martedì 31 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Visite "inattese"

Lc 1,39-56

“(…)Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi (…)”.



Con queste parole rivoluzionarie, messe in bocca a Maria (anche se stando ad alcuni codici sarebbe possibile farle cantare anche a Elisabetta o a tutte e due) Luca annuncia l’irruzione del Regno nella storia. In questo “regno” l’attenzione è rivolta principalmente ai piccoli, ai poveri, agli umiliati della storia; è il regno di coloro che non hanno né peso né voce, di coloro che hanno avuto il coraggio di fidarsi e affidarsi al Padre che si prende cura di ciascuno e invita a fare altrettanto nella propria vita. Chiediamo dunque la grazia di essere grazia per i poveri, di essere voce di speranza per chi non ha voce, di imparare a essere “indulgenti” verso chi chiede misericordia. Inutile aprire vanamente porte sante, celebrare solenni liturgie, edificare “monasteri wi-fi” se i “cuori restano superbi”, i porti restano chiusi, barriere vengono innalzate, i cervelli vengono annebbiati e addormentati da ideologie religiose che davvero sono “oppio di popoli”. Se vogliamo cantare il nostro Magnificat, il cantico nuovo dei figli del Regno, occorre diventare persone nuove, uomini e donne plasmati dalla misericordia e capaci di misericordia.

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

lunedì 30 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Testimoni sereni


Gv 16,29-33

"(…) Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!".


Vivere seriamente la sua proposta significa anche "scontrarsi" con quella realtà "mondana", con quel sistema di falsi valori che svilisce l'uomo e la sua dignità. Non cerchiamo lo scontro, ma se viviamo seriamente assumendo il suo stile di vita, questo ci porterà a delle scelte che non sempre saranno "gradite e apprezzate" dal sistema di potere-avere-apparire che oggi regge le relazioni tra tante persone. Quello che ci viene chiesto, però, è sempre di preoccuparci in primo luogo di far splendere la luce, non di combattere le tenebre; la nostra unica preoccupazione è di essere tralci che producano un buon frutto, non cesoie ambulanti autoinvestite del compito di "purificare" , tagliare e buttare nel fuoco!. Già troppi in mezzo a noi si sono assunti questo compito, rubandolo al Padre che è l'unico agricoltore. Il nostro scopo non è eliminare il "sistema-mondo", ma offrire la testimonianza serena di una vita che si fa dono e servizio, seguendo in questo modo la via tracciata dal Maestro. In questo modo il “mondo” è vinto è può diventare di nuovo giardino di vita.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 20 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Un Dio “fuori dalle righe”


Gv 15,12-17

“(…). "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (…)"


Ogni volta che la proposta del Maestro provoca la nostra libertà, apre spazi nuovi, invita ad andare oltre, noi tocchiamo con mano la nostra paura di libertà e preferiamo rifugiarci nelle rassicuranti braccia della religione che ci indica con esattezza cosa, come e quanto dobbiamo fare. Sembra quasi che le beatitudini proposte da Gesù siano talmente da visionari che occorre quasi correggerle con i vari comandamenti (non solo biblici …) per renderle rassicuranti. È la paura di coloro che hanno condannato Gesù: la paura di lasciarci abbracciare dal Padre, di costruire relazioni fondate sull'amore e sul perdono gratuiti. È la paura della libertà che nasce dall'amore e dal servizio. La paura di dover cambiare quel volto di Dio che ci hanno inculcato e col quale stiamo bene: il Dio che esige da noi, che chiede, che obbliga, che impone, che comanda. È il Dio che amiamo definire Onnipotente (salvo poi scaricare su di Lui tutto quanto non va sulla terra, dai lutti improvvisi alle malattie ai terremoti alla pandemia, alla guerra e così via...). È il Dio del disimpegno: basta il minimo sindacale e sono a posto. È il Dio-mercante che offre protezione e benedizione a patto di avere in cambio rispetto; il Dio che gioca con la nostra paura di finire nel nulla assoluto e quindi ci fa balenare davanti occhi un paradiso che assume le forme dei bisogni di ciascuno e per questo è bramato come un premio per la buona condotta.

