gesù sul fatto di restare attaccati, attenti all’oggi, all’hic et nunc, evitando con cura quei voli pindarici in un “aldilà” immaginato a misura dei nostri desideri e troppo spesso caratterizzato dall’arte della fuga dal presente, da quell’oggi tanto difficile e martoriato che è la nostra storia. Gesù propone la via del discernimento per apprendere a vivere il nostro essere immersi nel tempo. È ovvio che di Dio possiamo dire molto poco, quando non nulla, ma Gesù, con il suo operare, con le sue scelte e il suo modo di essere ci indica la via per imparare a percepire questa presenza/assenza, ineffabile, inafferrabile, irriducibile ai nostri schemi, ma sempre all’opera per renderci finalmente umani. Ecco allora il conseguente invito a “vegliare”. Dopo aver chiesto discernimento Gesù indica la condizione perché questo avvenga: tenere gli occhi aperti, vegliare. Vedere la realtà, leggerla con discernimento è proprio dell’umano. Un umano che così facendo diviene sempre più simile al suo Creatore: Questo è “camminare nella luce del Signore”.



Don Luciano Locatelli è presbitero della Chiesa di Bergamo, attualmente a tempo pieno in Caritas.

venerdì 25 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Divinamente intelligenti


Lc 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».


Intelligente non è colui che sa molto, ma colui che sa intus-legere, leggere dentro, in profondità. Il Maestro ci insegna a vivere come persone che non stanno in superficie, che non si accontentano di quel che appare. Ci ricorda la scrittura che "gli uomini guardano le apparenze, Dio guarda il cuore": ecco noi vogliamo assomigliare al Padre in questo modo, guardando e assaporando il cuore della realtà e delle persone che incrociano i sentieri della nostra esistenza. Non cadiamo nella tentazione dell'apparire, delle apparizioni, e di tutto ciò che soddisfa puramente la vista: vogliamo scendere in profondità, per scoprire la Presenza nelle pieghe più profonde della storia, negli angoli più nascosti dei cuori di coloro che il Padre ci insegna ad amare per ciò che sono in verità e non per come appaiono ai nostri, a volte fin troppo piccoli, occhi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 23 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Vite offerte


Lc 21,12-19 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza (...).



Oggi il Maestro ricorda che chi vivrà con fedeltà il messaggio del Vangelo facilmente andrà incontro a guai, incomprensioni, persecuzioni, rifiuti. È un criterio di autenticità, oserei dire,

per quanto poi non dobbiamo andarcele a cercare a tutti i costi! Certamente, il messaggio di Gesù non è un messaggio alienante, non è "oppio" che addormenta coscienze e fa chiudere beatamente gli occhi sulle molteplici situazioni di ingiustizia tuttora presenti in mezzo a noi. Vivere con e come Gesù comporta un certo rischio (la sua famiglia stessa non andò a cercare di "arrestarlo" per fargli fare un TSO?): è vivere pericolosamente con gioia, è amare incondizionatamente per far conoscere l'amore del Padre, è perdonare per "sciogliere" il suo perdono. La via proposta dal Maestro non è certamente quella melensa spiritualità fatta di "valli di lacrime", di "atti di dolore" per aver offeso Dio (quanto l'abbiamo reso piccolo piccolo!), di "sacrifici e fioretti" offerti per aprire le porte del purgatorio... la sua via è la via della vita pagata a caro prezzo, pagata mettendo sul piatto l'intera esistenza per il bene dell'altro. In questo modo non saremo capiti, saremo derisi, e quando romperemo le scatole saremo anche perseguitati, ma "con la vostra perseveranza salverete le vostre anime", ossia la nostra fedeltà permetterà al Regno di crescere in mezzo a noi e di umanizzare la nostra umanità. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 22 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Una creazione da compiere


Lc 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! (...)”.



La proposta di Gesù non è una via che aliena, che distacca dalla quotidianità, che annuncia "terribili segreti... che se non fai come ti dico sarai presto preda dell'ira divina!"

