venerdì 20 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Essere magnanimi


Mt 6,19-23


(…) La lampada del corpo è ’l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!



Gesù parla di occhio "cattivo”: occorre ben comprendere questa espressione. “Occhio cattivo", infatti, nella tradizione biblica ha un sapore differente rispetto al nostro modo di intendere (e se non si conosce tale sapore si rischia da far dire al Vangelo quello che non vuol dire, distribuendo "falsi occhi cattivi" a destra e a manca, e in questo sport da noi, nella Chiesa, gli specialisti abbondano!). "Occhio cattivo o maligno" indica precisamente la taccagneria, l'avarizia, il braccino corto. Capiamo ora cosa vuol intendere il Maestro: se vivi di avarizia, se chiudi il tuo cuore alle necessità della sorella o del fratello, per favore, non pregare il Padre nostro, non prendere in giro chi rivela la sua essenza nella gratuità, nel perdono incondizionato e gratuito. Se scegli la piccineria del cuore, non puoi assomigliare al Padre e quindi non riuscirai a seguire la strada del Figlio.  Questo “occhio cattivo” è come la febbre: è un sintomo. Sintomo dell’unica malattia diagnosticata da Gesù: la sclerocardia, la durezza di cuore che genera esclusione e indifferenza. 

Ecco, in breve quanto il Maestro ci invita a vivere oggi. Rifiutare lo stile di vita che nasce da un "occhio cattivo" significa condividere le scelte di vita del Maestro, vivere la libertà del dono e condividere quella del perdono reciproco. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

giovedì 19 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Coltivare il silenzio



Mt 6,7-15


"Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole" (…).



Questo nostro tempo è segnato particolarmente dalla velocità: fretta, novità, sempre di corsa... Anche la comunicazione risente pesantemente di questo, tanto che ci si vanta di vivere nel secolo delle comunicazioni sempre più veloci: non fai a tempo a pensare qualcosa, stai ancora finendo di elaborare che zac!... sei già in rete, o al cellulare. Mi pare però, senza voler fare il nostalgico, che, sì, abbiamo reso le comunicazioni più veloci, ma abbiamo perso LA comunicazione, l'uso sapiente della parola, l'ascolto calmo e con esso il silenzio, perché dobbiamo sempre riempire di qualcosa ogni spazio, anche quello del silenzio stesso. E questo incide anche sull'uso che facciamo della parola nella nostra preghiera: è tutto un parlare, leggere, riempire i vuoti perché altrimenti non si sa che fare. Quando c'è silenzio durante la preghiera si avverte quasi un certo imbarazzo: forza, di' qualcosa... metti qualcosa, leggiamo, cantiamo. 

"Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole": ecco la consegna del Maestro oggi. Ritrovare il senso della nostra parola nella sua Parola, imparare ad ascoltare il "mormorio" della voce del Silenzio, entrare in sintonia con Lui per imparare a parlare in maniera più umana. E questo ci aiuterà a penetrare nel mistero del linguaggio di Dio. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita. 


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 18 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Autenticità


Mt 6,1-6.16-18


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. (…)


Gesù chiede ai suoi di non cadere nella trappola dell'apparire e di evitare con cura l'ipocrisia. Ipocrita, nel greco classico, era l'attore teatrale. Ecco, Gesù invita a non fare gli attori nella vita, a non mostrarsi per ciò che non si è, a evitare di giocare un ruolo, a smetterla, se fosse il caso, di fare gli imbonitori, a piantarla di imporre quei pesi "che voi non toccate nemmeno con un dito". Ho l'impressione, non troppo vaga in verità, che molti cattolici oggi amino interpretare un ruolo piuttosto che vivere il messaggio del Maestro. Così si vedono in giro crociati arrabbiati contro tutto e contro tutti; pseudo-biblisti col diploma di Radio Elettra che non sanno distinguere tra Primo e Nuovo Testamento, facendo dire alla Bibbia tutto ciò che serve a sostenere cause che danno visibilità al momento; teologi dell'ultima ora che “sdottoreggiano” di teologia che manco l'Aquinate.... Esperti di ecclesiologia che parlano in tv o sui social o su altri media proponendo un'immagine di Chiesa tagliata su misura per loro e le loro idee .... .
Per fortuna accanto a questo marasma di ipocriti variamente assortiti, vi sono anche sorelle e fratelli che, nella fatica quotidiana del crescere e del credere, vivono la Parola del Maestro senza far suonare inutili tromboni: è il "popolo della senape", e questo mi conforta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

