venerdì 22 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Grandi persone per grandi cose


Lc 1,26-45


“In quel tempo, Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore (…)”



"Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente": ogni volta che accogliamo l'amore del Padre nella nostra esistenza, succedono grandi cose. In un certo senso Maria anticipa quello che il Maestro dirà ai suoi: farete cose anche più grandi di quelle che ho fatto io. Tutto sta a comprendere bene che l'Onnipotenza divina non può operare senza la nostra collaborazione. Non c'è nulla da fare: è Dio stesso che ha scelto la via dell'umanità per mostrarci il suo volto, per dirci come "funziona", per comunicarci un amore capace di rendere la nostra vita talmente umana da diventare divina. A dispetto di quanti oggi continuano a "delegare" al "Dio-padrone" la risoluzione dei tanti mali che affliggono l'umanità (castighi tremendi sono minacciati a chi non si converte, o meglio, non si piega al diktat di tale Dio), il Dio manifestato da Gesù sceglie di farsi compagno di viaggio di ogni uomo e ogni donna e chiede di essere accolto, per costruire una umanità nuova. Maria ci dice che tutto questo è stato possibile per lei che, a sua volta, lo ha reso possibile a noi dando carne alla Parola di vita. Allora questo è un invito per ogni donna e ogni uomo a cantare il proprio magnificat personale perché quando si accoglie l'amore del Padre, non solo si "fanno grandi cose", ma si diventa grandi persone (non rosiconi biliosi che vedono in ogni cosa la distruzione della "santa religione"!). 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 20 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Aperti all’impossibile



Lc 1,26-38


(…) Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio» (…).



“Nulla è impossibile a Dio". Queste parole dette dall'angelo a Maria risuonano nella liturgia di oggi. È vero che ci hanno insegnato che Dio è Onnipotente e che "La parola onnipotente vuol dire che Dio può fare tutto quello che vuole" Cat. di Pio X n.26). Già, ma se Maria avesse detto no... come la mettiamo? E allora dagli a creare altri scenari possibili, pur di salvaguardare un castello dottrinale che "per forza" deve stare in piedi. Per parte mia preferisco pensare che Dio non cerca meri esecutori, ma pieni e responsabili collaboratori, uomini e donne che accettano con Lui e come Lui di giocarsi la vita perché la vita dell'umanità cresca in qualità tale da essere divina. 

Uomini e donne che, pur coscienti della loro fragilità, osano la sfida del fidarsi e affidarsi a una Parola capace di trasformare l'esistenza, una Parola capace di generare vita dentro e attorno a chi la accoglie. 

Uomini e donne che non si rifugiano in una "onnipotenza" alla quale delegare tutto o sulla quale scaricare tutto, ma su un amore misericordioso che insegna a farsi compagni di strada, creando relazioni fondate su dono e perdono reciproci, a sua immagine e somiglianza, senza giudizi o pregiudizi di sorta verso alcuno, senza discriminazioni religiose, sessuali, culturali, politiche, ma aperti ad ogni donna e uomo che vogliono inventarsi stili di vita più umani, talmente più umani da essere divini. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 19 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Esodi “religiosi”…


Lc 1,5-25


Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

Avvenne che (…).



Zaccaria ed Elisabetta. Dove trovarne due così? La crème dell'espressione religiosa del tempo: lui sacerdote, lei addirittura discendente di Aronne. Dove vuoi trovare un "terreno" più adatto per piantare il seme della parola? Eppure... eppure... occorre retrodatare un noto proverbio: l'abito non fa il monaco. 

