venerdì 31 gennaio 2020

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra" dice il Maestro (Mc 4,26-34). Questa bellissima realtà che è il Regno, cioè il modo di relazionarsi di Dio con noi, per il tramite del suo amore comunicato e offerto a ciascuno, non assume quelle caratteristiche di imponenza e di visibilità che amiamo tanto. Nient'affatto! È l'amore accolto del PadreMadre che si "sminuzza" nelle briciole del quotidiano e lì fa germogliare vita, fa fiorire speranza, fa maturare giustizia. È una piccola cosa, ma "infestante" come la senape appunto, che continua ad espandersi lì dove trova accoglienza, lì dove vi sono donne e uomini capaci di accettare la sfida dell'essere figli tradotta nella fraternità. Non è "un cedro del Libano", una cattedrale imponente, un "campanile" che svetta su tutto e tutti e impone la sua voce silenziando tutto il resto. È una piccola, insignificante pianta che reca in sé la potenza della vita, pronta ad aprire sentieri profumati di verità, vie che odorano di novità, percorsi che cambiano le regole del vivere per un'umanità più umana, talmente umana da assumere la condizione divina. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 30 gennaio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro ci avverte con queste parole: "Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha" (Mc 4,21-25). Ne abbiamo dette di cotte e di crude su queste parole. Le abbiamo usate anche per giustificare i nostri piccoli desideri di vendetta (repressi per salvare la faccia). Eppure il Maestro sta dicendo qualcosa di molto più semplice. Sta indicando ai suoi la via per la pienezza della vita: se sei capace di comunicare vita, amore, tutto ciò che genera vita, allora il PadreMadre moltiplicherà, renderà ancora più forte questa tua capacità. Se vivi all'insegna del dono, riceverai ancora più di quel che hai donato. Se sterilizzi questa capacità di amare e di generare vita, che è insita in ognuno, allora questa si seccherà dentro di te come una sorgente esaurita. È lo stile di vita proposto dal Maestro ai suoi, è lo stile di vita che ha adottato Lui stesso, è lo stile di vita del PadreMadre. A noi la responsabilità di scegliere o meno tale proposta. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 29 gennaio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro narra la nota parabola detta "del seminatore" (Mc 4,1-20). Vorrei sottolineare questo: il"seminatore" non fa alcuna discriminazione nel gettare con abbondanza il seme, cioè la Parola. Tutti, nessuno escluso, posso avere accesso a questa, a tutte e tutti è indirizzata perché "Dio non fa preferenze di persone". Questo per ricordare a tutti noi che non ci sono condizioni specifiche per l'accesso alla sua Parola: tutti possono bere a questo pozzo senza fondo e nessuna autorità può limitare l'accesso al pozzo. A me pare che vi siano in circolazione troppi guardiani zelanti che spesso e volentieri obbligano a passare per certi "tornelli" per arrivare al "pozzo" (e naturalmente il passaggio al tornello comporta un certo prezzo!). In secondo luogo mi piace ricordare come il Maestro invita a fonderci con questa Parola gratuitamente distribuita. Non è più una legge esterna, un codice di comportamento, una norma procedurale che in-forma (da forma) il mio essere e il mio agire, ma un parola interiorizzata a tal punto da fare di me una parola di carne ("E il Verbo si fece carne...). Se è vero che al nostro tempo abbiamo bisogno di ritornare ad essere donne e uomini di parola, è anche vero che Lui ci offre di diventare uomini e donne della Parola, creatori di parole di vita i mezzo alla cacofonia di morte nella quale siamo immersi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 27 gennaio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Oggi il Maestro (Mc 3,22-30) ci ricorda che "chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno". Lo Spirito è l'amore del Padre che ci viene dato, comunicato in continuazione. È quell'amore che ha condotto Gesù a offrire la sua vita perché avessimo la vita in pienezza. Chiudersi all'amore, rifiutare l'amore è decidere di costruire l'inferno dentro e attorno a noi. Non è il PadreMadre che ci condanna, ma siamo noi stessi che lo facciamo quando rifiutiamo l'amore e la vita. Chi ci incontra oggi possa invece sperimentare nei nostri gesti, nelle nostre parole, nel nostro modo di relazionarci, l'amore del PadreMadre, la vita del PadreMadre nella nostra. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 24 gennaio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Oggi il vangelo (Mc 3,13-19) ci racconta che: "Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni". Il Maestro ha bisogno di collaboratori, non di meri esecutori; ha bisogno di persone che non si limitino a eseguire per benino i compiti che qualcuno dall'alto gli affida quasi per benevolenza. Il Maestro vuole attorno a se persone "adulte", capaci di annunciare la novità del Regno e di denunciare e opporsi a tutto ciò che ferisce e svilisce la vita di ogni donna e ogni uomo. Il Maestro desidera con sé donne e uomini capaci di opporre all'idolo del potere il servizio, a quello dell'avere la condivisione, all'apparire l'autenticità del volto del PadreMadre. Gesù vuole una comunità di persone dove i compiti diversi non siano sorgenti di esclusione ma una comunità che non conosce la parola discriminazione e che si fa spazio accogliente per ognuno, spazio dove il Dio-con-noi possa manifestarsi nelle azioni e nelle parole di tutte di tutti. Il gruppo dei Dodici non è una foto di capi di stato riuniti in gruppo per decidere le sorti del mondo, non rappresenta un paradigma del potere assoluto dentro una comunità dove uno decide e gli altri obbediscono silenziosamente e prontamente. Il ritratto dei Dodici è il ritratto di ogni comunità cristiana che apprende dietro al Maestro a chinarsi sui piedi dell'umanità per lavarli amorevolmente, così come il PadreMadre ci ha mostrato in Gesù. Ecco il ritratto della comunità cristiana di oggi. C’è ancora strada da fare…