La proposta di vita del Maestro passa dalla fatica quotidiana del crescere e del far crescere la vita. È un invito a lavorare con il Padre all'opera della creazione, alla nascita di un'umanità nuova che non va in cerca di "paradisi perduti", ma che lotta, lavora e si ingegna per umanizzare ogni giorno l'umanità fino a farle assumere quella condizione divina che il Padre ha da sempre sognato e voluto per tutti. Per questo non seguiamo chi propone vie diverse, vie fatte di digiuni, penitenze, macerazioni spirituali o meno praticati allo scopo di allontanare chissà quale iradiddio. Per questo non andiamo in cerca di eventi sensazionali, di miracoli "un tanto al kilo", di apparizioni che promettono, blandiscono, minacciano. 

Noi camminiamo ben saldi sulle vie della nostra umanità lavorando con il Maestro affinché vita e amore crescano e rendano sempre più umana la nostra umanità. Altri possono trovare giovamento in altre vie, noi restiamo fedeli al Maestro e alla sua parola che ci chiede di essere svegli per saper cogliere ogni momento favorevole per metterci a servizio della vita.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 21 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Umanità fraterna, fraternità umana



Mt 12,46-50

"Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»". 



Ci hanno abituato a pensare continuamente al fatto che siamo chiamati a compiere la volontà di Dio (e già qui il linguaggio l'abbiamo cambiato: Gesù parla del Padre e noi ci mettiamo Dio. Sottigliezze? Non tanto, quando è in ballo l'immagine di Dio stesso...). Quindi siamo stati educati a pensare che ogni cosa che avviene fa parte della "volontà di Dio". Ti muore improvvisamente un figlio? È la volontà di Dio, di un Dio che, come si sente dire a volte, "coglie i fiori più belli per tenerli con sé" ( ma che razza di Dio è uno che gode, con un pizzico di sadismo, nel farci soffrire ? Non credo sia il Dio di Gesù Cristo...). Il problema dunque è capire cosa sia questa "volontà" di cui parla Gesù. Anzitutto "volontà" è associata non a Dio ma al Padre. Ora, Gesù ci ha detto che la volontà del Padre suo e nostro è che viviamo e viviamo in pienezza, già a partire di qua, non solo nell'aldilà. Il Padre "lavora", continua l'opera della creazione (che è iniziata ma non ancora terminata, ce lo ricorda Paolo) affinché ogni uomo possa giungere alla pienezza della sua umanità, nello splendore della sua dignità. E la pienezza dell'umanità è rappresentata da Gesù di Nazareth, il Figlio nel quale siamo invitati a diventare figli. La proposta di Gesù, che compie la volontà del Padre, è portare ogni uomo a realizzare in pienezza la propria umanità, vivendo la dimensione di figlio e fratello. Ecco perché Gesù rifiuta la triade Dio-Patria-Famiglia, per proporre in alternativa la novità evangelica: dal Dio da servire al Padre da amare; dalla Patria come luogo di identità che esclude al Regno che tutti accoglie; dalla Famiglia in cui le relazioni sono esclusivamente verticali e di potere alla Comunità dove ognuno si fa servo della vita dell'altro. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 18 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Mercanti del sacro



Lc 19,45-48

 

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri» (…). 