martedì 17 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Assomigliare


Mt 5,43-48


"Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (…)”. 




Ecco il cuore della proposta di vita di Gesù: non più obbedire a un Dio che impone i suoi comandi e che dispone delle vite degli uomini a proprio piacimento, quasi fossero marionette nelle sue mani, ma assomigliare al Padre, imparando ad amare con Lui e come Lui. Se da una parte Gesù cancella qualsiasi pretesa di violenza in nome di Dio, dall'altra dona un volto ben preciso a tale Dio: quello di un Padre. E vivere da figli suoi significa, per l'appunto, assomigliare a Lui nel modo di amare. Così Gesù chiude il cerchio: quella creatura nata a "immagine e somiglianza", scopre la propria dignità di figlia/o nel trasfigurare quella "somiglianza" in "assomiglianza". Gesù ha donato la propria esistenza per comunicare il volto di un Dio che non si prende le vite degli uomini ma offre la sua e invita a fare la stessa cosa per la vita di tutti. 

Inutile rinchiudere di nuovo Dio dentro le nostre belle caselline mentali: o accogliamo un Padre o continueremo a costruire idoli muti che soddisfano solamente i nostri desideri di potere. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

lunedì 16 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Denuncia e annuncio


Mt 5,38-42

"Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente"; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra..." 


Questa è la giustizia del Regno di Dio, la giustizia che supera quella dei farisei e degli scribi. Non si tratta solamente del rifiuto di ogni forma di violenza (ossia il minimo sindacale per un credente), ma di andare oltre: rifiutare la risposta violenta non basta, occorre essere disponibili a donare la vita anche a chi ti vuol male, aprire percorsi di vita invece che seguire e perseguire strade di morte. 

Rifiutare la violenza non significa comunque restare silenziosi, come pecore al macello: la denuncia contro ogni forma di violenza deve levarsi alta, senza però cadere nel medesimo errore di chi la violenza la usa sistematicamente, sia essa fisica, che verbale che psicologica. Il discepolo non è un pacifista irenico: è un profeta ardente che nel nome del Dio della vita denuncia e annuncia allo stesso tempo. Il rifiuto del male è sempre accompagnato dall'annuncio di una via del bene, del buono, del bello, e per questo è disposto a donare anche la propria esistenza, come seme gettato nella terra dell'umanità per generare un frutto di giustizia. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

venerdì 13 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

La bramosia verso l’altro


Mt 5,27-32


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. (...)


Oggi il Maestro, toccando il delicato tema dell'adulterio (cioè il rischio della "cosificazione" dell'altro/a) ci propone le dure parole ascoltate sopra.

Traduzione: se ti rendi conto che nella tua vita ci sono atteggiamenti, modi di essere e di fare che sono contrari alla vita e all'amore, anche se in maniera dolorosa, vedi di strapparli via di te, altrimenti corri verso l'autodistruzione, diventando così materiale per la Geenna, ossia la valle che faceva da discarica a Gerusalemme. 

L’adulterio nella tradizione biblica è sovente accostato all’idolatria. Entrambi sono espressione di quel desiderio sfrenato che non conosce e non si pone limite e che si impossessa di tutto e di tutti. Non riconoscere il limite che permette all’altro di essere altro significa nutrire quell’animalità interiore che tutto brama e di tutto desidera impossessarsi. 