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 23 gennaio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Sentite un po' cosa ci racconta Marco (3,7-12) nel vangelo di oggi: "..Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo". La disperazione e la sofferenza sono così forti che le persone arrivano a "gettarsi addosso" a Gesù pur di guarire. Il rischio è che questa gente cerchi il Maestro solamente per soddisfare le proprie esigenze e poi... chi si è visto s'è visto. Può essere anche il nostro rischio quando l'incontro con Lui diventa l'occasione per sistemare "le nostre cose", quasi ci incontrassimo con una sorta di mago Merlino capace di operare magie per risolvere i nostri problemi e allontanare le nostre sofferenze. È un po' come quando perdiamo di vista il senso profondo dei santi: ci rivolgiamo all'uno o all'altro a seconda dei differenti bisogni. Io penso che il Signore ci voglia invece dire che quanto più noi stessi ci prendiamo cura dell'altro, tanto più sperimentiamo come sia Dio stesso per primo a prendersi cura  di noi. Non siamo noi a doverci "gettare su di Lui, ma è Lui che viene incontro a noi, che si fa prossimo a ciascuna e ciascuno di noi. Per favore, basta con le crisi mistico-isterico-spirituali, basta con la ricerca a tutti i costi di visioni, miracoli, sensazioni particolari: occupiamoci di far crescere la vita, e comprenderemo quanto il Padre si prende cura di noi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 22 gennaio 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Giusto per ribadire il concetto contenuto nel vangelo di ieri, oggi il Maestro (Mc 3,1-6) pone una domanda ben precisa: "È lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?". Davanti alla situazione di un uomo dalla mano inaridita, Gesù sterilizza tutti i possibili e sottili ragionamenti di farisei e compagnia con questa domanda, preceduta dal comando: "Mettiti nel mezzo" dato a quell'uomo. Quasi stesse chiedendo: cosa avete messo "in mezzo", cioè "al centro" della vostra esistenza? Il Maestro ha fatto la sua scelta: il bene dell'uomo, la sua felicità, l'offerta di una vita piena. I farisei, e quanti oggi si ostinano a pensarla come loro, preferiscono cercare alleanze con coloro che invece percorrono strade di morte. Il tutto per preservare un potere che ritengono provenga da Dio stesso. Ma il PadreMadre, ricorda Gesù, offre sì un potere, ma è un potere di servizio alla vita e alla dignità di ogni uomo e ogni donna. È un potere che libera, che apre, che sostiene, che incoraggia a cercare vie nuove per aprire spazi che dicano la Sua Presenza. Non è certo il potere dei farisei, che a forza di credere di servire Dio nella minuziosa osservanza della Legge hanno perso di vista l'uomo, quell'uomo che Dio è venuto a servire perché "abbia la vita e l'abbia in abbondanza". Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 21 gennaio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Non mi stancherò mai di ripeterlo: la proposta di Gesù, il Maestro, è una via che passa oltre la religione e diventa percorso di fede. Se vogliamo essere suoi discepoli dobbiamo essere disposti a lasciare il territorio sicuro e rassicurante della "legge", del fare quanto basta per sentirsi in ordine davanti a Dio, ed entrare nel territorio "minato" della fede, dove l'unica sicurezza viene dall'amore del PadreMadre, dall'accoglienza di questo amore gratuito e incondizionato. Il Maestro ci invita alla somiglianza con il PadreMadre nella pratica di tale amore che comporta anche la possibilità di essere rifiutati e guardati con sospetto. Per questo Gesù può dire, nel Vangelo di oggi,: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!" (Mc 2,23-28). Il più importante tra i comandamenti viene dal Maestro ridotto a nulla: d'ora in poi, tra teologia e uomo, Gesù sceglie l'uomo. Tra morale e uomo, Gesù sceglie l'uomo, il suo bene, la sua vita. Il momento attuale che sta vivendo la Chiesa, cioè noi, cioè le nostre comunità, è veramente un “kairòs”. È il tempo di riappropriarci del messaggio evangelico e comprendere che la religione deve percorrere il suo cammino di conversione mettendosi a servizio della fede. È il tempo in cui l'umanità cerca uomini e donne che portino dipinto sul volto il loro essere figli capaci di generare spazi di fraternità nel nome dell'unico PadreMadre. È il tempo di osare, di abbandonare la paura di perdere chissà quale identità in nome di chissà quali principi. Come si diceva ieri, è tempo di abbandonare gli otri vecchi e diventare otri nuovi. Vogliamo continuare a essere "servi" sottomessi a una legge, o vogliamo finalmente cominciare a vivere da figli? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 20 gennaio 2020


