venerdì 26 aprile 2024

Buongiorno mondo!

La Via



Gv 14,1-6


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».



"Io sono la via, la verità e la vita", così ha detto Gesù ai suoi. Agli inizi, il cristianesimo era chiamato "la Via", un percorso, uno stile da acquisire che parlasse il linguaggio delle beatitudini. Non era una norma, non era quel complesso di norme e strutture (e sovrastrutture) che poi sarebbe diventato. Anche i nostri vescovi, in un impeto di acume illuminato che riesce a meravigliare ancora oggi, nella presentazione dei Catechismi hanno scritto "Catechismo per la VITA cristiana", non per la dottrina cristiana. Ce la giochiamo ancora qui, anche oggi, con il Maestro che si propone come Via, come percorso che avvicina a quella Verità che si disvela progressivamente ad ogni donna e ogni uomo che cercano, lottano e si battono perché davvero la vita sia cosa degna, umana, tanto umana da essere finalmente divina. Non siamo possessori di verità che escludono, ma umili viandanti che cercano, ascoltano, si fanno compagni di strada per arrivare a generare vita dentro e attorno a noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 25 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Festa della Liberazione


Oggi il nostro paese celebra la festa della Liberazione. È importante, credo. È stato un po' il nostro "esodo", la nostra uscita da una terra di schiavitù, della quale, come gli Ebrei, rimpiangiamo a volte "cipolle e affini", per entrare in quella terra di libertà che la nostra bellissima Costituzione descrive e invita a creare allo stesso tempo. Sì, perché il processo di liberazione è continuo e i canti suadenti di certe "sirene" a volte riescono a farsi sentire più del mormorio silenzioso di chi ancora crede in valori quali l'onestà, la giustizia, il lavoro, il bene comune. Siamo stati "liberati", ci siamo liberati e ora siamo fautori di una libertà che chiede però di essere ancora liberata perché, ce lo ricordano i maestri d'Israele, è stato più facile per Dio togliere Israele dal cuore dell'Egitto che l'Egitto dal cuore d'Israele.

La libertà conquistata dal nostro Paese allora, infatti, e a prezzo altissimo, quella Libertà che ha portato al concepimento della Costituzione, corre il rischio oggi di essere svilita da quella pseudo-libertà che si fonda solamente sul potere, sull'avere e sull'apparire, a tutti i costi. Il rischio è che quella Libertà conquistata a caro prezzo oggi sia sbeffeggiata da chi parla sì di libertà, ma di una libertà fatta pagare ad altri, di una libertà costruita non più sotto il sole, ma nel buio di antri dove alloggiano i nuovi "faraoni", i detentori di poteri fondati su disonestà e corruzione, che sanno affascinare e attirare con promesse di facili e immediati guadagni. Al mio paese, a chi per esso ha offerto la vita, a chi ancora crede nella possibilità di una Liberazione autentica, a chi desidera davvero il bene comune, buon 25 Aprile. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 24 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Gesù narratore della Presenza



Gv 12,44-50


Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. (…)



Con Gesù cadono, sono sbriciolate tutte le immagini di Dio che ci siamo costruiti e che ostinatamente continuiamo a tenere in piedi. Ciò che Gesù ha buttato dalla porta, le “bancarelle spirituali” sulle quali esponiamo con cura il nostro “prodotto” spirituale costruito ad arte sono state rovesciate da Gesù e i “mercanti” sono stati cacciati. 

Ma noi, piano piano, secolo dopo secolo, abbiamo continuato a ingabbiare Dio dentro le nostre idee e pretese spirituali. E ora manifestiamo pure il coraggio di mostrarci afflitti perché Dio “non risponde”, Dio a quanto pare non si preoccupa della situazione che stiamo vivendo, Dio non “manda” più vocazioni.

In tutto questo, però, a nessuno viene in mente di chiedersi, scavando profondamente e con fatica dentro se stesso: non è che per caso ci siamo persi Dio? Non è che per caso abbiamo scordato che l’unica possibilità per capirci qualcosa, per tentare di comprendere “chi è e come “funziona” Dio” passa attraverso l’umanità di Gesù? È la “carne”, cioè lo stile di vita proposto da Gesù lo spazio in cui Dio si rivela; è l’umanità umanissima di Gesù il Luogo dove percepire la Presenza, quella Presenza sempre inafferrabile e irriducibile alle nostre idee. A volte ho come l’impressione che noi veramente non crediamo in Dio ma in un’idea di Dio, quella che fa maggiormente al caso nostro, quella che funziona meglio a seconda delle situazioni che viviamo.

Per favore: lasciamo Dio essere Dio e volgiamo lo sguardo al Figlio perché solo vivendo da figli potremo imparare a balbettare il Nome.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 23 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Condividere l’Esserci



Gv 10,22-30


(…) Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola.




