venerdì 28 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro?" (Mt 9,14-15). Gesù si presenta come il Dio-con-noi e lui stesso dirà ai suoi: "Ecco, io sono con voi per sempre...". La coscienza forte della sua presenza nella nostra storia, il suo continuo farsi prossimo a noi tutti ci invita vivere in profondità la dimensione della festa nella nostra quotidianità. Non siamo "vispe terese", persone distratte, lontane dalle fragilità dei fratelli e delle sorelle che sono con noi; pur coscienti del dolore del mondo entriamo in esso vestiti "a nozze" perché il Maestro continua ad accompagnare i nostri passi. Smettiamo dunque gli abiti del lutto, le facce perennemente tristi di chi vede solo sventura e male in ogni cosa. Il Padre non ha bisogno dei nostri digiuni, ma di cuori allenati ad amare nel suo stile, di cuori che sanno apparecchiare banchetti di vita, di speranza, di cuori che si fanno prossimi e condividono gioie e speranze. Se la legge prescrive il digiuno, noi rispondiamo con la condivisione; se la legge impone il sacrificio, noi rispondiamo con la misericordia; se la legge obbliga alla stretta osservanza, noi rispondiamo con la libertà che viene da un cuore che ama appassionatamente, come il cuore del Padre. E a chi ci rimprovera di essere irrispettosi della legge e della prescrizione canonica, noi diciamo che non possiamo che essere così perché abbiamo ricevuto il nostro evangelo, il felice annuncio che fa di noi persone felici e libere. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 27 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Prime avvisaglie di navigazione difficile: "chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà" (Lc 9,22-25). Il Maestro non manca certo di chiarezza e di schiettezza: ci mette in guardia ricordandoci che la vita è tale se è donata, se genera vita, se apre all'amore, se lotta per la giustizia, se diventa segno del Regno, se si fa buona notizia. Più ce la teniamo stretta stretta, più la perdiamo e avvizzisce. È il gioco contrario a quello della Borsa: qui il capitale aumenta solo se lo spendi senza misura per chi ti sta accanto anche accettando di giocare in perdita, anzi, spesso e volentieri, solo in perdita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 26 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Questo è l'invito che ci viene rivolto dal Maestro: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli" (Mt 6,1-6.16-18). È un invito forte a liberarci dal demone dell'apparenza, dell'apparire a tutti i costi. L’idolo dell’apparire è una sorta di dio Crono della nostra cultura che cresce i suoi figli con l'idea dell'apparire per esistere e poi se li mangia dopo averli illusi nel tritacarne delle apparenze, delle comparsate che contano, delle varie "isole" che promettono notorietà. La proposta del Maestro tocca invece il cuore dell'esistenza: vivere una vita che non è appariscente ma che, come seme nella terra, genera amore, apre percorsi di giustizia, invita alla solidarietà, lancia la sfida della preghiera, ossia del rinnovare la propria intimità con il Padre mettendo i nostri occhi nei suoi per continuare ad assomigliare a Lui nella pratica del nostro amore. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita e buon cammino quaresimale.