Zaccaria, al momento della massima "vicinanza" all'Altissimo, durante l'offerta dell'incenso, si vede recapitare un messaggio direttamente "dai piani alti". Ma non sempre la religione apre alla fede. Anzi, spesso e volentieri diventa un ostacolo, crea resistenza perché la religione ha bisogno di stabilità, di regole ben precise, pressoché immutabili, mentre la fede è "sbarrazzina", apre strade nuove, indica percorsi alternativi, cerca nuove vie per comunicare significati di prossimità, di "parola", di umanità che vuole crescere. Ecco: Dio tenta ancora una volta di far partire il dialogo con chi dovrebbe, in teoria, essere avvantaggiato, capire prima le cose, muoversi prima. Purtroppo constatiamo che così non è: per questo da Gerusalemme occorre spostarsi a Nazareth; lì, forse, tra il popolo, lontano dai “fumi dell’incenso”, qualcuno accoglierà la sfida del fidarsi, della fede, della fiducia in colui che non ama offerte e sacrifici, ma cuori disposti ad aprirsi al dono della vita, dell'amore, della gratuità. 

Una gratuità che dice ancora una volta che la misura della sua misericordia non sono i "meriti" ma i bisogni! 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 18 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Essere trasparenza del Dio con noi


Mt 1,18-24


Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,

che significa «Dio con noi».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.




Oggi la Parola del Vangelo riporta questa espressione: "Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa «Dio con noi". 

L'evangelista cita il profeta Isaia per esigenze di costruzione letteraria e teologica. Se perdiamo di vista questo non comprendiamo il messaggio che il redattore vuole farci arrivare. 

Mi pare che a Giuseppe, nel sogno, sia indicata la sua sposa, come la donna che, con la sua disponibilità che nasce dal fidarsi e affidarsi alla Parola, rende possibile la presenza non più del Dio definito come l’Altissimo, irraggiungibile, lontano da tutto e da tutti, che guarda quasi annoiato dall'alto, ma del Dio-con-noi. Un Dio che in Gesù sceglie l'umanità per costruire e portare avanti il suo progetto, ossia schiuderci la possibilità di essere come Lui. Non Onnipotenti ma Omni-amanti, Misericordiosi, generatori e generatrici di vita. È un Dio che sceglie deliberatamente di essere-con-noi, cioè di esserci, sempre, comunque e dovunque, da farsi compagno di strada; non solo di condividere con noi un pane, da addirittura di farsi pane e insegnarci a diventarlo noi stessi. Questi è il Dio-con-noi. E noi, con Giuseppe che si prende cura di Maria, ci mettiamo in strada per costruire con Lui spazi per una Presenza che non annulla l'uomo, ma ne esalta le capacità e offre una vita che va al di là di qualsiasi aspettativa o immaginazione.  

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 15 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

La ballata dei rosiconi


Mt 11,16-19


In quel tempo, Gesù disse alle folle:«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:

“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,

abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.

È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.

Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».




Il Battista digiuna: è indemoniato! Il Figlio dell'Uomo mangia e beve: è uno sregolato che non si sa controllare! Quando non si vuol cambiare nella vita, quando non si vuol abbandonare il "comodo" (si fa per dire) rifugio della religione, tutte le scuse diventano buone. Quando la proposta del Maestro arriva dritta al cuore, quando Egli smaschera le nostre connivenze silenziose con le forze di morte che vogliono sfruttare e umiliare la nostra umanità, anche quando queste forze provengono dalla stessa istituzione religiosa, qualunque essa sia, anche noi ci associamo al coro: "Sei uno sregolato, non capisci come va il mondo, vai a predicare ai pescatori in Galilea che è meglio, torna nel tuo villaggetto di cafoni!". La religione dissociata dalla fede diventa una sorgente feconda di disumanità: imprigiona l'uomo impedendogli di crescere, di sviluppare tutta la sua potenzialità, riducendolo a un omuncolo dedito all'obbedienza cieca in nome di Dio. Non è questo che è venuto a portare il Figlio dell'Uomo, e noi lo sappiamo. Non ci resta, una volta ancora, che deciderci. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 14 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Donne e uomini delle Beatitudini



Mt 11,11-15


In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.

Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.

Chi ha orecchi, ascolti!».




