martedì 31 dicembre 2019

Buon Anno

Si usa augurare "Buon Anno", e quindi lo faccio anche io, a tutte e tutti voi, di cuore.
Ma lo faccio a modo mio.
Dunque, potrà essere un Buon Anno se davvero sarà un Anno Buono.
Buono perché posto, giorno dopo giorno, sotto il segno della bontà.
Buono se in questo anno ci riapproprieremo del valore della parola, per ridare dignità a parole quali condivisione, sobrietà, solidarietà, per dare a queste parole carne dentro la nostra carne nelle nostre scelte quotidiane.
Buono se capace di guardare ogni donna e ogni uomo con gli occhi del Creatore, che vede L'umano davanti a sé come sua Immagine e Somiglianza, senza distinzione di razza, sesso, religione e cultura.
Buono se rifiuteremo le "sorgenti dell'odio" e proporremo invece narrazioni di pace, di cura per l'altro, di attenzione alle persone fragili e vulnerabili considerandole non problemi ma doni  da accogliere con riguardo e profondo rispetto.
Buono se sapremo diventare "pastori della nostra animalità" così da avere una maggior cura della nostra casa comune, se impareremo a "mangiare di tutto, ma non tutto".
A tutte e a tutti, al Popolo della Senape, ai miei amici e colleghi di Caritas Bergamo, a coloro che credono ancora nella parola autentica del Vangelo e che desiderano viverla liberandola da tanti orpelli inutili, 
di cuore, 
un Anno Buono.

martedì 24 dicembre 2019

Buon Natale


…poiché non vi era posto per loro nell’alloggio”.

A causa di una decisione amministrativa del potente di turno, un censimento, Gesù nasce in quella “stanza” che era adibita a magazzino (ma anche ricovero per animali) nella quale normalmente le donne di casa partorivano (paradossalmente, la luce di una nuova vita era il momento di massima impurità per la donna: meglio non contaminare tutta la casa, sai poi le abluzioni e le pratiche da fare per rimettere tutto a posto!). Ma si tratta, per l’appunto, di Gesù…  e qui Luca strizza l’occhio per dirci: guardate che tutta la storia sarà sotto questo segno.
E infatti, per festeggiare la nascita accorrono poi i pastori, gente maledetta, di quelli che noi oggi non esiteremmo a gettare in galera e poi buttare la chiave.
Con i criteri che caratterizzano oggi la nostra cultura, anche quella spacciata in quel  “social club” che è diventato il nostro mondo, come minimo noi avremmo ingaggiato un team di influencers per presentare la nascita, (possibilmente nel “cloud”), del nostro Gesù: un piccolo palestinese che raccoglie e organizza la protesta dei pastori (non quelli sardi… ma comunque sempre della categoria).
Notizia di un giorno (anche troppo, per i social,) e poi si passa ad altro.
Ma Luca descrive l’evento in funzione del dopo: ci vede lungo, Luca. Lui non ha lo sguardo piccolo e miope del potente che vede solamente il suo orticello.
La nascita posta nella “stanza dell’impurità” è la cifra per comprendere chi è e cosa farà quel neonato: darà un volto di carne al Volto che fino ad allora nessuno poteva vedere; permetterà di pronunciare il Nome che fino a quel momento nessuno osava pronunciare. Egli incarnerà la più fragorosa bestemmia su Dio: ci dirà che Dio osa contaminare la sua purezza con la nostra fanghiglia: diventa uno di noi.
Già, un Dio così mica te lo aspettavi, di’ la verità. Avresti preferito qualcuno più a tua immagine, qualcuno che risponda ai tuoi desideri, soprattutto quelli di potenza, di ricchezza, di splendore. Insomma, un “Dio” fatto a misura delle tue aspettative.
Ma insomma, quanto “pesa” un Dio di cui nemmeno Cesare Augusto si è accorto? Quanto conta un “Dio” che “non conta”, non ha “peso”, non ha le giuste entrature, non va a spasso con i potenti (vabbé, Erode s’è preso un po’ di strizza, ma, ragazzi, quanto “conta” Erode all’epoca, quanti “followers” ha? Suvvia… intendiamoci!).
Giusto per non tediare più del necessario, il mio augurio per questa Memoria del Natale, va nella direzione del caro Luca: se vuoi incontrarti faccia a faccia con Colui che disvela il Volto, non cercarlo dove si trovano quelli che pensano di contare, gli “importanti”, quelli che credono di avere il potere.
Dio, questa notte e tutte le altre notti, non è lì, non lo trovi in mezzo a loro. Non lo trovi neppure in quelle solenni e “belle celebrazioni” che, per un momento (possibilmente breve) ti spalmano una mano di buonismo, ti fanno sentire un po’ buonista anche te che poi alla tastiera ti sfoghi spaccando il presepio in testa a chi non fa parte dei tuoi.
Dio, il Dio che è Gesù, se lo vuoi trovare e salutare, devi cercarlo nelle “stanze impure” della storia. Quelle “stanze” dove vivono quelle e quelli che ogni giorno invadono la corsia della tua storia e che tu scansi con fastidio, quelle e quelli che volentieri aiuteresti a casa loro, purché lontani dai tuoi occhi; dove stanno quelli e quelle che ti rendi conto esistono solo quando vedi i parcheggi loro riservati e che non sempre rispetti; quelle e quelli di cui tu compri i corpi per sfogare i desideri di cui ti vergogni o per avere i pezzi di ricambio per continuare a vivere solo perché “tu puoi”; quelle e quelli che scappano da guerre che tu hai finanziato per poter sfoggiare “l’ultimo modello”; quelli e quelle che ogni sera accedono al dormitorio perché “non c’è posto per loro” nelle nostre case pure; quelle e quelli che, beh, cosa vuoi, se la sono cercata (chissà perché invece tu te la sei trovata?!).
Se vuoi davvero festeggiare il Natale di questo Dio, ecco, lo troverai lì, immerso nei rivi fangosi e maleodoranti della nostra storia. Solamente lì comprenderai cosa significa nascere in una mangiatoia e non vivere nella mangiatoia che genera disumanità.
Natale è cosa seria. Natale è per le “stanze impure” della storia.
Le luminarie… beh, che siano le nostre vite a illuminare di vita la storia quotidiana.
I panettoni… beh, che siano le nostre vite dei buoni pani fragranti che sfamano e ridonano vita.
Buon Natale, sorella, fratello. Buon Natale, Popolo della Senape. E, come sempre, con Lui e come Lui, Buona vita.