Mi è venuto spontaneo, davanti a questo testo, chiedermi: chi è il ladro? Il Dizionario della Treccani riporta così: “ Chi ruba, chi si appropria indebitamente di beni altrui, violando con astuzia, o col ricorso all’inganno, alla frode, e di solito agendo di nascosto…”. Etimologicamente viene dal latino “latro” che è connesso con un termine greco che indicava il mercenario. Ma cosa si può rubare in un tempio? Beh, quello di Gerusalemme al tempo di Gesù era la più grande banca del Medioriente i cui titolari erano i sacerdoti e consimili. Basterebbe questo. Ma credo che nelle parole di Gesù ci sia qualcosa di ancor più terribile. Il peggior furto che si può commettere nel “tempio” è quello che riguarda Dio stesso, la sua presenza. Si “ruba”, ci si “appropria indebitamente” del volto di Dio quando lo si deturpa e lo si riduce ad una meschina proiezione della propria ambizione di potere, di possesso e di successo. La forte denuncia di Gesù risuona ancora potente come monito per noi e per le nostre comunità oggi là dove l’interesse per la salvezza dell’economia prevale su quello per l’economia della salvezza. Ogni volta che la comunità ecclesiale, la Chiesa, si lascia guidare da tale ambizione il “tempio” diviene una “spelonca di ladri”. È stata la tentazione ricorrente d’Israele: scambiare il Dio dell’Alleanza con un idolo muto che si pensa di possedere ma in effetti è lui che possiede noi. È la tentazione di coloro che nella Chiesa svendono un’immagine deturpata di Dio per i propri interessi personali. Papa Francesco ci sta aiutando a fare discernimento proprio per eradicare il “mercante spirituale” che alberga nei cuori e non solo. Il Maestro ci invita ancora a scelte radicali; a noi scegliere a quale “fazione” appartenere: a quella della “spelonca di ladri” o alla Casa del Padre. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 17 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Tessitori di pace


Lc 19,41-44

 

“In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:

«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! (…)”.


Questa parola cade nella nostra storia proprio in questo nostro tempo dove tante lacrime sono state versate a causa di quella ferocia disumana che ha mostrato il suo volto in mezzo a noi. Il Vangelo è una parola viva, non è detta una volta per tutte: parla al nostro oggi e invita, propone, rischiara, apre orizzonti che ha volte ci mettono profondamente in crisi perché denunciano le nostre connivenze silenziose con tutto ciò che attenta alla dignità della persona umana. Vi invito a sostituire il nome “Gerusalemme” con quello delle altre città della nostra storia. Il pianto del Maestro ci dice quanto siamo ancora lontani da quella “pace” che non è solamente assenza di guerra o di conflitto. È molto di più! È la pace che nasce dalla seria preoccupazione personale per il bene dell’altro, la pace che nasce, come diceva don Tonino, dalla “convivialità delle differenze”, la pace che non è irenico pacifismo ma lotta senza frontiere perché ogni uomo e ogni donna possano vedere riconosciute la propria dignità e unicità al di là delle loro appartenenze. Non è certamente opponendo al rumore degli spari il fragore dei bombardamenti che sapremo ottenere tale pace! A furia di “occhio per occhio” produrremo solo dei ciechi che credono di vedere. Il pianto del Maestro oggi è un invito deciso a cambiare strada, a cercare altre vie, a comprendere che la pace nasce dalla rinuncia a qualsiasi ambizione di potere e di possesso. In tale prospettiva è urgente che dismettiamo, lasciamo cadere quelle idee su Dio che abbiamo costruito e sulle quali fondiamo la nostra legge del più forte. Se il sonno della ragione genera mostri (e gli avvenimenti di questi tempi non lasciano adito a dubbi), deturpare il volto di Dio in nome di un’ideologia può generare solamente atrocità e disumanità. Su questo occorre lavorare ancora. E il pianto del Maestro ce lo conferma. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 16 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Vivere in dono


Lc 19,11-28

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno (...)”.


Oggi il vangelo ci propone questa parabola lucana, quasi l'equivalente di quella dei talenti in Matteo.

Riprendo l'insegnamento del Maestro quando afferma che "A chiunque ha verrà dato e sarà nell'abbondanza;ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha". 

Sappiamo ormai che questa espressione indica la proposta che Gesù fa ai suoi: se metti in gioco la totalità della tua capacità di amare, di comunicare vita, questa ti sarà resa non nella stessa misura, ma in una misura più abbondante. Se la tieni per te, se non la metti in gioco, resterà sterile, fino a finire in nulla. 

Gesù non chiede ai suoi di fare delle cose particolari, ma di essere persone che accettano di giocarsi la vita perché altri possano vivere, di essere persone che della vita fanno un dono e non una cassaforte chiusa cui nessuno ha accesso e dove trova posto solo il proprio benessere. 

Il Regno non è fatto per chi ha e vuole avere sempre di più. 

