lunedì 31 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Popolo della Senape



Mt 13,31-35


In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami» (…).



È la parabola del "popolo della senape", di tutte e tutti coloro che vivono la quotidianità come "il Topos", il Luogo (che nel Vangelo di Giovanni indica sempre il Tempio) dove Dio si manifesta e si accosta a noi nella realizzazione del suo progetto. Non siamo "cedri del Libano", maestosi, svettanti su tutto e su tutti. 

Siamo piccoli arbusti di senape in mezzo agli altri ortaggi dell'orto che si fanno compagni di strada per questa umanità chiamata ad umanizzarsi giorno dopo giorno. 

Non siamo "il milione" che urla in piazza, ma piccoli semi che danno a tutti la possibilità di trovare uno spazio in cui "fare il nido". Siamo insignificanti agli occhi dei più, ma ci sentiamo figli di quel Mistero Assoluto d'amore che il Figlio ci ha rivelato. Siamo sempre meno, ma non ci curiamo dei numeri perché non ci interessa “contarci” quanto contare ed esserci per l'uomo di oggi. 

Non ci interessa la propaganda, preferiamo la testimonianza evangelica. Non compriamo pane per fare elemosina, scegliamo di condividere ciò che siamo, facendoci pane giorno dopo giorno. Ecco ciò a cui il Maestro ci chiama, ecco ciò che vogliamo essere e vivere come "popolo della senape". 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

giovedì 27 luglio 2023

Buongiorno mondo!

 Uno sguardo “altro”


Mt 13,10-17


(…) Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».



Gesù sta spiegando ai suoi perché si serve delle parabole per parlare del Regno. 

Per coloro che hanno il cuore libero, senza pregiudizio alcuno, le parabole indirizzano verso il nuovo orizzonte del Regno, verso la sua beatitudine. Quel "vedere e sentire" che rende beati non ha nulla a che vedere con visioni o apparizioni o altre cose di tal fatta. Chi accoglie il Regno entra in un nuovo modo di vedere e sentire la vita: è il dono di vedere e di sentire proprio di Colui che è Presenza. 

Accogliendo il Regno e la sua logica impariamo a vedere la vita, la storia, le persone stesse con gli occhi del Signore della vita. Impariamo a sentire il mondo, il grido di sofferenza che da esso sale così come lo sente Lui. In questo modo impariamo a fare della vita un dono, così come Colui che comunica continuamente vita a tutte e a tutti. Il credente è un uomo nuovo perché vede e sente in modo nuovo. Plasmati dalla forza dello Spirito e immersi nella profondità della Parola, il nostro essere nel mondo diventa ogni giorno un "esser-ci per", così come Gesù ha fatto, rivelandoci il Volto della Presenza, di Colui-che-è-per-noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 26 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Seminatori di vita


Mt 13,1-9


Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».



Vorrei sottolineare questo: il"seminatore" non fa alcuna discriminazione nel gettare con abbondanza il seme, cioè la Parola. Tutti, nessuno escluso, possono avere accesso a questa, a tutte e tutti è indirizzata perché "Dio non fa preferenze di persone". Questo per ricordare a tutte e tutti noi che non ci sono condizioni specifiche per l'accesso alla sua Parola: tutti possiamo bere a questo pozzo senza fondo e nessuna autorità può limitare l'accesso al pozzo. A me pare che vi siano in circolazione troppi guardiani zelanti che spesso e volentieri obbligano a passare attraverso certi "tornelli" per arrivare al "pozzo" (e naturalmente il passaggio al tornello comporta un certo prezzo!). 

In secondo luogo mi piace ricordare come il Maestro invita a fonderci con questa Parola gratuitamente distribuita. Non è più una legge esterna, un codice di comportamento, una norma procedurale che in-forma (da forma) il mio essere e il mio agire, ma un parola interiorizzata a tal punto da fare di me una parola di carne ("E il Verbo si fece carne...). Se è vero che al nostro tempo abbiamo bisogno di ritornare ad essere uomini di parola, è anche vero che il Padre ci offre di diventare uomini e donne della Parola, creatori di parole di vita in mezzo alla cacofonia di morte nella quale siamo immersi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 25 luglio 2023

Buongiorno mondo!

San Giacomo


Mt 20,20-28


(…) Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».



L'alternativa del Regno proposta da Gesù è netta e chiara: ai classici rapporti di forza Gesù sostituisce il servizio. 

