Buongiorno mondo!
"Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il
luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le
campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli
rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare»" (Mc 6,34-44).
I discepoli del
Maestro fanno fatica ad uscire dalla mentalità commerciale: ogni cosa ha un
prezzo, ogni cosa si può comprare o vendere. In questa logica la compassione
gratuita, grembo che genera la condivisione e la solidarietà, difficilmente
trova spazio. Per questo il Maestro invita i suoi a dare del pane facendosi
pane. Chi intende seguire Lui non può limitarsi a dare qualcosa: sul piatto si
mette la vita intera o nulla. Non si fa la carità ma si è caritatevoli,
espressione vivente della misericordia divina. Non siamo lì a distribuire
viveri, ma a farci noi stessi pane per la vita della sorella o del fratello che
incrociamo nella nostra faticosa quotidianità. Il Maestro non ci invita a
depositare una monetina sulla mano che si tende verso di noi, ma a farci
alimento vitale, spazio in cui si accetta di giocarsi la vita nella solidale
condivisione di tutto se stessi. Se la compassione che sgorga dal cuore del
Maestro non trova carne nella nostra compassione tutto il pane eucaristico che
spezziamo ogni domenica è solo una bella commediola recitata per aggiustarci la
coscienza. Dio non ha bisogno di questo ma desidera che a partire da questo
diventiamo per l'altro ciò che mangiamo alla mensa del Signore. Un abbraccio a
tutte e a tutti. Buona vita.
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