Il Regno è di chi da senza riserve. Il resto viene da sé. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 15 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Scendere dal proprio sicomoro


Lc 19,1-10

“Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.  Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. 
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di gioia (…)”. 



Testo conosciutissimo quello di oggi e significativo di quello stile di accoglienza da parte di Gesù che ci mostra in concreto, ci fa sperimentare la presenza misericordiosa del Padre. Mi è sempre piaciuto notare come Zaccheo, a causa della sua statura dice l’evangelista, deve andare “in alto” per poter vedere Gesù. Già, perché abbiamo sempre considerato come Dio “abiti in alto”, quindi occorre “salire”, uscire fuori dalla “sporcizia” della storia per essere ammessi alla presenza pura di Dio. Con Gesù le cose cambiano: non dobbiamo più “salire” per incontrare Dio, ma occorre scendere; non più uscire dalla storia, ma restarvi dentro bene immersi; non più evitare con cura gli schizzi fangosi che rischiano di sporcare la linda immagine dell’osservante scrupoloso, ma lasciarsi inzaccherare senza paura per questo di offendere Dio. La vita di Zaccheo non era certamente un modello proponibile, eppure Gesù riesce a tirar fuori il meglio da lui (abietto e infame agli occhi dei suoi compaesani) accettando di incontrarlo e facendogli sperimentare quella compassione misericordiosa che, se accolta, cambia la vita. Il volto di un Dio che, secondo la logica spirituale dell’epoca, l’avrebbe punito e schiacciato, svanisce con la presenza di Gesù per lasciare il posto al volto di un Padre che si prende cura dei suoi figli e attraverso di loro chiama tutti a vita e felicità. Il frutto di tutto questo è la gioia. Questa pagina lancia ancora una volta la sfida evangelica di un Regno che non si costruisce mediante violenza feroce e ingiustizia, ma percorrendo strade di incontro, di condivisione, di apertura e ricerca sincera della pace. Se Zaccheo si fosse lasciato guidare dalla logica della paura, avrebbe perso la possibilità di diventare uomo nel senso evangelico del termine. A noi oggi di scegliere se restare comodi sul nostro “sicomoro” o deciderci a scendere e aprire la porta a Colui che “bussa e vuole restare a cena da noi”. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 14 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Vedere con sguardo “altro”


Lc 18,35-43

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.


Un cieco e mendicante: non solo dunque escluso dalla vita economica e civile, incapace di badare a se stesso, dipendente dagli altri, impossibilitato a guadagnarsi da vivere e quindi costretto a mendicare, a dipendere dalla "vista" degli altri: se si accorgevano di lui, se lo "vedevano" forse qualcosa poteva rimediare.

Ma c'è anche l'esclusione "religiosa": la sua cecità era il segno evidente della maledizione con cui Dio l'aveva colpito a causa dei suoi "peccati". Quali? Non si sa, ma se è cieco qualcosa deve aver pur fatto e Dio l'ha punito. 

Il Maestro gli offre una possibilità di vedere le cose in maniera diversa, in modo nuovo: la vista viene ridata per permettere a quell'uomo di camminare dietro a Gesù e scoprire così un nuovo modo di relazionarsi con Dio, non più giudice terribile, ma Padre che si prende cura dei suoi figli. 

Non vi è più una "Gerico" da conquistare con la violenza, ma una nuova umanità a cui dare occhi nuovi capaci di far trasparire lo sguardo amoroso di un Padre che vuole i suoi figli felici e realizzati, autonomi e non "mendicanti", capaci di comunicare con Lui pienezza di vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 11 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Credenti credibili


Lc 17,26-37

“(…) Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà (…)”. 