Pur riconoscendo la grandezza del Battista, il Maestro mette comunque le cose bene in chiaro: "tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui". Per quanto "grande" Giovanni Battista appartiene ancora al mondo della religione, dove l'osservanza della legge e del comandamento garantisce l'attenzione di Dio nei nostri confronti, così come l'inosservanza ci rende certi della  sua ira, pronta a scatenarsi sulle nostre teste di peccatori incalliti. La proposta di Gesù va esattamente dell'altra direzione: dalla religione alla fede, ossia non più un Dio da temere e a cui obbedire, ma un Dio che è Fondamento dell'essere e dell'amore con cui amare e far crescere la vita nelle relazioni umane che coltiviamo. Anzi, più umanizziamo le relazioni, vivendo la proposta di Gesù espressa nelle Beatitudini più rendiamo divina la nostra esistenza. In altre parole: amando con Lui e come Lui assomigliamo a Colui che vuole la nostra felicità e piena realizzazione nella vita. Giovanni è stato un grande, ma la "piccolezza" di chi vive le Beatitudini supera di gran lunga tale grandezza. In quale gruppo vogliamo stare: nei nostalgici di Giovanni, o nella novità della buona notizia del Maestro?

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 13 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Gesù, il respiro di Dio



Mt 11,28-30


In quel tempo, Gesù disse:

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».



Nel suo percorrere la vie della Palestina il Maestro si è spesso imbattuto o ha cercato di proposito coloro che la Legge, e quindi l'istituzione religiosa, emarginava ed escludeva da una relazione filiale e salvifica con Dio. A tutte e a tutti costoro ha dato una parola di speranza, ha rivolto loro un gesto di vita e di amore, spesso reintegrandoli in quella società dalla quale, in nome di Dio e per dare a Lui gloria, erano stati esclusi. Ecco le parole che  a questi umiliati dalla religione Gesù rivolge: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero". 

Il suo giogo non è quello della Legge che mortifica, ma quello dell'amore che comunica vita. Il suo giogo è l'invito ad associarci a Lui per imparare ad amare come e con Lui l'umanità che incontriamo ogni giorno, comunicando vita e dignità, lasciando così trasparire il volto di un Dio che vuole le sue figlie e i suoi figli felici e pieni di vita. Non è un giogo fatto di regole e imposizioni, ma di gesti che aprono alla vita e fanno star bene le persone. Come sempre, a noi scegliere da che parte stare. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 12 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Non una, non uno di meno



Mt 18,12-14


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?

In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.

Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».



Oggi il Maestro ricorda a tutte e a tutti, “pastori” compresi, che non siamo fatti per una "pastorale" sedentaria di conservazione del capitale acquisito, per accontentarci del piccolo gruppetto che riempie le nostre attese, per dire che ormai si è sempre di meno, non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, e via piagnucolando. 

Il Maestro ricorda a tutti che la comunità dei suoi ha uno stile di vita ben preciso: non si lascia indietro nessuno, anzi, chi meno conta riceve più attenzione: "Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?". 

Non siamo fatti per stare tutti i giorni a contarci, ma per andare in cerca di tutte e tutti coloro che anelano alla vita e che in un modo o in un altro possono diventare compagni di viaggio nella costruzione del Regno, dove nessuno si sente solo, nessuno è escluso, tutti si preoccupano di ognuno. Allora, in marcia: fuori dalle sacrestie e, come ama dire papa Francesco, dritti alle periferie dell'umanità. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 11 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Amore che risana



Lc 5,17-26


“(…) Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. (…)”



Per Gesù la guarigione è sempre totale. Egli non si limita alla “sola anima” ma prende in carico la totalità dell’uomo per ridare a questi quella dignità che sfigura il suo volto di figlio. 