Colei o colui che accetta la proposta del Regno pone davanti a sé il modello del Figlio che si fa servo fino al dono totale di sé. Non si è chiamati a dare qualcosa, ma ad offrire se stessi, chinandosi sui propri fratelli e sorelle ogni giorno per lavare loro i piedi. 

In altre parole, la comunità dei discepoli di Gesù è una sorta di "scuola del servizio" dove si apprende ogni giorno non a fare carriera, non a coltivare il proprio orticello di potere personale, ma a offrire se stessi perché sorelle e fratelli abbiano vita e vita in pienezza. Il servizio diviene pertanto il criterio di autenticità delle nostre eucaristie, chiamate così a superare la tentazione del rito standardizzato e celebrato per abitudine o, peggio, per precetto, per entrare nella logica dei segni evangelici che parlano e plasmano il cuore di ciascuno. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 24 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Essere segni


Mt 12,38-42


In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».

Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. (…)



Conosciamo quale sarà l'unico segno che il Maestro lascerà: quello di Giona, nell'interpretazione che ne dà Gesù stesso. I farisei e i teologi ufficiali non riuscivano a far rientrare Gesù in nessuno dei loro schemi religiosi, quindi chiedono lumi o "segni" per poter verificare che quanto dice e fa Gesù sia ortodosso, rientri nella linea ufficiale. 

L'unico segno che il Maestro offre è la sua stessa vita, il suo stile di vita, che è talmente scandaloso che ancora oggi fatichiamo ad accettarlo: non è possibile vivere senza una regola ben precisa, nella libertà che proviene dal dono e dall'amore! 

Per comprendere il senso della risposta di Gesù ci viene in aiuto D. Bonhoeffer, quando scrive che: "Essere cristiano non significa essere religioso in un determinato modo... ma significa essere uomo" (da Resistenza e Resa). Gesù è IL segno che il Padre ci ha dato per imparare a vivere e a umanizzarci. La missione che Gesù affida ai suoi è quella di essere a loro volta segni di tutto questo. Allora, non andiamo a mendicare lo straordinario, il sensazionale, il miracolo e l'apparizione a tutti i costi. Abbiamo già tutto quanto ci serve: basta solo fidarsi e affidarsi al Maestro. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 20 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Gesù, il respiro di Dio



Mt 11,28-30


"In quel tempo, Gesù disse:

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».



Parole troppo sovente applicate alle varie situazioni personali di stanchezza, di depressione, di cose che non vanno come dovrebbero, di situazioni pesanti, ecc... Allora, ecco le parole degli "amici di Giobbe" sempre presenti per "confortare" (han fatto più danni i tre amici di Giobbe che non le disgrazie che gli erano capitate, già..., le persone "pie"... se li conosci li eviti): vai da Gesù, e lascia fare a Lui. Ma questo non è il discorso di Gesù. 

Qui il Maestro parla a tutte e tutti coloro che vivevano stanchi e oppressi per via del carico di una legge insostenibile, impossibile da osservare: dottrine, imposizioni, prescrizioni, obblighi, divieti... persone che sono costrette a subire l'umiliazione di sentirsi sempre in debito col Signore. A questi Gesù dice: "Venite a me e io vi darò ristoro". Il verbo usato indica il rifiatare, il prendere fiato. Ecco, a tutte e tutti costoro Gesù è come se dicesse: "Io sarò il vostro respiro, sarò per voi aria nuova e fresca". È come se dicesse: "Accogliete me e sarete in grado di nuovo di respirare a pieni polmoni. Perché il mio giogo non è quello della Legge ma delle Beatitudini, è per la felicità, non per la pena". 

Imparare da Lui che è "mite e umile di cuore" si comprende solo alla luce delle Beatitudini. L'invito non è tanto a rivestirsi di quella falsa umiltà che spesso fa esclamare: "Sono umile e me ne vanto!". L'invito è a lavorare per la piena felicità dell'uomo, situandosi, come Gesù, a livello di coloro che nella storia sono oppressi e umiliati. Quindi l'umiltà non è una virtù che conquistiamo da noi stessi, ma una qualità di vita che ci viene ogni volta che facciamo nostre le scelte del Maestro orientando la nostra vita al servizio degli altri, soprattutto gli umiliati della storia. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 19 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Popolo della senape in cammino



Mt 11,25-27


In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.

Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».