martedì 25 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Oggi nella pagina evangelica Gesù ritorna sull'argomento che i suoi faticano a comprendere, accogliere e, di conseguenza, vivere. "Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo (…)" (Mc 9,30-37).
Affinché non siano solamente parole il Maestro pone "in mezzo" (il suo posto!) un piccolo servo, un garzone (il termine usato non indica tanto un bambino ma il piccolo servetto di famiglia, il garzone, insomma). Se lo avete visto, nel film "The Butler", a un certo punto viene spiegato non solo cosa fa il maggiordomo, ma soprattutto come lo fa: anticipando i desideri e restando al contempo invisibile. Ecco, credo sia un'immagine forte che rende bene l'idea di quanto Gesù chiede ai suoi: essere servi senza farsi notare. Questo rappresenta il valore della grandezza nel Regno: l'invisibilità del servizio. O come dirà Luca nel suo vangelo: "siamo semplicemente servi" (non servi inutili, che senso avrebbe un servo che non serve! ma semplicemente servi!). E il motivo di una scelta tale nella vita non viene da un'imposizione esterna, ma da una scelta di assunzione/identificazione con il progetto d Gesù che chiede di assomigliare al Padre. Non ci facciamo servi perché "mi piace", perché "mi sento portato", perché "Gesù me lo chiede per il bene delle anime". Scelgo la via del servizio perché in questo modo rendo autentica la mia vita di figlio che cerca di assomigliare al Padre fissando il mio sguardo verso il Figlio che ne è l'espressione più autentica. Il prezzo di questo è la rinuncia ad ogni tipo di ambizione, sia quella dell'avere, che del potere che (soprattutto) dell'apparire. Solo così saremo anche noi uniti al Figlio "in mezzo", con Lui, a celebrare la vita ogni domenica. E non rischieremo di partecipare a un rito dove spesso la teatralità prende il posto dell'autenticità, dove "in mezzo" non c'è Lui, ma noi, con l'orologio in mano, aspettando che il tutto finisca per poter tornare ai nostri affari. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 24 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Dopo aver determinato i criteri per seguire il Maestro, Marco ci mostra oggi cosa succede quando questi vengono disattesi. I discepoli non riescono a guarire un ragazzo epilettico e davanti a questa situazione Gesù sbotta: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi?" (Mc 9,14-29). Anche il Maestro perde le staffe davanti alle resistenze che proprio i suoi oppongono al suo discorso. Aveva chiesto di "rinnegare se stessi", le proprie ambizioni, la ricerca di possesso e potere. Aveva chiesto di "prendere la propria croce", di non andare in cerca di facile successo, ma di essere pronti ad assumere il disprezzo che comporta la strada del Vangelo. I discepoli non hanno capito nulla e per questo diventano il segno di una generazione "incredula e perversa". Essi sono "increduli" ossia vivono ancora immersi nel mondo della religione dove spesso la fede lascia il posto a quelle certezze assolute che da sole escludono il percorso del fidarsi e dell'affidarsi proprio della fede. Questa incredulità si manifesta come perversione della fede, che impedisce di assumere lo stesso sguardo del Padre nei confronti dell'umanità e dell'umanità sofferente. La religione offre mediatori che esercitano un potere sull'umanità in nome di Dio; la fede crea fratelli e sorelle che aprono spazi all'azione del Padre, Colui che ridona la vita a chi è immerso "nell'ombra della morte". La domanda retorica che Gesù si pone nel suo sfogo, "Fino a quando starò con voi", trova risposta nel suo amore fedele, in quella fedeltà che lo farà conoscere come "l'Emmanuele", il Dio-con-noi per sempre. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 21 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro detta le condizioni per poter camminare dietro a Lui: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà" (Mc 8,34-9,1).
Rinnegare se stessi non è rinunciare alle proprie potenzialità, ai doni che si hanno, alle capacità. Quante persone sono state rovinate e impoverite da atteggiamenti ottusi e miopi che chiedevano di rinunciare "per umiltà, per far piacere al Signore" alle loro capacità e competenze! Quante volte chi sta "al piano di sopra", nella stanza dei bottoni afferma con tutta tranquillità che il momento di sofferenza che uno sta vivendo è "la croce che il Signore ti da per seguire il suo cammino!". Ma quando mai? Da quando il Signore si diverte a buttare sulle nostre spalle delle croci, magari dicendoci: "È perché io ti voglio bene!". La sofferenza fa parte della fragilità del mestiere di vivere, e non credo che il Dio di Gesù stia bene quando noi stiamo male (almeno questo è il Dio in cui io credo). E non credo nemmeno che a questo Dio bisogna “offrire” le sofferenze in segno di amore e per il perdono dei peccatori. Crediamo che il Padre si sia divertito o sia andato a prendere un caffé mentre il Figlio veniva ingiustamente ucciso? Ma che razza di Dio sarebbe quello che si diverte a farmi soffrire prima per farmi guadagnare chissà cosa “dopo”? Giovanni nella sua prima lettera dice che Dio è amore: o si è sbagliato lui, o ci siamo sbagliati noi... propendo per la seconda.
Quindi la croce di cui parla Gesù cosa è? Credo che il Maestro voglia indicare il rifiuto, il disprezzo,lo scherno, il dileggio e l'incomprensione cui si viene sottoposti quando si vive la vita alla Sua maniera: facendone un dono gratuito, offerto fino in fondo anche a chi "sputa" su tale dono (come Giuda, al quale nell'ultima cena fu offerto il boccone dell'ospite, quello di riguardo). Ecco dunque la croce, e niente altro. E ricordo che il Maestro parla di "prendere" ,“tirare su” la croce, quindi si tratta di una scelta ben precisa, una scelta, non una fatalità. E se qualcuno identifica la croce con altro, credo non stia camminando dietro al Maestro. Un abbraccio a tutte e a tutti, Buona vita.

