lunedì 31 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Festa della Visitazione



Lc 1,39-56

"In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta (…)".





Ascoltando questa Parola e contemplando queste due donne straordinarie nella loro vita ordinaria (Luca è coraggioso, molto coraggioso e provocante nel mettere queste due donne all'inizio dell'avventura evangelica … e qualcosa vorrà pur dire, a noi virili patriarchi tutti dediti al "servizio divino" …) volgo lo sguardo alla nostra Chiesa, specialmente a quella italiana e mi dico: ma che paure abbiamo? Ma quali di blocchi mentali siamo prigionieri? Perché questo timore nel mettersi in cammino seriamente per ridare forza all'annuncio della gioia del Vangelo?

Io ho una sola risposta: perché il Vangelo l'abbiamo messo in soffitta e ci siamo installati nella comoda poltrona della religione. Siamo diventati dei pantofolai religiosi, installati sulle facili credenze che hanno anestetizzato la forza vitale e dirompente dell'annuncio evangelico.

E ciò che fa male al nostro sistema incartapecorito è che siano proprio due donne a dirci questo! Donne che, senza troppi patemi d'animo, abbiamo relegato con troppa facilità negli angoli bui delle nostre sacrestie a curare i fiori delle nostre "belle liturgie" e a tirare a lucido i banchi di chiese che oggi, grazie a Dio, restano sempre più vuoti perché raccogliamo ciò che abbiamo seminato e che ostinatamente continuiamo imperterriti a seminare.

Se non abbiamo il coraggio di alzarci (per dirla politically correct…) e di metterci in cammino seriamente, continueremo ad accontentarci di bere acqua creduta vino (questo è il potere della religione) e non sapremo mai gustare il vino forte e sempre nuovo del Vangelo.

Maria è donna coraggiosa, donna forte, donna non sottomessa ma docile allo Spirito divino che non è certo uno spirito anestetico. Mi immagino Maria seduta in mezzo all'Assemblea della Cei… a dire: "Ma siete ancora lì? Che fate ancora seduti?"

Inutile festeggiare la Visitazione restando seduti. O ci si mette in cammino o restiamo a fare teatro.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 28 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Al servizio del dio denaro


Mc 11,11-25

" (…) Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
"La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni"?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri»" (…).




Giungiamo alla fine del lungo viaggio e Gesù entra in Gerusalemme. Dopo l'entrata in città, la sera ne esce per andare a Betania. Ricordiamo che nel racconto dell'entrata Marco ci dice che il Maestro guarda con attenzione, "volge il suo sguardo intorno…", quasi a voler comprendere e imprimersi bene i particolari.

Il giorno dopo, il fattaccio: entra nel Tempio e… beh, sappiamo cosa ha fatto.
Il rimprovero è terribile: avete fatto della casa di Dio una caverna di ladri, un posto di banditi.
Già, un posto fatto per qualcuno, bandito per altri. Un posto fatto per chi coltiva potere e ricchezza sulle spalle di coloro che ne sono "banditi": una casa di banditi che bandiscono, mettono al bando chi non fa parte della casta dei privilegiati. Il tutto in nome di Dio.

Non servono molti commenti per dire che anche oggi nella Chiesa vivono realtà di tal fatta.

Ogni comunità che fa crescere al suo interno "cambiamonete e venditori di colombe" in nome di Dio è ben lontana dal Dio di Gesù.
Il denaro serve, non si serve perché non possiamo "servire due padroni" impunemente e, soprattutto, mettendo il tutto sotto il nome di Dio. A noi, come sempre, scegliere chi seguire.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 27 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Guardare di nuovo, guardare in "alto"


Mc 10,46-52

" (…) Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada".


Siamo giunti all'ultima guarigione che opera Gesù, che a prima vista (è proprio il caso!) riguarda un cieco, Timeo, ma di fatto in quel cieco vi è tutto il gruppo dei discepoli, i Dodici in particolare cui devono essere aperti gli occhi perché ancora "guardano ma non vedono…".