Buongiorno mondo! "E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!" (Mc 2,18-22).
Dopo aver descritto Gesù che pranza e festeggia con Levi e compagni, Marco, con sottile ironia, ci presenta i discepoli di Giovanni e i farisei che stanno facendo digiuno (mai 'na gioia...).  È a proposito di questa disputa sul digiuno che Marco riporta i detti sulla toppa di panno grezzo e sul vino nuovo. In entrambi i casi sia il rattoppo che il vino vengono definiti con l'aggettivo "nuovo", in greco kainòs. Ora tale aggettivo indica non qualcosa di nuovo in senso temporale, cioè nuovo perché viene dopo, ma nuovo in senso qualitativo: di una qualità totalmente e completamente nuova. Ecco la novità dell'annuncio evangelico del Maestro: è qualcosa di inedito, totalmente nuovo. Per questo chi lo accoglie deve diventare completamente nuovo (kainòs)  come il Vangelo che riceve. Se imbrigliamo il Vangelo dentro i nostri invecchiati schemi mentali e religiosi, otteniamo come unico risultato quello di perdere sia il contenuto (Vangelo) che il contenitore (la nostra vita). Per accogliere e vivere il messaggio evangelico (che non è niente altro che lo stile di vita dello stesso Gesù che rivela il Volto del Padre/Madre) occorre essere donne e uomini "kainòi", totalmente nuovi, capaci di abbandonare la vecchia religione per entrare nella via della fede. Solo così le nostre comunità non resteranno vecchie cantine ammuffite, ma case festose capaci di trasmettere con gioia il gustoso vino nuovo del Vangelo.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 17 gennaio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Al paralitico che gli è stato messo davanti (Mc 2,1-12), Gesù perdona i peccati, ridona la salute e ordina: "alzati, prendi la tua barella e va' a casa tua". Sembra un invito ricolto a ciascuno di noi: "Alzati", non restare sdraiato, mettiti in piedi, ritrova la tua dignità filiale. "Prendi la tua barella": è un invito a diventare un soggetto attivo nella vita, senza lasciarsi "agire" dall'esterno, da tutto ciò che al momento sembra offrire soluzioni di vita e di libertà ma che alla fine si rivela essere una prigione dorata che impedisce di vivere, di pensare, di agire. "E va' a casa tua": rientra nella comunità delle sorelle e dei fratelli, non più portato da altri, ma con le tue gambe, non più in situazione di dipendenza ma, cosciente delle tue fragilità guarite dal Maestro, come sorella o fratello capace di comunicare vita, a immagine e somiglianza del PadreMadre che vuole i suoi figli in piedi e ben vivi. È un'immagine forte, piena di speranza, e che soprattutto riesce a strapparci da tutto ciò che ci impedisce di vivere, costringendoci a sopravvivere, compresi anche i tanti, troppi, "scribi e farisei" presenti attorno a noi e che vorrebbero sempre vederci sottomessi e dipendenti. Come sempre, nel Vangelo, il criterio che guida l'azione del Maestro non è l'osservanza di una legge, ma il bene dell'uomo. E questo è un dono/compito affidato a ciascuna e ciascuno di noi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 16 gennaio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! "Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!» " (Mc 1,40-45).
Quando la compassione è autentica, quando essa è davvero un riflesso del cuore del Padre/Madre, allora è capace di "stendersi" verso l'altro facendosi gesto e parola che guarisce. Solo il Maestro può insegnarci questo, solo Lui quando noi stessi ci lasciamo toccare dalla sua mano che ci risana. La compassione che nasce dal cuore non è mai ovvia: parafrasando Bonhoeffer, è una "compassione a caro prezzo!". Caricarsi, toccare "l'impurità" dell'altro è farsene carico: assumere con il tocco la "lebbra" dell'altro significa accettare di "essere esclusi" come lui. È quanto ha sperimentato Gesù stesso: dopo aver toccato il lebbroso "non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte". Non si può "toccare" un povero, un escluso, uno che sta ai margini e poi pretendere di essere rimessi al centro: si diventa fastidiosi, "impuri" come quelli che si sceglie di frequentare.
Una Chiesa, una comunità che non sa assumere su se stessa questa condizione di "marginalità" è una Chiesa/comunità che ha smarrito il Maestro, ne ha perso le "spalle" perché non cammina più dietro a Lui ma ha scelto altre strade, strade lontane dai margini della storia. Gesù, il Maestro ha fatto una scelta chiara e radicale: non vi è posto per i pavidi, per coloro che hanno paura di "sporcarsi" le mani, per coloro che temono di perdere la "purezza".
Come sempre, a ciascuno la scelta.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 15 gennaio 2020