giovedì 20 febbraio 2020

Viaggio nel Vangelo di Luca


Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro rimprovera Pietro e senza mezzi termini gli indica il suo posto:"Torna dietro a me" (Mc 8,27-33). È Lui il Maestro, è Lui che fa la strada e traccia il percorso. Il nostro compito è far sì che le nostre orme ripetano la sue, allontanandoci da quei falsi maestri che sanno solo ingenerare sospetto e paura, che promettono libertà al prezzo della nostra vita. Lui, l’unico Maestro,  la vita la dona, non la prende. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 19 febbraio 2020

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro ci pone una domanda ben precisa: "Vedi qualcosa?" (Mc 8,22-26). È una questione che spinge ad un buon esercizio: cosa scegliamo di guardare ogni giorno? Ci immiseriamo solo fissando il nostro sguardo su ciò che non va, quasi fossimo spinti da quella insana curiosità che a volte fa soffermare lo sguardo su una deformità, come un oggetto esibito nei vecchi circhi del 1800, oppure impariamo a guardare soprattutto il buon grano che cresce nel campo del PadreMadre? Ecco l'invito di oggi: purificare lo sguardo, finestra del cuore, per imparare a scorgere i segni di speranza del Regno che invitano a lavorare e lottare insieme. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 18 febbraio 2020

Buongiorno mondo

Buongiorno mondo! I primi compagni di Gesù non riescono a comprendere il significato profondo dei segni che il Maestro pone davanti ai loro occhi. Nemmeno davanti al pane donato e condiviso riescono a capire. Allora l'avvertimento diviene ancora più esplicito: "Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!" (Mc 8,14-21). È il dinamismo corruttivo del potere religioso e politico che deve tener desta l'attenzione dei suoi. È il canto suadente del potere stesso, il cui effluvio ci raggiunge fin dentro l'intimità, le cui spire, se ci lasciamo tentare da esso, ci avvolgono fino astringerci in una morsa mortale per noi e per gli altri. È il"lievito" presente nella Chiesa quando al percorso faticoso di crescita delle persone si sostituisce il criterio dell'efficienza, quando il"laico" non è collaboratore ma mero esecutore dell'ordine del"clerico" perché così ha voluto Gesù e così deve essere (eccola qui bell'e sfornata l'ideologia religiosa!). È il "lievito" di chi usa"la potestas ecclesiastica" non per servire ma per spadroneggiare e usare il "gregge" ai fini dei propri progetti perché "Dio vuole così", perché "la Chiesa" vuole così (ma quale"chiesa"? e cosa si intende per "chiesa"? la gerarchia? Oh,beh, è fatta di uomini (e perché non donne?), fallibili (che purtroppo si credono infallibili per investitura divina). Sorelle e fratelli, è tempo di fare un po' di pulizie e buttare dalla finestra questo lievito stantio e andarci a riprendere il lievito fresco del Vangelo. E papa Francesco ci invita a questo, cercando dentro la nostra storia i segni del Regno, con fatica ma con perseveranza. A volte "gettare"è doloroso, ma necessario. E io sono stanco di mangiare pane ammuffito che viene rivenduto ogni volta come nuovo. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 17 febbraio 2020