Mentre i pochi autentici cristiani cattolici-apostolici-romani rimasti in circolazione si scagliano contro papa Francesco per il suo uso smodato di misericordia, noi, esclusi dal novero di costoro perché siamo "confusi", apostati ed eretici, accogliamo con gioia la parola del Maestro che Francesco sa così ben far brillare in mezzo a noi. 

"Queste cose" sono le Beatitudini, la nuova proposta del Regno di Dio che si manifesta in Gesù e in tutte e tutti coloro che nella vita accettano di farsi piccoli e porsi dalla parte dei piccoli della storia, quelli che agli occhi dei più non contano nulla, quelli che sono in fuga da guerre e orrori vari, quelli che nessuno vorrebbe accanto a casa, quelli che "si potrebbe evitare di far vedere certe immagini". Francesco ci ha ricordato spesso, con parole diverse, che non è la religione a salvarci e unire l'umanità, ma l'esperienza della fede e della fede in Gesù risorto e liberatore. Non abbiamo bisogno di sedicenti "sapienti e intelligenti" che sembrano saperne una più del papa, non abbiamo bisogno di "guardiani della religione" che si ergono a giudici. Non abbiamo bisogno nemmeno di coloro che si accodano per far sentire i loro lamentosi cori di "profeti di sventura", pronti a inginocchiarsi per chiedere perdono alla Maestà divina, ma incapaci di inginocchiarsi davanti al dolore e alla sofferenza di una sorella o un fratello. Non abbiamo nemmeno bisogno di "sacerdoti sdegnati" che fanno dell'Eucaristia un rito a lode e gloria della loro sete di potere mascherata da una falsa pietà che si avvolge su se stessa e non degna di uno sguardo il ferito al bordo della strada. Abbiamo il Maestro che ci offre le Beatitudini: questo ci basta e ci spinge a farci compagne e compagni di viaggio come popolo della senape nella costruzione del Regno. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 18 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Ahimè


Mt 11,20-24


In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:

«Ahimè, Corazìn! Ahimè, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.

E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».




Oggi la pagina evangelica ci mostra il Maestro che esterna la sua amarezza nei confronti di tutte quelle "città" (Corazin, Cafarnao, Betsaida ecc...) che non hanno saputo accogliere la proposta del Vangelo. 

Si parla di "città" e non di villaggi perché la città è il luogo dove è presente la sinagoga, il luogo della religione istituzionale, il luogo che avrebbe dovuto aprire spazi alla presenza e all'azione liberatrice di Dio ma che, di fatto, ha impedito tutto ciò. In questa pagina Gesù chiude con l'ufficialità della religione e apre a tutti lo spazio della fede. 
Forse qualche "ahimè” tra quelli pronunciati da Gesù potrebbero arrivare anche dalle nostre parti ogni volta che impediamo l'azione liberatrice e risanatrice di Dio perché "non fa parte dei nostri schemi". Ci siamo talmente convinti che Dio debba essere come noi lo pensiamo che anche se Lui si manifestasse direttamente saremmo capaci di dirgli: "Per favore, torna a cambiarti e presentati a noi come si deve!". Come i contemporanei di Gesù chiediamo a Dio di adattarsi ai nostri schemi. Francesco, il nostro papa, ci sta chiedendo di non aver paura del cambiamento. Come sempre, a noi la scelta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 17 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Trasparenza di Dio



Mt 10,34-11,1


”… Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato…”.


Con queste parole il Maestro chiarisce che da ora in avanti il messaggio passa attraverso la fragilità della carne dell'umanità. Quale messaggio? Il fatto che Dio è amore e vuole offrire a tutti e a ciascuno la possibilità di entrare in questo fiume d'amore e di vita fino a diventare come Lui. Il suo volto passa attraverso il volto di Gesù e quindi dal volto di tutti coloro che scelgono di seguire la strada delle Beatitudini come lo stile di vita di Dio stesso. Non ci viene chiesto altro se non di essere trasparenza della presenza di un Dio che ama tanto l'umanità da farsi uno con lei perché essa possa farsi una con Lui. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 14 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Libertà e trasparenza



Mt 10,16-23

"...io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe…”. 



