mercoledì 29 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Solennità dei santi Pietro e Paolo


Mt 16,13-19

“(…) Voi chi dite che io sia? (“…)


Questa la domanda che campeggia nella pagina evangelica di oggi. 

Domanda che ogni giorno deve avere una risposta; domanda che non lascia nella tranquillità di una risposta data una volta per sempre. 

Domanda che esige profondo coinvolgimento personale, non asettica adesione al dettame esterno di una verità spesso usata più per andare "contro" che non per proporre alternative di vita. 

Domanda che deve plasmare cuore e mente e generare l'uomo nuovo, l'uomo che finalmente scopre la sua identità di figlio amato capace di assomigliare al Padre. 

Domanda che non si accontenta della rispostina facile, imparata negli anni lontani del catechismo. 

Domanda che reclama tutta la fatica del crescere quotidiano e che trova la sua risposta nella profondità della vita che si apre all'annuncio del Maestro. 

Domanda che invita sempre ad andare oltre, a non accontentarsi, a non presumere mai di sapere, a vincere la farisaica tentazione del “noi sappiamo”.

Domanda alla quale non devi fornire solamente una risposta ma per la quale devi farti risposta, alla sequela del Maestro. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 28 giugno 2022

Incontro Nocera Umbra

 Programma definitivo


Programma Nocera Umbra

Buongiorno mondo!

Brividi… 


Mt 8,23-27

“(…) Perché avete paura, uomini di poca fede? (…)” . 


Di fronte alla tempesta che sballotta la piccola imbarcazione, i discepoli hanno paura. Come noi, spesso, quando la vita ci afferra con rudezza e ci sbatacchia di qua e di là; come noi quando perdiamo gli abituali punti di riferimento, le cose o le persone a cui ci siamo sempre aggrappati. Come noi, che entriamo nel panico quando la potenza liberante della parola evangelica sconvolge le acque chete e tranquille delle nostre fedi un po' pantofolaie e ci sbatte in mezzo alle tempeste della vita senza troppi riguardi. Da questa paura emerge la pochezza della fede, l'incapacità di fidarsi e affidarsi al Maestro che, con il suo sonno tranquillo, ci offre un'ulteriore lezione: siamo nelle mani del Padre, perché temere? Siamo nelle mani di Colui che si prende cura di noi, non ci fa mancare nulla, ci avvolge nella sua misericordia in ogni istante: "Perché avete paura, uomini di poca fede?". Qua e là sento sempre più alte le voci dei "profeti di sventura" che urlano la loro paura di perdere l'identità, la vita, il peso nella società, il "contare" tra gli altri; sono le urla di tutte e tutti coloro che rimangono tenacemente attaccati, come cozze allo scoglio, a un dio del passato e non sanno intravedere il volto del Padre nel presente: un Padre che invita a prendersi cura di tutte di tutti per sperimentare come Lui si prende cura di ciascuno. La barca della Chiesa è sballottata dalle onde? "Perché avete paura, uomini di poca fede?": forse questo è il tempo di buttare a mare tutto ciò che non serve e tornare all'autenticità della parola del Maestro e alla sua proposta alternativa del Regno, la nostra "casa comune". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 23 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Donne e uomini nuovi


Lc 1,57-66.80

“(…) Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 
In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio (…)”. 