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! Ai farisei che chiedono un segno Gesù risponde così: "...In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione" (Mc 8,11-13). Non è che il Maestro non vuol dare segni: ne ha dati fin troppi. Si rifiuta di dare quei segni del Messia nazionalista che in tanti si aspettavano, il segno del Messia "Figlio di Davide", colui che avrebbe colmato le attese di quanti speravano nella rinascita del Regno di Israele. Gesù si presenta come il Messia "Figlio di Dio", non figlio di Davide. Figlio di un Dio che non viene a prendersi vite con la violenza e il sopruso, con l'inganno (ricordate l'inganno di Davide contro Uria per prendersi Bersabea?) che sostiene da sempre il potere assoluto. Il Messia Gesù non prende vite ma offre la sua, non spaccia per verità la menzogna (come spesso avviene per gli uomini di potere), non impone una giustizia fatta su misura per conservare il suo potere, ma apre percorsi di vita, di amore; propone pratiche di perdono e di solidarietà tali da dare alla vita stessa una qualità superiore da renderla indistruttibile, immortale, e non effimera come ogni cosa che si fonda sulla forza, sulla violenza e sul potere. Ecco perché Gesù non dà segni: è Lui che si fa segno con il suo stile di vita, con il suo amore per la vita, con la sua sete di giustizia, con la sua compassione che rivela quella del Padre. E chiede ai suoi, a noi, di essere segni allo stesso modo: non di fare cose grandi, ma di essere grandi nella vita ordinaria, nella personale fatica del crescere quotidiano, diventando segni di quel Regno che inesorabilmente cresce con e attorno a noi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 14 febbraio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo!
Inviando i 72 in missione, dopo il quasi fallimento di quella dei Dodici, il Maestro specifica questo: "Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio" (Lc 10,1-9). È come se stesse dicendo loro: non fate gli schizzinosi, (ricordate? “Non è quello che entra dall’esterno che rende impuri….”), non andatevi sempre a scegliere gli amici che hanno portafogli gonfi e tavole imbandite di ogni ben di Dio; condividete il quotidiano, non lo straordinario. E soprattutto concentrate la vostra attenzione e dirigete il vostro cuore verso le parti più fragili e più deboli, verso chi anela alla vita, e comunicate vita.
Questa attenzione ai più deboli e fragili che la storia ci consegna, diventa il criterio di autenticità della nostra esperienza di fede. In altre parole: o creiamo relazioni sempre più umanizzanti, oppure la nostra bella "fede" diventa una vuota religione che aliena e crea divisioni ed esclusioni. L'umanizzazione delle nostre relazioni apre spazi,  altrimenti impensabili per noi, alla presenza del PadreMadre, il quale aumenta in noi la capacità di amare e di porre dei gesti "di compassione" (attività che nella Scrittura è riferita solo a Dio e a Gesù) che ci fanno assomigliare a Lui, figli diletti di un PadreMadre che vuole tutti felici e pieni di vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 13 febbraio 2020