La misericordia si esplicita sempre in un’azione concreta volta a dare vita a chi vita non ha. Significa togliere la persona da quello stato che gli impedisce di vivere e di vivere in pienezza la vita. Per questo Gesù non si limita mai a “guarire” una parte, ma sempre la totalità della persona. Gesù lotta contro tutte quelle realtà che impediscono all’umanità di realizzare quel progetto della creazione presente fin dagli inizi nel cuore del Mistero: umanizzare l’umanità a tal punto da farle assumere la condizione divina. La comunità cristiana si configura allora come questo spazio in cui la misericordia assume i tratti della carità concreta e apre percorsi di umanizzazione. Certo se penso alla “quantità di confessioni” del periodo che ci sta davanti, mi chiedo fino a che punto questa dimensione troverà spazio nelle nostre vite e nelle vite delle nostre comunità. Saremo più preoccupati di “lavare anime” o di guarire integralmente le persone? Saremo capaci di “rimettere in piedi” o in nome della dottrina terremo ancora “legati” fratelli e sorelle che anelano alla vita in pienezza? “Prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua”: ecco il compito della comunità! Guarire e ridare casa, accogliere e rimettere in piedi: questo è il “potere” concesso, non altro. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 7 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Sabbia o roccia?


Mt 7,21.24-27


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».



Affascinanti e quanto mai crude nella loro chiarezza le parole del Maestro stamane: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". Tutti noi abbiamo imparato quanto sia facile "dire Dio", pronunciare il suo nome quasi fosse una sorta di scudo spaziale a nostra difesa (salvo poi mandarlo a quel paese quando qualcosa non  va secondo i nostri piani!). Usando un'espressione in voga nello strano mondo della politica, ci siamo abituati a "tirare per la giacchetta" il nostro Dio come dei questuanti (oggi potremmo dire "lobbisti"), quasi fossimo al cospetto di un distributore di favori, attento a chi grida meglio il suo nome e tesse davanti a tutti le sue lodi (come i poeti e i menestrelli di corte di un tempo). E siccome non basta, ci rivolgiamo anche ai "familiari" o ai più stretti collaboratori, i santi, perché a forza di parole facciano passare avanti la nostra causa "che è la più importante di tutte, io ne ho proprio bisogno: con tutto quello che ho fatto per la chiesa, una mano me la vorrà dare, no?". 

Il Maestro ci ricorda brutalmente che in questo modo rischiamo di costruire la casa della vita sulla sabbia delle illusioni, e la peggior illusione esce proprio da un'immagine distorta di Dio. 

"Colui che fa la volontà del Padre mio...": qual è questa volontà? Cosa vuole questo Dio che fatichiamo a capire? Gesù ce lo ha detto: collaborare con Lui all'opera della creazione assomigliando a Lui nel nostro modo di amare. Non esiste un Dio da servire, ma un Dio cui assomigliare nell'amore, un amore che si prende cura del benessere di ciascuno: ecco il Regno, ecco la casa costruita sulla roccia dove ciascuno si sente figlio e vive da fratello, ciascuna si sente figlia e vive da sorella. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 6 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Rivelatori della Presenza



Mt 15,29-37


“In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele (…)”.



Ieri ricordavo come il cammino che propone il Maestro ci porta dal Gesù-come -Dio al Dio-come Gesù. 

Ecco allora oggi come si presenta il volto di questo Dio in Gesù: "Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì". 

Siamo pre-occupatissimi nel cercare di inventarci formule sempre nuove (a prima vista, poi di fatto…) per "salvare il salvabile", attentissimi a schierare le nostre legioni per la pugna a  salvaguardia dei "valori non negoziabili"; siamo disposti a sfoderare le unghie perché "i testi liturgici non si toccano, fanno parte della Tradizione e nessuno ha il diritto anche solo di adattare una virgola o porre dei cambiamenti", e avanti così. Tra un po' arriveremo anche a determinare i grammi di incenso da mettere nel turibolo e il peso esatto che ogni particola deve avere per contenere "sommamente e realmente" il Prezioso Corpo di Cristo. 

Nel frattempo il Maestro è là fuori a chinarsi sull'umanità ferita, a comunicare non precetti né leggi ma vita e compassione. E noi, avanti con gli stendardi e gli incensi profumati! 