Ta aloga zôa... il ritorno


Ta aloga zoa… il ritorno!


Avevo già scritto un pezzo intitolato “Ta aloga zôa”…  e devo dire che...a volte ritornano!
Erano rimaste un po’in sordina, cercando materiale qua e là, pizzicando Francesco in cose più o meno piccole (l’ultima credo fosse a proposito della “Pachamama”…), spiluccando tra i messaggi, le parole, i gesti (la povera donna schiaffeggiata “vehementer” dal Santo Padre, oh mama che paura… certo che l’imperturbabile dignitas di papa Pacelli è un solo un ricordo…)… ma insomma… i blog languivano un po’.
Poi all’improvviso il provvidenziale intervento: la faccenda del libro. Grazie, Signore, grazie! Finalmente un po’ di materiale.
E allora avanti a tutta forza!
Socci su FB: RETROSCENA: ECCO COME SONO ANDATE LE COSE. IL FURORE DEL DESPOTA CONTRO IL PAPA CATTOLICO.

Aldo Maria Valli così scrive spacciandosi per Fra’ Giocondo (che già così sarebbe da segnalare a un qualunque CPS): “Questa vicenda non è soltanto un gran pasticcio – o “un gran papocchio”, come ha titolato qualcuno –, ma l’ennesima prova della prepotenza con cui il passionale Papa regnante e i suoi cortigiani trattano il mite Papa emerito. Come è già avvenuto con gli Appunti dell’anno scorso, lo vogliono umiliare e imbavagliare”.