Essere coscienti del fatto che siamo immersi in Dio, il suo abbraccio vitale e amante è la forza stessa da cui scaturisce il processo della creazione sempre in atto. Questo “Esserci”, non solamente Essere, ma Esserci, ci aiuta a cambiare la nostra relazione con Lui e, di conseguenza, con gli altri. Non siamo più in presenza di un Dio che ci scruta, ma di uno Sguardo che ci guarda con tenerezza; non siamo più davanti a un Dio che pretende la nostra attenzione e il nostro servizio, bensì siamo nelle mani della Forza della Vita che ci circonda di attenzioni e si mette a nostro servizio. Tanti si diranno: belle parole. Ma come faccio a credere in questa cosa? Beh, per sperimentare questo Dio presente in tal modo c'è un'unica via: smettere di pensare a se stessi e imparare a occuparci e preoccuparci del bene altrui. In questo modo sperimenteremo che quanto più ci prendiamo cura dell'altro, del suo benessere e della sua felicità, tanto più percepiamo come “Dio” si prende cura di noi e sperimenteremo tutto questo nella semplicità del quotidiano. Comprenderemo che davvero "nessuno può strapparci dalla mano del Padre", neanche la morte. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 22 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Osare la soglia




Gv 10,1-10


(…) Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».




Oggi il Maestro ci ricorda che è venuto perché potessimo avere "la vita e la vita in abbondanza". Non è venuto per rinchiudere il suo gregge di nuovo nel mortificante recinto di una legge che ci rende sempre colpevoli, ma per aprirci la via della pienezza della vita, che affonda le sue radici nel dono di sé. A differenza di lupi e briganti, che si contendono rabbiosi le nostre vite, allettandoci con ogni mezzo, il Maestro ci offre la sua stessa vita, ossia il pascolo dove trovare quell'amore che rende la vita un dono. “Entrare” passando attraverso la “porta” che è la vita stessa di Gesù, significa condividere con Lui quel processo di umanizzazione che ci condurrà a diventare figli, cioè a realizzare la nostra somiglianza a Colui che è Fondamento e della vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 19 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Lo stile del Maestro




Gv6,52-59


In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».

Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. (…)




Il sangue, nella concezione propria dell'uomo della Bibbia, è sacro perché rappresenta la vita stessa e appartiene a Dio solo. Quindi "bere il sangue" di Gesù significa entrare in una intimità molto profonda con Lui, significa entrare nel cuore della vita stessa di Gesù e nella comunione che egli vive con Dio. Per quanto riguarda la carne, occorre anzitutto togliere di mezzo il significato peggiorativo che questo termine ha assunto, specialmente in relazione a ciò che è "spirito". Credo che possiamo intendere per "carne", in questo contesto, la dimensione umana della vita di Gesù, intesa come, per usare un'espressione comprensibile a tutti, stile di vita proprio di Gesù. Dunque la comunione forte e intima con Lui ci conduce ad adottare uno stile di vita simile al suo. Ciò non significa che dobbiamo ripetere come pappagalli quello che Lui ha fatto, quanto piuttosto adottare uno stile di vita tale che la freschezza e la potenza liberante della sua Parola torni a echeggiare in mezzo a noi. La nostra dimensione umana si "plasma" su quella del Maestro, prende forma a partire da Lui, dalle sue scelte, dal suo modo di relazionarsi alle persone, dalla sua capacità di narrare Dio. Ecco, credo si possa comprendere così questo testo, troppe volte maltrattato dalla visione di particole sanguinanti o dagli orgasmi mistici di tanti che per il troppo digiuno campano di traveggole spirituali, pretendendo che altri aderiscano a siffatte realtà. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 18 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Maestri nel servizio



Gv 6,44-51


(…) “Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio” (…).




“Ammaestrati”…  è un termine un po’ strano per noi. Siamo soliti “ammaestrare” gli animali per indurli a fare ciò che noi vogliamo. Gesù qui usa il termine in senso letterale: “ammaestrare”, farsi maestro. E Lui, per l’appunto, entra nella storia e lo accogliamo come Maestro, un Maestro che ci narra il Nome e dipinge i tratti del volto di Colui che è fondamento della vita stessa nell’amore.

L’unico modo che Gesù ha trovato per narrarci Dio è stato quello di indossare un grembiule e mettersi al nostro servizio perché imparassimo che la beatitudine sta nel far crescere l'umanità, nel sentirsi responsabili del bene dell'altro, nel guardarlo non come concorrente o , peggio, nemico, ma come fratello/sorella, compagno/a di viaggio nella strada della vita. 

Nel rito del Battesimo ci viene consegnata una veste bianca: l’unico modo per tenerla tale è quello di indossare un grembiule reso unto e bisunto dal nostro inginocchiarci per metterci a servizio dell’umanità. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.