Pur amando i fratelli e le sorelle che vivono tutto questo, senza alzare la voce dico di nuovo: questo non è il Dio di Gesù Cristo e tanto meno il mio. Ecco chi è il mio Dio: un Dio che non si prende le nostre vite ma ci offre la sua perché siamo "suoi amici". Un Dio che non si serve di noi, ma che si mette al nostro servizio e ci invita ad assomigliare a Lui in questa scelta di dono gratuito e totale. Un Dio che non si vergogna di chiamarci amici anche quando noi scegliamo altrove le nostre amicizie: Lui è sempre lì, fuori casa, che guarda lontano per vedere il figlio tornare e fare festa con lui.

Un Dio “fuori dalle righe” che va oltre se stesso per abbracciare noi.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 19 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Amore sorgente di gioia


Gv 15,9-11

"(…) Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena".



Ribadisco che l'unico comandamento cui fa riferimento Gesù è quello dell'amore reciproco modellato sul Suo, un amore che si esplicita nel servizio concreto reso ai fratelli, un servizio che non si schiera a favore "dei nostri", un servizio che si china su qualunque uomo o donna feriti dalla vita e dall'ingiustizia perpetrata da chi ha scelto di vivere nelle tenebre. La cosa più bella, a mio avviso, è che la vita donata e vissuta in questo modo produce una gioia che va al di là di ogni aspettativa, la stessa gioia che prova il Maestro e che è dato anche a noi di sperimentare. È la gioia di Dio che esplode nei nostri cuori, è la gioia che comunica la vita e che apre lo spazio alla manifestazione dell'amore del Padre. È il progetto di Dio su ciascuno: fare di noi persone felici. Felici perché amati, felici perché amanti.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 18 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Tralci fruttuosi


Gv 15,1-8

"Io sono la vera vite e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto (…)".


Chiariti i ruoli (Gesù è la vite, il Padre il vignaiolo, e noi i tralci), questo testo infonde serenità. I tralci che "non portano frutto" vengono tolti. Da chi? Sempre e solamente dal Padre. Non da Gesù, non da noi, non da altre istanze. È “l’agricoltore” che si sobbarca questa incombenza (qualcuno abituato "troppo bene" ora comincerà a chiedersi: "E ora che faccio? Non ho più un lavoro!!!".) E quelli che portano frutto, attenzione, non "li pota" ma "li purifica". Non vedo per qual misterioso motivo qui si traduca con "potare" quel che subito dopo si traduce con purificare ("Voi siete già puri per la parola....). Sono proprio queste parole che mi danno serenità. Ci hanno sempre insegnato a "potarci", a migliorare, a fare sforzi per cambiare, a perfezionarci, mentre Gesù non ha mai chiesto tutto questo. Infatti quali risultati abbiamo ottenuto? Nulla o quasi. Anzi, più tendiamo a perfezionarci più siamo scornati e frustrati dalla nostra incapacità (quante volte in confessione ho sentito parole come queste: "Cosa vuole, don, sono ancora qui, sono sempre gli stessi, quelli dell'altra volta e un po' mi vergogno..."). Abituati a impietosi esami di coscienza, abbiamo perso di vista il fine della nostra esistenza: portare frutto. Non ci è richiesto di migliorarci agli occhi di Dio. Per questo ci pensa Lui a purificarci, a togliere dalla nostra vita quelle imperfezioni, quelle impurità che ci impediscono di fare frutto. E "portare frutto" cosa significa? Significa diffondere la linfa che riceviamo dalla vite, significa accogliere il dono del Pane per farci pane a nostra volta. E colui che non lo fa? E chi si limita ad accogliere il Pane e a tenerlo per sé? Gesù è chiaro: come il legno della vite, che è l'unico legno inutile, così chi non fa frutto finisce nel nulla. Se "sterilizzi" la forza dell'Eucaristia fermandola a te, sei un tralcio che intralcia, un "parassita" eucaristico che nulla ha da spartire con il Regno.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 17 maggio 2022

Buongiorno mondo

Beati i facitori di pace


Gv 14,27-31

"Vi lascio la pace, vi do la mia pace (...)".