Querido Francesco


Querido Francesco

Francesco riesce a stupire anche questa volta.
Confesso che faccio un po’ fatica a comprendere le varie “delusioni” sparse qua e là. Chi esterna solamente delusione forse non ha ben compreso il “metodo Francesco” che si radica costantemente in quella sottile, complessa ma assolutamente necessaria “arte del discernimento”.
Francesco esercita la sua funzione, magisteriale in particolare, rifiutando di calare dall’alto indicazioni concrete, universalmente valide e indiscutibili perché provenienti dal Papa. Lo si è visto anche in Amoris Laetitia dove egli si radica nella tradizione della Chiesa senza assolutizzarne i criteri ma relativizzandoli e subordinandoli al bene della persona. Vi sono circostanze, infatti, in cui la norma deve essere assolutamente riportata al suo fine proprio che è la salus animarum, il bene delle persone. In AL, pertanto, Francesco chiede che l’accesso ai sacramenti si configuri come opportuno e/o necessario per il bene delle persone (della coppia) nel proprio cammino cristiano.
In QA egli applica il suo metodo allo stesso modo: ascolta gli interventi sinodali e accoglie la conclusione senza intenzione alcuna di “sostituire né ripetere”. Se la nostra lettura del testo non tiene conto di questo, il testo stesso si immiserisce e perde tutta la sua potenza. Quindi: il documento finale del Sinodo e QA vanno letti insieme.
Secondariamente (non sto qui a riprendere i “sogni” di Francescoin QA, anche perché un Papa che “sogna” una chiesa in un certo modo è coraggioso: non ce l’ha in testa, lui, già bell’e pronta: cerca coloro che desiderano condividere con lui questo sogno), focalizzare tutta l’attenzione (o l’attesa) sul problema del celibato, dei viri probati, e tutto quanto viene dietro per questo motivo, significa depotenziare e smantellare l’intera architettura dell’Esortazione, che oltretutto contiene una denuncia spietata di quei meccanismi generatori di ingiustizia cui anche noi contribuiamo, e non di poco.
Francesco sta guidando la Chiesa in questa che lui stesso definito non “un’epoca di cambiamenti ma un cambiamento d’epoca”. Un cambiamento di tal fatta esige, per l’appunto, uno stato continuo di discernimento, unica via, a mio avviso, per condurre alla più grande libertà e autenticità di vita. Siamo tutti più o meno coscienti che l’esperienza di Chiesa che abbiamo conosciuto sta irreversibilmente declinando, va scomparendo. I sussulti, le voci critiche (o reazionarie) che fanno tanto rumore sono solamente i rantoli di chi non accetta questo processo di morte/risurrezione. Quale Chiesa uscirà da questo parto? Nessuno, nemmeno Francesco può dirlo e indicarlo con chiarezza assoluta. Per questo motivo una decisione circa il celibato o l’ordinazione femminile assumerebbe oggi il sapore di quella pragmaticità che è l’esatto contrario dell’arte del discernimento. Francesco, assumendo il documento finale del Sinodo, non fa altro che rimandare alle comunità questo invito: "Fate discernimento alla luce del Vangelo e mettete in atto quanto vi pare opportuno per il bene delle persone". È come se dicesse: “Ragassi, siete voi a vivere lì. Fate discernimento e quindi operate le vostre scelte”. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma così ognuno si fa i cavoli suoi!”. Si chiama inculturazione, processo di inculturazione della fede. Se non ammettiamo questo allora restiamo aggrappati alla flebo che ci sta alimentando ma che è inesorabilmente destinata a finire e non ci sarà nessuno in grado di sostituirla.
Francesco non è l’uomo del diktat calato dall’alto: guida la Chiesa educando a libertà, ma quella libertà faticosa che nasce dal discernimento che cerca il bene massimo per tutti, senza rotture inutili di questi tempi, senza dare adito a scismi che qualcuno vorrebbe per poter continuare a scrivere cavolate perché “tengo famiglia”.
Per questo motivo, a mio modesto avviso, più che il celibato dei preti dovrebbe preoccupare l’ignoranza delle Scritture (che è ignoranza di Cristo), in particolare degli Evangeli. Se pensiamo di essere noi la soluzione, allora è bene che ci sentiamo ripetere dal Maestro: Torna dietro a me perché tu non ragioni secondo Dio”.