Timeo esprime la sua richiesta e Marco ce la riporta con il verbo greco "anablepo" (traslitteriamo alla buona, suvvia, non fate i precisini). Il verbo può essere tradotto come qui sopra con "vedere, guardare di nuovo", ma anche con "alzare lo sguardo, guardare in alto".

Marco strizza l'occhio (a ridaje!) al suo lettore e gli dice: Occhio! (ancora!) Bisogna imparare a guardare di nuovo! Certo con maggior attenzione, ma anche in maniera nuova. Se continui a tenere il tuo vecchio "occhiale", le tue lenti che deformano il Maestro, non sarai in grado di continuare a seguirlo. Ma soprattutto non potrai levare lo sguardo e guardarlo lassù, sulla Croce, il punto paradossalmente più alto del suo cammino.

Ecco, come i Dodici anche noi abbiamo bisogno che il Maestro guarisca i nostri occhi spenti e malati per poterlo guardare in maniera nuova ed essere così capaci di tenere lo sguardo fisso anche quando Lui sarà appeso lassù, come un maledetto. Un maledetto che per noi si fa fonte di misericordia per farci come e con Lui capaci di ridare uno sguardo nuovo all'umanità.

E tutto questo non una sola volta. No. Troppo facile, per noi maestri sublimi dello scontato e dell'ovvio. Tutto questo ogni giorno, ogni santo giorno.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 26 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Lo possiamo?

Mc 10,32-45

" (…) Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà» (…) ".


Marco ci porta ancora una volta dentro le dinamiche di quei Dodici "incoscienti" (nel senso letterale, senza coscienza, che non si rendono conto) che seguono il Maestro ma non riescono ancora a comprenderlo.
Il terzo annuncio di quanto accadrà a Gerusalemme avviene in un clima di timore, di sgomento, quasi a presagire quel che di lì a poco si abbatterà su tutti, in particolare sul Maestro.

Questa volta, ancora una volta dopo che Gesù ha parlato, sono in due a chiedere posti (e Marco quasi riesce a farci sentire i mugugni degli altri presi in contropiede…) e posti di potere.
Ancora non hanno compreso nulla. Il Maestro parla e loro continuano ad ascoltare esclusivamente quanto hanno in testa, la loro idea di Messia.
Alla fine, quando le cose si compiranno, accanto all'Uomo della Croce non si troveranno i due del "Lo possiamo", ma ben altri due.

Il Maestro cerca ancora di far comprendere che l'unico modo per diventare pienamente umani non sta nel potere ma nel servizio. Questa è la sua proposta, questa è la sua Via, pagata totalmente di persona e non fatta pagare ad altri. Chi vuol seguirlo deve essere disposto a rinunciare a qualsiasi forma di potere, anche e soprattutto a quello religioso. Gesù ci porge il volto di un Dio che si inginocchia davanti a noi come servo: un Dio non ci vuole in ginocchio davanti a Lui, ma in ginocchio con Lui e come Lui a servizio dell'umanità.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 25 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Lasciare per seguire


Mc 10,28-31

"In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito» (…)".




La reazione di Pietro e la risposta di Gesù sono poste a seguito dell'incontro di Gesù con quello abitualmente definito come "il giovane ricco".

Già poter dire come e con Pietro che noi abbiamo lasciato tutto sarebbe una cosa grande. Lo chiedo a me stesso: "È davvero così? Posso davvero dire di aver lasciato tutto?".

La risposta di Gesù illumina il futuro di tutte e tutti coloro che si fideranno della sua Parola: riceveranno il centuplo, iperbole per parlare di sovrabbondanza ( e d'altra parte non erano bastati che pochi pani e pesci per sfamare una folla?).

Il Maestro ci guida dentro la via del dono accolto e condiviso. Quanto meno mi faccio padrone, tanto più con Lui divento signore. Già, perché la differenza tra i due è ampia: padrone è colui che possiede e trattiene, signore è colui che condivide perché altri crescano. È il segno della nuova comunità del Regno, dove "nessuno è nel bisogno" ma ognuno riceve ciò di cui ha bisogno, come la descriverà Luca negli Atti.