Solo dopo aver accolto il dono della misericordia di Dio (il significato di Giovanni è “Dio ha fatto misericordia”) Zaccaria riacquista l’uso della parola. Nella casa di Elisabetta svanisce un sacerdote e nasce un padre/profeta. Ogni volta che si apre uno spiraglio nel muro delle certezze granitiche edificato sulla Legge, lo Spirito ci si infila e crea uomini nuovi. Ogni volta che ci si apre al dono della misericordia siamo resi capaci di parlare in maniera nuova, non più preoccupati di salvaguardare a tutti i costi i modelli di una tradizione ormai incapace di aprirsi alla novità di Colui che viene. Zaccaria ha avuto il coraggio di arrendersi alla proposta di Dio, per questo ora può nuovamente parlare, anzi, può parlare in maniera nuova: abbandonata una tradizione sterile, incapace di dire e dare Dio all’umanità, lasciato ormai un tempio divenuto solamente simbolo di un potere che non ha alcuna traccia di divino in sé, Zaccaria può ora essere davvero considerato padre e aprirsi al dono della vita comunicandola con una parola vivificante. Ecco una buona provocazione per le nostre comunità, ancora refrattarie al dono dello Spirito, spesso chiuse nella salvaguardia di tradizioni ammuffite, sovente ridotte al rango di custodi museali. Coraggio: da fedeli a figli, c’è ancora strada.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 22 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Falsi profeti


Mt 7,15-20


“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere».



Mai come in questi tempi i “falsi profeti” abbondano e i loro suoni melodiosi, al pari di quelli delle sirene di Ulisse, risuonano con forza in mezzo a noi.
Nel contesto del nostro evangelo quelli che il Maestro definisce come “falsi profeti”, non sono quelli che dicono delle cose sbagliate, ma coloro che non fanno quello che dicono. È una preoccupazione costante di Matteo insistere sulla coerenza (sta parlando a dei cristiani provenienti dal giudaismo, con i precetti della Torah nel cuore…) perché il “fare” rivela il cuore della persona. Ecco dunque l’esortazione a saper discernere tra coloro che sembrano “pecore” ma che in realtà sono “lupi rapaci”: parlano come il Cristo, ma non fanno come Lui. E il criterio che permette di discernere sta nel fatto che questi “profeti” non sono semplicemente incoerenti, ma, ben più pericoloso, sono ipocriti. Parlano bene, come il Figlio, ma non ne hanno il cuore. A parole sono pronti ad accettare il suo messaggio, ma non amano né seguono la sua via. Indicano la “sua porta”, ma loro passano per altre “porte”.
I “frutti” fatti di vita filiale che si realizza nella fraternità sono ciò che ci permette di fare discernimento. Possiamo dunque scegliere di vivere come della buona “uva” capace di produrre il vino nuovo del Regno, o preferire di restare “rovi”, abili produttori di “spine da corona”: quelle corone che la nostra ipocrisia continua a piantare sulla testa di tante sorelle e tanti fratelli che portano il volto del Crocifisso tra noi.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 21 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Scegliere la”porta” giusta

 


Mt 7,6.12-14

“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!".


Tante ne ho sentite su questa “porta” che alla fine rischia quasi di passare sotto silenzio l’unica vera “porta”: l’umanità di Gesù, in cui prende corpo il progetto del Padre: questa è la vera e unica porta. Lui stesso ce lo ha detto, ma noi andiamo sempre a cercare le “nostre porte”: “Io sono la porta delle pecore…”. Gesù è la porta di accesso per il Padre all’umanità e per l’umanità al Padre. Ogni altra porta o percorso che non apra spazi alla misericordia del Padre e dei fratelli, apre alla perdizione. Non basta proclamare ai quattro venti: “Noi abbiamo la dottrina! Noi conosciamo i contenuti esatti della fede! Dio è con noi!”. (Torno a ribadire quel che ho già detto e continuerò a dire: non si può essere cristiani e guardare con simpatia, quando non con adesione, a quell’imbianchino logorroico, e a chi ne sostiene le idee oggi, che fece scrivere sui cinturoni delle SS “Gott mit uns”). 


La porta larga e la via spaziosa, se parliamo in termini laici, indicano uno stile di vita fondato sul “mi piace” “non mi piace”, senza stare a guardare alle conseguenze sull’altro. In termini più strettamente religiosi, la porta larga e la via spaziosa rappresentano la presunzione dell’essere giusto fondata sul proprio merito, così come l’accontentarsi di pratiche religiose esteriori o la ricerca continua del sensazionale, del miracolo a tutti i costi, dell’apparizione “prêt-à-porter”. Una religiosità che non passa attraverso il cuore del Figlio, attraverso la sua carne crocifissa, è una religiosità alienante che nulla ha da vedere con la proposta di Gesù stesso.