lunedì 23 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Oggi il vangelo ci narra il racconto della nascita di Giovanni il Battista. A un certo punto Luca ci narra che: “Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.
In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio
” (Lc 1,57-66). Solo dopo aver accolto il dono della misericordia di Dio (il significato di Giovanni è “Dio ha fatto misericordia”) Zaccaria riacquista l’uso della parola. Nella casa di Elisabetta svanisce un sacerdote e nasce un padre/profeta. Ogni volta che si apre uno spiraglio nel muro delle certezze granitiche edificato sulla Legge, lo Spirito ci si infila e crea uomini nuovi. Ogni volta che ci si apre al dono della misericordia siamo resi capaci di parlare in maniera nuova, non più preoccupati di salvaguardare a tutti i costi i modelli di una tradizione ormai incapace di aprirsi alla novità di Colui che viene. Zaccaria ha avuto il coraggio di arrendersi alla proposta di Dio, per questo ora può nuovamente parlare, anzi, può parlare in maniera nuova: abbandonata una tradizione sterile, incapace di dire e dare Dio all’umanità, lasciato ormai un tempio divenuto solamente simbolo di un potere che non ha alcuna traccia di divino in sé, Zaccaria può ora essere davvero considerato padre e aprirsi al dono della vita comunicandola con una parola vivificante. Ecco una buona provocazione per le nostre comunità, ancora refrattarie al dono dello Spirito, spesso chiuse nella salvaguardia di tradizioni ammuffite, sovente ridotte al rango di custodi museali: una buona scossa in attesa di Colui che viene. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 20 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! "Niente è impossibile a Dio" (Lc 1,26-38). Queste parole dette dall'angelo a Maria risuonano nella liturgia di oggi. E' vero che ci hanno insegnato che Dio è Onnipotente e che "La parola onnipotente vuol dire che Dio può fare tutto quello che vuole" Cat. di Pio X n.26). Già, ma se Maria avesse detto no... come la mettiamo. E allora dagli a creare altri scenari possibili, pur di salvaguardare un castello dottrinale che "per forza" deve stare in piedi. Per parte mia preferisco pensare che Dio non cerca meri esecutori, ma pieni e responsabili collaboratori, uomini e donne che accettano con Lui e come Lui di giocarsi la vita perché la vita dell'umanità cresca in qualità tale da essere divina. Uomini e donne che, pur coscienti della loro fragilità, osano la sfida del fidarsi e affidarsi a una Parola capace di trasformare l'esistenza, una Parola capace di generare vita dentro e attorno a chi la accoglie. Uomini e donne che non si rifugiano in una "onnipotenza" alla quale delegare tutto o sulla quale scaricare tutto, ma su un amore misericordioso che insegna a farsi compagni di strada, creando relazioni fondate su dono e perdono reciproci, a sua immagine e somiglianza, senza giudizi o pregiudizi di sorta verso alcuno, senza discriminazioni religiose, sessuali, culturali, politiche, ma aperti ad ogni donna e uomo che vogliono inventarsi stili di vita più umani, talmente più umani da essere divini. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 19 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Zaccaria ed Elisabetta. Dove trovarne due così? La crème dell'espressione religiosa del tempo: lui sacerdote, lei addirittura discendente di Aronne (Lc 1,5-25). Dove vuoi trovare un "terreno" più adatto per piantare il seme della parola? Eppure... eppure... occorre retrodatare un noto proverbio: l'abito non fa il monaco. Zaccaria, al momento della massima "vicinanza" all'Altissimo, durante l'offerta dell'incenso, si vede recapitare un messaggio direttamente "dai piani alti". Ma non sempre la religione apre alla fede. Anzi, spesso e volentieri diventa un ostacolo, crea resistenza perché la religione ha bisogno di stabilità, di regole ben precise, pressoché immutabili, mentre la fede è "sbarrazzina", apre strade nuove, indica percorsi alternativi, cerca nuove vie per comunicare significati di prossimità, di "parola", di umanità che vuole crescere. Ecco: Dio tenta ancora una volta di far partire il dialogo con chi dovrebbe, in teoria, essere in vantaggio, capire prima le cose, muoversi prima. Purtroppo constatiamo che così non è: per questo da Gerusalemme occorre spostarsi a Nazareth; lì, forse, tra il popolo, qualcuno accoglierà la sfida del fidarsi, della fede, della fiducia in colui che non ama incensi e sacrifici, ma cuori disposti ad aprirsi al dono della vita, dell'amore, della gratuità. Una gratuità che dice ancora una volta che la misura della sua misericordia non sono i "meriti" (Zaccaria) ma i bisogni (Maria)! Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 18 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Oggi la Parola del Vangelo riporta questa espressione: "..la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele", che significa Dio-con-noi..." (Mt 1,18-24). Mi pare che l’evangelista ponga l'accento sul fatto che Maria, con la sua disponibilità che nasce dal fidarsi e affidarsi alla Parola, rende possibile la presenza non tanto del Dio Altissimo, irraggiungibile, lontano da tutto e da tutti, che guarda quasi annoiato dall'alto, ma del Dio-con-noi. Un Dio che in Gesù sceglie l'umanità per costruire e portare avanti il suo progetto, ossia schiuderci la possibilità di essere come Lui. Non  dunque “onnipotenti”, come qualcuno vorrebbe, ma Omni-amanti, Misericordiosi, generatori e generatrici di vita. È un Dio che sceglie deliberatamente di essere-con-noi, cioè di esserci, sempre, comunque e dovunque, di farsi compagno di strada; non solo di condividere con noi un pane, ma addirittura di farsi pane e insegnarci a diventarlo noi stessi. Questi è il Dio-con-noi. E noi, con Maria, ci mettiamo in strada per costruire con Lui spazi per una Presenza che non annulla l'uomo, ma ne esalta le capacità e offre una vita che va al di là di qualsiasi aspettativa o immaginazione. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 17 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Vangelo ci propone la lettura della genealogia di Gesù nella versione di Matteo (Mt 1,1-17). Questo testo suscita reazioni un po’ diverse: in chi ascolta si percepisce il disorientamento davanti a questa teoria di nomi che, fatta salva qualche eccezione, ai più non dice nulla o quasi. Al povero prete che deve magari farci il pensierino del giorno a Messa sale un po’ di ansia perché... “che dico?”. Quando Matteo la propone ai suoi ascoltatori sa di trovarsi di fronte gente che le scritture le conosce a menadito (come noi, vero?) e proprio per questo comincia con la genealogia a preparare il terreno per quello che sarà lo “scandalo Gesù”.
Dunque, Matteo deve introdurre questo personaggio Gesù presso i suoi ascoltatori e quindi lo inserisce nel contesto della storia della salvezza, facendo loro, però,  rizzare i capelli. Nella sua linea genealogica Matteo inserisce quattro donne (stranamente, perché era solo l’uomo a generare, mai la donna) e quattro donne di costumi, diciamo con un eufemismo, piuttosto allegri. Tamar, che fece un figlio con il padre del marito defunto; Racab, che esercitava la professione in maniera regolare (il cui nome, tra l'altro, ha un significato che è tutto un programma!); ha tanto ribrezzo per Betsabea, la donna di cui si era invaghito Davide e che da lei è stato ben corrisposto, che la nomina come “quella di Uria”; infine la “delicata” Rut (e lasciamo stare il salto storico che l’autore le fa compiere) che così, senza aver fatto nulla, al mattino si sveglia nel letto di Booz che si chiede “Chi è mai questa?”, e Rut era incinta. Mah… potenza della vita! Alla fine arriva anche Maria, che ha la “fortuna” di chiamarsi con l’unico nome poco amato nella Bibbia: Myriam, come la sorella di Mosé, colpita dalla lebbra per aver “tramato” contro il fratello (ma gli autori sono maschi e la storia è letta esclusivamente con occhi maschili…). Ecco in quale modo Matteo inserisce Gesù nella storia: una storia non di santità, ma di piena e povera umanità, nella quale Egli entra non per castigare ma per portare vita e salvare. Già a partire dalla genealogia Matteo ci mostra che Colui-che-viene è per i “malati e non per i sani” e che questo atteggiamento mostra il volto di un Dio che si accosta all’uomo come PadreMadre. Credo sia un invito a non giudicare troppo frettolosamente le nostre “storie”, le “storie” in cui siamo o quelle che ci sfiorano. In ultima analisi Matteo ci sta dicendo che la misericordia di Dio sa scrivere diritto anche su quelle che noi consideriamo righe storte e che volentieri butteremmo nella monnezza. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 16 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Gesù entra in azione e subito l'autorità religiosa apre le danze del sospetto: "...entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?» (Mt 21,23-27). Già, mentre la preoccupazione di Gesù è quella di rivelare il volto di un PadreMadre che ama,la preoccupazione dell'autorità è sempre rivolta all'ossequio della legge dei padri, unico mezzo idoneo a tenere sotto controllo il popolo e a "spremerlo" in nome di Dio. Ogni volta che la novità del Regno si affaccia nella vita degli uomini, le autorità reagiscono cercando tutti i mezzi possibili per "limitare" i danni e "normalizzare" la situazione. I ritorni nostalgici al passato, religioso e politico, cui stiamo assistendo, il creare ad arte paure e sospetti, l'opporsi in continuazione a tutto ciò che renderebbe la vita dell'umanità più bella e più umana, ci dicono che il Regno "soffre ancora violenza" e chiunque vuole viverne la libertà e la giustizia che lo caratterizzano viene guardato con sospetto, insinuando, calunniando, isolando e via discorrendo. Come sempre il Maestro invita a scegliere, a schierarsi: in quale parte del campo vogliamo stare? Con gli attuali "sacerdoti e anziani" maestri del sospetto, o vivere da figli nel Figlio? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 13 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Il Battista digiuna: è indemoniato! Il Figlio dell'Uomo mangia e beve: è uno sregolato che non si sa controllare! (Mt 11,16-19) Quando non si vuol cambiare nella vita, quando non si vuol abbandonare il "comodo" (si fa per dire) rifugio della religione, tutte le scuse diventano buone. Quando la proposta del Maestro arriva dritta al cuore, quando Egli smaschera le nostre connivenze silenziose con le forze di morte che vogliono sfruttare e umiliare la nostra umanità, anche quando queste forze provengono dalla stessa istituzione religiosa, qualunque essa sia, anche noi ci associamo al coro: "Sei uno sregolato, non capisci come va il mondo, vai a predicare ai pescatori in Galilea che è meglio, torna nel tuo villaggetto di cafoni!". La religione dissociata dalla fede diventa una sorgente feconda di disumanità: imprigiona l'uomo impedendogli di crescere, di sviluppare tutta la sua potenzialità, riducendolo a un omuncolo dedito all'obbedienza cieca in nome di Dio. Non è questo che è venuto a portare il Figlio dell'Uomo, e noi dovremmo saperlo. Non ci resta, una volta ancora, dunque, che deciderci: non possiamo tenere il piede in due scarpe. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 12 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Pur riconoscendo la grandezza del Battista, il Maestro mette comunque le cose bene in chiaro: "tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui" (Mt 11,11-15). Per quanto "grande" Giovanni Battista appartiene ancora al mondo della religione, dove l'osservanza della legge e del comandamento garantisce l'attenzione di Dio nei nostri confronti, così come l'inosservanza ci rende certi della sua ira, pronta a scatenarsi sulle nostre teste di peccatori incalliti. La proposta di Gesù va esattamente dell'altra direzione: dalla religione alla fede, ossia non più un Dio da temere e a cui obbedire, ma un PadreMadre da cui lasciarsi amare e con cui amare e far crescere la vita nelle relazioni umane che coltiviamo. Anzi, più umanizziamo le relazioni, vivendo la proposta di Gesù espressa nelle Beatitudini più rendiamo divina la nostra esistenza. In altre parole: amando con Gesù e come Gesù assomigliamo al PadreMadre che vuole la nostra felicità e piena realizzazione nella vita. Giovanni è stato un grande, ma la "piccolezza" di chi vive le Beatitudini supera di gran lunga tale grandezza. In quale gruppo vogliamo stare: nei nostalgici di Giovanni, o nella novità della buona notizia del Maestro?. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 11 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Nel suo percorrere la vie della Palestina il Maestro si è spesso imbattuto o ha cercato di proposito coloro che l'istituzione religiosa, in nome della Legge, emarginava ed escludeva da una relazione filiale e salvifica con Dio. A tutte e a tutti costoro ha dato una parola di speranza, ha rivolto loro un gesto di vita e di amore, spesso reintegrandoli in quella società dalla quale, in nome di Dio e per dare a Lui gloria, erano stati esclusi. Ecco le parole che a questi umiliati dalla religione Gesù rivolge: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". (Mt 11,28-30)
Tre sono gli inviti che Gesù ci fa pervenire
Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi”, primo appello. È diretto a tutte e tutti coloro che sentono la religione come un peso, che vivono oppressi da norme e dottrine che impediscono loro di percepire la gioia della salvezza. Se si incontrano in modo vitale con Gesù, sperimenteranno un ristoro immediato. È come uno che sta correndo e deve fermarsi a riprendere fiato: ecco, Gesù diventa il respiro che fa rifiatare, che riempie i polmoni di aria nuova, che fa uscire da quell’aria asfittica, a volte troppo satura di “incensi vari”, che impedisce di respirare.
