mercoledì 7 settembre 2022

Buongiorno mondo!

Un Dio che ci vuole felici



Lc 6,20-26


“(…) Ma guai a voi, ricchi, (…)”.



Alle beatitudini Luca fa seguire una serie di "Guai", anche se la traduzione più corretta sarebbe: "Ahimè": non è una minaccia (Guai a te se....), ma è una constatazione amara, un sospiro di sconforto di fronte alla durezza del cuore. È  come se il Padre stesse sospirando perché vede che i suoi figli non sono felici: rifiutano le beatitudini per cercarsi la beatitudine da tutt'altra parte. Eppure il sogno di Dio per l'umanità è proprio la felicità. E non la felicità "nell'aldilà", ma una felicità che nasce da una vita nuova già “nell'aldiquà”! Una felicità che nasce non dal possedere ma dal condividere, non dal potere ma dal servizio, non dall'apparire ma dall'essere, pur con tutte le nostre fragilità. È il cammino che ci propone anche papa Francesco, suscitando da tante parti reazioni scomposte tipiche di quelle “vergini” che al solo sguardo di qualcuno (ma intanto fanno l'occhietto e allungano le ciglia!). È il cammino che dovrebbe essere primario nella Chiesa (e quindi in ogni comunità cristiana): preoccuparsi del bene e del benessere dell'altro, senza escludere nessuno, perché così opera il Padre che "fa piovere sui giusti e sugli ingiusti". Superando, senza patemi d'animo, quella distinzione tra corpo e anima che ha fatto più danni che bene e riappropriandoci di quella visione dell'uomo unitaria più propriamente biblica. Visione che ha costituito il terreno culturale in cui Gesù è nato (non dimentichiamo che Gesù era ebreo, non greco!) e della quale forse ci siamo sbarazzati troppo in fretta, contribuendo alla nascita di quella spiritualità schizofrenica in cui il corpo è la prigione dell'anima e la sofferenza è il costo da pagare a causa dei peccati commessi. Non credo che la felicità delle Beatitudini sia da ricercare in tale proposta. Gesù la sua proposta l'ha mostrata con chiarezza. Se noi scegliamo di arrampicarci sui vetri per tenere in piedi realtà che non ne fanno parte, beh.. "ahimè" per noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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