Tosatti sul suo blog si pone la domanda:CHI È GAENSWEIN REALMENTE? QUALE RUOLO HA GIOCATO E GIOCA? E la risposta arriva per il tramite di un non ben precisato vecchio monsignore che ha lavorato in Santa Sede “e conosce bene l’ambiente”.

Costanza Miriano (qui è come sparare alla Croce Rossa) si limita a una citazione romana: "Buttalla 'n caciara" e poi ci tiene a precisare, sulla pagina FB, che parla proprio della questione del libro e del celibato...

Mi fermo qui perché andare oltre sarebbe davvero un insulto all’intelligenza. “Ta aloga zôa”, bestie senza parole: what else? 

E per fortuna dicono di "amare la Chiesa"! 

Pensa te se la odiassero!


Qui il primo testo: 
https://drive.google.com/file/d/1xKqDD0MHLi5aSrzMT4tcjIYBltTBMd7h/view?usp=sharing


Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! "La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva" (Mc 1,29-39). 
Contemplo questa bellissima icona dipinta dalle parole di Marco. Questa scena, così semplice ma densa allo stesso tempo,  invita a superare il limite di quanto dipinto e a entrare nella sua dimensione simbolica. Dipinta secoli fa, questa icona potente parla a noi oggi e parla di noi. Quella suocera allettata e febbricitante è ciascuno di noi, è ogni nostra comunità, è la Chiesa intera. Ogni qualvolta la comunità dei discepoli cede alle sirene del potere, dell'avere e dell'apparire, la febbre che alimenta questa unica bramosia dai tre volti si manifesta con il suo effetto più debilitante: ci stende, ci adagia in un sepolcro dall'aspetto invitante, ma che resta pur sempre un sepolcro, ossia uno spazio dove la morte regna sovrana, facendoci scambiare il bene col male, la vita con la morte.
Occorre qualcuno, allora, che parli al Maestro, all'unico medico capace di ridare vita, di rimettere in piedi. Chi parlerà al Maestro? Basta ascoltare attentamente e tale voce si distingue in mezzo alla cacofonia delle tante sirene che cercano di allettare con i loro soavi canti. È il canto reso sgraziato dalla voce afona dei poveri, il canto muto di chi non ha voce che ci consegna nelle mani del Maestro affinché egli ci guarisca dalle inerzie, dalle paralisi in cui ci siamo ficcati servendo quell'idolo dal triplice volto fatto di avere, potere e apparire. Illusi di farci grandi con il nostro presunto potere, potenti con le nostre ricchezze, seducenti per le nostre parole e immagini, ci ritroviamo "stesi" e incapaci. Solo il Maestro può "farci rialzare", solo lui può farci risorgere. La comunità dei credenti oggi ha bisogno di essere guarita dalla febbre che la pone al servizio del potere per ritrovare il potere del servizio. Non ci resta che continuare a camminare dietro al Maestro per imparare a "servire" come e con Lui l'umanità. Da guaritori feriti entriamo nella storia, camminando faticosamente ma tenacemente dietro al Maestro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 14 gennaio 2020

Buongiorno mondo!


Buongiorno mondo! Davanti al modo di parlare di Gesù la gente resta a bocca aperta: "Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi" (Mc 1,21b-28). È l'autorità che viene dalla vita, dall'amore per la vita, dal profondo amore per il bene dell'uomo. È l'autorità del Figlio che trasmette l'amore del Padre e che invita ciascuno non a un percorso di "sottomissione", ma all'apertura confidente, alla relazione filiale, all'incontro gioioso. Per questo gli scribi non hanno autorità: vivono il rapporto con Dio da servi e, automaticamente, si trasformano in padroni esigenti con gli altri. È sempre stato così anche nella storia: quanto più l'immagine di Dio è deformata, tanto più il rapporto con l'altro è fondato sulla disuguaglianza che offusca l'altro fino a renderlo nemico. Lo vediamo, purtroppo, anche in questi giorni: da parte di chi tira Dio per la giacchetta al fine di sostenere persino le proprie posizioni politiche (quasi che Dio fosse il presidente del proprio fans club) o da parte di chi usa e deturpa il volto di Dio per propagandare ideologie religiose che sfociano nella violenza gratuita. Il tutto sempre e solo per il potere. Gesù, il Maestro, ci chiede di essere uomini e donne non di potere, ma che "parlano perché hanno autorità", quella che viene dalla vita che si apre al dono di sé. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 13 gennaio 2020

