giovedì 27 maggio 2021

Buongiorno mondo!

Guardare di nuovo, guardare in "alto"


Mc 10,46-52

" (…) Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada".


Siamo giunti all'ultima guarigione che opera Gesù, che a prima vista (è proprio il caso!) riguarda un cieco, Timeo, ma di fatto in quel cieco vi è tutto il gruppo dei discepoli, i Dodici in particolare cui devono essere aperti gli occhi perché ancora "guardano ma non vedono…".

Timeo esprime la sua richiesta e Marco ce la riporta con il verbo greco "anablepo" (traslitteriamo alla buona, suvvia, non fate i precisini). Il verbo può essere tradotto come qui sopra con "vedere, guardare di nuovo", ma anche con "alzare lo sguardo, guardare in alto".

Marco strizza l'occhio (a ridaje!) al suo lettore e gli dice: Occhio! (ancora!) Bisogna imparare a guardare di nuovo! Certo con maggior attenzione, ma anche in maniera nuova. Se continui a tenere il tuo vecchio "occhiale", le tue lenti che deformano il Maestro, non sarai in grado di continuare a seguirlo. Ma soprattutto non potrai levare lo sguardo e guardarlo lassù, sulla Croce, il punto paradossalmente più alto del suo cammino.

Ecco, come i Dodici anche noi abbiamo bisogno che il Maestro guarisca i nostri occhi spenti e malati per poterlo guardare in maniera nuova ed essere così capaci di tenere lo sguardo fisso anche quando Lui sarà appeso lassù, come un maledetto. Un maledetto che per noi si fa fonte di misericordia per farci come e con Lui capaci di ridare uno sguardo nuovo all'umanità.

E tutto questo non una sola volta. No. Troppo facile, per noi maestri sublimi dello scontato e dell'ovvio. Tutto questo ogni giorno, ogni santo giorno.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

Nessun commento:

Posta un commento