Prudenza e semplicità, ecco cosa chiede Gesù ai suoi. È vero che annuncia loro persecuzione, ma siamo chiari: Gesù chiede di essere disposti a donare la vita, questo sì, ma non di cercare la morte "ad majorem Dei gloriam", a tutti i costi. I discepoli, e in questo ci differenziamo da altri, non sono dei kamikaze. Siamo donne e uomini che propongono, senza imporre, la via del Vangelo, con quella prudenza e trasparenza che hanno caratterizzato la vita del Maestro (Gesù stesso non si è fatto facilmente catturare, malgrado le occasioni non siano mancate ai suoi nemici, e a volte ci sono arrivati davvero vicino). Viviamo immersi in una cultura dove pare che la verità sia prerogativa di chi grida di più, di chi si impone, di chi si fa sentire. A volte mi chiedo quale sia la differenza tra un muezzin che urla dal minareto e alcuni modi di proclamare le verità del vangelo (anche se mi viene pure qui il dubbio di individuare quale sia il vangelo in questione perché a volte proprio non mi ci ritrovo, almeno in quello che conosco io). Prudenza e trasparenza: la testimonianza della vita sulle orme del Maestro parla più di molte parole urlate al vento. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 13 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Donne uomini del “gratis”


Mt 10,7-15


“«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date…”


Inviando i suoi in missione Gesù chiede alle discepole e ai discepoli di operare attivamente per la felicità e il benessere delle persone che incontreranno, perché è questo che il Padre vuole. Dio non è nemico della felicità dell'uomo, anzi, in Gesù diventa finalmente chiaro che il Padre lavora continuamente perché questo avvenga. Ma la cosa più importante è che tutto avvenga nella gratuità più assoluta: non c'è bisogno di alcuna appartenenza per ricevere compassione e misericordia (che se accolte a loro volta trasformeranno la persona per farla entrare nel circolo della gratuità). Non occorre esibire tessere, mostrare certificati o altro: in Gesù Dio ha smesso di seguire le vie dell'istituzione in maniera esclusiva. Non è più possibile ingabbiarlo nei nostri piccoli schemi mentali o rinchiuderlo nei nostri templi e lì lasciarcelo solo per i momenti sacri a lui particolarmente dedicati (il resto sono solo affari nostri). La gratuità è come una macchia d'olio: puoi affannarti a circoscriverla ma, lentamente, essa s'allarga sempre più. Così vive il popolo della senape: nella gratuità si prende cura dell'altro per gioire con l'Altro. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 12 luglio 2023

Buongiorno mondo!

L’obbedienza non è più una virtù



Mt 10,1-7

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.

Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».




"...strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino". Matteo, a causa della sensibilità dei suoi lettori/ascoltatori (cristiani di origini giudaiche) evita di nominare Dio. Per questo, nel suo Vangelo, parla di "regno dei cieli", intendendo con tale espressione "regno di Dio". Questo ci aiuta a evitare, nella comprensione del messaggio di Gesù, quei voli pindarici che fanno arrivare al paradiso. Quando Gesù parla di Regno di Dio intende una realtà che è già presente qui e ora e non vuole proporre un messaggio che rischierebbe (e di fatto spesso lo è diventato) di diventare alienante: "Fratello, tranquillo. Se soffri di qua è perché godrai di là!". Niente di tutto ciò. Per una migliore comprensione dell'espressione, si potrebbe rendere la traduzione in questo modo: "strada facendo, annunciate che Dio stesso vuole essere re del suo popolo, vuole occuparsi del suo popolo". Gesù sta parlando a un popolo che ha vissuto il meglio ma soprattutto il peggio dell'esperienza della monarchia, quindi questo era l'unico modo per farsi capire. 

Allora, cosa significa, nella proposta di Gesù, che Dio regna? Gesù annuncia che d'ora in avanti Dio non regna più sul popolo mediante la comunicazione di leggi e comandi, ma comunicando il suo amore totale e gratuito a tutti indistintamente. Il credente quindi non è colui che obbedisce a delle leggi emanate da un Dio che vuole dei servi, ma il credente è colui che assomiglia al Padre praticando un amore simile al Suo. Ecco il significato dell'espressione: "il regno dei cieli è vicino". In Gesù, il Padre offre a tutti l'accesso al suo amore perché cercando di assomigliare a Lui tra gli uomini nascano relazioni di tipo fraterno e comunità di credenti in cui il criterio della fede è determinato non tanto dall'adesione razionale a dogmi o verità, ma dalla cura e dall'attenzione riservate all'altro, come espressione dell'adesione all'Altro. 

Ricordiamoci: non saremo giudicati per ciò in cui abbiamo creduto, ma per come abbiamo vissuto. Il criterio dell'obbedienza servile in Gesù cede il passo al criterio della somiglianza filiale. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 11 luglio 2023

Buongiorno mondo!

