lunedì 13 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

 ​A causa di una settimana piuttosto "impegnativa" la rubrica "Buongiorno, mondo!" riprenderà martedì 21 ottobre.

Grazie per la vostra sempre preziosa pazienza.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

sabato 11 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

 Alzati e viaggia!


XXVIII Domenica C

Provocazioni evangeliche in Lc 17,11-19


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Buongiorno, mondo!


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XXVIII Domenica C


Abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 10 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Ritorno al futuro


Lc 11,15-26

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. (…)


Contro Gesù le provano tutte, persino l'accusa di essere al servizio di Beelzebùl. Non solo bestemmiatore, non solo fuori di testa, noto frequentatore di balordi e gente di malaffare, ora anche al servizio del principe dei demoni. Quando Gesù parla della croce che ognuno deve sollevare nella vita, parla esattamente di questo: il disprezzo e il dileggio che viene quando si vive per il Regno, da figli e fratelli. 

Mi sorge la domanda: ma chi davvero sta lavorando per Beelzebùl? Chi cerca e trova nel vangelo la sorgente di acqua fresca per mettersi a servizio dell'umanità, o chi in tutti i modi si adopera per salvaguardare un potere destinato a perire? A volte, guardando dentro le nostre comunità, ho la netta sensazione che si cerchi in tutti i modi di tornare al passato, a quel passato dove la priorità era costituita dall'osservanza rigida e indiscutibile di law & order, fattore che garantiva la sicurezza del sentirsi a posto per aver fatto quel che è stato chiesto di fare. Il vangelo non è fatto per dare sicurezza e tranquillità, ma spinge sempre oltre i confini delle nostre piccole e misere vedute o, se volete, anche fuori dai confini della o delle chiese. Papa Francesco una volta osò dire che Dio non è cattolico. Questa faccenda ai piccoli monarchi di una certa chiesa non piacque e non piace a tutt'oggi. 

Noi però continuiamo a camminare dietro al Maestro, annunciando il Regno: e per questo siamo disposti a dare la vita, non a prenderci quella degli altri. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione.


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Buongiorno, mondo!

giovedì 9 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Le vie dello Spirito


Lc 11,5-13

(…) Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!


Il Padre desidera condividere con ciascuno la forza del suo amore (questo è lo Spirito...) perché impariamo a essere trasparenza del suo volto. Partendo dalla nostra capacità di amare (imperfetta, imprecisa, faticosa...) egli vuole offrirci la possibilità di potenziare tutto questo per renderci simili a Lui nell'amore. Dunque, ancora una volta, Gesù ci presenta il volto di un Dio che non vuole essere servito e riverito, ma quello di un Padre che ci invita a osare e rischiare la nostra esistenza sulla via dell'amore gratuito e incondizionato, come il suo. Inutile riempirci la bocca di suppliche per chiedere qualsiasi cosa: l'unico dono da chiedere e accogliere è quello del suo stesso Spirito. E vorrei ricordare che lo Spirito che ci viene donato non è uno spirito asettico, senza forma; è lo stesso Spirito che ha condotto Gesù a fare delle sua esistenza un dono. Dunque non chiediamo per ottenere qualcosa per i nostri interessi, ma chiediamo per essere capaci di donare e di donare noi stessi. Le nostre comunità dovrebbero essere il luogo dove si respira questo Spirito capace di rendere nuova ogni cosa, e non delle stanze ammuffite dove ogni respiro è faticoso. A volte ho come l'impressione che stiamo facendo dell'accanimento terapeutico per mantenere in vita ciò che ormai è già finito da un pezzo. Eppure il Padre la soluzione ce la offre: spalancare le finestre e lasciar entrare quell'aria nuova, il vento dello Spirito e da Lui lasciarci portare oltre. Ma questo, per il momento, sembra essere ancora solo un sogno: preferiamo ancora l'aria viziata e stantia delle nostre sacrestie, l'aria pesante delle nostre tradizioni, alla proposta di vita del Padre. Come sempre, occorre scegliere.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 8 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Buongiorno, mondo! 

Osare il Pater


Lc 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».

Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre,

sia santificato il tuo nome, (…)


È l'unica preghiera che Gesù (forse sarebbe più corretto dire che le comunità hanno composto facendo memoria dei suoi insegnamenti) consegna ai suoi ed è anche l'unica preghiera in cui le parole pronunciate devono prendere forma in uno stile di vita ben preciso. Non è una preghiera semplicemente da recitare quanto piuttosto da vivere giorno dopo giorno. Ridurre al rango di una formuletta il "Pater" significa svuotare di senso tutto il messaggio di Gesù e il suo modo di parlare di Dio. Quel Dio relegato nell'alto dei cieli, ora si svela a noi come Padre che, a coloro che accolgono il suo amore, chiede di farsi segni visibili della sua presenza. In altre parole, pronunciare il nome del Padre significa vivere da figli perché questo permette di "santificare" quel nome, ossia di renderlo presente in mezzo a noi. Come? Con una qualità di vita in cui le relazioni sono fondate non solo sul perdono ma anche sul condono di ogni tipo di debito. Questo apre la via alla crescita di quell'umanità che il Padre si porta nel cuore come il sogno che ha condiviso con noi attraverso il Figlio amato. Insomma, potremmo dire, "quando dire è essere". E questo è quanto. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

martedì 7 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Casti o vasti?


Lc 1,26-38


In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». (…)


È ormai un dato assodato il fatto che i testi che definiamo come “vangeli dell’infanzia”, definizione un po’ infelice che può generare ambiguità, sono in effetti dei concentrati delle tematiche teologiche che poi l’evangelista svilupperà lungo la sua opera. Non devono essere letti in maniera letterale perché l’intenzione dell’autore non è di farci un resoconto storico degli avvenimenti di cui narra.

Il vangelo oggi, ci mette di fronte a questa figura fragile ma grande allo stesso tempo. Fragile perché donna del suo tempo con tutto quello che ciò comportava. Grande perché Luca la presenta come icona del discepolo (tema che poi svilupperà lungo l’arco della sua narrazione). Maria viene definita come in attesa di nozze: è in attesa dello sposo, di Colui che, come troviamo scritto nel Cantico dei Cantici (8,5), sarà messo come “sigillo” sul cuore. 

Questa è anche l’attesa di ogni discepola e discepolo di oggi, attesa che informa, cioè “dà forma” al faticoso cammino di ogni giorno: riconoscersi discepoli, portatori di quel “sigillo” che ci identifica come segni del Regno. Per questo smettiamo di “sfarfallare” in letture materialiste e letteraliste a proposito di verginità fisica e apprendiamo proprio da Maria il significato della sua apertura al Dio della vita. Non si tratta dunque di emettere un “voto di castità” quanto piuttosto di vivere un “voto di vastità”, ossia di allargare il cuore, di vivere nella magnanimità la fatica quotidiana.

Perché? Perché Dio agisce così. Egli non è colui che svuota i cuori, ma colui che li riempie. Per questo occorrono “cuori vasti”.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

lunedì 6 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Osare il dono della vita


Lc 10,25-37


(…) Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico… (…).


Il vangelo della liturgia odierna ci immerge nella parabola detta del "buon samaritano". Alla domanda iniziale ("Chi è il mio prossimo") posta dal teologo ufficiale (ossia quelli certificati a riconoscere l'ortodossia di una posizione teologica...) a Gesù, per vedere fin dove fosse possibile spingere il limite dell'amore, Gesù non offre nessuna risposta. Come sempre. Egli ribalta la domanda: non chiederti chi è il tuo prossimo; chiediti piuttosto come puoi TU farti prossimo. È come se noi chiedessimo a Gesù oggi: fin dove mi posso spingere nell’amare le persone? Qual è il limite? Ebbene la risposta è: non ci sono limiti. Perché? Su cosa Gesù fonda la sua risposta? Lo sappiamo bene (anche se a volte preferiamo sorvolare): perché siamo figli di un Padre che ama così, senza limite alcuno. Se le nostre comunità fossero più preoccupate di questo e non stessero a definire cosa si può e cosa non si può fare, cosa si deve e cosa non si deve fare, questo sì quest'altro no, e via dicendo, allora esse diventerebbero davvero spazi accoglienti per ogni persona, luoghi capaci di essere prolungamenti concreti, tangibili, della misericordia del Padre. Non abbiamo bisogno di "sacerdoti e leviti" che ci insegnano a restare puri e immacolati per Dio, ma di "samaritani" che non esitano a sporcarsi le mani facendosi, anche inconsapevolmente, strumenti dell'amore del Padre. Ogni giorno percorriamo una strada che "scende da Gerusalemme a Gerico": non è più il tempo della purità cultuale, della salvaguardia delle tradizioni dei padri. La storia esige la presenza di samaritani impuri e peccatori che sanno osare e rischiare la vita per donare vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

sabato 4 ottobre 2025

venerdì 3 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Discernere


Lc 10,13-16

In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.