Chi trova la porta o la via? Colui che indirizza la sua esistenza costantemente verso il Regno, colui che è sempre alla ricerca della “perla preziosa” (da non gettare ai cani e ai porci, come dice lo stesso vangelo di oggi). Colui che fa del Figlio, cioè del suo stile di vita e della sua proposta, l’unica ragione di vita.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 20 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Travi e pagliuzze



Mt 7,1-5

”In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? 

Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello»”.


Se è vero, come è vero, come dicevano i Padri, che la Parola si commenta con la Parola, allora potremmo comprendere questo testo alla luce del passo del Vangelo di Luca dove Gesù chiede ai suoi: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”. Il metro di giudizio nei confronti degli altri dovrebbe essere la copia di quello che il Padre usa nei nostri confronti: un giudizio di misericordia, uno sguardo capace di infondere coraggio e speranza e non uno sguardo capace solamente di umiliare e opprimere.

Vivere coltivando lo sguardo del Padre significa bandire qualsiasi forma di ipocrisia dalla nostra esistenza, soprattutto quell’ipocrisia che affonda le sue radici nella presunzione di essere sempre nel giusto e di possedere la verità in maniera totale e assoluta. Questa ipocrisia è il sintomo di un male ancora più profondo: è il sintomo dell’idolatria verso noi stessi e le nostre convinzioni che ci fa indossare le vesti di giudici spietati. 

Il Maestro ci chiede una conversione radicale, un rifiuto totale di questa specie di idolo. Togliendo queste “travi” dai nostri occhi ne ricaveremmo abbastanza legna per i roghi su cui bruciare le tante false concezioni di Dio che ci conducono a ergerci a giudici e carnefici di sorelle e fratelli.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 17 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Occhio “cattivo”


Mt 6,19-23

“(…) La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! (…)”. 


L'espressione "occhio cattivo", nella tradizione biblica, ha un sapore differente rispetto al nostro modo di intendere (e se non si conosce tale sapore si rischia da far dire al Vangelo quello che non vuol dire, distribuendo "falsi occhi cattivi" a destra e a manca, e in questo sport da noi, nella Chiesa, gli specialisti abbondano!). "Occhio cattivo o maligno" indica precisamente la taccagneria, l'avarizia, il braccino corto. Capiamo ora cosa vuol intendere il Maestro: se vivi di avarizia, se chiudi il tuo cuore alle necessità della sorella o del fratello, per favore, non pregare il Padre nostro, non prendere in giro chi esplicita la sua essenza nella gratuità, nel perdono incondizionato e gratuito. Se scegli la piccineria del cuore, non puoi assomigliare alla sorgente della vita e quindi non riuscirai a seguire la strada del Figlio. Ecco, in breve quanto il Maestro ci invita a vivere oggi. Rifiutare lo stile di vita che nasce da un "occhio cattivo" significa condividere le scelte di vita del Maestro, vivere la libertà del dono e condividere quella del perdono reciproco. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 16 giugno 2022

Buongiorno mondo!

La sfida del perdono


Mt 6,7-15

“(…) Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe".