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Interessante quadretto quello che ci offre Marco oggi: "Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia" (Mc 7,24-30).
Forse Gesù cercava un po' di riposo, o forse voleva semplicemente starsene da solo con i suoi, o forse ancora era stufo degli atteggiamenti di chiusura sperimentati nella sua terra... ma quando una persona profuma di vita e di libertà è difficile per lei restare nascosta: la fragranza della compassione e della misericordia si allargano. Ancora una volta il Maestro riesce a sorprenderci, a scombinare i nostri piani, le nostre visioni. Noi spesso ci limitiamo al piccolo orticello di casa nostra, le nostre belle chiese... gli "aficionados" dei sacramenti (che poi in Chiesa manco ci salutiamo, beninteso, per rispetto alla presenza del Signore, silenzio, please...), i riti, gli incontri... e "Tiro e Sidone" dove sono? E gli uomini e le donne che anelano al profumo della vita? E tutte e tutti coloro che sono piegati, feriti dalla vita, resi fragili dalla tanta, troppa, disumanità che caratterizza il nostro mondo? Non sarebbe ora di cominciare ad abbandonare la "terra promessa", calda e rassicurante, di una religione che non implica coinvolgimenti giudicati "troppo terreni" per trovare quelle "Tiro e Sidone" che spesso scansiamo ed evitiamo con cura? Non sarebbe ora di cominciare a mettere il naso fuori dalle nostre belle sacrestie, o come direbbe papa Francesco, cominciare a frequentare le periferie per spandere un po' di profumo di vita, di giustizia, di condivisione, di semplice prossimità umana? Gesù stesso ha dovuto cambiare, ri-orientare il proprio giudizio su quella donna e cambiare atteggiamento. Gesù stesso ha dovuto uscire dal suo isolamento perché solo così poteva aprire spazi alla presenza del PadreMadre.
Coraggio, non lasciamoci rinchiudere: il Maestro è con noi e ci conduce fuori da quell'ovile rassicurante e, spesso, alienante della religione per portarci nei pascoli verdi della vita, della fede, della libertà che si fa dono di sé. Ricordiamoci: chi sta fuori, obbliga ad uscire! Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 12 febbraio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Ecco le parole del Maestro per oggi: "Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo" (Mc 7,14-23). Credo di poter dire che la preoccupazione di Gesù sia stata quella di permettere alle persone di essere felici. Ora, la felicità non può venire da una qualsiasi imposizione esterna o peggio, dall'osservanza di norme che vogliono regolamentare tutti gli aspetti della vita di una persona. Il Maestro invita a pensare (attività invero alquanto rara oggi!), a essere "intelligenti" per scegliere a partire dal cuore e non dalle apparenze, da "dentro" e non "agiti dall'esterno". La scelta di essere e diventare umani non può venire dalla mera osservanza di leggi, prescrizioni, decreti e nemmeno dall'adesione razionale a dei dogmi quasi questi fossero una sorta di baluardo a protezione delle proprie convinzioni e dietro ai quali trincerarsi chiudendo le porte a chi "non è dei nostri". L'assunzione personale della proposta di Gesù, il farla propria, esige anche che non ci limitiamo a ripetere quello che Lui ha detto o fatto, o quello che hanno detto o fatto altri prima di noi. L'esperienza di fede esige quel processo di interiorizzazione che permette al cuore di sprigionare creatività, quella "santa (e sana) libertà dei figli di Dio". Vivendo così forse sentiremo il rumore prodotto dai "rosiconi" (specie in rapida evoluzione e crescita), ma noi saremo attirati più dal dolce battito del cuore del Padre che vuole i suoi figli liberi e autonomi, adulti, capaci di pensare, di comunicare vita e non solo di eseguire ordini. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 11 febbraio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! A proposito delle varie prescrizioni e del formalismo legalista dei tanti “osservanti” di allora (e di oggi... ancora ben vivi!), il Maestro oggi sbotta e se ne esce con queste parole: "...annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte" (Mc 7,1-13). Praticamente è come se avesse detto chiaro e netto ai vari dottori e maestri della Legge: "è finito il tempo in cui potete spacciare per Parola di Dio quelle che sono le vostre invenzioni. È finito il tempo in cui, parandovi e presentandovi davanti al popolo come degli eminenti "azzeccagarbugli" in nome di Dio, opprimete il popolo a vostro vantaggio e per i vostri comodi".
Quanta di questa religione, che è solo ideologia, persiste ancora nei nostri cuori? Quanto amiamo il sottile "scriba" che sciorina i suoi bravi "distinguo" perché prima della cura del fratello e della sorella viene la gloria di Dio? Quante volte in nome della "benedetta" Legge di Dio (o degli uomini?) abbiamo escluso, punito allontanato, ferito, nascondendoci dietro parole quali: "Eeehhhh, non l'ho deciso io... è la legge della Chiesa.... Che vuoi mai, io non sono d'accordo, ma il diritto è il diritto.... Cosa vuoi fratello (sorella), questa è la croce che il Signore ti da per la tua salvezza....".
Domanda: perché c’è sempre qualcuno che conosce così bene le croci che Dio (ammesso che sia così perché io non ci credo) ci chiede di portare (sempre sulle spalle degli altri, mi raccomando!)? Mah... troppi scribi... troppi dottori della Legge... troppi seminatori di “dubia” che temono di perdere il loro potere. Meglio cercare nelle vie del Maestro strade più pure, più ricche di ossigeno, costruite con le pietre dell'amore accolto e condiviso, della giustizia, della condivisione. Fatico sempre più a sopportare i troppi ”saputi del diritto e dintorni” sparsi qua e là che pretendono di dirmi con certezza quel che Dio vuole. Credo che Dio stia ben al di là di certe sterili dispute gettate là non per amore del Vangelo e dell’uomo ma solo per mendicare potere e attenzione.
Ho studiato per tanti anni; credo che continuerò a farlo perché ancora mi sento piccolo di fronte alla bellezza della proposta del Maestro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 10 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! "E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano" (Mc 6,53-56). L'azione del Maestro è talmente orientata al bene dell'uomo che basta "semplicemente" "toccare la frangia del mantello", basta una minima vicinanza alla sua persona per ritrovare vita e dignità. È esattamente quello che avviene dentro le nostre comunità: chi ci entra subito respira aria nuova, si sente rinascere, trova persone orientate alla sua vita, si sente accolto, amato, messo "in mezzo" al "cerchio della vita" che circola tra i discepoli del Maestro oggi. O no?! Eppure basterebbe la sola "frangia del mantello", piccole cose, attenzione alle persone, accoglienza autentica, sintonia con l'amore del Padre che chiede di essere trasmesso... insomma, capacità di comunicare vita, capacità di aprire all'amore che fa crescere e che umanizza i rapporti. A volte mi pare che ancora non ci siamo. Altro che "frangia del mantello"! Qui siamo ancora troppo presi a baciare le vesti ai preti e compagnia bella per avere il nostro piccolo orticello di potere e così "contare" qualcosa. Gesù ci ricorda che la frangia del suo mantello è strettamente legata al grembiule del servizio e non ai distintivi dell'ambizione, del potere e dell'avere. A ciascuno la sua scelta. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 7 febbraio 2020