Non è un semplice augurio irenico di assenza di guerra (e già sarebbe tanto in questo nostro mondo!), ma molto di più. Lo shalom in cui il Risorto ci invita ad entrare e di cui si è portatore è la pienezza della felicità, la pienezza di tutto ciò che porta a realizzazione la nostra umanità. E tutto questo, proprio perché è il Suo shalom, che trova la sua fonte, la sua sorgente, nell'amore che si fa servizio, nell'amore che si inginocchia davanti all'umanità ferita per versarvi "l'olio della compassione e il vino della misericordia". Non è una pace che addormenta, ma uno shalom che tiene ben desti, che non lascia dormire sonni tranquilli fino a quando vi sarà un fratello o una sorella che, al bordo delle nostre trafficatissime vite, dirà: "Io non ho nessuno". È lo shalom di chi condivide il farsi pane del Maestro, lo shalom del pastore che offre la sua vita per le sue pecore, lo shalom di chi dimora nel Padre e nel Figlio per diventare trasparenza di una presenza amorosa che vuole tutti e tutte felici e pieni di vita. Lo shalom di chi sceglie di vivere la propria esistenza non sotto il segno di un "me ne frego" sempre più invadente, ma all'insegna di un "I care" che si traduce in gesti concreti di solidarietà, di accoglienza, di vita condivisa e offerta.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 16 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Amati per amare

Gv 14,21-26

"(...) Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama (...)".


Ridurre la proposta del Maestro a una semplice continuazione di quanto iniziato da Mosé, cioè un'aggiunta alla Legge mosaica per dare una verniciata di nuovo, significherebbe snaturare e svilire tutto l'annuncio evangelico. I "comandamenti" di cui parla Gesù esulano dal contesto della religione e aprono la via all'esperienza della fede, in cui il "comandamento" non è più una legge esterna cui obbedire, ma l'accoglienza profonda di un amore capace di plasmare e trasformare la mia e l'esistenza altrui. L'esperienza della fede non esige più una pedissequa e impersonale obbedienza -sottomissione (come nel caso della religione), ma propone la categoria della somiglianza come tratto distintivo della persona. In altre parole: non si tratta più di obbedire a una serie di comandi dati da Dio per metterci a suo servizio, ma si tratta di accogliere l'amore di un Dio che si mette a servizio e ci chiede di assomigliare a Lui nel nostro modo di amare concretamente le persone. Dunque amare Gesù non è imitarlo o vivere in un certo modo "perché l'ha detto Lui" (così facendo non avremmo interiorizzato nulla e saremmo ancora persone immature che attendono da altri le indicazioni per vivere), ma accogliere l'amore del Padre che mi invita, nella creatività della fede, a sviluppare, inventare, mettere in atto modi e stili di vita che lascino trasparire la freschezza e la bellezza di tale amore. Ecco "i comandamenti" di Gesù... Per capirli occorre inginocchiarsi con Lui sui piedi dei fratelli e delle sorelle che incontriamo: solo così potremo guardarlo negli occhi e sussurrargli senza vergogna né timore di essere smentiti: "Ti amo, mio Signore e mio Dio".

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 12 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Servi beati


Gv 13,16-20

"(...) dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: "In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica (…)".



La beatitudine per il Maestro sta non solo nel "sapere, ma soprattutto nel praticare la via del servizio.. Il gesto appena compiuto da Gesù (la lavanda dei piedi) diventa per i suoi discepoli, per noi, fonte di beatitudine. La felicità non sta nel fare qualcosa, ma nell'essere continuamente a servizio, a fianco del Maestro, chinati sui "piedi" sporchi, stanchi, magari feriti, dell'umanità di oggi. Coloro che vogliono tornare a ricevere la "santa comunione" in ginocchio hanno capito ben poco del messaggio del Maestro: non è davanti a Lui che bisogna inginocchiarsi, ma davanti ai fratelli e sorelle che più rappresentano i i "piedi sporchi" dell'umanità. Solo così "saremo davvero beati".