Di "monnezza" ne abbiamo già tanta nel mondo, facciamo in modo che non aumenti!. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

giovedì 12 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Pastori della propria animalità


Mt 5,20-26


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai (…)”.


Gesù è uno che non si accontenta mai; è l'uomo che va sempre "oltre", e invita a fare altrettanto Invita i suoi, noi, tutte e tutti coloro che che si riconoscono nel suo messaggio, a superare la fedeltà (così è da intendere il termine "giustizia") all'Antica Alleanza, quella della legge del taglione, per entrare nell'ottica di quella Nuova, dove non basta astenersi dal fare il male ma occorre essere portatori di vita, persone che si occupano e si preoccupano del bene e del benessere del fratello e della sorella. Anzi, la proposta è ancora più sconvolgente: invita all'amore verso chi mi fa del male, invita ad andare "oltre" la risposta naturale (tu fai questo a me, io faccio faccio questo a te, o reciprocità della risposta violenta) per comunicare vita e amore come Dio "che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti...". Gesù, realizzatore pieno di quell’umanità verso cui stiamo ancora camminando, invita decisamente a diventare “pastori della propria animalità”, rispondendo così a quella vocazione umanissima che il narratore della Genesi chiama chiama “somiglianza”. Non sono parole facili (e chi lo ha mai detto?), ma sono le Sue e sul piatto della scommessa non ci si può giocare solo per una parte: Lui su quel piatto ci ha messo la vita, e noi che ci mettiamo? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 11 giugno 2025

Annunciare il Regno


Mt 7,10-13


In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (…)


Oggi il Maestro ci ricorda il fine essenziale della nostra esistenza: "strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino". Il regno dei cieli, nel linguaggio di Matteo, indica la presenza stessa di Dio che si fa prossimo all'umanità. Quindi quel "predicate" non va inteso come un "fate una bella predica sul regno di Dio" quanto piuttosto "fate sperimentare" con la vostra vita la presenza di un Dio che si fa compagno di viaggio di ciascuno. Non si tratta di dire delle cose su Dio (ne diciamo spesso troppe e anche male, facendogli fare una figura meschina), ma di farlo sperimentare come amore che cura, protegge, fa vivere. Non siamo possessori di un potere che ci permette di mettere dio al nostro servizio per suscitare meraviglia; siamo solo guaritori feriti inviati a far crescere vita e amore nell'umanità che cammina ogni giorno con noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

martedì 10 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Sale e Luce


Mt 5,13-16


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».



Oggi il Maestro ricorda che una volta accolto il suo messaggio, accettato di vivere secondo il suo stile di vita, ciascuno e ogni comunità sono "Sale della terra e luce del mondo". 

Notiamo il verbo: non viene detto "dovete diventare", "siete chiamati a essere".... no, è un dato di fatto: siete. Come dire che il fatto di essere sale e luce è costitutivo della vita cristiana, dello stile di vita cristiana. Il sale serve non solo a conservare, ma nella giusta dose, serve a esaltare il sapore. Il sale non si sostituisce al cibo, ma ne esalta il sapore: mi pare di capire che il Maestro indichi il compito in maniera precisa. Non si deve annullare l'umanità (=cibo), ma esaltarne il sapore, permettere alle potenzialità di esprimersi fino alla massima espressione, giungendo alla maturità che è la capacità di amare con e come Lui, facendo della propria vita un dono. Lo stesso vale per la luce: dove c'è luce non vi possono essere tenebre. E per questo non c'è bisogno di crociate, lotte, e via discorrendo (di questi tempi c'è chi vorrebbe una "chiesa chiusa", una sorta di casa di piacere per lo spirito, insomma un casino spirituale!).La luce brilla da sé e per questo dove c'è luce la tenebra non ha motivo di esistere. Essere luce non vuol dire imporsi: semplicemente vivere immersi nel messaggio del Maestro, che invita sempre non a prendere vite, ma a donare vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

lunedì 9 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Maria e le crocifisse della storia



Gv 19,25-34


In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. (…)



Dopo averci fatto camminare in compagnia del Risorto in attesa della Pentecoste, oggi la liturgia Cattolica propone la memoria di Maria Madre della Chiesa. Nel racconto di Luca, infatti, Maria è chiusa con i discepoli, e le discepole suppongo, lì dove hanno celebrato la cena d’addio con il Maestro. Ci viene proposto oggi  il racconto, tratto da Giovanni, della morte di Gesù. Mi sono fermato al primo versetto perché mi ha particolarmente provocato. 