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo!  "Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono" (Mc 1,14-20).
Per Abramo tutto ebbe inizio con un ordine: "Vattene dalla tua terra… dalla casa di tuo padre…": un invito radicale a "spossessarsi" di ogni tipo di relazione per entrare in una dinamica relazionale totalmente nuova che darà origine a quella "benedizione" che è generatrice di vita.
Per i discepoli di questo Maestro venuto dal nulla, l'invito è straordinariamente simile: "Venite dietro a me e lasciate tutto".  Par di avvertire qui l'eco dell'invito primordiale che aleggia fin dalle prime righe della Scrittura, laddove il Creatore invita l'umano a rinunciare ad ogni bramosia di possesso, ad ogni relazione soffocante e sterile, per diventare, con Lui e  come Lui, portatore di vita. Gesù, ai suoi, propone di diventare "pescatori di uomini", cioè uomini capaci di trarre fuori l'umanità da tutte quelle bramosie insane che generano morte, da quel desiderio sfrenato di possedere tutto che alimenta sempre più quelle forze distruttrici che disumanizzano e rendono impossibile la vita. Il Maestro invita i suoi a seguirlo nel suo desiderio di offrire all'umanità l'unica via possibile per uscire salva dal quel "mare magnum" che è il desiderio di possesso che genera morte. Occorre avere il coraggio di stare dietro a Lui lasciando quelle "reti" che ci soffocano, che mortificano il nostro desiderio di vita. Reti che ci siamo costruiti attorno noi stessi e che trovano origine nelle nostre paure, nei nostri bisogni di sentirci padroni di qualcosa, finanche di Dio stesso. Sono le reti che gli idoli, che noi stessi abbiamo costruito, hanno tessuto pazientemente ma tenacemente dentro e attorno a noi, per darci quella sensazione falsa di libertà ma che, giorno dopo giorno, si stringono fino a soffocarci. Sono le reti/idoli del potere, dell'avere e dell'apparire.
Il Maestro ha lanciato il suo invito. A noi di accoglierlo.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 10 gennaio 2020

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! "Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca" (Lc 4,14-22a).
Ecco di cosa ha bisogno il nostro mondo oggi: uomini e donne che sanno pronunciare "parole di grazia che escono dalla propria bocca".
Viviamo immersi in una cultura che pare aver smarrito il "valore della parola" (cit. dal mio prof. Luigi Alici). Pronunciamo sempre più spesso, e a vanvera, parole che sviliscono il valore stesso della parola: qualcuno dice "pace" mentre tiene le armi in mano; altri dicono "prima noi" mentre con le stesse parole mascherano vili interessi di potere per il potere; altri ancora, anche nella Chiesa, parlano di servizio mentre si servono delle persone.
Siamo chiamati, come discepoli del Maestro, a riappropriarci del "valore della parola"; siamo chiamati a diventare donne e uomini della Parola dalla cui bocca escono "parole di grazia", parole dove "grazia" rimanda a gratuità, a condivisione, a solidarietà.
Ci sono troppi "maestri" oggi nel nostro mondo: noi abbiamo bisogno di testimoni, di donne e uomini che sanno pagare con la vita le "parole di grazia" che escono dalla loro bocca. Coraggio, c'è bisogno di noi.
Un abbraccio a tutte a tutti. Buona vita.