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 11 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Gesù, "esegeta" del Padre


Gv 12,44-50

"Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato".



Gesù, la sua vita, il suo stile, costituiscono la rivelazione piena di Dio; per questo aderire a Lui è aderire al Padre. Ogni idea, ogni teoria su Dio che non sia compatibile con tutto ciò che si vede in Gesù è falsa.

Dio non è un'idea, non è una teoria, è il Padre, persona, vita e amore che si manifesta nella carne di Gesù, in ogni sua attività a favore dell'uomo.

Stiamo spesso a discutere su Dio, ma non ci rendiamo conto che discutiamo e difendiamo a spada tratta le nostre idee su Dio, saltando a piè pari la vita e lo stile di Gesù. In effetti è più facile pensare, farsi delle idee su Dio piuttosto che accogliere il volto e lo stile di questo Dio che si manifesta nella carne dell'uomo Gesù. Soprattutto quando questa carne urta il nostro immaginario divino, lo smaschera, rende manifesti i desideri di potere che lo abitano e che ci rendono oppressori di sorelle e fratelli. Non ci piace molto un Dio che vuol salvare il mondo, specie quando lo salva a modo suo, inconsueto per noi che avremmo già pronta la brace per arrostire chi, a nostro avviso, non fa parte degli eletti.

Abbiamo ancora tanto da imparare. Un po' più di silenzio rispettoso su Dio non guasterebbe: ci aiuterebbe a guardare a Colui che è l'unico e solo autentico interprete del Padre.

Un abbraccio a tutte a tutti. Buona vita.

martedì 10 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Un “Dio” che ci tiene in mano


Gv 10,22-30

"(…) Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio (…)".


Essere coscienti del fatto che il Padre conosce ognuno di noi, si occupa e si preoccupa per ognuno, ci tiene nelle sue mani, è consolante e dona forza per proseguire il cammino. Questa presenza paterna/materna di Dio ci aiuta a cambiare la nostra relazione con Lui e, di conseguenza, con gli altri. Non siamo più in presenza di un Dio che ci scruta, ma di Padre/madre che ci guarda con tenerezza; non siamo più davanti a un Dio che pretende la nostra attenzione e il nostro servizio, bensì siamo nelle mani di un Padre/Madre che ci circonda di attenzioni e si mette a nostro servizio. Tanti potranno dire: tutte belle parole. Ma come faccio a credere in questa cosa?

Beh, per sperimentare questo Dio presente in tal modo c'è un'unica via: smettere di pensare a se stessi e imparare a occuparci e preoccuparci del bene altrui. In questo modo sperimenteremo che quanto più ci prendiamo cura dell'altro, del suo benessere e della sua felicità, tanto più potremo percepire la presenza e la cura amorevole di Dio verso ognuno di noi nella semplicità del quotidiano. Occorre trovare la giusta sintonia. E quella giusta è determinata dall’amore e dalla cura per il bene altrui. In questo modo comprenderemo che davvero "nessuno può rapirci dalla mano del Padre", neanche la morte.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 9 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Una “Porta” sempre aperta


Gv 10,1-10

“(…) Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore» (…)”.



Non vi è più bisogno della “porta delle pecore” del Tempio, non vi è più bisogno di ingraziarsi Dio con sacrifici e olocausti. La via di accesso al Padre è la “carne” di Gesù, la sua vita stessa comunicata a chi “ascolta la sua voce e lo segue”. Inutile inventarsi altre “porte” di entrata o di uscita: Gesù stesso è la soglia da attraversare per giungere al Padre che comunica “la vita e la vita in abbondanza”. Entrare dalla porta che è Gesù significa aderire a Lui. Dar credito al suo messaggio, cioè diventare con lui una cosa sola nella dedizione al bene dell’uomo. L’antica Legge è ormai cambiata dalla proposta di Gesù (ricordo il gioco di parole sottinteso nel testo: “Legge”, in greco “nomos”, e “pascolo”, in greco “nomê”): l’antica legge è sostituita da questo “pascolo” che viene offerto al discepolo che accetta di attraversare la “Porta” che conduce alla nuova legge, quella dell’amore leale e totale.