Prendete il mio giogo sopra di voi…”. È il secondo appello. Bisogna cambiare “giogo”. Abbandonare quello dei “sapienti e dei dotti” e prendere quello del Maestro che, nelle Beatitudini, apre una via nuova. Gesù non è meno esigente, anzi, lo è di più. Ma esige in maniera diversa. Esige l’essenziale: l’amore che libera e fa vivere.
Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”. Terzo appello. Gesù non “complica” la vita inquadrandola in mille precetti che opprimono creando la dannosa certezza che Dio mi ama perché me lo merito. Gesù si fa compagno di strada, apre vie nuove, non opprime, non sta col fiato sul collo. Propone se stesso nel dono della vita e chiede a chi vuole di fare altrettanto, con Lui e come Lui.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 10 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro ricorda a tutti i pastori, in particolare ma non in maniera esclusiva, che non siamo fatti per una "pastorale" sedentaria di conservazione del capitale acquisito, per accontentarci del piccolo gruppetto che riempie le nostre attese, per dire che ormai si è sempre di meno, non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, e via piagnucolando. Il Maestro ricorda a tutti che la comunità dei suoi ha uno stile di vita ben preciso: non si lascia indietro nessuno, anzi, chi meno conta riceve più attenzione: "Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta?" (Mt 18,12-14). Non siamo fatti per stare tutti i giorni a contarci, ma per andare in cerca di tutte e tutti coloro che anelano alla vita e che in un modo o in un altro possono diventare compagni di viaggio nella edificazione del Regno, dove nessuno si sente solo, nessuno è escluso, tutti si preoccupano di ognuno. Ogni comunità cristiana diventa lo spazio dove in cui ognuno si sente custode del fratello e della sorella, in profonda unità e comunione con il PadreMadre che si prende cura di tutti e di ciascuno in particolare. Allora, in marcia: fuori dalle sacrestie e, come ama dire papa Francesco, dritti alle periferie del'umanità. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 9 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro, compiendo un segno di guarigione, ci consegna queste parole: “Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua” (Lc 5,17-26). Per Gesù la guarigione è sempre totale. Egli non si limita alla “sola anima” ma si fa carico della totalità dell’uomo per ridare a questi quella dignità che sfigura il suo volto di figlio. Questo è il tempo della misericordia e in un tempo come questo non poteva esserci data parola migliore. Infatti la misericordia che il PadreMadre riversa sull’umanità non è solamente un sentimento, uno stato d’animo, un limitarsi a dare una pacca sulle spalle e incoraggiare. La misericordia si esplicita sempre in un’azione concreta volta a dare vita a chi vita non ha. Significa togliere la persona da quello stato che gli impedisce di vivere e di vivere in pienezza la vita. Per questo Gesù non si limita mai a “guarire” una parte, ma sempre la totalità della persona. Gesù lotta contro tutte quelle realtà che impediscono all’umanità di realizzare quel progetto della creazione presente fin dagli inizi nel cuore del PadreMadre: umanizzare l’umanità a tal punto da farle assumere la condizione divina. La comunità cristiana si configura allora come questo spazio in cui la misericordia assume i tratti della carità concreta e apre percorsi di umanizzazione. Certo se penso alla “quantità di confessioni” del periodo che ci sta davanti, mi chiedo fino a che punto questa dimensione troverà spazio nelle nostre vite e nelle vite delle nostre comunità. Saremo più preoccupati di “lavare anime” o di guarire integralmente le persone? Saremo capaci di “rimettere in piedi” o in nome della dottrina terremo ancora “legati” fratelli e sorelle che anelano alla vita in pienezza? “Prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”: ecco il compito della comunità! Guarire e ridare casa, accogliere e rimettere in piedi: questo è il “potere” concesso, non altro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 6 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Ecco cosa ci racconta la pagina evangelica di oggi: "Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede»" (Mt 9,27-31).
Non so di quale casa si stia parlando, mi piace pensare a questa casa però come a un'icona della comunità cristiana. Uno spazio, un luogo che dona a tutti la possibilità di incontrare il Maestro attraverso gesti di attenzione e di accoglienza pura. Un Maestro che è capace di rinnovare il nostro sguardo sulla vita se sappiamo consegnare a Lui le cecità che si annidano dentro di noi. Quelle cecità che escludono, emarginano, feriscono e generano indifferenza. Se continueremo a pensare di essere gli unici veri vedenti in questo mondo, resteremo miseramente ciechi. E più saremo ciechi più ci creeremo delle illusioni sull'identità di Dio. Saremo degli illusi alla stessa maniera di chi si affida a presunti messaggi della Vergine che, miracolosamente, sostiene ideologie sovraniste che creano un clima di esclusione ed emarginazione. Maria, la Madre di Gesù, non passa da “Porta a Porta” per sostenere chi, con la propria ideologia, compra coscienze a buon mercato per accaparrarsi il potere. Umilmente, ma con gioia e speranza, entriamo a casa del Maestro perché apra i nostri occhi e ci renda trasparenza della sua presenza. Vegliate! Non cadete nella trappola di chi, con una spolverata di ideologia mariano-cristiana un tanto al kilo, vorrebbe comprarsi le vostre coscienze. A buon intenditor...
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 5 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo!  Affascinanti e quanto mai crude nella loro chiarezza le parole del Maestro stamane (Mt 7,21.24-27): "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". Tutti noi abbiamo imparato quanto sia facile "dire Dio", pronunciare il suo nome quasi fosse una sorta di scudo spaziale a nostra difesa (salvo poi mandarlo a quel paese quando qualcosa non va secondo i nostri piani!). Usando un'espressione in voga nel mondo della politica, ci siamo abituati a "tirare per la giacchetta" il nostro Dio come dei questuanti (oggi in linguaggio politicamente “corretto” si dovrebbe dire "lobbisti"), quasi fossimo al cospetto di un distributore di favori, attento a chi grida meglio il suo nome e tesse davanti a tutti le sue lodi (come gli araldi e i menestrelli di corte di un tempo). E siccome non basta, ci rivolgiamo anche ai "familiari" o ai più stretti collaboratori, i santi, perché a forza di parole facciano passare avanti la nostra causa "che è la più importante di tutte, io ne ho proprio bisogno: con tutto quello che ho fatto per la chiesa, una mano me la vorrà dare, no?". Il Maestro ci ricorda brutalmente che in questo modo rischiamo di costruire la casa della vita sulla sabbia delle illusioni, e la peggior illusione esce proprio da un'immagine distorta di Dio.
"Colui che fa la volontà del Padre mio...": qual è questa volontà? Cosa vuole questo PadreMadre che fatichiamo a capire? Gesù ce lo ha detto: collaborare con Lui all'opera della creazione assomigliando a Lui nel nostro modo di amare. Non esiste un Dio da servire, ma un PadreMadre cui assomigliare nell'amore, un amore che si prende cura del benessere di ciascuno: ecco il Regno, ecco la casa costruita sulla roccia dove ciascuno si sente figlio e vive da fratello, ciascuna si sente figlia e vive da sorella. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 4 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Ieri ricordavo come il cammino che propone il Maestro passa dal Gesù-come -Dio al Dio-come Gesù. Ecco allora oggi come si presenta il volto di questo Dio in Gesù: "Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì" (Mt 15,29-37). 
Siamo pre-occupatissimi nel cercare di inventarci formule nuove per "salvare il salvabile", attentissimi a schierare le nostre legioni per la pugna a salvaguardia dei "valori non negoziabili"; siamo disposti a sfoderare le unghie perché "i testi liturgici non si toccano, fanno parte della Tradizione e nessuno ha il diritto anche solo di adattare una virgola o porre dei cambiamenti", e avanti così. Tra un po' arriveremo anche a determinare i grammi di incenso da mettere nel turibolo e il peso esatto che ogni particola deve avere per contenere "sommamente e realmente" il Prezioso Corpo di Cristo. Intanto il Maestro è là fuori a chinarsi sull'umanità ferita, a comunicare non precetti né leggi ma vita e compassione. E noi, avanti con gli stendardi e gli incensi profumati!
"Vegliate!": non ci sarà chiesto ciò a cui abbiamo creduto, ma come avremo amato. E in questo amore il volto del PadreMadre si manifesta. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 3 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Ecco la parola del Maestro per oggi: "nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare" (Lc 10,21-24). L'ho detto molte volte e lo ripeto ancora: il fatto di poter affermare con sicurezza che "Gesù è come Dio" ci fa sentire a posto con la dottrina della fede che ci è stata trasmessa. "Credo questo, credo quest'altro... e penso di essere dalla parte giusta: quindi tutti gli altri devono per forza passare di qui se vogliono trovare la via della salvezza!" Già, potrebbe essere. Ma Gesù cambia i termini: non Lui come Dio, ma Dio come Lui. Se voglio conoscere il PadreMadre non devo far altro che guardare il Figlio, alla sua umanità, ai suoi comportamenti, alle sue azioni, ai suoi atteggiamenti, alle sue parole. Facile dire che Gesù è come Dio, ma poi, chi è Dio? Cosa fa? Come agisce? Ecco scatenarsi il vortice delle nostre fantasie più sfrenate per descrivere questo Dio, per dire come funziona, a cosa serve, dove si trova, che faccia ha, come si fa a ingraziarselo, chi sono i suoi addetti in terra, quanto costano… Gesù ci ha messo una vita, letteralmente, per dirci che "chi vede me, vede il Padre" e noi siamo ancora qui a fissare quel misterioso occhio dentro un triangolo e a chiederci: ma sarà un triangolo rettangolo, con ipotenusa (Padre) e due cateti (Figlio e Spirito) o un triangolo equilatero (e allora come si distinguono i tre?). Coraggio sorelle e fratelli, è tempo d'Avvento: vegliamo sulle false e brutte immagini di Dio che ci portiamo nel cuore e seguiamo il Maestro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 2 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Davanti a un pagano, per di più invasore e oppressore, un centurione romano, Gesù se ne esce con queste parole: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande" (Mt 8,5-11). Naturalmente la tradizione individuerà proprio in costui colui che griderà sotto la croce: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!": dobbiamo per forza sempre trovare una spiegazione a tutto, dare un nome ai personaggi che gli evangelisti hanno voluto anonimi, ecc... Ma il messaggio di Gesù è chiaro: il Regno è per tutti coloro che accolgono il Dio che si china a servire l'umanità. Quanto più mi predo cura della sorella o del fratello, tanto più sperimento, percepisco come il Padre/Madre si prende cura di me. E questo prendersi cura vicendevole sarà la manifestazione più chiara e bella della sua esistenza. Non avremo visioni, ma percepiremo la sua presenza viva anche nelle più piccole cose della vita quotidiana. I nostri cuori “paralizzati” da angosce e paure, sperimenteranno la forza guaritrice di una Parola che fin dall’eternità vuol comunicare vita e gioia. Guariti dalla Parola, camminiamo dietro il Figlio dell’Uomo per farci carico con Lui e come Lui di questa umanità che fatica ogni giorno nella realizzazione del progetto della Creazione. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 29 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! La parola del Maestro invita oggi a essere persone intelligenti: "Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina"(Lc 21,29-33). Intelligente non è colui che sa molto, ma colui che sa intus - legere, leggere dentro, in profondità. Il Maestro ci insegna a vivere come persone che non stanno in superficie, che non si accontentano di quel che appare. Ci ricorda la Scrittura che "gli uomini guardano le apparenze, Dio guarda il cuore": ecco noi vogliamo assomigliare al Padre/Madre in questo modo, guardando e assaporando il cuore della realtà e delle persone che incrociano i sentieri della nostra esistenza. Non cadiamo nella tentazione dell'apparire, delle apparizioni, e di tutto ciò che soddisfa puramente la vista: vogliamo scendere in profondità, per scoprire la Presenza nelle pieghe più profonde della storia, negli angoli più nascosti dei cuori di coloro che il Padre/Madre ci insegna ad amare per ciò che sono in verità e non per come appaiono ai nostri, a volte fin troppo piccoli, occhi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 28 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Per illuminare la parola evangelica (Lc 21,20-28) di oggi e per dare la sveglia a tutti i teorici dell'ira divina, ai predicatori delle fiamme dell'inferno, ai profeti di sventura che vedono solo macerie in questo nostro tempo, ai nostalgici del bel tempo che fu, ai terroristi delle anime che procurano solo scrupoli devastanti che generano paure e sottomissione, ai visionari e alle visionarie che si macerano di digiuni, di penitenze e di (autentiche?) preghiere, a coloro che attendono con impazienza il giorno della vendetta del nostro Dio all'insegna del "ve l'avevo detto io!", a tutte e tutti coloro che girano con l'accendino in tasca pronti ad appiccare qualsiasi rogo in difesa della "santa religione", a coloro che sono convinti che si può odiare, escludere, abbattere "in nome di Dio, del MIO DIO che è l'unico vero", a tutti costoro e a tanti altri regalo questi bellissimi versi di Riensiru M.(n.b. nel testo non ci sono errori di battitura; se qualcuno ne vedesse vuol dire che ha qualche problema!):

Dio è seduta, tesse con pazienza, con perseveranza
E con il sorriso che sprigiona come un arcobaleno
Sul volto bagnato di lacrime
E ci invita a non offrirle soltanto i cenci
E i brandelli della nostra sofferenza
E del nostro lavoro.
Ci domanda molto di più:
Di restarle accanto davanti al telaio della gioia
Ed a tessere con lei l'arazzo della nuova creazione.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 27 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro (Lc 21,12-19) ricorda che chi vivrà con fedeltà il messaggio del Vangelo facilmente andrà incontro a guai, incomprensioni, persecuzioni, rifiuti. È un criterio di autenticità, oserei dire, per quanto poi non dobbiamo andarcele a cercare a tutti i costi! Certamente, il messaggio di Gesù non è un messaggio alienante, non è "oppio" che addormenta coscienze e fa chiudere beatamente gli occhi sulle molteplici situazioni di ingiustizia tuttora presenti in mezzo a noi. Vivere con e come Gesù comporta un certo rischio (la sua famiglia stessa non andò a cercare di "arrestarlo" per fargli fare un TSO?): è vivere pericolosamente con gioia, è amare incondizionatamente per far conoscere l'amore del Padre/Madre, è perdonare per "sciogliere" il suo perdono. La via proposta dal Maestro non è certamente quella melensa spiritualità fatta di "valli di lacrime", di "atti di dolore" per aver offeso Dio (quanto l'abbiamo reso piccolo piccolo!), di "sacrifici e fioretti" offerti per aprire le porte del purgatorio... la sua via è la via della vita pagata a caro prezzo, pagata mettendo sul piatto l'intera esistenza per il bene dell'altro. In questo modo non saremo capiti, saremo derisi, e quando romperemo le scatole saremo anche perseguitati, ma "con la vostra perseveranza salverete le vostre anime", ossia la nostra fedeltà permetterà al Regno di crescere in mezzo a noi e di umanizzare la nostra umanità. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 26 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo!. Oggi il Maestro fa risuonare ancora la sua voce come allora: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli” (Lc 21,5-11). La sua proposta non è una via che aliena, che distacca dalla quotidianità, che annuncia "terribili segreti... che se non fai come ti dico sarai presto preda dell'ira divina!". La proposta di vita del Maestro passa dalla fatica quotidiana del crescere e del far crescere la vita. È un invito a lavorare con il Padre/Madre all'opera della creazione, alla nascita di un'umanità nuova che non va in cerca di "paradisi perduti", ma che lotta, lavora e si ingegna per umanizzare ogni giorno l'umanità fino a farle assumere quella condizione divina che il Padre/Madre ha da sempre sognato e voluto per tutti. Per questo non seguiamo chi propone vie diverse, vie fatte da digiuni, penitenze, macerazioni spirituali o meno. Per questo non andiamo in cerca di eventi sensazionali, di miracoli "un tanto al kilo", di apparizioni che promettono, blandiscono, minacciano. Noi camminiamo ben saldi sulle vie della nostra umanità lavorando con il Maestro affinché vita e amore crescano e rendano sempre più umana la nostra umanità. Altri possono trovare giovamento in altre vie, noi restiamo fedeli al Maestro e alla sua parola che ci chiede di essere svegli per saper cogliere ogni momento favorevole per metterci a servizio della vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 25 novembre 2019

Buongiorno


Buongiorno mondo! Il Testo di Luca oggi è corto, quindi lo riporto interamente: "In quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere" (Lc 21,1-4). Nel Deuteronomio era stabilito che una parte delle consistenti offerte al tempio fossero destinate all'assistenza delle vedove e e degli orfani. Purtroppo conosciamo bene il vero dio del tempio: mammona. Questo è il vero dio, non certamente il Padre che si prende cura dei più poveri. Quindi, anziché venire accudita dal tempio, la vedova ne diventa una vittima e allo stesso tempo, purtroppo per lei, anche una sostenitrice di tale dio che ingoia con ingordigia il denaro dei più poveri. Non penso che Gesù abbia voluto fare un elogio di quella vedova: quante ne abbiamo sentite su questa povera donna e quante conclusioni abbiamo tirato a partire da lei per giustificare le nostre "offerte" al tempio. Più che un elogio a me pare un grido di dolore per questa poveretta che si svuota le tasche per mantenere in piedi la struttura che la sfrutta. So che per molti una tale visione sarà un po' dura da masticare, ma ricordo che subito dopo questo episodio il Maestro annuncia la prossima distruzione del tempio: al posto del "cravattaro" (come direbbero a Roma) troverà spazio il Padre, "difensore delle vedove", ossia di tutte le vittime umiliate in nome di Dio. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 22 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Il testo di Luca oggi ci racconta la cacciata dei mercanti dal tempio. Il Maestro accompagna e giustifica l'azione con queste parole: "La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!" (Lc 19,45-48). Credo che il messaggio da cogliere vada ben oltre il pistolotto morale che potremmo fare tutti, e qualcuno sicuramente meglio di me, a proposito del rapporto religione - denaro. Aprirei la porta a una serie infinita di tiritere sul fatto che la Chiesa è ricca... perché non dona le sue ricchezze ai poveri... perché i preti sono ricchi ecc... ecc... Credo che l'azione e la parola del Maestro vogliano ancora una volta mettere in crisi un'immagine assodata di Dio, rinchiuso in un tempio, al quale portare offerte per attirare così la sua benevolenza. Gesù continua a battere proprio su questo tasto: se non compiamo il passaggio dalla religione alla fede, non riusciamo a trovare la porta del Regno. E proprio la religione diventa causa del malaffare che regna dentro il tempio, dentro la Chiesa, dentro le istituzioni ecclesiastiche che spesso oppongono resistenza a un tale cambiamento. Il famoso "non possumus", oggi dovrebbe riguardare ben altre cose, in primo luogo il "non possiamo servire Dio e mammona". A ciascuno, prima che chiederlo ad altri, di fare la sua personale, faticosa, quotidiana scelta. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 21 novembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! "Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»" (Mt 12,46-50). Ci hanno abituato a pensare continuamente al fatto che siamo chiamati a compiere la volontà di Dio (e già qui il linguaggio l'abbiamo cambiato: Gesù parla del Padre/Madre e noi ci mettiamo Dio. Sottigliezze? Non tanto, quando è in ballo l'immagine di Dio stesso...). Quindi siamo stati educati a pensare che ogni cosa che avviene fa parte della "volontà di Dio". Ti muore improvvisamente un figlio? È la volontà di Dio, di un Dio che, come si sente dire, "coglie i fiori più belli per tenerli con sé" ( ma che razza di Dio è uno che gode, con un pizzico di sadismo, nel farci soffrire ? Non credo sia il Dio di Gesù Cristo...). Il problema dunque è capire cosa sia questa "volontà" di cui parla Gesù. Anzitutto "volontà" è associata non a Dio ma al Padre/Madre. Ora, Gesù ci ha detto che la volontà del Padre suo e nostro è che viviamo e viviamo in pienezza, già a partire di qua, non solo nell'aldilà. Il Padre/Madre "lavora", continua l'opera della creazione (che è iniziata ma non ancora terminata, ce lo ricorda Paolo) affinché ogni uomo possa giungere alla pienezza della sua umanità, nello splendore della sua dignità. E la pienezza dell'umanità è rappresentata da Gesù di Nazareth, il Figlio nel quale siamo invitati a diventare figli. La proposta di Gesù, che compie la volontà del Padre/Madre, è portare ogni uomo a realizzare in pienezza la propria umanità, vivendo la dimensione di figlio e fratello. Ecco perché Gesù rifiuta la triade Dio-Patria-Famiglia, per proporre in alternativa la novità evangelica: dal Dio da servire al Padre/Madre da amare; dalla Patria come luogo di identità che esclude al Regno che tutti accoglie; dalla Famiglia in cui le relazioni sono esclusivamente verticali e di potere alla Comunità dove ognuno si fa servo della vita dell'altro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 20 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Oggi il vangelo ci propone la parabole delle mine (Lc 19,11-28), quasi l'equivalente di quella dei talenti. Riprendo l'insegnamento del Maestro quando afferma che "A chiunque ha verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha". Sappiamo ormai che questa espressione indica la proposta che Gesù fa ai suoi: se metti in gioco la totalità della tua capacità di amare, di comunicare vita, questa ti sarà resa non nella stessa misura, ma in una misura più abbondante. Se la tieni per te, se non la metti in gioco, resterà sterile, fino a finire in nulla. Gesù non chiede ai suoi di fare delle cose particolari, ma di essere persone che accettano di giocarsi la vita perché altri possano vivere, di essere persone che della vita fanno un dono e non una cassaforte chiusa cui nessuno ha accesso e dove trova posto solo il proprio benessere. Il Regno non è fatto per chi ha e vuole avere sempre di più. Il Regno è di chi da senza riserve. Il resto viene da sé. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 19 novembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Non c'è nulla da fare! Il Maestro non è mai come te l'aspetti. Oggi il testo evangelico ci offre il bellissimo passo dell'incontro di Gesù con Zaccheo (Lc 19,1-10). Uno sale in alto per cercare di vederLo, di incontrarLo, mentre l'Altro lo obbliga a scendere per entrare in casa sua. È una bellissima immagine che ci dice tutto del Padre/Madre: non è necessario "salire in alto" per cercarlo, estraniarci dal mondo, allontanarci da esso e dalle sue "brutture". Il Padre viene a trovarci a "casa nostra", dentro la nostra vita, nell'esistenza che viviamo quotidianamente e non ci chiede nulla in cambio, nulla di nulla. È dall'incontro con questo amore che sa farmi percepire la sua presenza di tenerezza e di rispetto per la mia condizione che nasce la "conversione", ossia un nuovo modo di guardare Dio, la storia e la vita. A me hanno spesso detto che per entrare a far parte della cerchia "degli eletti", degli "amati da Dio" occorre prima convertirsi. Il Maestro ci insegna invece che la conversione è una conseguenza dell'incontro con Lui. Gesù non ha detto a Zaccheo: "Ragazzo mio, vai a purificarti, fai penitenza, vai al tempio a chiedere perdono perché oggi voglio venire a casa tua!". Dio non ha paura di sporcarsi le mani con noi, anzi, la nostra miseria è la misura della sua misericordia. Il mio augurio per la giornata è che ciascuna e ciascuno di voi possa fare esperienza di quella voce che dice: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa", in altre parole: "Oggi il sorriso di Dio splende nella tua vita. Sorridi e festeggia con Lui". Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona giornata, soprattutto ai predicatori che terrorizzano il popolo con lunghe tirate sull'ira di Dio: imparate da Gesù e togliete le ragnatele da quelle facce incartapecorite! Sorridete, siete su Tv God, non su radio Maria! Buona vita!

lunedì 18 novembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il testo evangelico ci racconta la guarigione da parte del Maestro del cieco di Gerico (Lc 18,35-43). Un cieco e mendicante: non solo dunque escluso dalla vita economica e civile, incapace di badare a se stesso, dipendente dagli altri, impossibilitato a guadagnarsi da vivere e quindi costretto a mendicare, a dipendere dalla "vista" degli altri: se si accorgevano di lui, se lo "vedevano" forse qualcosa poteva rimediare. Ma c'è anche l'esclusione "religiosa": la sua cecità era il segno evidente della maledizione con cui Dio l'aveva colpito a causa dei suoi "peccati". Quali? Non si sa, ma se è cieco qualcosa deve aver pur fatto e Dio l'ha punito. Il Maestro gli offre una possibilità di vedere le cose in maniera diversa, in modo nuovo: la vista viene ridata per permettere a quell'uomo di camminare dietro a Gesù e scoprire così un nuovo modo di relazionarsi con Dio, non più giudice terribile, ma Padre/Madre che si prende cura dei suoi figli. Non vi è più una "Gerico" da conquistare con la violenza, ma una nuova umanità a cui dare occhi nuovi capaci di far trasparire lo sguardo amoroso di un Padre/Madre che vuole i suoi figli felici e realizzati, autonomi e non "mendicanti", capaci di comunicare con Lui pienezza di vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 15 novembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! La bellezza della strada che il Maestro propone per costruire quell'umanità che è sempre stata il sogno del Padre, è di una semplicità disarmante: "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà" (Lc 17,26-37). Tutto qui. Bella roba, mi dirà qualcuno, ma il nostro tempo vive quasi esattamente il contrario. Ho anche io gli occhi e mi rendo conto che il nostro mondo è sempre più nelle mani di lupi rapaci e famelici che farebbero di tutto per il profitto a tutto campo, per il potere che viene dall'avere. Ormai è sempre più evidente che l'arte del far crescere la polis è solo vecchiume: parafrasando la frase di un film verrebbe da dire: "E' la finanza, bellezza, e tu non ci puoi fare niente". E anche riguardo la Chiesa, si sa, quando fuori piove... dentro almeno pioviggina! Eppure la via del Maestro pare davvero essere l'unica se vogliamo davvero umanizzarci. Non nel possesso a tutti i costi, ma nella condivisione. Non nel potere con ogni mezzo, ma nel servizio al benessere altrui. Perdere la propria vita è credere davvero che non è tenendola stretta che essa si preserva o aumenta, ma il contrario. Quanto più fai circolare vita, tanto più essa ti viene ridata. Quanto più fai circolare amore, la tua capacità viene aumentata. Mentre se cerchi di preservarti, di badare solo a te stesso, chiudendo fuori tutto e tutti, anzi, buttando a mare chi ti è di ostacolo, la tua vita diviene sterile, un'inutile monumento a un egoismo che genera solo morte. E tutto questo è possibile a tutte e a tutti. È una via possibile a tutta l'umanità, quell'umanità di figli e fratelli che il Padre ha da sempre nel cuore, è la sua "idea fissa" e Lui continuerà a lavorare per questo. Ci saremo anche noi? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 14 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Alla domanda che lasciava trasparire l'ansia dei più in Israele circa il tempo della venuta del Regno di Dio, il Maestro risponde con queste parole: "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!" (Lc 17,20-25). E così ecco accontentati dapprima i Giudei, nella loro attesa della manifestazione di un Regno dove finalmente le cose si sarebbero aggiustate: i peccatori puniti vigorosamente, la Legge di Dio restaurata nella sua integrità e totalità, i pagani come gli invasori dovranno inchinarsi alla grandezza del nuovo regno d'Israele. Ma la risposta arriva dritta anche a tutte e a tutti coloro che si professano cristiani, magari anche cattolici, che vanno in cerca di visioni sensazionali, messaggi riservati, allusioni misteriose a segreti che saranno svelati, punizioni imminenti, allarmi per la chiesa e ciarpame del genere. Al posto di guardare in alto, cercate qui i segni del Regno, i segni del Padre/Madre che si prende cura di tutte e di tutti, che comunica il suo Spirito, cioè la sua capacità di amare e perdonare a coloro che l'accolgono. Non sono segni grandiosi, ma i segni della quotidianità, fatta di parole che suscitano speranza e accendono i cuori, gesti che spezzano pani per sfamare, mani che lottano per pace e giustizia, barriere che cadono per creare spazi di accoglienza. Ecco i segni del Regno: non abbiamo bisogno di altro! Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 13 novembre 2019

Buongiorno Mondo!


Buongiorno mondo! Oggi la pagina evangelica ci racconta della volta in cui Gesù guarì 10 lebbrosi e uno solo tornò a ringraziarlo: "Era un samaritano" (Lc 17,11-19). Così come nella parabola del "buon samaritano", anche qui il Maestro ci lascia di stucco. Non sono i pii giudei, gli osservanti, quelli che fanno parte del popolo eletto a essere messi in luce, ma gli odiati ed eretici samaritani che assurgono a modello non per aver fatto chissà che, ma per aver compreso il messaggio del Regno. A noi spesso capita la stessa cosa: se qualcuno passa per strade diverse, se apre percorsi nuovi, se traccia vie alternative, subito ad arricciare il naso, a consultare il diritto canonico, le rubriche del messale, il catechismo per verificare che tutto sia nella norma, altrimenti "quello è un samaritano, non è dei nostri". Faccio sempre più fatica a considerare le parrocchie come l'unico luogo possibile per vivere e testimoniare il Vangelo: per carità, non sto dicendo che occorre chiudere tutto e ripartire daccapo (magari! aggiungo sottovoce, ma so che questo non è materialmente possibile). Ma credere e creare spazi di piccole comunità che non si pongono in alternativa, ma si mettono a servizio per essere segno? Penso alle comunità di base che ho conosciuto nel mio servizio in Congo, a quelle dell'America Latina. Quanti "samaritani" potrebbero sentirsi accolti nella casa del Padre? Quanti "esclusi" potrebbero riavere quella speranza che oggi nelle nostre comunità spesso latita o, se c'è, è sempre sottomessa all'osservanza della legge? Questi sono pensieri in libertà... ma ogni tanto è bello sognare. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 12 novembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Avviso ai naviganti, si diceva una volta ( e credo si dica ancora). Oggi il Maestro emanerebbe un avviso agli arrivisti, ai carrieristi, a quelli che hanno fatto della Chiesa una mercato di cariche, onori, prebende. Un avviso a tutte e tutti coloro che pretenderebbero un monumento ogni volta che si danno da fare per qualcuno. A tutte e tutti coloro che si sentono superiori perché "sono catechista, sono ministro straordinario dell'Eucaristia, sono sacrestano" o peggio, "perché io sono il parroco e basta!". A tutte e tutti, oggi il Maestro ricorda di lavorare per il Regno in pace, e quando ogni cosa sarà fatta per amore, assomigliando al Padre/Madre, ognuno potrà dire: "Sono semplicemente servo. Ho fatto quanto dovevo fare" (Lc 17,7-10). E saremo davvero onorati di averlo fatto alla stregua del seme che muore perché la vita cresca. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 11 novembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! "Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!»" (Lc 17,1-6). E il Maestro risponde con un paradosso: una fede grande quanto un granellino di senape basterebbe per fare cose grandi. Spesso mi sento dire dalle persone che incrocio che "io non ho il dono della fede", "beato te che puoi credere...", "a me Dio non m'ha fatto questo dono", "per me la fede è credere in... tutto, nella natura, nel cosmo... ecc...", "ah guarda, fosse per me la fede ce l'avrei, ma con questa chiesa di mezzo, no, non si può credere" o la versione che recita "ma come fai a credere in un Dio che permette tutti questi mali?". È curioso: sono tante espressioni accomunate dal verbo credere. Vero, quando si parla di fede vuol dire che ci si fida di qualcuno e si crede a quel che questi dice. Ma io credo che la fede, almeno la mia, che sento in sintonia con quella di Gesù (già anche Lui era un credente), contenga anche la coniugazione di un altro verbo: accogliere. Se consideriamo la fede alla stregua di un dono, allora credo siamo in presenza di un dio ingiusto, che si diverte a giocare alla lotteria per distribuire i suoi doni. Il Padre/Madre chiede, invece,  di essere accolto, e questo è possibile a tutti, nessuno escluso. Non vi sono criteri, leggi, requisiti particolari per accogliere un Padre/Madre che vuole condividere con me la sua passione per la vita e mi chiede di assomigliare a Lui in questo perché altri possano conoscerlo. La "conversione" non è causa della fede, ma una conseguenza dell'aver accolto il Padre/Madre e il suo amore che si manifesta nelle persone che incontro e che hanno accettato tale proposta di vita: assomigliare a Lui per manifestare Lui. Quindi, inutile andare in cerca di Dio qua e là, trovarsi mille padri spirituali (ma Gesù non aveva detto: Non chiamate nessuno "padre", perché uno solo è il Padre vostro"?), e non rendersi conto che Lui si manifesta nella sorella o nel fratello che hanno scelto la sua via, cioè Lui stesso. "Aumenta la nostra fede" è chiedere di rafforzare questa capacità di amare assomigliando al Padre/Madre; non è certo restare in ginocchio con la frusta in mano a chiedere perdono dei peccati e correre in ogni santuario in cui appaiono santi e madonne a iosa per proclamare in crociata la propria "fede": questo non è il Dio di Gesù Cristo, non è il mio Dio, non è il Padre/Madre che ci accoglie come figli chiedendoci di lavorare con Lui alla creazione della nuova umanità. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita (e scusate la prolissità).

venerdì 8 novembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro racconta la parabola dell'amministratore "disonesto" (Lc 16,1-8) che, usando i beni del suo padrone, cerca di farsi degli amici per il momento in cui perderà il lavoro. Se oggi il Maestro dovesse raccontare una parabola simile forse sceglierebbe altri argomenti: l'amministrazione disonesta fa parte ormai dei corsi di laurea richiesti a chi vuole seguire la strada della politica, in primo luogo, ma anche quella del soldo facile, in secondo luogo. Tuttavia il Maestro ci dice che il padrone ha lodato quell'amministratore disonesto per la sua astuzia. Ora, io penso che se l'astuzia e la paura di perdere il posto l'ha portato a fare delle scelte di "condivisione", quanto più chi segue il Maestro nella via delle Beatitudini. Stare alla larga da mamona e dai suoi canti seducenti e vivere la povertà delle Beatitudini, cioè il prendersi cura dell'altro, il preoccuparsi per il suo benessere, permetterà a Dio di manifestarsi. Il processo di umanizzazione che propone il vangelo non passa sulle strade lastricate dell'economia e della finanza attuali, fondate per lo più sul profitto a tutti i costi, ma sui sentieri dell'accoglienza e della condivisione della risorse, perché "non vi sia nessuno che sia nel bisogno". Come sempre, chiamati a scegliere tra salvezza dell'economia e economia della salvezza. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 7 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Ecco cosa risponde il Maestro a chi lo accusa di mangiare e bere con i peccatori: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta" (Lc 15,1-10). Alla domanda: "Chi di voi se ha cento pecore ecc..." gli scribi, il Magistero ufficiale, avrebbero risposto: "Nessuno!". Già, nessuno sarebbe così pazzo da abbandonare il resto del gregge per andare a cercare una sola pecora. Nessuno si sarebbe fidato degli altri pastori nei paraggi: vista l'occasione si sarebbero subito spartiti le pecore di quell'idiota che è andato dietro all'unica stupida del gregge! Eppure, "Chi ha visto me, ha visto il Padre": ecco come Dio opera: lascia il gregge, che a quanto pare sta bene da solo, e va a cercare l'unica pecora che si è smarrita, forse ferita, impaurita. E quel che più sconcerta è il fatto che non la punisce, non la bastona, non la fa camminare davanti a sé minacciandola dei peggiori castighi "se solo ti azzardi a rifarmi una cosa del genere!". No, se la carica sulle spalle, la riporta a casa e fa festa con lei e per lei. Il Maestro propone a tutte e a tutti, indistintamente, di poter vivere così, assomigliando al Padre nel suo modo di amare, di perdonare, di prendersi cura. Gesù ci mostra il volto di un Dio che invita a non restarsene beati dentro al circolo delle pecore che, sottomesse, obbediscono, eseguono, non si lamentano mai, sono pronte a metter fuori le "pecore nere" per procacciarsi i posti migliori e compiacere in ogni modo il pastore. "Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri" (Isaia 40,11). Ecco il Dio-con-noi. Ecco, noi come e con Dio.Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 6 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo" (Lc 14,25-33). Qualcuno alza le mani scandalizzato a causa della crudezza del verbo "odiare", ma sappiamo essere un semitismo per dire di "amare meno", per cui potremmo anche tradurre con la CEI così "Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”. il Maestro ci ricorda che la famiglia, le relazioni familiari, nel Regno, assumono caratteristiche diverse, diventano spazi che aprono al Regno e alle sue evangeliche "follie", si trasformano in percorsi che aprono alla comunità evangelica, dove "tra loro non vi era nessuno che fosse nel bisogno"; le relazioni familiari hanno bisogno di essere umanizzate dalla presenza di persone che sanno dare la vita, cioè comunicare vita, facendo saltare quegli schemi spesso soffocanti fatti di immagini fisse e immutabili nel tempo, immagini che vedono un padre spesso padrone, una madre non sempre valorizzata nella sua dignità di donna, e via discorrendo. Essere una famiglia evangelica è saper creare dentro e attorno a sé stessa dei percorsi dove le Beatitudini diventano possibilità di vita nuova e il Regno una costante presenza visibile che chiama alla vita e fa crescere l'umanità. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

P.S. Slogan quali “Dio-Patria-Famiglia” fanno parte di quelle offerte pseudo-politiche che sono come i pellegrinaggi con vendita di materassi e padelle: nulla a che vedere con il messaggio e lo stile di vita di Gesù.

martedì 5 novembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! La finale della versione lucana degli invitati alla festa recita così: "Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena" (Lc 14,15-24). In altre parole: non ci si può accostare all'Eucaristia con il cuore attento ai propri affari, facendo dell'Eucaristia stessa quasi una piccola devozione personale o un semplice appuntamento settimanale cui non mancare per non offendere il "capo". L'Eucaristia domenicale è il luogo, lo spazio dove ognuna e ognuno di noi si lascia di nuovo lavare i piedi, dice di nuovo il suo "sì" allo stile di vita del Maestro; è lo spazio in cui la comunità tutta diventa "Tenda del Convegno" per tutte e tutti, senza esclusione alcuna; è il luogo dell'umanizzazione per eccellenza, perché non vi è niente di più umano che l'apprendere con e come il Maestro a farsi pane, alimento che comunica vita, che infonde speranza, che apre al mistero del Dio-con-noi. È il luogo dove ogni comunità è chiamata quindi a farsi Bet-lehem, casa del pane per ogni donna e ogni uomo in cerca di dignità, riconoscimento, attenzione, cura, perché il Padre/Madre che si rivela in Gesù si riveli anche attraverso ognuna e ognuno di noi. Siamo tutti invitati: solo noi abbiamo tra le mani la possibilità di rifiutare l'invito. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 4 novembre 2019

Lettera al Card. Ruini



Caro fratello,
ai signori Cardinali, ai Vescovi, ai Monsignori di cui la Chiesa è piena bisognerebbe, per consuetudine, rivolgersi in maniera ossequiosa. Io mi permetto di rivolgermi a te come fratello perché nella fede questo siamo e nulla più.
La prima emozione che si è mossa in me alla lettura dell’intervista che hai rilasciato per il Corriere è stata di sconcerto e stupore, conditi con una dose di arrabbiatura q.b.
Ho lasciato decantare il tutto e mi sono riletto le tue parole (così, per deformazione professionale, come faccio con ogni parola delle Scritture) cercando in esse significati che rimandassero ad altro. Confesso che non sono stato in grado di trovarne. Cosa vuoi, sono lento.
Le indicazioni politico-religiose che emergono dal testo, sicuramente contestuali all'intervista e quindi senza pretesa di esaustività e di profondità, mi hanno ricordato le parole di un mio indimenticabile maestro, Ortensio da Spinetoli, (maestro per me  certa-mente, non posso dire lo stesso per quell'istituzione ecclesiale nella quale per anni hai esercitato funzioni di peso), il quale senza mezzi termini e perfettamente consapevole (a differenza di altri) delle sue parole afferma che:
Non è certo facile togliere di mezzo i vescovi e gli esponenti dei dicasteri romani, ma se questi potessero provare a tacere, se non altro per il troppo parlare che hanno fatto fino adesso, ne avrebbe senz'altro un gran beneficio tutta la comunità credente” (Ortensio da Spinetoli, L’inutile fardello, Chiarelettere, 2017, p.9).

Spero tu non me ne voglia, ma sinceramente io non necessitavo, in un tempo così complesso e delicato come quello che stiamo vivendo, di sentire un’ulteriore emissione di suoni vocali per non dire nulla. O meglio: più che “non dire nulla” dovrei dire per ripetere indicazioni ormai vetuste e  che in passato non hanno certamente dato gran lustro alla Chiesa (riconosco che queste mie parole rappresentano comunque il modesto parere di un cristiano ridotto allo “stato pretale” senza potere alcuno né incarichi di prestigio).
Dialogare con Salvini è doveroso? Certamente, come è doveroso dialogare con tutti, senza pregiudizi. Il punto è questo e diventa domanda: come posso dialogare con chi configura il dialogo come monologo? Più che al dialogo mi pare che qui tu inviti al monologo, considerato che dall'altra parte non mi pare di intravedere grandi aperture, eccettuate quelle offerte a chi condivide lo stesso pensiero… (ma in questo temo tu sia più maestro dello stesso Salvini). E per chiuderla qui con chi fa della vacuità di pensiero la quintessenza della politica attuale: “baciare il Rosario” è una “maniera poco felice di affermare il ruolo della fede nello spazio pubblico". Ecco, da una persona qualificata come te mi sarei aspettato quantomeno un sottile distinguo: parliamo di “affermazione” della fede o della religione? Parliamo di espressioni esteriori che non in-formano (ricordi l’Aquinate, la fides informis e la fides formata…?) le scelte esistenziali o parliamo di adesione personale allo stile di vita di Uno che sarebbe per un cristiano, in verità, “l’unico Capitano” che ha pagato di persona, fino in fondo, il suo modo di vivere e di comunicare Dio? Non voglio dilungarmi in queste tematiche, tuttavia su di una tua particolare affermazione mi soffermo, là dove dici: “Il principale motivo per cui non sappiamo più chi siamo è che non crediamo più di essere fatti a immagine di Dio…”. Il punto, fratello, è proprio questo: di quale Dio esattamente stiamo parlando? Mi permetto di chiederlo perché dalla risposta a questa domanda ne vengono poi conseguenze di non poco conto. Se parliamo del Dio di cui Gesù ha detto: “Chi vede me vede Lui”, allora, forse, ci rendiamo conto che di fatto qualcosa non quadra. Il Dio che in Gesù si rivela a noi è Colui che si mette a servizio (in ginocchio, oserei dire, vedi lavanda dei piedi) dell’umanità, e non un Dio che si serve dell’umanità, come spesso e volentieri la nostra istituzione ha trasmesso. Le conseguenze di tutto questo inciderebbero non poco sull'immagine che la nostra istituzione, la Chiesa, ha da sempre presentato e offerto come unica e vera. I posti di “rilievo”, a partire da questa immagine, semplicemente cesserebbero di esistere, così come i cosiddetti “mediatori” tra l’umanità e Dio. Insomma, mi pare che ci siamo persi dei pezzi per strada lungo i secoli.
Se, al contrario, l’immagine di Dio che vogliamo veicolare e trasmettere è quella sottesa allo slogan: “Dio, Patria, Famiglia”: beh, a questo punto, allora sì, ha un suo senso anche il “dialogare”.
Io mi fermo qui, per ora, sottolineando però un concetto che, a mio modesto avviso, potrebbe essere la base di partenza per ridare luce e forza all'annuncio del Vangelo: smettiamola di sbandierare in ogni dove che Gesù è Dio. Cominciamo a pensare, invece che Dio è Gesù: tante immagini distorte e persino dissacranti e irrispettose di Dio cadrebbero e allora la Chiesa potrebbe davvero aspirare a realizzare quella bellissima definizione data da Papa Paolo VI: maestra di umanità. 
Perché di questo oggi abbiamo bisogno, di maestri di umanità. Il resto è utile come le cappe cardinalizie.
Con affetto, buona vita.
Don Luciano

Da incorniciare

Quando il silenzio è d'oro: parole sensate.

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Non c'è proprio verso: ogni volta che il Maestro viene invitato a pranzo dai farisei, ha sempre qualcosa da ridire, riesce sempre a mandare di traverso il boccone. Oggi, per esempio, chiede a colui che l'ha invitato che "quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti" (Lc 14,12-14). Gesù non è uomo che bada all'etichetta, al bon ton, a quegli scambi di favori che fanno nascere esclusioni, chiusure. Anzi, chiede al fariseo di rinunciare a ciò che aveva di più caro: il suo stato di perenne purità cultuale per aprirsi alle sorelle e ai fratelli che sono al centro del cuore di Dio. La condivisione del pasto, anche eucaristico, non è fine a se stessa, ma è comunicazione di vita a chi vita non ha; è apertura e accoglienza verso chi è escluso; è attenzione a scegliere tra gli "amici" quelli che Dio sceglie, continuando così l'opera della creazione del Padre/Madre verso un'umanità nuova e sempre più umanizzata. Allora sorge la domanda: chi frequento? Con chi condivido il pane quotidiano? Chi partecipa alle nostre mense eucaristiche? Questioni cui non è sempre agevole dare risposta, soprattutto per il fatto che spesso le nostre comunità cristiane soffrono di una sindrome da "messificazione" (non è un errore di stampa!), quasi a voler dare gloria a Dio con delle "belle celebrazioni" in cui spesso i "poveri, gli storpi, gli zoppi e i ciechi" di oggi non trovano posto. Siamo sempre tra noi, e stiamo bene tra noi! Per favore, Maestro, non disturbare: stiamo celebrando! Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 1 novembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Per prima cosa auguri a tutte e a tutti, come usa in questa festa di Ognissanti. La liturgia, nella festa odierna, fa risuonare le sublimi parole delle Beatitudini, ossia lo stile di vita nuovo proposto da Gesù a tutti coloro che vogliono camminare con Lui sulle strade del mondo. Poi succede, come spesso succede, che anche le Beatitudini (che qui non posso commentare per ovvii motivi) finiscano nel tritacarne della spiritualizzazione, nel miscelatore della spiritualità del merito, perdendo così la forza e la novità portata e vissuta da Gesù stesso. Lo stile di vita proposto da Gesù in questa "magna charta" del cristianesimo ricorda in primo luogo che il Padre condivide con noi il desiderio della felicità: Beati! Non esiste per Gesù un dio geloso della nostra felicità, anzi è proprio il contrario. Anni fa un monaco belga che viveva nel Sahara mi disse queste parole che segnarono profondamente il mio approccio all'esperienza della fede e che furono l'inizio di un modo nuovo di avvicinarmi a Gesù e a quanto propone: "Non posso credere in un Dio che non sia felice anche quando io sono felice senza di Lui". La proposta di "santità" che viene da Gesù passa per l'umanità. L'unica via per raggiungere la santità è quella che porta a una profonda umanizzazione della nostra storia, un'umanizzazione tale da farci essere divini, come il Padre. Gesù non chiede una "santità" altra, separata; non ci presenta il volto di un Dio che se ne sta lassù (oppure quaggiù, ma ben richiuso dentro un tempio e al quale portare offerte e prebende), a guardare i suoi figli lottare per un po' di felicità. Il volto del Padre che risplende in Gesù è il Dio-con-noi che ha scelto di piantare la sua tenda in mezzo a noi per camminare con noi e costruire questa umanità nuova. La santità è allora accettare, come Gesù, di essere "immersi", "battezzati" nella storia facendovi brillare il volto del Padre attraverso il nostro modo di vivere, giorno dopo giorno. Credo sia questa la santità che Gesù chiede ai suoi: non una nicchia da venerare, ma uno stile che rivela la bontà generosa del Padre che vuole tutti i suoi figli Beati! Un abbraccio affettuoso a tutte e a tutti. Buona vita e buona Festa.

giovedì 31 ottobre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Non saprei se la preoccupazione per l'incolumità di Gesù mostrata dai farisei sia autentica, però oggi si avvicinano a Lui per dargli questo consiglio: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere" (Lc 13,31-35). Immagino che queste parole dette da una persona che indossa una coppola e parla con un pesante accento siciliano (non me ne vogliano le mie sorelle e fratelli siciliani, è solo una battuta, dai!) assumano una luce un po' più sinistra di quella di un consiglio amichevole (alla stregua di "ho una proposta che non puoi rifiutare"). Di fatto, la famiglia degli "Erodi" ha più volte incrociato la storia del Maestro, e sempre con intenzioni poco pulite. Ma è una famiglia dura a morire quella di Erode! Ancora oggi la sua presenza si fa sentire su tutte e tutti coloro che vogliono vivere secondo il vangelo, mettendo in crisi e obbligando ogni forma di autorità a confrontarsi nella ricerca continua della felicità di tutti e di ciascuno, nella ricerca di quel benessere che garantisca a tutte e a tutti un livello tale di vita da poter vivere e non essere ridotti a sopravvivere. Ogni "Erode", in ogni tempo, teme la libertà che nasce nel profondo della coscienza personale, e per questo fa di tutto per impedire tale situazione. La comunità cristiana dovrebbe essere in primo luogo quello spazio che aiuta a formare a libertà la coscienza di ogni persona. Ma quanti "Erodi" abitano oggi la comunità cristiana, la Chiesa? Quanti spacciano per "autorità" divina ogni singola parola che pronunciano, ogni singolo atto che pongono, ogni muro che alzano, ogni divieto che attuano? Quanti "Erodi" dentro e attorno a noi, che si sentono signori e padroni di ogni vita? Anche oggi il Maestro chiama a scelta: o con Lui o con Erode. Da parte stiamo? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 30 ottobre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro non va tanto leggero: "Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!" (Lc 13,22-30). Sono parole pesanti, molto dure, che ci mettono in guardia dalla tentazione di fare dell'Eucaristia un fine e non un mezzo, ossia uno spazio dove condividere e accogliere quelle logiche del Regno che poi dovrebbero risplendere nel quotidiano. Quante "Eucaristie" domenicali deformate dall'ingombrante presenza del "precetto"! Quante "Eucaristie" vissute con l'orologio in mano, in un'attesa trepidante che il tutto finisca in fretta, soprattutto quella litania barbosa di "dobbiamo fare", "siamo chiamati a...", "dobbiamo essere", "si deve, siamo spinti a..." ecc...quasi che l'Eucaristia fosse una sorta di “bigino” di suggerimenti morali per la settimana! Quante Eucaristie in cui "pane e vino" sono davvero "frutto della terra e del nostro lavoro"? Del "lavoro" per il Regno, s'intende, non della mano di vernice sulle porte della Chiesa! Quante Eucaristie mortificano l'azione dello Spirito perché la celebrazione secondo le norme, senza sgarrare, senza nulla cambiare, in un appiattimento che fa delle differenti comunità sparse in giro un omogeneizzato che rende tutti uguali, senza differenze, è il "segno visibile" dell'Unità della Chiesa (sì, di una chiesa-fotocopiatrice che fa delle belle copie, ma tutte identiche!). E potrei continuare, ma devo mettere la mia coscienza a nudo per vedere dove anche io ho ceduto a queste o altre tentazioni. Ricordo quanto diceva Mariano Magrassi, vescovo di Bari, molti anni fa: "Più Messa e meno messe". Ma erano i tempi del post-Concilio... dov'è finito il fermento di allora? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita!.

martedì 29 ottobre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! "A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami" (Lc 13,18-21).
Lo vado da tempo ripetendo: la nostra epoca, almeno quella ecclesiale, è il "tempo della senape". Occorre che apprendiamo di nuovo a entrare nella storia e a percorrerne i solchi profondi con lo stile di Colui che è Padre/Madre, lo stile del granellino di senape, insignificante per i più, segno del Regno per chi comprende. È terminato il tempo dei "cedri maestosi", bellissimi ma che fanno ombra a tutto impedendo la crescita di altri. Occorre apprendere di nuovo lo stile del Maestro, lo stile di una comunità che è come un granello di senape, piccola, ma sparsa qua e là dal vento dello Spirito. Una comunità che cresce facendo crescere, che diventa casa di tutte e tutti, che offre a ciascuno un riparo e uno spazio dove coltivare e cogliere i semi della nuova umanità.
Per questo occorre ricordare che non siamo noi "l'uomo che getta il seme nel suo giardino": siamo i semi, non i seminatori, siamo la senape, non il contadino. Il nostro dono/compito è continuare a far "brulicare" di vita il "giardino" cui il Padre/Madre ha dato avvio. Siamo piccoli granelli seminati nel cuore del mondo perché la parola della vita risuoni in ogni dove, silenziando con la mitezza della fraternità evangelica le troppe parole di morte che ancora circolano tra noi.
Per questo dono siamo grati; questo compito ci assumiamo giorno dopo giorno.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 28 ottobre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Il vangelo, nella festa dei Santi Simone e Giuda di oggi, ci racconta che "...tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti" (Lc 6,12-19). Mi sono spesso chiesto cosa fosse questa misteriosa "forza" che promanava dalla persona del Maestro. Io credo sia la forza della vita, una vita vissuta totalmente dentro l'amore. È la forza della vita che, come un flusso continuo, passa dal Padre a Gesù alle persone che egli incontra e che accettano di entrare in questo flusso dove la vita non viene artigliata e tenuta per se stessi, ma continuamente donata. A chi accetta di mettere sul piatto tutta la propria esistenza in un dono continuo, il Maestro mostra come questa non si esaurisca, ma continui invece a rifiorire e a generare nuova vita attorno, "sanando tutti". Gesù non mette in atto delle mediazioni di tipo rituale, liturgico, o delega a degli addetti specifici la capacità di far passare o meno questa "forza" che risana e fa rivivere. Chiede semplicemente di entrare nel gioco dello scambio gratuito: accogliere la vita, l'amore che il Padre continuamente riversa in noi e lasciare che scorra verso i fratelli e le sorelle che incrociamo ogni giorno. Il resto verrà dopo. Fino a quando la comunità cristiana sarà più preoccupata di stabilire le "regole" con le quali "sanare" le varie situazioni, fino a quando il tempio avrà più spazio e importanza del cuore del Padre, fino a quando la legge avrà la meglio sullo Spirito, la "forza" risanante del Padre resterà bloccata in attesa di uomini e donne che accettino in primo luogo di seguire la via del Maestro. Solo allora la comunità diverrà lo spazio dove la forza della vita si manifesterà e ognuno potrà "toccare" con mano la sua forza liberante e vivificante. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona giornata.