Gesù non si scaglia contro la proprietà privata a priori, ma contro ogni proprietà che "priva" gli altri di vita e dignità, contro quel possesso sfrenato che è grembo fecondo di ingiustizia e violenza. Se la proprietà privata è privante e deprivante, beh, allora è tempo di rivedere le cose. È la via per non andarcene anche noi col volto triste, come il ricco.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 24 maggio 2021

Buongiorno mondo

Maria, Madre della Chiesa




Gv 19,25-34

"(…) E, chinato il capo, consegnò lo spirito (…)".


Gesù non muore senza uno scopo, ma per offrire una via di salvezza all'umanità. L'amore estremo che l'ha portato al dono totale di sé trasforma "colui che è maledetto" in datore di vita, come il Padre. Lo Spirito ricevuto dal Padre ora viene condiviso e donato con ognuna e ognuno di noi.

Annunciato a Cana di Galilea nella figura del vino nuovo, viene offerto ora all'intera umanità.

È questo Spirito, consegnato da Gesù, che porta a compimento il processo della creazione, offrendo a tutti la stessa capacità di amare di Gesù. Una capacità che aprirà le porte alla nuova umanità, il popolo della nuova alleanza. Questa è la salvezza: la possibilità di portare a pienezza la creazione dell'uomo, ossia renderlo capace di amare con e come Dio, diventando datore di vita.

Ecco dunque il compito della comunità: farsi "corriere", "trasportatrice" di questo Spirito di vita. Non siamo conservatori di musei, ma donne e uomini capaci di soffiare dentro la storia lo Spirito del Creatore, per portare alla piena umanizzazione l'umanità. E quanto più saremo umani tanto più agiremo divinamente. Esattamente come Maria, che ci ha mostrato come essere grembi generatori di novità nella storia.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 21 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Mi ami?

Gv 21,15-19

In quel tempo, quando [si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli» (…).


Forse uno dei testi più amati del Vangelo di Giovanni. La cosa che mi sconcerta, nel prosieguo del racconto, è il fatto che Gesù, continuando a dare fiducia a Pietro, arriva ad abbassarsi al suo livello: dal "Mi ami" al "mi vuoi bene", secondo la capacità di Pietro di comprendere e accogliere l'amore del Maestro.

E in tutto questo gli affida il compito che era il suo, il compito di Dio: essere pastore, pascolare il gregge, ossia l'umanità, come e con Lui (non mettiamo limiti: Gesù si rivolge a tutte e a tutti indistintamente: tutti fan parte del suo gregge (quanto meno la proposta è per tutti). Pascolare: assicurare la vita, comunicare vita a ognuna e ognuno.

La triplice domanda di Gesù se fa riferimento al triplice rinnegamento, allo stesso tempo è un percorso di guarigione che porta Pietro a cambiare, a convertire la sua immagine di Messia per accogliere quanto proposto dal Maestro. E Gesù non spinge sulle fragilità di Pietro, ma punta sulla sua effettiva capacità di amare.

È il percorso di guarigione che propone a ciascuna e ciascuno di noi. Un percorso che riparte sempre "daccapo", che inizia di nuovo ogni giorno per crescere in quell'amore che arriva al dono di sé totale.

Le parole che dovrebbero risuonare in ogni comunità sono proprio queste: parole che invitano a quell'amore che porta a comunicare vita e vita in abbondanza. Forse così "le chiese" potrebbero ritrovare vita e condividere con più entusiasmo un buon "pane" fresco e non gallette ammuffite e stantie.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 20 maggio 2021

Buongiorno mondo!

L'unità nella diversità




Gv 17,20-26

"Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato (…)".