Spesso ho l’impressione che la proposta di Gesù sia ritenuta troppo “morbida” da tanti, troppo “misericordiosa”. Allora, mettiamo dei correttivi: Gesù ha detto di essere la porta? Si, ma è una porta a pedaggio! Non si entra gratis, non tutti possono entrare, ci sono delle condizioni ben precise e chi non fa penitenza e non si converte, beh… la porta per lui o lei resta chiusa! E così quella porta che Gesù ha aperto con il dono della sua vita noi la stiamo trasformando in un casello con tanto di pedaggio! A quando i sacrifici animali? Siamo ancora lontani, tanto lontani: il cammino è ancora lungo. Coraggio!

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 6 maggio 2022

Buongiorno mondo!

“Assimilare” lo stile di Gesù


Gv 6,52-59

"...se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita...".


Il sangue, nella concezione propria dell'uomo della Bibbia, è sacro perché rappresenta la vita stessa e appartiene a Dio solo. Quindi "bere il sangue" di Gesù significa entrare in una intimità molto profonda con Lui, significa entrare nel cuore della vita stessa di Gesù e nella comunione che egli vive col Padre. Per quanto riguarda la carne, occorre anzitutto togliere di mezzo il significato peggiorativo che questo termine ha assunto, specialmente in relazione a ciò che è "spirito". Credo che possiamo intendere per "carne", in questo contesto, la dimensione umana della vita di Gesù, intesa come, per usare un'espressione comprensibile a tutti, stile di vita proprio di Gesù. Dunque la comunione forte e intima con Lui e con il Padre ci conduce ad adottare uno stile di vita simile al suo. Ciò non significa che dobbiamo ripetere tale e quale quello che Lui ha fatto, quanto piuttosto adottare uno stile di vita tale che la freschezza e la potenza liberante della sua Parola torni a echeggiare in mezzo a noi. La nostra dimensione umana si "plasma" su quella del Maestro, prende forma a partire da Lui, dalle sue scelte, dal suo modo di relazionarsi alle persone, dalla sua capacità di mostrarci il volto del Padre. Ecco, credo si possa comprendere così questo testo troppe volte maltrattato.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 5 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Donne e uomini del Pane


Gv 6,44-51

"Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".


La qualità della vita che Gesù propone è talmente alta che la vita stessa diviene indistruttibile, si dilata oltre il tempo e lo spazio, assumendo quella condizione divina che è promessa a coloro che accolgono il dono dell'essere figli. Mangiare Lui per vivere di Lui e con Lui per sempre. E questo avviene fin da ora, fin dal nostro oggi. Come? Se assumiamo il suo stesso stile di vita: facendoci pane. Spesso abbiamo ridotto l'Eucaristia a un mero esercizio di culto religioso. Vado a Messa, sto a posto, Dio è contento che ho osservato il precetto, ora posso farmi in pace gli affari miei. O ancora peggio quando riduciamo l'Eucaristia a un "qualcosa" che dobbiamo offrire a Dio, quasi Lui ne avesse bisogno ( e qui ho tutti i miei dubbi sul senso del "sacrificio" della Messa... è un termine che mi sa troppo di religione e dei suoi apparati sacrificali atti a placare un dio sempre pronto a scagliare i suoi fulmini sull'umanità...). Questa "riduzione eucaristica" che spesso pratichiamo ci ha portato a "sterilizzare" la potenza e la forza liberatrice del sacramento stesso. E così il farsi pane è andato letteralmente a farsi benedire! "Mangiare questo pane" significa far nostra la passione di Gesù per l'uomo, quello ferito, solo, escluso, emarginato. "Mangiare questo pane" significa aprire spazi all'azione liberante del Dio che vuole la nostra felicità e la pienezza della nostra vita.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 4 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Donne e uomini di gratitudine


Gv 6,35-40

"(…) E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno (…)".