Sono le parole che risuonano nel Vangelo di oggi, inserite nel discorso sugli ultimi tempi del testo di Luca. Gesù chiede ai suoi di perseverare nella scelta di assomigliare a Lui e al Padre nel dono della vita. Anche di fronte alle violenze continuamente subite dall’umanità, anche di fronte allo strapotere di coloro che credono di farsi padroni della storia mediante l’uso della violenza nelle sue varie forme, Gesù avverte che solamente dal dono di sé può nascere l’umanità nuova a “immagine e somiglianza” del Dio amante della vita. Ancora una volta il Maestro, nel testo che non riportiamo per intero, invita al discernimento, al saper leggere le profondità della storia per far risuonare in essa il canto della vita. Non è prendendo le vite degli uomini, ma donando la propria che rendiamo manifesto il Regno, che riapriamo le porte di quel “giardino” in cui il Padre può scendere a passeggiare con i suoi figli. Ripeto: le parole del Vangelo non vogliono ingenerare paure e ansie per il futuro: sono sempre una Buona Notizia. Ora, una buona notizia ha bisogno di annunciatori credibili (non alla stregua dei troppi istrioni che gridano ancora oggi: “Armiamoci e partite”!) che sanno parlare con il loro modo di vivere nel dono totale della propria esistenza. Visioni spirituali, rivelazioni di giorni di ira divina ormai prossimi, proposte spirituali che alienano e inebetiscono: con san Paolo dico che “Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura”. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 10 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Vivere da “intelligenti”


Lc 17, 20-25

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».

Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».


Gesù invita i suoi ( e quindi noi) a evitare con cura il sensazionalismo, a non cadere in questa trappola  tipica di una religione alienante che si impone facendo largo uso della paura. Chiede dunque ai suoi di “vegliare”, cioè di esercitare ogni giorno l’arte del discernimento (suggerisco il testo di Silvano Fausti: “Occasione o tentazione” proprio su questa delicatissima ma importante arte del discernere), cercando con lo sguardo non “i maestosi cedri del Libano”, ma gli “arbusti della senape”, non le manifestazioni di astri che girano, di segni dal cielo, di madonne che piangono, ma i veri e autentici segni “miracolosi” del Regno che è già “in mezzo” a noi. Laddove una comunità di uomini e donne vive e propone lo stile di vita del Maestro, laddove il potere cede il posto al servizio, laddove l’accumulo della ricchezza si converte in condivisione e solidarietà, laddove il volto del Dio tremendo e geloso della sua condizione assume finalmente i tratti di un Padre che vuole comunicare all’uomo la sua bellezza e grazia, ecco che il Regno si manifesta. Viviamo allora da persone “intelligenti” (dal latino intus – legere = leggere dentro, in profondità) che non si accontentano della superficie delle cose della vita, che non vagano alla ricerca di emozioni forti per sentirsi vive, che non partono alla ricerca di manifestazioni divine stupefacenti. Viviamo da figli in fraternità: questo “squarcia” davvero “i cieli”, questo apre spazi alla presenza del Padre “in mezzo a noi”. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 9 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Figli o mercanti?


Gv 2,13-22

“Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato»". 


Queste sono le parole del Maestro che ci consegna il Vangelo di oggi. E credo siano parole inequivocabili, da tutti i punti di vista. Nella comunità dei discepoli non vi è posto per venditori, trafficanti e commercianti vari. In altre parole, con un’espressione che già ho utilizzato, nella comunità dei discepoli ci si occupa dell’economia della salvezza piuttosto che della salvezza dell’economia! E questo vale per tutte le realtà che hanno un qualche sentore di scambio commerciale: con Dio non si mercanteggia, mai, soprattutto a livello spirituale. Gesù stesso lo sottolinea utilizzando i termini di “casa” e “Padre”, che invitano a creare una nuova relazione con Dio, il Padre, e, di conseguenza, con gli uomini. È un invito forte ad abbandonare quella relazione con Dio basata sul “do ut des”, quella relazione che si fonda sul mettere in atto certe “pratiche religiose” per ottenere da Dio attenzione e protezione. Dio è un Padre che apre la sua casa a tutte e a tutti e invita ciascuno a farsi casa, cioè a essere il luogo dove si sperimenta la sua presenza. In altri termini: camminando come discepoli dietro al Maestro siamo invitati a diventare noi stessi sacramenti della presenza del Padre, segni visibili della sua misericordia e compassione. Per questo occorre camminare ancora per ridare dignità ai sacramenti che celebriamo togliendoli da quell’area “commerciale” in cui li abbiamo messi facendoli diventare un mezzo di scambio per ottenere favori divini. I sacramenti sono stati affidati alla comunità dei discepoli per far diventare la comunità stessa un sacramento della presenza del Padre: sono mezzi e non fini! Per questo occorre “cacciare mercanti e cambiavalute”, e in primo luogo il mercante che si nasconde nel nostro cuore. Solamente così il “tempio” ridiventerà “casa del Padre”. 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