Buongiorno

Buongiorno mondo! Quando il potere si sente minacciato dalla verità mette in atto l'unica cosa capace di fare: "silenziare" le voci della verità. È quanto è successo a Giovanni il Battista (e succederà anche a Gesù): "E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista»" (Mc 6,14-29). Erode è sempre vivo oggi.. È ben vivo e operante ogni volta che alla verità anteponiamo i nostri interessi a tutti i costi. Anche nella Chiesa Erode trova spazio, ogni qualvolta essa cerca a tutti i costi di salvaguardare posizioni di potere, di prestigio; ogni volta che la comunità cristiana dimentica di mettersi il grembiule del servizio e indossa l'armatura del predominio e del potere, essa apre le porte a Erode, essa balla la danza di morte della figlia del re. Ogni volta che alla condivisione la comunità preferisce conservare la propria ricchezza, essa indossa gli abiti della moglie del re e si fa padrona della vita degli altri. Ogni volta che restiamo silenziosi davanti alla brutalità di politiche che mettono in atto scelte anti-umane solo per guadagnare consenso e conservare il potere, ogni volta che spalanchiamo le Chiese per le nostre belle celebrazioni ma poi applaudiamo a chi chiude porti e porte in faccia a chi cerca dignità e lavoro, ebbene, ogni volta che questo accade Erode continua a esercitare il suo potere e noi danziamo con la figlia la danza della morte. Quanta strada ancora perché Erode finalmente sia messo a tacere! Non ci scoraggiamo: la forza del Regno è più forte di qualunque forza di morte attorno o dentro di noi, ma ha comunque bisogno che noi usciamo da quella sala. Sta a noi scegliere, come sempre. Un abbraccio e tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 6 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Vi ricordate il "cartello" che ogni tanto appariva in TV? "Prove tecniche di trasmissione". Oggi il Vangelo ci fa assistere a qualcosa del genere: "Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi" (Mc 6,7-13). Sono le prime prove di "trasmissione" della buona notizia del Regno, del Dio che si fa servo e compagno di viaggio per renderci simili a Lui. Il Maestro decide di buttare nella mischia i suoi e quindi impartisce loro le istruzioni del caso. Non si tratta di andare a "dire qualcosa su Dio", a predicare insegnamenti morali, a fare ispezioni sul grado di religiosità e di frequenza alle sacre funzioni. Non devono nemmeno passare dagli scribi per farsi consegnare il patentino ad hoc per dimostrare di essere ortodossi. Devono solo liberare l'uomo da quelle pastoie maligne che gli impediscono di vivere da figlio e fratello, da quegli "spiriti impuri" che ben rappresentano l'ideologia della religione, l'attaccamento al potere, al denaro. Sappiamo, ma questo ce lo racconta Luca, che la prima missione non fu certamente un successo, anzi. È un invito per noi oggi: scegliamo se condividere con il Maestro la strada della vita e della fede, o la via della religione tutta bella ordinata, con i "ministri" che amorevolmente ci "guidano" perché loro "sanno", e noi dobbiamo non collaborare ma "eseguire". Il Maestro propone sempre vie di libertà, una libertà che a volte fa paura perché non ci pare ancora vero che il Padre ci tratti davvero da figli. E se lasciassimo cantare a vuoto certe sirene dalle quali siamo ancora troppo attratti? E se abbandonassimo certi "spiriti impuri" che hanno incrostato la bella fede del vangelo con pennellate di religione che nulla a che fare con Gesù? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 5 febbraio 2020