Siamo davvero al centro del suo cuore, nelle sue mani e nulla, nemmeno la morte, potrà strapparci da questo amore totale e gratuito. Ciò che ci blocca, spesso, è che non siamo più abituati al gratuito: quando qualcuno ci dice che una cosa è gratis storciamo il naso e ci chiediamo se non ci sia sotto qualcosa.

Proviamo a vivere questo giorno dicendo solamente grazie: in questo modo il cuore si allarga e impara a battere all'unisono con quello del Padre.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 3 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Dio è Gesù


Gv 14,6-14

"(...) Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?(…)”.



Tutto quanto Gesù ha detto, tutto quanto ha vissuto, il suo modo di amare, di relazionarsi con le persone, la sua attenzione all'uomo ferito, all'escluso, il suo camminare sulle nostre strade per venirci a cercare, ebbene, tutto questo per dirci come Dio è e opera, per mostrarci il volto del Padre. Vuoi sapere chi è Dio? Da questo momento non puoi più fare a meno del Maestro: è Lui che ha la chiave per accedere al suo volto. Un Dio non più inaccessibile, ma un Dio che si fa uno di noi per insegnarci a essere come Lui. Un Dio che per farsi capire, per mostrarci come "funziona", si fa uno di noi. Inutile andare a cercarlo fuori dell'umanità, nell'alto dei cieli: troveremmo solo nuvole e aria pura. No. occorre restare con i piedi ben piantati per terra e in ginocchio davanti ai fratelli e alle sorelle cui laviamo con Lui i piedi.

L’esperienza del Primo Testamento, là dove il Nome era impronunciabile e il Volto non poteva essere visto senza morire è trasfigurata in Gesù, trasparenza del Volto del Padre. Soprattutto, occorre operare un grande cambiamento: dal Gesù è Dio a Dio è Gesù. Questo ci aiuterebbe ad evitare di “impossessarci” con troppa facilità di Dio stesso e ridurlo così a essere espressione delle nostre idee e desideri. Non possiamo parlare di Dio senza passare dalla carne di Gesù.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 2 maggio 2022

Buongiorno mondo!

Compiere l’ opera di Dio

Gv 6,22-29

“ (…) Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»”.



In molti spesso si chiedono: "Ma che vuole Dio? Qual è la sua volontà? Cosa vuole da me?". Domande lecite alle quali Gesù offre una risposta e proprio nel Vangelo di oggi: credere in Colui che egli ha mandato.
Tutto qui. Bella roba, dirà qualcuno: sono ancora al punto di partenza! Già fratello o sorella: se tu pensi che Dio ti dica per filo e per segno cosa devi fare nella vita, ti dica dove devi andare, come realizzare la tua esistenza, beh, credo tu abbia sbagliato "dio". Il Dio annunciato da Gesù si preoccupa della nostra felicità, si preoccupa del fatto che possiamo avere una vita di una qualità tale che nemmeno la morte sia capace di scalfirla, di distruggerla, una vita che sia davvero degna di questo nome. La "volontà di Dio" non è un software per far funzionare la nostra esistenza: inserisco dei dati e trovo la mia risposta. Il nostro compito è individuare, nella fatica del crescere quotidiano, la modalità concreta attraverso la quale rendere esplicita la fiducia accordata al Maestro. "Credere in colui che egli ha mandato" non significa aderire razionalmente a una dottrina, essere ossequiosi verso delle leggi, assolvere precetti, collezionare sacramenti in maniera ossessiva e compulsiva (esistono anche i “disordini sacramentali”, accanto a quelli, spesso drammatici, “alimentari"); “credere in colui che egli ha mandato" è adottare uno stile di vita che faccia di noi uomini e donne liberi perché liberati, capaci di amore perché amati, capaci di perdono perché continuamente perdonati, accoglienti perché accolti. È lo stile di vita di Gesù Maestro che ognuno cerca di proporre, e non di imporre, perché l'umanità cresca e abbia accesso a quella "vita eterna" che non comincia di là, ma si dilata e si espande fin dall'oggi, qui, nel nostro mondo così frantumato, diviso, pauroso, violento.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.