Come leggere queste parole? Davvero il Padre può "non perdonare"? Credo che il significato delle parole di Gesù vada inteso in altro modo. Infatti egli ricorda ai suoi, cioè a noi, che abbiamo il "potere" di "bloccare" o "rendere sterile" il perdono che il Padre continuamente ci concede. Siamo stati educati a pensare che occorre chiedere il perdono perché il Padre ce lo conceda. Ma Dio perdona sempre, senza bisogno che glielo chiediamo perché Lui è amore e come tale non può far a meno di perdonare (vedi la parabola del Padre misericordioso). Il fatto è che Lui chiede che il perdono offerto sia condiviso e non ridotto a mera questione personale tra noi e Lui (e non entro nel merito del Sacramento della Riconciliazione... che a volte assume i tratti di un accertamento fiscale in cui si spera di cavarsela con il minor danno possibile!!!). Ecco il perché delle parole di Gesù: se non siamo disponibili a far circolare questo perdono tra noi, a fondamento delle nostre relazioni, rendiamo sterile l'amore del Padre in noi. La comunità dei discepoli è essenzialmente una comunità di uomini e donne continuamente aperti e disposti al perdono perché continuamente perdonati. Solo in questo modo il Regno diventa una realtà capace di modificare profondamente il nostro vivere insieme, il nostro stile di vita sociale. Perdoniamo perché perdonati: e se necessario, perdoniamo in perdita, anche davanti al rifiuto, perché così il Padre opera. E chiede a noi di associarci a tale stile.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 15 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Idolatria dell’apparire

 

Mt 6,1-6.16-18

"State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli (...)." 


È un invito forte a liberarci dal demone dell'apparenza, dell'apparire a tutti i costi. L’idolo dell’apparire è una sorta di dio Crono della nostra cultura che cresce i suoi figli con l'idea dell'apparire per esistere e poi se li mangia dopo averli illusi nel tritacarne delle apparenze, delle comparsate che contano, delle varie "isole" che promettono notorietà. La proposta del Maestro tocca invece il cuore dell'esistenza: vivere una vita che non è appariscente ma che, come seme nella terra, genera amore, apre percorsi di giustizia, invita alla solidarietà, lancia la sfida della preghiera, ossia del rinnovare la propria intimità con il Padre mettendo i nostri occhi nei suoi per continuare ad assomigliare a Lui nella pratica del nostro amore. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona  vita.

martedì 14 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Assomigliare al Padre


Mt 5,43-48

"Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti (...)".



Il credente, per Gesù, non è colui che obbedisce pedissequamente a un qualche precetto, segue con scrupolo delle direttive, aderisce assentendo a dei dogmi con la presunzione che tale adesione sia sufficiente per definire la sua identità. Il credente è colui che assomiglia al Padre praticando un amore simile al suo. Questo è quanto: per chi vuole seguire il Maestro non c'è altra via. E non stiamo a cavillare, a dire che è difficile, a fare dei distinguo, a tirare in ballo il Catechismo che dice ci può essere una guerra “giusta”, e patatì e patatà. Qui non c’e spazio per dei “dubia”: o fai del tuo "nemico" un fratello, oppure resti lontano a guardare senza capire l'Uomo della Croce.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 13 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Profeti di pace


Mt 5,38-42

"Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente"; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra( …)".



Questa è la giustizia del Regno di Dio, cioè la fedeltà totale al Regno. Non si tratta solamente del rifiuto di ogni forma di violenza (ossia il minimo sindacale per un credente), ma di andare oltre: rifiutare la risposta violenta non basta, occorre essere disponibili a donare la vita anche a chi ti vuol male, aprire percorsi di vita invece che seguire e perseguire strade di morte. Rifiutare la violenza non significa comunque restare silenziosi, come pecore al macello: la denuncia contro ogni forma di violenza deve levarsi alta, senza però cadere nel medesimo errore di chi la violenza la usa sistematicamente, sia essa fisica, che verbale che psicologica. Il discepolo non è un pacifista irenico: è un profeta ardente che nel nome del Dio della vita denuncia e annuncia allo stesso tempo. Il rifiuto del male è sempre accompagnato dall'annuncio di una via del bene, del buono, del bello, e per questo è disposto a donare anche la propria esistenza, come seme gettato nella nei solchi dell'umanità per generare un frutto di giustizia. In altre parole: cercando di vivere da figlio che assomiglia al Padre arrivo a poter dire a chi mi percuote che la grandezza del suo volermi male non potrà mai essere superiore al mio volergli bene, anche a costo della mia vita. Oggi più che mai il nostro paese ha bisogno di donne e uomini che credono a questo in risposta a chi camuffa la violenza dentro saluti fatti di “baci e abbracci”: saluti velenosi che uccidono parole e spezzano vite.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 10 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Amoris Laetitia


Mt 5,27-32

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (…)»”.