Quasi come dentro una grande inclusione Giovanni fa l’occhiolino alle antiche narrazioni delle storie dei patriarchi ricordando però in maniera discreta ciò che una lettura riduttiva e patriarcale ha spesso dimenticato: le matriarche. Alla fine della sua narrazione evangelica egli mette in evidenza le “nuove matriarche” che stanno dentro la comunità dei discepoli e delle discepole di Gesù, quasi a significare una ripartenza di una storia che si rimette faticosamente in cammino per quei “cieli nuovi e terra nuova” verso cui ci stiamo dirigendo nel tempo. 

Allora oggi guardo a Maria certamente come Madre della Chiesa, ma di quella Chiesa che si colloca accanto ai crocifissi e alle crocifisse della nostra storia. Penso che Maria riservi uno sguardo particolare a quelle donne che sembrano essere diventate il bersaglio preferito di quegli uomini maschi che spesso e volentieri scaricano con violenza sull’altra la propria incapacità di amare o il proprio delirio di onnipotenza che si esprime nella triade mortifera e mortale: avere-potere-apparire. Maria si fa compagna di strada di tutte queste vittime e chiede a noi, proprio perché madre della Chiesa, di eliminare, a partire dalla nostra comunità, tutti quei comportamenti, quelle parole, quei retro-pensieri che ancora ci portano a non sapere coniugare al femminile la parola dignità.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

venerdì 6 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

La Via dell’Amore


Gv 21,15-19


(…) Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse Mi vuoi bene? e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». (…) E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».



"Simone figlio di Giovanni, mi vuoi bene?", questa la domanda che il Maestro pone a Simon Pietro prima di invitarlo alla sequela (e siamo alla fine del vangelo di Giovanni!). Personalmente credo sia l'unica domanda che mi porrà quando ci incontreremo faccia a faccia. Non mi chiederà quanti libri ho letto, quante Messe ho celebrato, quanti Battesimi ho amministrato. Non mi chiederà nemmeno quante lauree ho collezionato, che incarichi ho ricoperto. Non vorrà sapere da me se ho fatto la "sentinella" in nome di chissà cosa. Non mi chiederà se ho rispettato alla lettera le rubriche del Messale o se ho condiviso la comunione con un divorziato/a risposato/a. Non mi chiederà se sono stato ubbidiente e rispettoso verso i miei superiori maggiori (avete mai incontrato voi un superiore minore?). Mi chiederà solamente se sono stato capace di amarLo, come Lui ha amato me. Mi chiederà di vedere se tra i miei indumenti vi è un grembiule. Mi chiederà di ricordarmi tutte le volte che in un certo qual modo ci eravamo già incontrati, mentre Lui stava chino su qualcuno e se per caso io ho tirato dritto. Mi chiederà, in fondo, se sono stato capace di amare, solamente questo e nulla più. Solo allora potrà dirmi di nuovo: "Seguimi". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

giovedì 5 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Uniti per la vita


Gv 17,20-26


Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. (…)


Spesso ci limitiamo al "perché tutti siano una cosa sola", ma ricordo che subito dopo il Maestro specifica "siano IN NOI". L'unità dei credenti, o dei testimoni che dir si voglia, non è il risultato di sforzi personali per venirsi incontro, ma il frutto dell'adesione personale a Dio e al suo progetto espresso in Gesù. È quel "IN NOI" che dona spessore e sostanza all'unità. In questo modo si evita di cadere nel tranello di spacciare per unità quella che è solo omogeneità. La fatica del nostro percorso oggi, come comunità di credenti, sta proprio qui: pensiamo di essere uniti solamente perché facciamo tutti le stesse cose rigorosamente alo stesso modo. Le celebrazioni domenicali hanno tutte la stessa rigorosa forma (e lo stesso stantio sapore), la catechesi è uno stanco ripetere, magari con qualche attività ludica, una dottrina che pochi ormai capiscono (e infatti spesso, il dopo-Cresima ne è la prova). 