S. Benedetto, padre del monachesimo occidentale



Mt 19,27-29

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».




A Pietro che chiede cosa riceverà in cambio della scelta di seguire il Maestro (sempre molto disinteressati i primi compagni di Gesù....) egli risponde con queste parole: "Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna". 

Il Signore non si lascia battere da nessuno in generosità. Basta lasciare il poco che siamo e abbiamo nelle sue mani, che subito l'abbondanza della sua misericordia copre le nostre manchevolezze. A coloro che mettono a servizio dell'umanità la propria capacità di amare, questa non verrà mai meno, anzi, più ami, e più il Padre potenzia e aumenta questa tua capacità. 

Con Dio non si gioca mai in perdita. Solo le persone con il "braccino corto", cioè con il cuore piccolo faticano a comprendere, accettare e vivere questa logica. Mentre chi vive in maniera disinteressata per il Regno non deve temere di restare "a secco": ci pensa il Padre a colmarci di tutto ciò di cui necessitiamo per vivere. Vivere tutto questo ci fa assaporare nella sua totalità uno dei doni più belli che vivificano la nostra esistenza: la libertà. 

Ciò che agli occhi dei più sembra solo una perdita, per noi è una grande ricchezza: con il Padre non diventiamo mai padroni, ma ci sentiamo sempre signori. Il padrone infatti è colui che ha e trattiene per sé. Il signore è colui che dà e generosamente condivide. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 10 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Mani divine



Mt 9,18-26


In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.

Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.

Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.



L'umanità di Gesù ci rivela la grandezza dell'amore del Padre che non vuole che i suoi figli soffrano. 

La mano di Gesù rivela la "destra" del Signore che compie meraviglie non più dando morte, ma comunicando vita. Quella "destra" tante volte cantata da Israele, quella "destra" capace di sterminare gli egiziani così come gli israeliti incapaci di fidarsi di Dio, in Gesù diviene ora sorgente di vita. 

È la rivelazione del volto di un Dio che si manifesta come Padre misericordioso, e non come l'Onnipotente "terribile in battaglia". Gesù propone un cambiamento radicale nella nostra visione di Dio e ci propone di abbandonare quelle immagini distorte che abbiamo creato troppo spesso per soddisfare i nostri deliri di onnipotenza. 

Non esiste un Dio da servire: esiste un Padre da amare e da cui lasciarsi amare. Un Padre che ci invita a diventare "mani" che sorreggono, che curano, che guariscono, che comunicano vita, che abbracciano senza escludere nessuno, che condividono e che insieme si intrecciano nella costruzione del suo Regno. 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

venerdì 7 luglio 2023

Buongiorno mondo!

La libertà del Regno



Mt 9,9-13


In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».


Con l'invito a Matteo a seguirlo, il Maestro rende più chiara la sua posizione di fronte a tutti coloro che avevano rinchiuso Dio nel recinto della legge. È pericoloso associare Dio all'osservanza di un codice di leggi, perché questo porta inevitabilmente a farci assumere il ruolo di guardiani delle coscienze, guardiani che indicano percorsi di obbedienza che spesso servono a mascherare la tentazione del dominio sull'altro. L'annuncio liberatorio di Gesù apre la strada alla logica del Regno, dove Dio non "comanda" attraverso delle leggi, ma offrendo il suo amore, e chiedendo a ciascuno di accoglierlo e condividerlo. Solo così si può trasmettere il vero volto del Padre. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 6 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Lasciarsi provocare da Gesù


Mt 9,1-8


In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».

Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.

Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.



Nella cultura religiosa in cui Gesù ha vissuto, la malattia era considerata sempre "legata" in qualche modo al peccato.

"Non insistere, sorella, fratello, se sei messo così, vuol dire che hai combinato qualcosa che ha offeso e fatto arrabbiare l'Onnipotente, benedetto il Suo nome santo": queste erano le parole che più o meno avremmo potuto sentire quel giorno ( ma succede anche oggi, e non di rado!). Da una visione distorta di Dio, una visione distorta dell'uomo. 

Questo modo di considerare Dio alla stregua di "giustiziere" sempre pronto a punire, castigare, distruggere, diabolicamente attento alle nostre più piccole trasgressioni per coglierci in fallo non fa parte della proposta di Gesù. Siamo liberi di considerare Dio come vogliamo (e di fatto lo facciamo), ma se ci mettiamo alla sequela del Maestro, allora dobbiamo essere disposti a mettere in crisi tutte le immagini di Dio che ci siamo fatti e disporci all'incontro con un Padre. 