martedì 8 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Semplicemente servi


Lc 17,7-10

“Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”. 



La traduzione della CEI è possibile, ma non rende, a mio avviso, giustizia al testo. Può essere un servo “inutile”? Stando alla pratica credo sia possibile, e lo vediamo lì dove chi dovrebbe essere a servizio non lo è di fatto, preferendo servirsi piuttosto che servire. In questo caso il “servo è inutile”. Ma non penso che Gesù volesse andare in questa direzione. Credo piuttosto che una traduzione diversa ( e più attenta ai termini usati dall’evangelista) ci permetta di capire meglio: “Siamo semplicemente servi”. È in questo modo che occorre comprendere il senso delle parole di Gesù. Il riconoscersi “semplicemente servi” non è una dichiarazione di piccolezza o insignificanza, magari colorata di quella umiltà che tanto piace ai superiori e caldamente consigliata da tanti “maestri spirituali” (ma non era Uno solo il Maestro?). Al contrario, è ribadire la propria identità, il proprio essere “a immagine e somiglianza” di un Dio che, in Gesù, si presenta a noi indossando il grembiule del servo. Vivere la nostra esistenza al servizio del Regno, camminare dietro al Maestro per imparare da Lui l’arte preziosa del servizio reso all’uomo per umanizzarlo, questo costituisce il nostro essere e identifica le nostre persone. Questa diviene pure la caratteristica delle nostre comunità cristiane, laddove il servizio reso all’altro è denuncia di ogni forma di potere e annuncio, al contempo, della realizzazione storica del Regno, spazio dell’incontro con l’altro e con l’Altro. A questo punto resta un’ultima domanda circa le parole che precedono l’essere servi. Cosa ci è stato ordinato? Quale ordine dobbiamo eseguire? L’unica cosa che, in effetti, non può essere comandata: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Vivendo così, allora potremo dire: “Siamo semplicemente servi”. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 7 novembre 2022

Buongiorno mondo!

Credere è accogliere


Lc 17,1-6

"(…) Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe»”.


Spesso mi sento dire dalle persone che incrocio che "io non ho il dono della fede", "beato te che puoi credere...", "a me Dio non m'ha fatto questo dono", "per me la fede è credere in... tutto, nella natura, nel cosmo... ecc...", "ah guarda, fosse per me la fede ce l'avrei, ma con questa chiesa di mezzo, no, non si può credere" o la versione che recita "ma come fai a credere in un Dio che permette tutti questi mali?". 

È curioso: sono tutte espressioni accomunate dal verbo credere. Vero: quando si parla di fede vuol dire che ci si fida di qualcuno e si crede a quel che questi dice. Ma io penso che la fede, almeno la mia, che sento in sintonia con quella di Gesù contenga anche la coniugazione di un altro verbo: accogliere. Se ci mettiamo dal punto di vista della fede come dono, allora penso siamo in presenza di un dio ingiusto, che si diverte a giocare alla lotteria per distribuire i suoi doni. 