Vi è poi anche chi considera l'unità come espressione di potenza: siamo un blocco unito contro il male del mondo, non vi possono essere posizioni differenti tra noi. Questo genera in me l'impressione che più che uniti siamo intruppati. 

Ma questa, a mio modesto avviso, non è l'unità per la quale il Maestro ha pregato. La sua è l'unità che nasce dal cuore di Dio che si china sul mondo e si prende cura di tutti e di ciascuno. A questa unità occorre aspirare e questa unità occorre far crescere. È l'unità che nasce dalla solidarietà e dalla compassione. È l'unità che germoglia da quell'armonia che sgorga dal rispetto e dalla gratitudine verso la differenza, dalla consapevolezza che la complessità è “cosa buona e giusta” perché è questa che esprime quella Creatività originaria simboleggiata in vite nuove e sempre rinnovate. Gesù chiede un'unità che ci faccia uno con l'Uno, che è tutto e nulla allo stesso tempo.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 4 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Donne e uomini veritieri


Gv 17,11-19


(…) Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.



Queste parole ci riportano a quanto dico da tempo a proposito della verità. 

"La tua parola è verità", è quella parola che si è fatta carne, che si è fatta uno di noi, è il Maestro stesso. Consacrati nella verità significa essere condotti a vivere la vita di figli nel Figlio, adottare il suo stile di vita, essere innestati in quella vigna che offre il frutto della vita a chiunque. Non è una verità statica, ma dinamica, una verità che ci spedisce nelle periferie del mondo che incontriamo ogni giorno, fatto di persone concrete, che sono quello che sono e non quello che noi vorremmo che fossero. Se di lotta si tratta, la lotta per la verità non è quella delle campagne pro o contro, non è la lotta per stabilire quanti scrutini ci vogliono per fare fare un papa, non è la lotta di sentinelle che si ergono a bastioni in difesa di chissà quali valori non negoziabili, non è la lotta di chi usa la croce per farci un quotidiano, non è la lotta di chi pensa di misurare la gloria data a Dio con la lunghezza dello strascico dell'abito cardinalizio, non è la lotta di chi si rinchiude nella nostalgia dei "bei tempi della cristianità quando tutto girava intorno alla Chiesa": è la lotta di chi sa che la posizione più autentica del discepolo è chinarsi sui piedi dell'umanità piegata e piagata. La verità nasce dal farsi pane con e come Colui che è Pane di vita. Se abbiamo motivo di orgoglio nell'essere consacrati nella verità, ebbene la verità del servizio è l'unica fonte di tale umile orgoglio! 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.



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martedì 3 giugno 2025

Immersi nella vita


Gv 17,1-11

"Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo". 