Buongiorno

Buongiorno mondo! Il Maestro oggi vive l'esperienza drammatica del rifiuto proprio lì dove era cresciuto (Mc 6,1-6): "Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?. E si scandalizzavano di lui". È la stessa sorte dei profeti, e lo dirà Lui stesso: "Un profeta non è disprezzato....". A Nazareth non sono stati capaci di "uscire" dalla tradizione dei padri per "entrare" nell'amore del Padre trasmesso dal Figlio. Attaccati alla tradizione come una cozza al suo scoglio, non sanno scorgere la novità che viene dal Maestro. Mi sembra quasi tragicomico: quelli di Nazareth si sono quasi rassegnati al destino della fama che era loro compagna: da noi non è possibile che esca qualcosa di buono! E quindi eccoli lì a cercare di far "rientrare" Gesù nella retta via dei padri! È un'immagine provocante per le nostre comunità, spesso fondate su delicati equilibri fatti per non urtare nessuno, all'insegna del "si è sempre fatto così", attente più a mantenere lo status quo piuttosto che a lasciarsi provocare dalla novità del Maestro. Come sempre, la scelta è nelle nostre mani: l'esodo cui il Maestro chiama è passare dalla tradizione dei padri all'amore del Padre. Ci scandalizziamo anche noi o accettiamo la sfida? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 4 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Il Vangelo di oggi (Mc 5,21-43) ci fa incontrare con quella donna ammalata da lungo tempo che, al passare di Gesù, pensava: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". Noi oggi siamo quel lembo di mantello che può ridare vita e speranza. Siamo quel lembo di mantello che può offrire riparo, conforto, calore. Chi ci incontra oggi possa scoprire la bellezza e il calore del mantello di Gesù, volto umano della misericordia del Padre, attraverso il nostro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 3 febbraio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! "I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura." (Mc 5,1-20)L'episodio, narrato da Marco, è ben noto, così come è nota e particolareggiata la descrizione che egli fa dell'uomo definito "indemoniato" (con molta probabilità un uomo con gravissimi disturbi di personalità, ma lascio agli esperti la diagnosi). Quello che mi colpisce, e anche mi sconcerta un po', è la reazione di paura quando la gente vede quell'uomo "seduto, vestito e sano di mente". Penso a quanto stia diventando faticoso essere donne e uomini "seduti, vestiti e sani di mente". "Seduti", cioè non preda di reazioni emotive del momento, sempre esagitati, pronti a dar fuoco alle polveri in ogni momento, contro ogni "altro" che non sia dalla nostra parte. "Vestiti", capaci di relazioni sane e autentiche, che non si fondano sull'apparenza, che non accettano di piegarsi supinamente a ideologie che intruppano e costringono a essere "Legione", orribile divisa intessuta su trama di odio e ordito di esclusione e razzismo. "Sani di mente", capaci di intelligenza, ossia di capacità di non parlare alla "pancia" ma di saper leggere in profondità nelle trame della storia per cercare in essa vie di umanizzazione e non invece strade di quel potere fine a se stesso che ha il sapore disgustoso dell'oppressione dell'ingiustizia. Sembra quasi che di questi tempi essere "Legione"  stia diventando una forma di pensiero e di vita molto alla moda. Il Maestro ci propone la sua via per renderci "seduti, vestiti e sani di mente". Come sempre a noi la scelta. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.