"Vegliate!": non ci sarà chiesto ciò a cui abbiamo creduto, ma come avremo amato. E in questo amore il volto di Colui che è il Fondamento dell'Essere si manifesta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 5 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Gesù trasparenza di Dio


Lc 10,21-24


In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».




L'ho detto molte volte e lo ripeto ancora: il fatto di poter affermare con sicurezza che "Gesù è come Dio" ci fa sentire a posto con la dottrina della fede che ci è stata trasmessa. "Credo questo, credo quest'altro... e penso di essere dalla parte giusta: quindi tutti gli altri devono per forza  passare di qui se vogliono trovare la via della salvezza!" 

Già, potrebbe essere così; se non che Gesù cambia i termini: non Lui come Dio, ma Dio come Lui. Se voglio conoscere il Padre non devo far altro che guardare il Figlio, alla sua umanità, ai suoi comportamenti, alle sue azioni, ai suoi atteggiamenti, alle sue parole. 

Facile dire che Gesù è come Dio, ma poi, chi è Dio? Cosa fa? Come agisce? Ecco scatenarsi il vortice delle nostre fantasie più sfrenate per descrivere questo Dio, per dire come funziona, a cosa serve, dove si trova, che faccia ha, come si fa a ingraziarselo, chi sono i suoi addetti in terra, quanto costano, ecc… Gesù ci ha messo la vita, letteralmente, per dirci che "chi vede me, vede il Padre" e noi siamo ancora qui a fissare quel misterioso occhio dentro un triangolo e a chiederci: ma sarà un triangolo rettangolo, con ipotenusa (Padre) e due cateti (Figlio e Spirito) o un triangolo equilatero (e allora come si distinguono i tre?). 

Coraggio sorelle e fratelli, è tempo d'Avvento: vegliamo sulle false e brutte immagini di Dio che ci portiamo nel cuore e seguiamo il Maestro. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona giornata.

lunedì 4 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Una Parola che cura



Mt 8,5-11


In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».

Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».

Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».




Davanti a un pagano, per di più invasore e oppressore, un centurione romano, Gesù se ne esce con queste parole: “In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande!”. 

Naturalmente la tradizione individuerà proprio in costui colui che griderà sotto la croce: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!": dobbiamo per forza sempre trovare una spiegazione a tutto, dare un nome ai personaggi che gli evangelisti hanno voluto anonimi, ecc... Ma il messaggio di Gesù è chiaro: il Regno è per tutti coloro che accolgono il Dio che si china a servire l'umanità. Quanto più mi prendo cura della sorella o del fratello, tanto più mi rendo conto di quanto il Padre si prende cura di me. E questo prendersi cura vicendevole sarà la manifestazione più chiara e bella della sua esistenza. Non avremo visioni, ma percepiremo la sua presenza viva anche nelle più piccole cose della vita quotidiana. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 1 dicembre 2023

Buongiorno mondo!

Gustare la profondità oltre le apparenze


Lc 21,29-33


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:

«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».



La parola del Maestro invita oggi a essere persone intelligenti. 

Intelligente non è colui che sa molto, ma colui che sa intus-legere, leggere dentro, in profondità. Il Maestro ci insegna a vivere come persone che non stanno in superficie, che non si accontentano di quel che appare. 

La scrittura ricorda che "gli uomini guardano le apparenze, Dio guarda il cuore": ecco noi vogliamo assomigliare a Dio in questo modo, guardando e assaporando il cuore della realtà e delle persone che incrociano i sentieri della nostra esistenza. Non cadiamo nella tentazione dell'apparire, delle apparizioni, e di tutto ciò che soddisfa puramente la vista: vogliamo scendere in profondità, per scoprire la Presenza nelle pieghe più profonde della storia, negli angoli più nascosti dei cuori di coloro che Gesù di Nazaret ci insegna ad amare per ciò che sono in verità e non per come appaiono ai nostri, a volte fin troppo piccoli, occhi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.