La pienezza della vita che Gesù offre a tutti è la relazione intima con l’Uno, il Fondamento dell’essere, di ogni essere. Ci siamo sempre affannati a chiederci: "ma che ci sarà di là? Come sarà la vita eterna?". E via con la fantasia: cori angelici h24 con le arpe in mano, contemplazione beata di Dio (cosa poi voglia dire questo io non l'ho mai capito...boh, staremo in una sorta di poltroncina a vedere chi o che cosa?), passeggiate sulle nuvole che neanche gli astronauti nello spazio... Gesù non offre anteprime o anticipazioni di quello che sarà l'al di là, ma prega per i suoi perché già qui, in questa vita,  possano sperimentare la pienezza della vita restando in comunione d'amore con il Padre, scegliendo di vivere la propria esistenza seguendo la via del dono tracciata da Gesù stesso. Vivere così già assicura una qualità di vita tale che essa diventa eterna, superiore alla morte stessa. La nostra preoccupazione è quella di restare uniti alla vite, lasciare che l'Agricoltore faccia il suo lavoro e prestare attenzione a fare frutto. Un frutto che faccia crescere la vita, l'amore, che brilli come luce in mezzo a tante tenebre. Già lo cantava Dante: l'unica nostra cura è quella di restare immersi in quell' "Amor che move il sole e l'altre stelle”, il Fondamento ultimo dell’essere. Tutto il resto ci verrà dato in più. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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lunedì 2 giugno 2025

Buongiorno, mondo!

Testimoni, non giudici


Gv 16,29-33


(…) Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!



Vivere seriamente la sua proposta significa anche "scontrarsi" con quella realtà "mondana", con quel sistema di falsi valori che svilisce l'uomo e la sua dignità. Noi non cerchiamo lo scontro, ma se viviamo seriamente assumendo lo stile di vita proposto da Gesù, questo ci porterà a delle scelte che non sempre saranno "gradite e apprezzate" dal sistema di potere-avere-apparire che oggi regge le relazioni tra tante persone. Quello che ci viene chiesto, però, è sempre di preoccuparci in primo luogo di far splendere la luce, non di combattere le tenebre; la nostra unica preoccupazione è di essere tralci che producano un buon frutto, non cesoie ambulanti autoinvestite del compito di "purificare" , tagliare e buttare nel fuoco!. Già troppi in mezzo a noi si sono assunti questo compito, rubandolo a colui che è l'unico saggio agricoltore. Il nostro obbiettivo non è eliminare il "sistema-mondo", ma offrire la testimonianza serena di una vita che si fa dono e servizio, seguendo in questo modo la via tracciata dal Maestro: “Diventare pastori della nostra animalità” per  umanizzare il nostro mondo.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita. 


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venerdì 30 maggio 2025

Dentro le fatiche della storia


Gv 16,20-23a


(…) “La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. “ (…)



Penso che attraverso queste parole il Maestro ci inviti ad allargare il cuore e lo sguardo. Tutte e tutti sperimentiamo nello scorrere dell’esistenza dei momenti di sofferenza, di dolore, di paura. Ma non siamo fatti per questo. Gesù usa il paragone della partoriente proprio per invitarci ad allargare lo sguardo e mettere le sofferenze che la vita stessa, a volte con estrema durezza, ci fa arrivare addosso dentro il grande processo della creazione ancora in atto.

Il cristianesimo non è una religione che pratica il dolorismo a tutti i costi (o almeno io credo che così dovrebbe essere). Le prove, le fatiche, lo sofferenza ci sono e ci toccano anche facendoci male. Ma è come se Gesù indicasse la via: non fermarti al tuo dolore, alza lo sguardo e allarga il cuore. Sei dentro questo processo della creazione e impara a fare i conti con i tuoi limiti, le tue infermità, la tua incapacità di reggere queste fatiche e impara a condividerle, facendoti carico della dolore altrui. Il nostro pianeta è passato attraverso cinque grandi estinzioni di massa. Proprio in quanto Sapiens, modestamente, gli stiamo dando una generosa mano per arrivare quanto prima alla sesta, forse per il malsano desiderio di qualcuno che starà lì col telefonino per dire :”Io c’ero” (già, un gran Sapiens anche questo). Stiamo dentro un grande parto, che comporta anche dolori e sofferenze: Gesù ci invita a stare dentro questa storia martoriata, complessa e complicata, per imparare a scoprire i significati nascosti dentro le sofferenze e le fatiche quotidiane non subendo , non sopravvivendo, ma vivendo in pienezza il faticoso cammino della creazione, portando i pesi gli uni degli altri.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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