Credo sia opportuno lasciare la parola a papa Francesco (Al 304-305. Non ho messo le note per questione di spazio, ma ciascuno le può recuperare facilmente passando per il testo originale sul sito della Santa Sede):
304. È meschino soffermarsi a considerare solo se l’agire di una persona risponda o meno a una legge o a una norma generale, perché questo non basta a discernere e ad assicurare una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano. Prego caldamente che ricordiamo sempre ciò che insegna san Tommaso d’Aquino e che impariamo ad assimilarlo nel discernimento pastorale: « Sebbene nelle cose generali vi sia una certa necessità, quanto più si scende alle cose particolari, tanto più si trova indeterminazione. In campo pratico non è uguale per tutti la verità o norma pratica rispetto al particolare, ma soltanto rispetto a ciò che è generale; e anche presso quelli che accettano nei casi particolari una stessa norma pratica, questa non è ugualmente conosciuta da tutti. E tanto più aumenta l’indeterminazione quanto più si scende nel particolare ». È vero che le norme generali presentano un bene che non si deve mai disattendere né trascurare, ma nella loro formulazione non possono abbracciare assolutamente tutte le situazioni particolari. Nello stesso tempo occorre dire che, proprio per questa ragione, ciò che fa parte di un discernimento pratico davanti ad una situazione particolare non può essere elevato al livello di una norma. Questo non solo darebbe luogo a una casuistica insopportabile, ma metterebbe a rischio i valori che si devono custodire con speciale attenzione.
305. Pertanto, un Pastore non può sentirsi soddisfatto solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni “irregolari”, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone. È il caso dei cuori chiusi, che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa «per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite ». In questa medesima linea si è pronunciata la Commissione Teologica Internazionale: «La legge naturale non può dunque essere presentata come un insieme già costituito di regole che si impongono a priori al soggetto morale, ma è una fonte di ispirazione oggettiva per il suo processo, eminentemente personale, di presa di decisione ». A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa. Il discernimento deve aiutare a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti. Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che danno gloria a Dio. Ricordiamo che « un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteggiare importanti difficoltà ». La pastorale concreta dei ministri e delle comunità non può mancare di fare propria questa realtà.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 9 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Andare oltre


Mt 5,20-26

"Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli (“…).


Per gli scribi e i farisei la “giustizia”, “l’essere giusti” consisteva nella perfetta osservanza delle prescrizioni della Legge. Il “giusto” è colui che è fedele in toto all’osservanza della Legge. Quindi non serve porsi tante questioni e farsi tante domande: è tutto scritto, basta solamente mettere in pratica. Le risposte alle domande circa la pratica concreta da osservare sono di competenza dei “teologi ufficiali”, gli scribi, cui è affidato il compito di rendere chiaro quel che chiaro, agli occhi del popolo, non è. La preoccupazione, corretta in sé, deve essere quella di una fedeltà scrupolosa all’osservanza delle prescrizioni legali. Il Maestro va oltre, chiede di più. E lo fa non annientando quella esperienza spirituale, ma andando semplicemente oltre, dicendo che vi è una via nuova proposta da Dio agli uomini. La “giustizia” che, abbiamo visto, è sinonimo di fedeltà, di pratica fedele, viene ora inquadrata in un’altra categoria. Non è si è “giusti”, fedeli al progetto di Dio limitandosi ad osservare la Legge, ma lo si diventa cercando di assomigliare al Padre. Ecco perché Gesù continua con queste parole: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna”.