Trovo molto bello che Giovanni ci racconti, a modo suo, la preghiera di Gesù. Gesù quando prega si guarda con il Padre e in questo sguardo mette anche ciascuno di noi che ci siamo fidati di quanto i suoi hanno trasmesso.
E qui prega perché osiamo accettare la sfida dell'unità, quell'unità che si compone e affonda le sue radici nel riconoscimento delle differenze. Il Maestro, nell'arco della sua vita, non ha mai lavorato per favorire l'omogeneità, bensì per l'unità.

Noi, oggi, al contrario, sembriamo più propensi a favorire l'omogeneità. Omogeneità che prende la direzione dell'identità, quell'identità che si erge come un muro davanti a chi non è "dei nostri", davanti a chi non fa parte delle nostre tradizioni.
Pensiamo a quanta diversità era presente nel gruppo dei Dodici, scelti dal Maestro, tra l'altro. Dodici che più diversi non si poteva e la lettura al maschile di quell'avventura ha dato uno spazio marginale alle donne che al margine non erano proprio.

Gesù prega perché impariamo ad essere uno con l'Uno in un'unità dove la convivialità delle differenze diventa tratto distintivo e motore di creatività.

Abbiamo ancora tanta strada da fare. Abbiamo ancora tante paure e pregiudizi da superare.
Abbiamo bisogno di quello Spirito che "soffia dove vuole" ed è capace di aprire strade nuove per chi si fida e accetta di respirare la sua aria. Se la pandemia ci ha insegnato quanto sia prezioso quell'ossigeno che troppe volte sprechiamo, il vangelo ci ricorda che abbiamo altrettanto bisogno di quel soffio divino a cui troppo spesso rifiutiamo l'ingresso nelle nostre comunità e nelle nostre vite.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 19 maggio 2021

Buongiorno mondo!

La verità dell'amore.


Gv 17,11b-19

" (…) Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità (…)".



Quante guerre, quante lotte, quanti scontri in nome della "verità"! Dietro questa parola spesso si nasconde una micidiale sete di potere. Il cammino della verità è spesso, purtroppo, un cammino segnato dal sangue.

La parola del Vangelo ci dice, senza troppi fronzoli, che la verità è la realtà di Dio manifestata in Gesù, che "passò facendo del bene a tutti": questa è l'unica verità che Lui ci ha consegnato. Per noi la "verità" è l'amore senza limiti di Dio, conosciuto per esperienza e non appreso sui libri. Questo amore non è altro che lo Spirito di Dio che ci viene comunicato.

Gesù chiede che i suoi siano "consacrati nella verità", cioè immersi nello Spirito, partecipi del soffio divino che fa scoprire la verità su Dio e sull'uomo, liberandoci da quelle false immagini divine che ci siamo costruiti e in nome delle quali abbiamo spesso oppresso, silenziato, escluso tante sorelle e fratelli.

Accogliere il dono dello Spirito significa diventare comunità, spazi, luoghi che comunicano la "sua Gloria", cioè il suo stesso amore. Spesso abbiamo ridotto la "Gloria di Dio" a concetti che ci siamo fabbricati per imporre la nostra verità. La sua Gloria non è altro che il suo amore senza limiti e gratuito che ci viene offerto affinché la Vita possa tornare ad essere l'unica verità che ci sta a cuore.

Per questo siamo "consacrati", cioè partecipiamo della vita stessa di Dio in Gesù: per essere portatori di Vita. Questa è la verità che offriamo: un amore accolto e condiviso.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 18 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Sì a Dio nel sì all'uomo


Gv 17,1-11a

"(…)Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. (…)".


Non possiamo conoscere Gesù e aderire alla sua proposta, assumendo il suo stile di vita, senza dare adesione all'uomo; il comandamento che egli lascia ai suoi, a noi, e le esigenze che ne scaturiscono si traducono nell'amore per gli altri. Le "opere" che Gesù compie non sono opere compiute per onorare Dio ma per aiutare l'uomo.

La certezza della fede, dunque, non si fonda su una testimonianza esterna, ma sull'esperienza di vita (lo Spirito) comunicata dalla pratica del messaggio di Gesù che crea comunione con lui e apre spazi di comunione e amore dentro la storia umana.