Il Padre, invece, chiede di essere accolto, e questo è possibile a tutti, nessuno escluso. Non vi sono criteri, leggi, requisiti particolari per accogliere un Padre che vuole condividere con me la sua passione per la vita e mi chiede di assomigliare a Lui in questo perché altri possano conoscerlo. La "conversione" non è causa della fede, ma una conseguenza dell'aver accolto il Padre e il suo amore che si manifesta nelle persone che incontro e che hanno accettato tale proposta di vita: assomigliare a Lui per manifestare Lui. Quindi, inutile andare in cerca di Dio qua e là e non rendersi conto che Lui si manifesta nella sorella o nel fratello che hanno scelto la sua via, cioè Lui stesso. Allora "Aumenta la nostra fede" è chiedere di rafforzare questa capacità di amare assomigliando al Padre, non restare in ginocchio con la frusta in mano a chiedere perdono dei peccati e correre in ogni santuario in cui appaiono santi e madonne a iosa per proclamare in crociata la propria "fede": questo non è il Dio di Gesù Cristo, non è il mio Dio, non è il Padre che ci accoglie come figli chiedendoci di lavorare con Lui alla creazione della nuova umanità. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 4 novembre 2022

Buongiorno mondo!

La “disonestà” della condivisione



Lc 16,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: "Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare(…)“.



Oggi il Maestro racconta la parabola dell'amministratore "disonesto" che, usando i beni del suo padrone, cerca di farsi degli amici per il momento in cui perderà il lavoro. 

Se oggi il Maestro dovesse raccontare una parabola simile forse sceglierebbe altri argomenti: l'amministrazione disonesta fa parte ormai dei corsi di laurea richiesti a chi vuole seguire la strada della politica, in primo luogo, ma anche quella del soldo facile, in secondo luogo. 

Tuttavia il Maestro ci dice che il padrone ha lodato quell'amministratore disonesto per la sua astuzia. Ora, io penso che se l'astuzia e la paura di perdere il posto l'ha portato a fare delle scelte di "condivisione", quanto più chi segue il Maestro nella via delle Beatitudini. Stare alla larga da mamona e dai suoi canti seducenti e vivere la povertà delle Beatitudini, cioè il prendersi cura dell'altro, il preoccuparsi per il suo benessere, permetterà a Dio di manifestarsi. 

Il processo di umanizzazione che propone il vangelo non passa sulle strade lastricate dell'economia e della finanza attuali, fondate per lo più sul profitto a tutti i costi, ma sui sentieri dell'accoglienza e della condivisione della risorse, perché "non vi sia nessuno che sia nel bisogno". 

Come sempre, siamo chiamati a scegliere tra salvezza dell'economia e economia della salvezza. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 3 novembre 2022

Buongiorno mondo!

La conversione dei giusti


Lc 15,1-10


“In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».

Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione (…)”.


Mi ricordo della parabola del fico sterile e mi viene da dire che nemmeno lì siamo evangelici: magari fossimo sterili! No, non siamo sterili, siamo invece ricchi di frutti avvelenati, “desiderabili alla vista” ma portatori di morte! Le nostre comunità amano tanto questi nuovi “scribi” in “lunghe vesti” che dispensano consigli e patenti di cattolicità a destra e a manca: essi non aprono spazi di condivisione, ma di esclusione; non fanno crescere la comunione, ma aprono discariche (nemmeno troppo nascoste) in cui far fermentare tutte le frustrazioni personali e porsi in esse come i veri detentori della verità per spargere l’olezzo pestilenziale della discordia (che nasce dalla bramosia di un potere ormai perduto).

Una “pecora” che si perde, di sicuro per “colpa sua” fa parte dei danni collaterali che siamo disposti a trangugiare pur di non uscire dalla nostra tranquilla beatitudine da sacristia. Facciamo ancora fatica a comprendere che Gesù non chiede di essere puri per poterci accostare a Lui, ma è il fatto stesso di accostarci a Lui che ci rende puri, è il fatto che Lui per primo che si accosta a noi ci rende “puri”. 

La nostra fragilità, la nostra “impurità” da Lui assunta, la nostra miseria diventa la misura della sua misericordia: questo ci rende puri, cioè persone nuove, capaci di entrare in quel circolo di amore che ci insegna ad amare con Lui e come Lui. Questa è la buona notizia per la quale Gesù verrà tolto di mezzo. Ancora una volta la proposta arriva a noi con la sua Parola: una Parola che chiama i giusti a conversione, cioè noi, i giusti.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.