Non basta limitarsi a non togliere la vita (e già sarebbe tanto in questo momento), occorre imparare a donare, a comunicare vita come il Padre fa per ognuno dei suoi figli e delle sue figlie. Ecco perché il messaggio di Gesù apre le porte all’umanità intera. Non tutti sono in grado di osservare la “legge” per i più svariati motivi o perché, semplicemente, la vita non li mette in grado di farlo. A tutti però viene ora offerta l’opportunità di entrare nella logica del Regno di Dio, dove il criterio non è più l’osservanza ma l’assomiglianza, come figli amati che vogliono assomigliare al Padre. Ecco perché il Maestro lotta contro ogni forma di ipocrisia: “Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono”.

Quante delle nostre Eucaristie passerebbero questo esame? Quante delle nostre “belle” celebrazioni sarebbero promosse davanti a queste parole?

In concreto, questo è quanto Gesù propone ai suoi, a quelli che vogliono seguirlo in questa nuova via di giustizia.

È una proposta… non un’imposizione.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 8 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Osare le Beatitudini


Mt 5,17-19

"Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli".


Gesù parla in questo modo subito dopo aver proclamato le Beatitudini e a queste bisogna far riferimento per intendere rettamente quanto vuol dire. In un certo senso è una dedica a tutti i nostalgici di "ordine e disciplina", ai cultori dello “Iota Unum”, a tutti coloro che identificano il Dio di Gesù nel Dio legislatore che dai suoi fedeli pretende obbedienza cieca e assoluta, pena la dannazione eterna. "Legge e Profeti" sono compresi e superati dalla proposta che Gesù fa nelle Beatitudini. I "precetti minimi" cui fa riferimento, infatti, son proprio le beatitudini e niente altro. Chi volesse intendere che Gesù faccia riferimento alle minuziose prescrizioni della Legge è completamente fuori strada. L'ostinazione di chi ancora oggi continua a credere in una visione conciliante tra la legge antica e quella proposta da Gesù non è nella linea proposta da Gesù. Per certi aspetti, anche il Decalogo viene “compiuto”: davanti alle Beatitudini le Dieci Parole il cedono il passo. Perché allora continuiamo a proporre "esami di coscienza" fondati sul Decalogo? Noi continuiamo a far esplorare minuziosamente le coscienze, con precisione chirurgica, mentre le Beatitudini invitano ad assumere uno stile di vita ben diverso. Uno stile in cui da "fedeli" si è invitati a diventare "figli"; dove lo stile di vita non è più orientato all'obbedienza, ma all'assomiglianza all'amore del Padre. Eppure Gesù ha pagato con la vita la sua proposta! Mah...

Un abbraccio e buona vita a tutte e a tutti.

martedì 7 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Sale e luce


Mt 5, 13-16

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente (…)".


Il Maestro ricorda ai suoi che sono sale, sono luce…

Come esserlo dunque nel nostro tempo dove tutto appare spesso senza sapore o mascherato da "additivi" che danno sapori falsi? In quale modo Dio, o quel che chiamiamo Dio, si presenta come sale e luce e ci invita a condividere questo suo modo di essere?

Non trovo parole migliori di quelle lasciateci da Dietrich Bonhoeffer:
"Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro (…) Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”; dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”. Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente e incomparabile. Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato”. Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima. Lì egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del suo amore, della sua vicinanza e della sua grazia".

Sale e luce con Lui e come Lui.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 6 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Maria, Madre della Chiesa


Gv 19,25-34

"(…) E, chinato il capo, consegnò lo spirito (…)".


Gesù non muore senza uno scopo, ma per offrire una via di salvezza all'umanità. L'amore estremo che l'ha portato al dono totale di sé trasforma "colui che è maledetto" in datore di vita, come il Padre. Lo Spirito ricevuto dal Padre ora viene condiviso e donato con ognuna e ognuno di noi.
Annunciato a Cana di Galilea nella figura del vino nuovo, viene offerto ora all'intera umanità.
È questo Spirito, consegnato da Gesù, che porta a compimento il processo della creazione, offrendo a tutti la stessa capacità di amare di Gesù. Una capacità che aprirà le porte alla nuova umanità, il popolo della nuova alleanza. Questa è la salvezza: la possibilità di portare a pienezza la creazione dell'uomo, ossia renderlo capace di amare con e come Dio, diventando datore di vita.