Tutto il capitolo 17 riecheggia dei temi già presentati nel prologo. In particolare in questi versetti emerge il tema di Gesù quale rivelatore del Padre: aderire a Lui è conoscere il Padre e il suo progetto della creazione, che si rivela essere un inno di amore per l'umanità.

Perché ancora facciamo così fatica ad intendere questo? Perché abbiamo trasformato troppo spesso in dottrina ciò che invece è esperienza di vita modellata sullo stile di Gesù? Perché ancora temiamo così tanto un Dio che vuol farci partecipi della sua stessa vita?

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 17 maggio 2021

Buongiorno mondo!

"Adesso credete?"


Gv 16,29-33

"Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me (…)".


Davanti all'esclamazione dei suoi Gesù mostra un certo scetticismo: "Adesso credete?". La fede autentica nasce dall'adesione dell'Uomo "levato in alto", nell'Uomo della croce che è manifestazione concreta e suprema dell'amore di Dio. Gesù crocifisso si trasforma così per il credente in quella Nuova Legge che gli insegna ad amare come Lui.

I discepoli mostrano di seguire Gesù come maestro eccezionale e, in un certo qual modo, si meravigliano del suo sapere. Ma Gesù insegna dalla croce, non con dottrine. Insegna ai suoi, a noi oggi, che l'amore fino all'estremo produce la fecondità della vita, che perdersi è trovarsi e realizzare in se stessi il progetto di Dio.

Se non apprendiamo questa lezione non possiamo dirci suoi discepoli.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

sabato 15 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Dal Padre al Padre




Gv 16,23b-28

"Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre".


Gesù riassume il suo itinerario: dal Padre fino al Padre.

"Uscire" dal Padre significa non solamente essere inviato da lui , ma essere la realizzazione piena del progetto che Dio aveva fin dal principio, cioè far partecipare l'umanità alla vita divina con il dono dello Spirito.

Il Padre non è un Dio geloso della propria divinità: vuole condividere la pienezza della vita che è in lui con ogni donna e ogni uomo. La "porta" di accesso a questo dono è la vita stessa di Gesù che, con la sua morte e risurrezione, ci fa dono dello Spirito, quello stesso Spirito che passa continuamente tra Lui e il Padre, attraverso uno scambio di Parola di vita capace di vincere qualsiasi forza di morte.

Questa "Parola", questo "soffio" che si scambiano continuamente il Padre e il Figlio è donato anche a ciascuno di noi nella misura in cui accogliamo il dono della vita di Gesù che, sulla Croce, mostra la "passione" del Padre per la vita dell'umanità per la quale desidera e offre "vita e vita in abbondanza".

L'amore di Dio, creatore di vita, è aiuto efficace per noi, ma esso non si impone da sé: si offre come dono che chiede solamente di essere accolto.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 13 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Occhi del cuore…




Gv 16,16-20

"In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete» (…)".


Purtroppo la traduzione non rende, ed è, effettivamente, difficile da rendere.

Giovanni usa due verbi che sono stati resi in un unico verbo in italiano: "Vedere". Ma se Giovanni usa due verbi … vedi un po'… forse qualche differenza c'è … Teoreo e Orao, scritti così, ex abrupto, senza stare a cavillare su accenti e spiriti aspri della lingua greca (non fate domande, fidatevi).

Theoreo, da cui viene l'italianissima Teoria, indica un modo di vedere le cose "ragionato": non è semplicemente un vedere visivo, ma un vedere che porta a raziocinio, un vedere "complesso", ragionato, insomma, un vedere che suscita riflessioni.

Orao va oltre: non è un "vedere" ma un percepire, un sapere che, anche in assenza fisica, tu ci sei: è la visione del cuore. Rendo l'idea?

Semplifichiamo a rischio di banalizzare: Theoreo (Vedo) che mia moglie si prepara a chiedermi di andare a fare la spesa. Ragionamento conseguente: oddio, il pomeriggio è andato.
Orao (vedo) che mia moglie mi ha preparato una buona cenetta: si prepara una serata… interessante.