Gesù soffia dentro la storia la novità del perdono in maniera nuova. Sarebbe anacronistico leggere questi testi alla luce della nostra teologia sul perdono sacramentale. Per Gesù liberare qualcuno dal peccato era liberarlo dalla sofferenza più lancinante, la sofferenza dell'umiliato perché giudicato un indesiderabile e un maledetto da Dio. Da questo punto di vista, nelle nostre comunità abbiamo ancora parecchia strada da fare, visto che abbiamo ridotto il perdono a un semplice affare privato. Anzi, spesso e volentieri dopo aver ricevuto il perdono ci rivestiamo della veste di giudici e ricominciamo a escludere, a giudicare, a emarginare "in nome di Dio, che benedetto sia il Suo Nome". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 5 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Maiali volanti


Mt 8,28-34


In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».

A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.

I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.



In effetti è una bella domanda e la si potrebbe rigirare e tenere per noi oggi: "Cosa abbiamo in comune con Gesù?". Questione che occorre porsi ogni giorno per evitare la tentazione di impadronirci del Maestro e utilizzarlo per i nostri propri fini personali. Qualcuno, "amichevolmente", mi ha definito come il "teologo del pressapoco“ : non sono un teologo di professione (grazie a Dio!), ma conosco da più di trent’anni la fatica quotidiana dello studio del testo evangelico. È una fatica che richiede umiltà, davanti al testo, ricerca appassionata, rifiuto della mentalità del "tanto lo conosco, tanto so già quel che dice". Una ricerca dettata dal desiderio di arrivare il più vicino possibile alla Parola del Maestro per poterla condividere con sorelle e fratelli in cammino come me sulle strade del Vangelo e nella costruzione del Regno di Dio (e non mi metto a specificare qui cosa sia il Regno...di sicuro non è luogo di crociate!). Per questo fatico a sopportare i saccenti di turno che senza mai aver letto qualcosa di serio (DI SERIO!!!!!!!!) si mettono a sproloquiare a destra e a manca su quanto Gesù ha detto o fatto, confondendo pareri personali (alquanto sgangherati, a volte ricchi di ipocrisia e spesso ridicoli) e riducendo alla propria la "ipsissima vox Jesu"  (che è praticamente impossibile identificare…). Ecco perché ritengo vitale che ogni giorno ci si chieda: "Che vuoi da noi, Figlio di Dio?". In caso contrario, la rupe è lì, davanti a noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 4 luglio 2023

Buongiorno mondo!

Fede nella paura o paura nella fede?


Mt 8,23-27


In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.

Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».



"Perché avete paura, uomini di poca fede?". Di fronte alla tempesta che sballotta la piccola imbarcazione, i discepoli hanno paura. Come noi, spesso, quando la vita ci afferra con rudezza e di sbatacchia di qua e di là; come noi quando perdiamo gli abituali punti di riferimento, le cose o le persone a cui ci siamo sempre aggrappati. Come noi, che entriamo in panico quando la potenza liberante della parola evangelica sconvolge le acque chete e tranquille delle nostre fedi un po' pantofolaie e ci sbatte in mezzo alle tempeste della vita senza troppi riguardi. Da questa paura emerge la pochezza della fede, l'incapacità di fidarsi e affidarsi al Maestro che, con il suo sonno tranquillo, ci offre un'ulteriore lezione: siamo nelle mani del Padre, perché temere? Siamo nelle mani di Colui che si prende cura di noi, non ci fa mancare nulla, ci avvolge nella sua misericordia in ogni istante: "Perché avete paura, uomini di poca fede?". 

Qua e là sento sempre più alte le voci dei "profeti di sventura" che urlano la loro paura di perdere l'identità, la vita, il peso nella società, il "contare" tra gli altri; sono le urla di tutte e tutti coloro che rimangono tenacemente attaccati, come cozze allo scoglio, a un dio del passato e non sanno intravedere il volto del Padre nel presente: un Padre che invita a prendersi cura di tutte di tutti per sperimentare come Lui si prende cura di ciascuno. 

La barca della Chiesa è sballottata dalle onde? "Perché avete paura, uomini di poca fede?": forse è l'unico modo per buttare a mare tutto ciò che non serve e tornare all'autenticità della parola del Maestro e alla sua proposta alternativa del Regno, la nostra "casa comune". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita