martedì 31 dicembre 2019

Buon Anno

Si usa augurare "Buon Anno", e quindi lo faccio anche io, a tutte e tutti voi, di cuore.
Ma lo faccio a modo mio.
Dunque, potrà essere un Buon Anno se davvero sarà un Anno Buono.
Buono perché posto, giorno dopo giorno, sotto il segno della bontà.
Buono se in questo anno ci riapproprieremo del valore della parola, per ridare dignità a parole quali condivisione, sobrietà, solidarietà, per dare a queste parole carne dentro la nostra carne nelle nostre scelte quotidiane.
Buono se capace di guardare ogni donna e ogni uomo con gli occhi del Creatore, che vede L'umano davanti a sé come sua Immagine e Somiglianza, senza distinzione di razza, sesso, religione e cultura.
Buono se rifiuteremo le "sorgenti dell'odio" e proporremo invece narrazioni di pace, di cura per l'altro, di attenzione alle persone fragili e vulnerabili considerandole non problemi ma doni  da accogliere con riguardo e profondo rispetto.
Buono se sapremo diventare "pastori della nostra animalità" così da avere una maggior cura della nostra casa comune, se impareremo a "mangiare di tutto, ma non tutto".
A tutte e a tutti, al Popolo della Senape, ai miei amici e colleghi di Caritas Bergamo, a coloro che credono ancora nella parola autentica del Vangelo e che desiderano viverla liberandola da tanti orpelli inutili, 
di cuore, 
un Anno Buono.

martedì 24 dicembre 2019

Buon Natale


…poiché non vi era posto per loro nell’alloggio”.

A causa di una decisione amministrativa del potente di turno, un censimento, Gesù nasce in quella “stanza” che era adibita a magazzino (ma anche ricovero per animali) nella quale normalmente le donne di casa partorivano (paradossalmente, la luce di una nuova vita era il momento di massima impurità per la donna: meglio non contaminare tutta la casa, sai poi le abluzioni e le pratiche da fare per rimettere tutto a posto!). Ma si tratta, per l’appunto, di Gesù…  e qui Luca strizza l’occhio per dirci: guardate che tutta la storia sarà sotto questo segno.
E infatti, per festeggiare la nascita accorrono poi i pastori, gente maledetta, di quelli che noi oggi non esiteremmo a gettare in galera e poi buttare la chiave.
Con i criteri che caratterizzano oggi la nostra cultura, anche quella spacciata in quel  “social club” che è diventato il nostro mondo, come minimo noi avremmo ingaggiato un team di influencers per presentare la nascita, (possibilmente nel “cloud”), del nostro Gesù: un piccolo palestinese che raccoglie e organizza la protesta dei pastori (non quelli sardi… ma comunque sempre della categoria).
Notizia di un giorno (anche troppo, per i social,) e poi si passa ad altro.
Ma Luca descrive l’evento in funzione del dopo: ci vede lungo, Luca. Lui non ha lo sguardo piccolo e miope del potente che vede solamente il suo orticello.
La nascita posta nella “stanza dell’impurità” è la cifra per comprendere chi è e cosa farà quel neonato: darà un volto di carne al Volto che fino ad allora nessuno poteva vedere; permetterà di pronunciare il Nome che fino a quel momento nessuno osava pronunciare. Egli incarnerà la più fragorosa bestemmia su Dio: ci dirà che Dio osa contaminare la sua purezza con la nostra fanghiglia: diventa uno di noi.
Già, un Dio così mica te lo aspettavi, di’ la verità. Avresti preferito qualcuno più a tua immagine, qualcuno che risponda ai tuoi desideri, soprattutto quelli di potenza, di ricchezza, di splendore. Insomma, un “Dio” fatto a misura delle tue aspettative.
Ma insomma, quanto “pesa” un Dio di cui nemmeno Cesare Augusto si è accorto? Quanto conta un “Dio” che “non conta”, non ha “peso”, non ha le giuste entrature, non va a spasso con i potenti (vabbé, Erode s’è preso un po’ di strizza, ma, ragazzi, quanto “conta” Erode all’epoca, quanti “followers” ha? Suvvia… intendiamoci!).
Giusto per non tediare più del necessario, il mio augurio per questa Memoria del Natale, va nella direzione del caro Luca: se vuoi incontrarti faccia a faccia con Colui che disvela il Volto, non cercarlo dove si trovano quelli che pensano di contare, gli “importanti”, quelli che credono di avere il potere.
Dio, questa notte e tutte le altre notti, non è lì, non lo trovi in mezzo a loro. Non lo trovi neppure in quelle solenni e “belle celebrazioni” che, per un momento (possibilmente breve) ti spalmano una mano di buonismo, ti fanno sentire un po’ buonista anche te che poi alla tastiera ti sfoghi spaccando il presepio in testa a chi non fa parte dei tuoi.
Dio, il Dio che è Gesù, se lo vuoi trovare e salutare, devi cercarlo nelle “stanze impure” della storia. Quelle “stanze” dove vivono quelle e quelli che ogni giorno invadono la corsia della tua storia e che tu scansi con fastidio, quelle e quelli che volentieri aiuteresti a casa loro, purché lontani dai tuoi occhi; dove stanno quelli e quelle che ti rendi conto esistono solo quando vedi i parcheggi loro riservati e che non sempre rispetti; quelle e quelli di cui tu compri i corpi per sfogare i desideri di cui ti vergogni o per avere i pezzi di ricambio per continuare a vivere solo perché “tu puoi”; quelle e quelli che scappano da guerre che tu hai finanziato per poter sfoggiare “l’ultimo modello”; quelli e quelle che ogni sera accedono al dormitorio perché “non c’è posto per loro” nelle nostre case pure; quelle e quelli che, beh, cosa vuoi, se la sono cercata (chissà perché invece tu te la sei trovata?!).
Se vuoi davvero festeggiare il Natale di questo Dio, ecco, lo troverai lì, immerso nei rivi fangosi e maleodoranti della nostra storia. Solamente lì comprenderai cosa significa nascere in una mangiatoia e non vivere nella mangiatoia che genera disumanità.
Natale è cosa seria. Natale è per le “stanze impure” della storia.
Le luminarie… beh, che siano le nostre vite a illuminare di vita la storia quotidiana.
I panettoni… beh, che siano le nostre vite dei buoni pani fragranti che sfamano e ridonano vita.
Buon Natale, sorella, fratello. Buon Natale, Popolo della Senape. E, come sempre, con Lui e come Lui, Buona vita.

lunedì 23 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Oggi il vangelo ci narra il racconto della nascita di Giovanni il Battista. A un certo punto Luca ci narra che: “Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.
In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio
” (Lc 1,57-66). Solo dopo aver accolto il dono della misericordia di Dio (il significato di Giovanni è “Dio ha fatto misericordia”) Zaccaria riacquista l’uso della parola. Nella casa di Elisabetta svanisce un sacerdote e nasce un padre/profeta. Ogni volta che si apre uno spiraglio nel muro delle certezze granitiche edificato sulla Legge, lo Spirito ci si infila e crea uomini nuovi. Ogni volta che ci si apre al dono della misericordia siamo resi capaci di parlare in maniera nuova, non più preoccupati di salvaguardare a tutti i costi i modelli di una tradizione ormai incapace di aprirsi alla novità di Colui che viene. Zaccaria ha avuto il coraggio di arrendersi alla proposta di Dio, per questo ora può nuovamente parlare, anzi, può parlare in maniera nuova: abbandonata una tradizione sterile, incapace di dire e dare Dio all’umanità, lasciato ormai un tempio divenuto solamente simbolo di un potere che non ha alcuna traccia di divino in sé, Zaccaria può ora essere davvero considerato padre e aprirsi al dono della vita comunicandola con una parola vivificante. Ecco una buona provocazione per le nostre comunità, ancora refrattarie al dono dello Spirito, spesso chiuse nella salvaguardia di tradizioni ammuffite, sovente ridotte al rango di custodi museali: una buona scossa in attesa di Colui che viene. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 20 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! "Niente è impossibile a Dio" (Lc 1,26-38). Queste parole dette dall'angelo a Maria risuonano nella liturgia di oggi. E' vero che ci hanno insegnato che Dio è Onnipotente e che "La parola onnipotente vuol dire che Dio può fare tutto quello che vuole" Cat. di Pio X n.26). Già, ma se Maria avesse detto no... come la mettiamo. E allora dagli a creare altri scenari possibili, pur di salvaguardare un castello dottrinale che "per forza" deve stare in piedi. Per parte mia preferisco pensare che Dio non cerca meri esecutori, ma pieni e responsabili collaboratori, uomini e donne che accettano con Lui e come Lui di giocarsi la vita perché la vita dell'umanità cresca in qualità tale da essere divina. Uomini e donne che, pur coscienti della loro fragilità, osano la sfida del fidarsi e affidarsi a una Parola capace di trasformare l'esistenza, una Parola capace di generare vita dentro e attorno a chi la accoglie. Uomini e donne che non si rifugiano in una "onnipotenza" alla quale delegare tutto o sulla quale scaricare tutto, ma su un amore misericordioso che insegna a farsi compagni di strada, creando relazioni fondate su dono e perdono reciproci, a sua immagine e somiglianza, senza giudizi o pregiudizi di sorta verso alcuno, senza discriminazioni religiose, sessuali, culturali, politiche, ma aperti ad ogni donna e uomo che vogliono inventarsi stili di vita più umani, talmente più umani da essere divini. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 19 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Zaccaria ed Elisabetta. Dove trovarne due così? La crème dell'espressione religiosa del tempo: lui sacerdote, lei addirittura discendente di Aronne (Lc 1,5-25). Dove vuoi trovare un "terreno" più adatto per piantare il seme della parola? Eppure... eppure... occorre retrodatare un noto proverbio: l'abito non fa il monaco. Zaccaria, al momento della massima "vicinanza" all'Altissimo, durante l'offerta dell'incenso, si vede recapitare un messaggio direttamente "dai piani alti". Ma non sempre la religione apre alla fede. Anzi, spesso e volentieri diventa un ostacolo, crea resistenza perché la religione ha bisogno di stabilità, di regole ben precise, pressoché immutabili, mentre la fede è "sbarrazzina", apre strade nuove, indica percorsi alternativi, cerca nuove vie per comunicare significati di prossimità, di "parola", di umanità che vuole crescere. Ecco: Dio tenta ancora una volta di far partire il dialogo con chi dovrebbe, in teoria, essere in vantaggio, capire prima le cose, muoversi prima. Purtroppo constatiamo che così non è: per questo da Gerusalemme occorre spostarsi a Nazareth; lì, forse, tra il popolo, qualcuno accoglierà la sfida del fidarsi, della fede, della fiducia in colui che non ama incensi e sacrifici, ma cuori disposti ad aprirsi al dono della vita, dell'amore, della gratuità. Una gratuità che dice ancora una volta che la misura della sua misericordia non sono i "meriti" (Zaccaria) ma i bisogni (Maria)! Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 18 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Oggi la Parola del Vangelo riporta questa espressione: "..la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele", che significa Dio-con-noi..." (Mt 1,18-24). Mi pare che l’evangelista ponga l'accento sul fatto che Maria, con la sua disponibilità che nasce dal fidarsi e affidarsi alla Parola, rende possibile la presenza non tanto del Dio Altissimo, irraggiungibile, lontano da tutto e da tutti, che guarda quasi annoiato dall'alto, ma del Dio-con-noi. Un Dio che in Gesù sceglie l'umanità per costruire e portare avanti il suo progetto, ossia schiuderci la possibilità di essere come Lui. Non  dunque “onnipotenti”, come qualcuno vorrebbe, ma Omni-amanti, Misericordiosi, generatori e generatrici di vita. È un Dio che sceglie deliberatamente di essere-con-noi, cioè di esserci, sempre, comunque e dovunque, di farsi compagno di strada; non solo di condividere con noi un pane, ma addirittura di farsi pane e insegnarci a diventarlo noi stessi. Questi è il Dio-con-noi. E noi, con Maria, ci mettiamo in strada per costruire con Lui spazi per una Presenza che non annulla l'uomo, ma ne esalta le capacità e offre una vita che va al di là di qualsiasi aspettativa o immaginazione. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 17 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Vangelo ci propone la lettura della genealogia di Gesù nella versione di Matteo (Mt 1,1-17). Questo testo suscita reazioni un po’ diverse: in chi ascolta si percepisce il disorientamento davanti a questa teoria di nomi che, fatta salva qualche eccezione, ai più non dice nulla o quasi. Al povero prete che deve magari farci il pensierino del giorno a Messa sale un po’ di ansia perché... “che dico?”. Quando Matteo la propone ai suoi ascoltatori sa di trovarsi di fronte gente che le scritture le conosce a menadito (come noi, vero?) e proprio per questo comincia con la genealogia a preparare il terreno per quello che sarà lo “scandalo Gesù”.
Dunque, Matteo deve introdurre questo personaggio Gesù presso i suoi ascoltatori e quindi lo inserisce nel contesto della storia della salvezza, facendo loro, però,  rizzare i capelli. Nella sua linea genealogica Matteo inserisce quattro donne (stranamente, perché era solo l’uomo a generare, mai la donna) e quattro donne di costumi, diciamo con un eufemismo, piuttosto allegri. Tamar, che fece un figlio con il padre del marito defunto; Racab, che esercitava la professione in maniera regolare (il cui nome, tra l'altro, ha un significato che è tutto un programma!); ha tanto ribrezzo per Betsabea, la donna di cui si era invaghito Davide e che da lei è stato ben corrisposto, che la nomina come “quella di Uria”; infine la “delicata” Rut (e lasciamo stare il salto storico che l’autore le fa compiere) che così, senza aver fatto nulla, al mattino si sveglia nel letto di Booz che si chiede “Chi è mai questa?”, e Rut era incinta. Mah… potenza della vita! Alla fine arriva anche Maria, che ha la “fortuna” di chiamarsi con l’unico nome poco amato nella Bibbia: Myriam, come la sorella di Mosé, colpita dalla lebbra per aver “tramato” contro il fratello (ma gli autori sono maschi e la storia è letta esclusivamente con occhi maschili…). Ecco in quale modo Matteo inserisce Gesù nella storia: una storia non di santità, ma di piena e povera umanità, nella quale Egli entra non per castigare ma per portare vita e salvare. Già a partire dalla genealogia Matteo ci mostra che Colui-che-viene è per i “malati e non per i sani” e che questo atteggiamento mostra il volto di un Dio che si accosta all’uomo come PadreMadre. Credo sia un invito a non giudicare troppo frettolosamente le nostre “storie”, le “storie” in cui siamo o quelle che ci sfiorano. In ultima analisi Matteo ci sta dicendo che la misericordia di Dio sa scrivere diritto anche su quelle che noi consideriamo righe storte e che volentieri butteremmo nella monnezza. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 16 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Gesù entra in azione e subito l'autorità religiosa apre le danze del sospetto: "...entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?» (Mt 21,23-27). Già, mentre la preoccupazione di Gesù è quella di rivelare il volto di un PadreMadre che ama,la preoccupazione dell'autorità è sempre rivolta all'ossequio della legge dei padri, unico mezzo idoneo a tenere sotto controllo il popolo e a "spremerlo" in nome di Dio. Ogni volta che la novità del Regno si affaccia nella vita degli uomini, le autorità reagiscono cercando tutti i mezzi possibili per "limitare" i danni e "normalizzare" la situazione. I ritorni nostalgici al passato, religioso e politico, cui stiamo assistendo, il creare ad arte paure e sospetti, l'opporsi in continuazione a tutto ciò che renderebbe la vita dell'umanità più bella e più umana, ci dicono che il Regno "soffre ancora violenza" e chiunque vuole viverne la libertà e la giustizia che lo caratterizzano viene guardato con sospetto, insinuando, calunniando, isolando e via discorrendo. Come sempre il Maestro invita a scegliere, a schierarsi: in quale parte del campo vogliamo stare? Con gli attuali "sacerdoti e anziani" maestri del sospetto, o vivere da figli nel Figlio? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 13 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Il Battista digiuna: è indemoniato! Il Figlio dell'Uomo mangia e beve: è uno sregolato che non si sa controllare! (Mt 11,16-19) Quando non si vuol cambiare nella vita, quando non si vuol abbandonare il "comodo" (si fa per dire) rifugio della religione, tutte le scuse diventano buone. Quando la proposta del Maestro arriva dritta al cuore, quando Egli smaschera le nostre connivenze silenziose con le forze di morte che vogliono sfruttare e umiliare la nostra umanità, anche quando queste forze provengono dalla stessa istituzione religiosa, qualunque essa sia, anche noi ci associamo al coro: "Sei uno sregolato, non capisci come va il mondo, vai a predicare ai pescatori in Galilea che è meglio, torna nel tuo villaggetto di cafoni!". La religione dissociata dalla fede diventa una sorgente feconda di disumanità: imprigiona l'uomo impedendogli di crescere, di sviluppare tutta la sua potenzialità, riducendolo a un omuncolo dedito all'obbedienza cieca in nome di Dio. Non è questo che è venuto a portare il Figlio dell'Uomo, e noi dovremmo saperlo. Non ci resta, una volta ancora, dunque, che deciderci: non possiamo tenere il piede in due scarpe. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 12 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Pur riconoscendo la grandezza del Battista, il Maestro mette comunque le cose bene in chiaro: "tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui" (Mt 11,11-15). Per quanto "grande" Giovanni Battista appartiene ancora al mondo della religione, dove l'osservanza della legge e del comandamento garantisce l'attenzione di Dio nei nostri confronti, così come l'inosservanza ci rende certi della sua ira, pronta a scatenarsi sulle nostre teste di peccatori incalliti. La proposta di Gesù va esattamente dell'altra direzione: dalla religione alla fede, ossia non più un Dio da temere e a cui obbedire, ma un PadreMadre da cui lasciarsi amare e con cui amare e far crescere la vita nelle relazioni umane che coltiviamo. Anzi, più umanizziamo le relazioni, vivendo la proposta di Gesù espressa nelle Beatitudini più rendiamo divina la nostra esistenza. In altre parole: amando con Gesù e come Gesù assomigliamo al PadreMadre che vuole la nostra felicità e piena realizzazione nella vita. Giovanni è stato un grande, ma la "piccolezza" di chi vive le Beatitudini supera di gran lunga tale grandezza. In quale gruppo vogliamo stare: nei nostalgici di Giovanni, o nella novità della buona notizia del Maestro?. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 11 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Nel suo percorrere la vie della Palestina il Maestro si è spesso imbattuto o ha cercato di proposito coloro che l'istituzione religiosa, in nome della Legge, emarginava ed escludeva da una relazione filiale e salvifica con Dio. A tutte e a tutti costoro ha dato una parola di speranza, ha rivolto loro un gesto di vita e di amore, spesso reintegrandoli in quella società dalla quale, in nome di Dio e per dare a Lui gloria, erano stati esclusi. Ecco le parole che a questi umiliati dalla religione Gesù rivolge: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". (Mt 11,28-30)
Tre sono gli inviti che Gesù ci fa pervenire
Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi”, primo appello. È diretto a tutte e tutti coloro che sentono la religione come un peso, che vivono oppressi da norme e dottrine che impediscono loro di percepire la gioia della salvezza. Se si incontrano in modo vitale con Gesù, sperimenteranno un ristoro immediato. È come uno che sta correndo e deve fermarsi a riprendere fiato: ecco, Gesù diventa il respiro che fa rifiatare, che riempie i polmoni di aria nuova, che fa uscire da quell’aria asfittica, a volte troppo satura di “incensi vari”, che impedisce di respirare.
Prendete il mio giogo sopra di voi…”. È il secondo appello. Bisogna cambiare “giogo”. Abbandonare quello dei “sapienti e dei dotti” e prendere quello del Maestro che, nelle Beatitudini, apre una via nuova. Gesù non è meno esigente, anzi, lo è di più. Ma esige in maniera diversa. Esige l’essenziale: l’amore che libera e fa vivere.
Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”. Terzo appello. Gesù non “complica” la vita inquadrandola in mille precetti che opprimono creando la dannosa certezza che Dio mi ama perché me lo merito. Gesù si fa compagno di strada, apre vie nuove, non opprime, non sta col fiato sul collo. Propone se stesso nel dono della vita e chiede a chi vuole di fare altrettanto, con Lui e come Lui.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 10 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro ricorda a tutti i pastori, in particolare ma non in maniera esclusiva, che non siamo fatti per una "pastorale" sedentaria di conservazione del capitale acquisito, per accontentarci del piccolo gruppetto che riempie le nostre attese, per dire che ormai si è sempre di meno, non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, e via piagnucolando. Il Maestro ricorda a tutti che la comunità dei suoi ha uno stile di vita ben preciso: non si lascia indietro nessuno, anzi, chi meno conta riceve più attenzione: "Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta?" (Mt 18,12-14). Non siamo fatti per stare tutti i giorni a contarci, ma per andare in cerca di tutte e tutti coloro che anelano alla vita e che in un modo o in un altro possono diventare compagni di viaggio nella edificazione del Regno, dove nessuno si sente solo, nessuno è escluso, tutti si preoccupano di ognuno. Ogni comunità cristiana diventa lo spazio dove in cui ognuno si sente custode del fratello e della sorella, in profonda unità e comunione con il PadreMadre che si prende cura di tutti e di ciascuno in particolare. Allora, in marcia: fuori dalle sacrestie e, come ama dire papa Francesco, dritti alle periferie del'umanità. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 9 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro, compiendo un segno di guarigione, ci consegna queste parole: “Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua” (Lc 5,17-26). Per Gesù la guarigione è sempre totale. Egli non si limita alla “sola anima” ma si fa carico della totalità dell’uomo per ridare a questi quella dignità che sfigura il suo volto di figlio. Questo è il tempo della misericordia e in un tempo come questo non poteva esserci data parola migliore. Infatti la misericordia che il PadreMadre riversa sull’umanità non è solamente un sentimento, uno stato d’animo, un limitarsi a dare una pacca sulle spalle e incoraggiare. La misericordia si esplicita sempre in un’azione concreta volta a dare vita a chi vita non ha. Significa togliere la persona da quello stato che gli impedisce di vivere e di vivere in pienezza la vita. Per questo Gesù non si limita mai a “guarire” una parte, ma sempre la totalità della persona. Gesù lotta contro tutte quelle realtà che impediscono all’umanità di realizzare quel progetto della creazione presente fin dagli inizi nel cuore del PadreMadre: umanizzare l’umanità a tal punto da farle assumere la condizione divina. La comunità cristiana si configura allora come questo spazio in cui la misericordia assume i tratti della carità concreta e apre percorsi di umanizzazione. Certo se penso alla “quantità di confessioni” del periodo che ci sta davanti, mi chiedo fino a che punto questa dimensione troverà spazio nelle nostre vite e nelle vite delle nostre comunità. Saremo più preoccupati di “lavare anime” o di guarire integralmente le persone? Saremo capaci di “rimettere in piedi” o in nome della dottrina terremo ancora “legati” fratelli e sorelle che anelano alla vita in pienezza? “Prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”: ecco il compito della comunità! Guarire e ridare casa, accogliere e rimettere in piedi: questo è il “potere” concesso, non altro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 6 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Ecco cosa ci racconta la pagina evangelica di oggi: "Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede»" (Mt 9,27-31).
Non so di quale casa si stia parlando, mi piace pensare a questa casa però come a un'icona della comunità cristiana. Uno spazio, un luogo che dona a tutti la possibilità di incontrare il Maestro attraverso gesti di attenzione e di accoglienza pura. Un Maestro che è capace di rinnovare il nostro sguardo sulla vita se sappiamo consegnare a Lui le cecità che si annidano dentro di noi. Quelle cecità che escludono, emarginano, feriscono e generano indifferenza. Se continueremo a pensare di essere gli unici veri vedenti in questo mondo, resteremo miseramente ciechi. E più saremo ciechi più ci creeremo delle illusioni sull'identità di Dio. Saremo degli illusi alla stessa maniera di chi si affida a presunti messaggi della Vergine che, miracolosamente, sostiene ideologie sovraniste che creano un clima di esclusione ed emarginazione. Maria, la Madre di Gesù, non passa da “Porta a Porta” per sostenere chi, con la propria ideologia, compra coscienze a buon mercato per accaparrarsi il potere. Umilmente, ma con gioia e speranza, entriamo a casa del Maestro perché apra i nostri occhi e ci renda trasparenza della sua presenza. Vegliate! Non cadete nella trappola di chi, con una spolverata di ideologia mariano-cristiana un tanto al kilo, vorrebbe comprarsi le vostre coscienze. A buon intenditor...
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 5 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo!  Affascinanti e quanto mai crude nella loro chiarezza le parole del Maestro stamane (Mt 7,21.24-27): "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". Tutti noi abbiamo imparato quanto sia facile "dire Dio", pronunciare il suo nome quasi fosse una sorta di scudo spaziale a nostra difesa (salvo poi mandarlo a quel paese quando qualcosa non va secondo i nostri piani!). Usando un'espressione in voga nel mondo della politica, ci siamo abituati a "tirare per la giacchetta" il nostro Dio come dei questuanti (oggi in linguaggio politicamente “corretto” si dovrebbe dire "lobbisti"), quasi fossimo al cospetto di un distributore di favori, attento a chi grida meglio il suo nome e tesse davanti a tutti le sue lodi (come gli araldi e i menestrelli di corte di un tempo). E siccome non basta, ci rivolgiamo anche ai "familiari" o ai più stretti collaboratori, i santi, perché a forza di parole facciano passare avanti la nostra causa "che è la più importante di tutte, io ne ho proprio bisogno: con tutto quello che ho fatto per la chiesa, una mano me la vorrà dare, no?". Il Maestro ci ricorda brutalmente che in questo modo rischiamo di costruire la casa della vita sulla sabbia delle illusioni, e la peggior illusione esce proprio da un'immagine distorta di Dio.
"Colui che fa la volontà del Padre mio...": qual è questa volontà? Cosa vuole questo PadreMadre che fatichiamo a capire? Gesù ce lo ha detto: collaborare con Lui all'opera della creazione assomigliando a Lui nel nostro modo di amare. Non esiste un Dio da servire, ma un PadreMadre cui assomigliare nell'amore, un amore che si prende cura del benessere di ciascuno: ecco il Regno, ecco la casa costruita sulla roccia dove ciascuno si sente figlio e vive da fratello, ciascuna si sente figlia e vive da sorella. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 4 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Ieri ricordavo come il cammino che propone il Maestro passa dal Gesù-come -Dio al Dio-come Gesù. Ecco allora oggi come si presenta il volto di questo Dio in Gesù: "Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì" (Mt 15,29-37). 
Siamo pre-occupatissimi nel cercare di inventarci formule nuove per "salvare il salvabile", attentissimi a schierare le nostre legioni per la pugna a salvaguardia dei "valori non negoziabili"; siamo disposti a sfoderare le unghie perché "i testi liturgici non si toccano, fanno parte della Tradizione e nessuno ha il diritto anche solo di adattare una virgola o porre dei cambiamenti", e avanti così. Tra un po' arriveremo anche a determinare i grammi di incenso da mettere nel turibolo e il peso esatto che ogni particola deve avere per contenere "sommamente e realmente" il Prezioso Corpo di Cristo. Intanto il Maestro è là fuori a chinarsi sull'umanità ferita, a comunicare non precetti né leggi ma vita e compassione. E noi, avanti con gli stendardi e gli incensi profumati!
"Vegliate!": non ci sarà chiesto ciò a cui abbiamo creduto, ma come avremo amato. E in questo amore il volto del PadreMadre si manifesta. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 3 dicembre 2019

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Ecco la parola del Maestro per oggi: "nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare" (Lc 10,21-24). L'ho detto molte volte e lo ripeto ancora: il fatto di poter affermare con sicurezza che "Gesù è come Dio" ci fa sentire a posto con la dottrina della fede che ci è stata trasmessa. "Credo questo, credo quest'altro... e penso di essere dalla parte giusta: quindi tutti gli altri devono per forza passare di qui se vogliono trovare la via della salvezza!" Già, potrebbe essere. Ma Gesù cambia i termini: non Lui come Dio, ma Dio come Lui. Se voglio conoscere il PadreMadre non devo far altro che guardare il Figlio, alla sua umanità, ai suoi comportamenti, alle sue azioni, ai suoi atteggiamenti, alle sue parole. Facile dire che Gesù è come Dio, ma poi, chi è Dio? Cosa fa? Come agisce? Ecco scatenarsi il vortice delle nostre fantasie più sfrenate per descrivere questo Dio, per dire come funziona, a cosa serve, dove si trova, che faccia ha, come si fa a ingraziarselo, chi sono i suoi addetti in terra, quanto costano… Gesù ci ha messo una vita, letteralmente, per dirci che "chi vede me, vede il Padre" e noi siamo ancora qui a fissare quel misterioso occhio dentro un triangolo e a chiederci: ma sarà un triangolo rettangolo, con ipotenusa (Padre) e due cateti (Figlio e Spirito) o un triangolo equilatero (e allora come si distinguono i tre?). Coraggio sorelle e fratelli, è tempo d'Avvento: vegliamo sulle false e brutte immagini di Dio che ci portiamo nel cuore e seguiamo il Maestro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 2 dicembre 2019

Buongiorno mondo


Davanti a un pagano, per di più invasore e oppressore, un centurione romano, Gesù se ne esce con queste parole: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande" (Mt 8,5-11). Naturalmente la tradizione individuerà proprio in costui colui che griderà sotto la croce: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!": dobbiamo per forza sempre trovare una spiegazione a tutto, dare un nome ai personaggi che gli evangelisti hanno voluto anonimi, ecc... Ma il messaggio di Gesù è chiaro: il Regno è per tutti coloro che accolgono il Dio che si china a servire l'umanità. Quanto più mi predo cura della sorella o del fratello, tanto più sperimento, percepisco come il Padre/Madre si prende cura di me. E questo prendersi cura vicendevole sarà la manifestazione più chiara e bella della sua esistenza. Non avremo visioni, ma percepiremo la sua presenza viva anche nelle più piccole cose della vita quotidiana. I nostri cuori “paralizzati” da angosce e paure, sperimenteranno la forza guaritrice di una Parola che fin dall’eternità vuol comunicare vita e gioia. Guariti dalla Parola, camminiamo dietro il Figlio dell’Uomo per farci carico con Lui e come Lui di questa umanità che fatica ogni giorno nella realizzazione del progetto della Creazione. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.