Ecco la differenza, grosso modo e per non farla lunga: Theoreo: logica; Orao, relazione.

Quando Gesù parla in questo modo indica decisamente il passaggio da una visione fatta di ragionamento che si sforza di comprendere per possedere ("ho visto Gesù! Ossignur..."), a una relazione che cresce nella complicità e nell'amore vicendevole, nutrita dal dono e dal perdono ("Dove due o tre...", mi fido, aderisco alla sua proposta).

"Vederlo" a partire dalla nostra comprensione significa perderlo, a un certo punto.

"Vederlo" in una relazione affettiva e amicale significa superare la presenza fisica e percepire in ogni istante, come nel caso dell'amata/o, la sua presenza come preziosa e imperdibile: vitale.

Come sempre, a noi la scelta.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

P.S. Chiedo scusa se per esemplificare ho usato dei luoghi comuni, ma era il modo più breve per aiutare a comprendere.

mercoledì 12 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Il "peso" dello Spirito


Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».




I discepoli di Gesù non sono ancora in grado di comprendere il mistero di passione-morte-risurrezione cui lo stesso Gesù andrà incontro di lì a poco: è un "peso" che non sono in grado di reggere. Ma questo mistero di morte e risurrezione diventa il luogo in cui comincia a spirare lo Spirito che permette di afferrare "la verità", ossia la corretta comprensione della passione "smodata" di Gesù che rivela quella del Padre per l'umanità.

Questa è l'unica "verità" che ci sta a cuore, perché è la stessa che sta a cuore al Padre che l'ha affidata a sua volta a Gesù. Questa "verità" racchiude la passione per la Vita che il Padre vuole comunicare all'umanità intera. Non è una verità che schiaccia, non è una verità che mortifica, non è una verità che genera potere ma una verità di Vita che genera servizio e dono.

Solamente chi si mette in atteggiamento di accoglienza del dono dello Spirito può intendere e comprendere che le "molte cose" da dire non sono altro che il dono della sua vita: un dono che risponde col perdono alla violenza diviene simbolo delle tante violenze di cui siamo capaci.
Solo respirando questo Spirito possiamo diventare nuova umanità, secondo il disegno originale del Padre.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 11 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Canto alla Vita


Gv 16,5-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».



Non so quanto inchiostro è stato versato per commentare queste parole del vangelo secondo Giovanni. Siamo affetti dalla Sindrome Ucas (Ufficio Complicazioni Affari Semplici) e i commenti che si sprecano su queste parole, in particolare "peccato, giustizia, giudizio", non si contano. Sono la manna per radio e telepredicatori dell'ultima ora (inteso come "Convertitevi, la Madonna ce lo chiede, l'ira del Padre sta per manifestarsi …" e baggianate simili).

Gesù sta dicendo ai suoi, in parole povere: se respirate lo Spirito di Dio, l'ossigeno del Padre, allora siete pronti a condividere il suo progetto creatore. Altrimenti resterete invischiati nei vostri piccoli affari sporchi dove vi affannate a negare la vita altrui nell'illusione di garantire la vostra. La vita è, secondo il paradosso evangelico, un dono che va ridonato affinché cresca, aumenti, dia frutto di vita in maniera sovrabbondante. La Buona notizia, il felice Annuncio si declina così: quanto più comunichi vita, tanto più sei in comunione con Colui che fa spazio alla vita, che canta la vita.

Il peccato allora è questo: essere fuori dalla linea del Creatore che vuole che tutte e tutti vivano e nessuno sia ridotto a sopravvivere.

L'unico canto dei discepoli di Gesù è il canto della vita: il resto rischia di essere una cacofonia di voci che si impongono sugli altri credendo di cantare lodi al Creatore. C'è chi si illude di far parte del Coro della Scala, ma non si rende conto di essere solamente un solista stonato del sottoscala.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 10 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Parola di Vita


Gv 15,26-16,4a

"In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio" (…).



Il Soccorritore, lo Spirito santo è promesso da Gesù come dono che passa ai discepoli attraverso il dono stesso della vita di Gesù.
Questo Spirito è lo stesso "alito" di Dio, "l'ossigeno" che esce dalla sua bocca ogni volta che parla e pronuncia la parola della Creazione, quella Parola che comunica vita.
La Parola di Dio, lo Spirito emesso quando Egli parla, è una Parola performativa: opera nello stesso istante in cui viene pronunciata (secondo la felice intuizione del filosofo inglese Austin, "Quando dire è fare"…). Dio dice e la vita ad-viene, la vita si fa, comincia a ex-sistere, a uscire dalla sua bocca per farsi vita concreta nella storia.

Ecco ciò di cui siamo testimoni e portatori: di questa Parola che comunica vita che Gesù ha condiviso con noi, dopo averla ricevuta dal Padre, e che ora ci chiede di ri-dire nella storia, nel mondo, all'umanità.
Ecco cos'è lo Spirito della verità. Non si tratta delle nostre verità religiose, fissate magari in ponderosi tomi che "parlano di Dio", ma della Vita stessa di Dio che egli vuol comunicare a tutte e a tutti senza differenza alcuna perché "Dio non fa preferenze di persone". Se non siamo in grado di "dire", di "pronunciare" questa Parola, di far sì che questa Parola risuoni ancora oggi, allora forse, più che portatori di Parola, siamo dei semplici parolai.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 7 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Amore per la vita


Gv 15,12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
"Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici" (…).




Gesù si sta congedando dai suoi. Li ha amati con "passione" e conosce bene la loro fragilità. Li vede ancora discutere tra loro per ottenere i primi posti. Per questo le sue parole assumono un tono solenne: "Questo è il mio comandamento …": il "vino nuovo" sta per essere "versato", c'è bisogno di otri nuovi, altrimenti tutto andrà perduto.

Di Gesù resta un ricordo indelebile nelle prime generazioni, riassunto da un'espressione forte e decisa: "Passò facendo del bene". Incontrarsi con Lui, incrociare il Maestro era "cosa buona e giusta", faceva bene perché Lui faceva del bene. In diverse occasioni i narratori dei vangeli ci mostrano la grande capacità di Gesù di cogliere la sofferenza delle persone. Tale capacità nasce "nell'utero del Padre" e arriva a noi attraverso la carne di Gesù di Nazareth.
Esclusi, indifesi, espulsi, reprobi, peccatori: per ognuno Gesù ha avuto una parola, uno sguardo, un gesto liberatore e rigeneratore. In ognuno ha "soffiato" vita, come il Creatore fin dal principio … Bereshit bara Elohim … In principio Dio ….

Ecco il suo comando. Ecco cosa significa quel "Fate questo in memoria di me" che troppo spesso abbiamo ridotto a pura ritualità, a uno stanco ripetere parole che non entrano nella trama profonda della vita. Quel "fare memoria" è vivere con Lui e come Lui comunicando vita.
Questo è il Felice Annuncio. Questo è Vangelo. Null'altro.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


giovedì 6 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Un amore che dà gioia


Gv 15, 9-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».


Non si tratta di vivere in una religione ma di vivere nell'amore con cui Gesù ci ama, lo stesso che egli riceve dal Padre. Essere cristiani non è in primo luogo un assunto dottrinale ma una questione d'amore. Nel corso dei secoli i discepoli conosceranno incertezze, conflitti, difficoltà di ogni tipo. L'importante sarà sempre non allontanarsi dall'amore.

Quale amore? Quello che il Maestro ci ha "comandato" e ci ha mostrato nel cingersi i fianchi con un grembiule: segno del dono di sé totale che splenderà in seguito sulla Croce. Per questo il Maestro non presenta il suo comandamento dell'amore come una legge che deve reggere la nostra vita rendendola più dura e pesante, ma come fonte di gioia: "Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena". Senza amore non progrediremo verso un cristianesimo più aperto, cordiale, allegro, semplice e delicato in cui vivere come "amici" di Gesù, secondo l'espressione evangelica. Non sapremo neppure generare gioia.
Anche senza volerlo continueremo a coltivare un cristianesimo triste, pieno di rimostranze, risentimenti, lamenti e disagi.

Forse alla nostra sequela del Maestro manca l'entusiasmo dell'innovazione, mentre abbonda in essa la tristezza per quanto ripetiamo senza essere convinti che stiamo facendo ciò che Gesù vorrebbe da noi.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 5 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Tralci fruttuosi


Gv 15,1-8

"Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci".



Dentro la storia, terreno in cui è stato seminato il seme del Felice Annuncio, comincia ad esistere l'umanità nuova. Non si tratta di una realtà che dipende da un'istituzione, ma dalla partecipazione alla vita stessa di Gesù, dalla comunicazione e ricezione del suo Spirito.

Ognuno è chiamato a produrre frutto e questo frutto indica l'impegno e l'esistenza del discepolo a prolungare nel tempo, incarnandolo, l'unico comando lasciatogli dal suo Signore e Maestro: "Amatevi gli uni gli altri…".

In questa dinamica si esplicita l'azione amorevole del Padre che è quella di eliminare progressivamente ogni fattore di morte, tutto ciò che impedisce alla capacità di amare di ognuno di crescere e di espandersi. L'opera del Padre è quella di "purificare", non di "potare". In altri termini: quanto più aderisci alla proposta del Maestro, quanto più la tua vita è assimilata alla sua, tanto più il Padre fa sentire la sua opera che elimina da te tutto ciò che intralcia questo percorso. Non sei chiamato a "tagliare via": lascia che sia il Padre a farlo. Tu preoccupati solamente di assimilare e condividere lo stile di vita del Maestro.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 4 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Shalom!

Gv 14,27-31a

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».



Shalom era il saluto ordinario, comune. La pace che Gesù lascia ai suoi è "la sua pace", ossia la pienezza della sua esistenza che passerà nelle mani dei suoi discepoli come dono. Come Lui ha amato il Padre e dal Padre è stato amato, ora lascia a noi questo compito. Continuare a lottare contro ogni "capo del mondo", contro ogni sistema di oppressione che svilisce la dignità dell'uomo, con la forza del dono e del perdono. Questo è lo "shalom" che Gesù ci consegna: la pienezza di una vita che si fa vita donata per l'umanità nuova. "Come il Padre mi ha comandato, così io agisco": e noi viviamo con Lui e come Lui proprio per questo.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 3 maggio 2021

Buongiorno mondo!

 Vedere il Padre


Gv 14,6-14

"Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre".


È una sorta di rimprovero quello che Gesù fa a Filippo e che arriva fino a noi oggi. Impegnati a inseguire le nostre idee su Dio, a fabbricarci le nostre immagini di Lui ci siamo persi di vista che Gesù è colui che rivela e svela in maniera chiara e leggibile il volto non tanto di un Dio qualunque, ma del Padre, il Creatore che lavora a favore dell'uomo e della sua pienezza di vita.

Gesù non si mette a redigere trattati, non ingaggia dispute teologiche, non ci propina discorsoni e riflessioni teologiche su Dio, la sua natura o le sue caratteristiche.

Semplicemente con il suo stile di vita rende presente in mezzo a noi la figura del Padre che svela, a sua volta, la sua presenza nella carne di Gesù, nel suo modo concreto di amare le persone, di relazionarsi con esse. Gesù completa e porta a compimento il progetto creatore del Padre e per il suo modo di essere e di fare il Padre "si compiace", si vede in Gesù, si ritrova in Lui.

Ai suoi, a noi oggi, Gesù chiede di fare la stessa cosa con e come Lui: vivere da figli che rivelano il volto del Padre e aprono spazi nella storia affinché Egli si renda in essa presente.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.