giovedì 9 gennaio 2020

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! "E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito" ( Mc 6,45-52).
Non è facile comprendere "il fatto dei pani", o meglio, è più facile nascondersi dietro un semplice "non ho capito" perché, al contrario, hai capito fin troppo bene.
Fin quando l'Eucaristia celebrata resta un fatto tra te e Dio, fin quando fai dell'Eucaristia un momento di culto dedicato "ad majorem Dei gloriam", fin quando l'Eucaristia resta un puro precetto che ti fa sentire un "buon cristiano" a posto con la coscienza perché hai fatto quanto richiesto (cioè il minimo sindacale), resterai "fortemente meravigliato" e con il "cuore indurito".
L'Eucaristia, pane condiviso che parla di compassione e solidarietà, se non ti "costringe" a passare "all'altra riva", se non ti spinge cioè ad andare a incontrare le sorelle e i fratelli che "non sono dei nostri", quelli che hanno "vite strane" che non rientrano nei nostri criteri e parametri, allora non è Eucaristia, per lo meno non quella voluta dal Maestro. Insomma, siamo sempre allo stesso punto: se mangi quel pane e non diventi pane a tua volta sei solo un bravo attore, un bel "sepolcro imbiancato" così che lo si possa ben vedere da lontano ed evitare con cura.
L'Eucaristia è certamente "fons", sorgente di vita, ma di una vita che deve diventare "culmen", vetta di vita per tutte e tutti, senza distinzione alcuna. Dio non ci vuole per lui, ma con lui e come lui per l'altro. Senza questo, tutto diventa una bella ma semplice buffonata, elegantemente eseguita da attori con il "cuore indurito".
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 8 gennaio 2020

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! "Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare»" (Mc 6,34-44).
I discepoli del Maestro fanno fatica ad uscire dalla mentalità commerciale: ogni cosa ha un prezzo, ogni cosa si può comprare o vendere. In questa logica la compassione gratuita, grembo che genera la condivisione e la solidarietà, difficilmente trova spazio. Per questo il Maestro invita i suoi a dare del pane facendosi pane. Chi intende seguire Lui non può limitarsi a dare qualcosa: sul piatto si mette la vita intera o nulla. Non si fa la carità ma si è caritatevoli, espressione vivente della misericordia divina. Non siamo lì a distribuire viveri, ma a farci noi stessi pane per la vita della sorella o del fratello che incrociamo nella nostra faticosa quotidianità. Il Maestro non ci invita a depositare una monetina sulla mano che si tende verso di noi, ma a farci alimento vitale, spazio in cui si accetta di giocarsi la vita nella solidale condivisione di tutto se stessi. Se la compassione che sgorga dal cuore del Maestro non trova carne nella nostra compassione tutto il pane eucaristico che spezziamo ogni domenica è solo una bella commediola recitata per aggiustarci la coscienza. Dio non ha bisogno di questo ma desidera che a partire da questo diventiamo per l'altro ciò che mangiamo alla mensa del Signore. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 7 gennaio 2020

Buongiorno mondo


Buongiorno mondo! "Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo" ( Mt 4,12-17.23-25).
Gesù va ad abitare a Cafarnao, in Galilea. Non resta a Gerusalemme, la città del Tempio, la città ove la presenza di Dio si respira ovunque, la città dove è più facile reperire  i suoi rappresentanti ufficiali. Gesù si stabilisce in quella Galilea dove pare che anche lo stesso Adonai faccia fatica ad arrivare: una terra di cafoni, disprezzati dagli uomini e non proprio visti di buon occhio neanche da Dio, pare. Eppure è proprio in questo territorio che Gesù fa risuonare l'annuncio sconvolgente della prossimità del Regno, cioè di Dio stesso in mezzo al suo popolo. Colui che è nato nella "stanza impura" a Betlemme, porta la presenza dell'Altissimo in questa terra "impura", agli occhi della religione ufficiale. E tale presenza si manifesta non punendo né giudicando, come ci si poteva attendere, ma "guarendo". Le mani guaritrici di Gesù, la sua parola di vita, annunciano la presenza di un Dio che ama il suo popolo, lo vuole felice e libero da tutto ciò che ferisce la dignità umana.
Ecco, il senso della nostra presenza nel mondo è proprio questo: entrare senza paura nelle "stanze impure" della storia, camminare su quei viottoli percorsi da chi è stanco, escluso, fragile, lontano, per annunciare questo Regno, questa Presenza che si fa misericordia guaritrice, Presenza compassionevole che  traspare proprio lì dove il benpensante religioso sarebbe pronto a giurare che "Lì Dio non c'è né potrebbe mai esserci". Come e con Gesù ci siamo noi per renderLo manifesto.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.