Ecco dunque il compito della comunità: farsi "corriere", "trasportatrice" di questo Spirito di vita. Non siamo conservatori di musei, ma donne e uomini capaci di soffiare dentro la storia lo Spirito del Creatore, per portare alla piena umanizzazione l'umanità. E quanto più saremo umani tanto più agiremo divinamente. Esattamente come Maria, che ci ha mostrato come essere grembi generatori di novità nella storia.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 3 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Seguimi!


Gv 21,15-19

"(…) Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro? (…)".


Questa la domanda che il Maestro pone a Simone prima di invitarlo alla sequela (e siamo alla fine del vangelo di Giovanni! A differenza dei Sinottici l’invito alla sequela è alla fine… non è un caso…). Personalmente credo sia l'unica domanda che mi porrà quando ci incontreremo faccia a faccia. Non mi chiederà quanti libri ho letto, quante Messe ho celebrato, quanti Battesimi ho amministrato. Non mi chiederà nemmeno quante lauree ho collezionato, che incarichi ho ricoperto. Non vorrà sapere da me se ho fatto la "sentinella" in nome di chissà cosa. Non mi chiederà se ho rispettato alla lettera le rubriche del Messale o se ho condiviso l’Eucaristia con un divorziato/a risposato/a. Non mi chiederà se sono stato ubbidiente e rispettoso verso i miei superiori maggiori (avete mai incontrato voi un superiore minore?). Mi chiederà solamente se sono stato capace di amarLo, come Lui ha amato me. Mi chiederà di vedere se tra i miei indumenti indosso un grembiule. Mi chiederà di ricordarmi tutte le volte che in un certo qual modo ci eravamo già incontrati, mentre Lui stava chino su qualcuno e se per caso io ho tirato dritto. Mi chiederà, in fondo, se sono stato capace di amare, solamente questo e nulla più. Solo allora potrà dirmi di nuovo: "Seguimi".

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

 

mercoledì 1 giugno 2022

Buongiorno mondo!

Servi della "Verità"


Gv 17,11b-19

"(…) Consacrali nella verità. La tua parola è verità (…)".



Queste parole ci riportano a quanto ho già scritto a proposito della verità. "La tua parola è verità", è quella parola che si è fatta carne, che si è fatta uno di noi, è il Maestro stesso. Consacrati nella verità significa essere condotti a vivere la vita di figli nel Figlio, adottare il suo stile di vita, essere innestati in quella vigna che offre il frutto della vita a chiunque. Non è una verità statica, ma dinamica, una verità che dal centro (il Memoriale della sua vita e del suo modo di vivere) ci spedisce nella periferia del mondo che incontriamo ogni giorno, fatto di persone concrete, che sono quello che sono e non quello che noi vorremmo che fossero. Se di lotta si tratta, la lotta per la verità non è quella delle campagne pro o contro, non è la lotta che distorce la preghiera elevandola contro qualcuno, non è la lotta di sentinelle che si ergono a bastioni in difesa di chissà quali valori non negoziabili, non è la lotta di chi usa la croce per farci un quotidiano, non è la lotta di chi pensa di misurare la gloria data a Dio con la lunghezza dello strascico dell'abito cardinalizio, non è la lotta di chi si rinchiude nella nostalgia dei "bei tempi della cristianità quando tutto girava intorno alla Chiesa": è la lotta di chi sa che la posizione più autentica del discepolo è chinarsi sui piedi dell'umanità piegata e piagata. La verità nasce dal farsi pane con e come Colui che è Pane di vita. Se abbiamo motivo di orgoglio nell'essere consacrati nella verità, ebbene la verità del servizio è l'unica fonte di tale “orgoglio”!

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.