E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!

Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».


Oggi la pagina evangelica ci mostra il Maestro che esterna la sua amarezza nei confronti di tutte quelle "città" (Corazìn, Betsàida, Cafarnao,) che non hanno saputo accogliere la proposta del Vangelo. 

Si parla di "città" e non di villaggi perché la città è il luogo dove è presente la sinagoga, il luogo della religione istituzionale, il luogo che avrebbe dovuto aprire spazi alla presenza e all'azione liberatrice di Dio ma che, di fatto, ha impedito tutto ciò. In questa pagina Gesù chiude con l'ufficialità della religione e apre a tutti lo spazio della fede.

Forse qualche "ahimé" tra quelli pronunciati da Gesù potrebbero arrivare anche dalle nostre parti ogni volta che impediamo l'azione liberatrice e risanatrice di Dio perché "non fa parte dei nostri schemi". Ci siamo talmente convinti che Dio debba essere come noi lo pensiamo che anche se Lui si manifestasse direttamente saremmo capaci di dirgli: "Per favore, torna a cambiarti e presentati a noi come si deve!". Come i contemporanei di Gesù chiediamo a Dio di adattarsi ai nostri schemi. 

La parola del Vangelo ci chiede di non aver paura del cambiamento per il fatto che non stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca e per questo occorre saper discernere e schierarsi. Come sempre, a noi la scelta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

giovedì 2 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Un Dio che si fa piccolo con i piccoli


Mt 18,1-5.10.12-14

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».

Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. (…)


Ai suoi che gli chiedono chi sia il più grande nel Regno dei cieli, il Maestro risponde con queste parole: "se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli". Anni di cammino insieme, una "catechesi" personalizzata, un insegnamento distillato nel corso di quella convivenza strana che suscitava la curiosità dei più, malgrado tutto questo (anche le verifiche in itinere, si direbbe oggi, gli aveva fatto: li aveva mandati in giro a predicare e guarire), sono ancora lì a disputarsi il posto: quale fetta avrò nel tuo regno? Che ministero occuperò? Quanto prenderò? E Lui, il Maestro, a ribadire: se non diventate bambini, figli, non potete capire, resterete chiusi fuori a battervi il petto, a ricordare tutte quelle belle messe, quelle liturgie spettacolari, quelle immani opere, quelle belle cattedrali e "hai visto che paramenti!!!! (già, direbbe don Tonino, peccato manchi sempre quel famoso grembiule!), quelle file di cardinali, vescovi, prelati, dignitari di corte.... nani e ballerine ecc.... Noi a buttare quintali di incenso mentre il fratello anelava al pane, la sorella alla dignità e l'umanità intera a giustizia e pace. "Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 1 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Radicali liberi


Lc 9,57-62

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».

Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».


Con una serie di sentenze come queste il Maestro ribadisce la radicalità che comporta la scelta per il Regno. Ricordiamo che l'espressione "Regno di Dio" indica la presenza di Dio mezzo al suo popolo, una presenza che non governa più emanando leggi e imponendo obbedienza, ma chiedendo di essere accolta. Si diviene Figli del Padre assomigliando a Lui nel nostro modo di amare, questo è il Regno. La radicalità di tale scelta comporta la decisione di non ritornare più al vecchio mondo della religione, alla triade letale Dio-Patria-Famiglia, ma di entrare in una dimensione nuova dove Dio è un Padre, la Patria è il Regno e la famiglia la comunità di coloro che hanno scelto il Maestro e hanno accettato di vivere con Lui questa nuova dimensione, che è la fede, dove il primo cambiamento da operare è accettare di cambiare il nostro modo di pensare Dio, spesso e volentieri semplice prodotto delle nostre idee e bisogni. Con il Maestro non ci si volge indietro, ma si guarda sempre avanti, aperti e attenti alle novità del Regno.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

martedì 30 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Un Dio che non esclude


Lc 9,51-56

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.

Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.

Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.


Oggi la Liturgia propone il ricordo di San Girolamo. Lo ricordo volentieri: uomo amante della Parola, che ha speso la sua vita affinché la Scrittura divenisse Parola parlante nell'oggi.

Anche coloro che sono con Gesù da tempo non hanno capito nulla. Il Signore non è venuto a togliere la vita, a prendersi vite, ma a offrire la sua, a farci dono della sua per manifestare che Dio è solamente puro amore, null'altro. Dio non regna sugli uomini chiedendo obbedienza a delle leggi e imponendo dei comandi. Dio ci chiede di diventare figli suoi assomigliando a Lui nel nostro modo di amare: per questo si mette a nostro servizio, per insegnarci questo. Per questo ci ha donato il Figlio, prototipo di quell'umanità nuova che assomiglia al Padre nel suo modo di amare. Facile "consumare con il fuoco" chi non è dalla nostra parte, chi non la pensa come noi, chi ci sbarra la strada, chi si fa beffe di noi. E se “Dio” facesse così con noi? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

lunedì 29 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Donne e uomini in cammino


Gv 1,47-51


In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».

Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».



Oggi, festa dedicata agli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, il Maestro, nel testo proposto rivolge uno dei complimenti più belli che da Lui si possano ricevere. 

Vedendo quel tale, Natanaele, se ne esce con: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Uno dei pochi cui Gesù non dà del commediante, dell'ipocrita. 

Io ho ancora della strada da fare, ma mi piacerebbe davvero che alla fine della mia esistenza il mio Maestro mi accogliesse con queste parole; “Ecco davvero un uomo in cui non c’è falsità!”. Mi basterebbe, ne sarei davvero felice. 

Sapere di aver trascorso la mia vita non imponendo verità a destra e a manca, non professando verità dettate da qualcuno, ma assaporando ogni giorno il progressivo disvelarsi della verità che mi attira a sé, che si schiude con la delicatezza di un fiore inebriandomi con il suo profumo, un profumo che sa di libertà, che conduce alla giustizia, che apre all'amore che germina vita, ecco questo mi renderebbe davvero felice e fiero di appartenere alla famiglia umana. 

Incontrarmi col mio Maestro e sentirmi rivolgere quelle stesse parole pronunciate più di duemila anni fa, mi direbbe che non ho vissuto invano, che ho combattuto la buona battaglia per un'umanità più "umana", tanto umana fino a diventare divina, a immagine del Padre. Ho ancora strada da fare, ma sto camminando. E so per certo di non essere solo.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione.


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Buongiorno, mondo!

sabato 27 settembre 2025

venerdì 26 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Domande e risposte


Lc 9,18-22

(…)Voi chi dite che io sia? (…)”.


É un modo gentile, ma fermo, di chiedere ai suoi di sbilanciarsi, di schierarsi, di dare una risposta personale a questa domanda fondamentale nella vita di ogni credente: chi sono io per te? Cosa rappresento? O meglio: Chi rappresento? Che rappresento? Una bandiera? Un muro divisorio tra chi è “dei nostri” e chi non lo è? O una proposta, un progetto “altro” rispetto a chi propone stili desueti e non affascinanti, ossia che non suscitano desiderio perché non affascinano?

Gesù non desidera risposte preconfezionate, risposte "pre-masticate" da altri; non basta ripetere formulette imparate negli anni lontani del catechismo e dire: "Ecco, io so! Questo è e mi basta così". Gesù esige sempre una risposta personale, faticata, impastata dal sudore del mestiere di vivere; una risposta che nasce dalle profondità del cuore, che emerge dai mille dubbi che ciascuno si porta dentro e che nella fatica del crescere quotidiano affronta e cerca di risolvere. 

Inoltre è una risposta che trova la sua autenticità e la sua “verifica” (ossia, si fa vera) nello stile di vita assunto giorno dopo giorno: è una risposta che si "fa carne", non vuota emissione di parole al vento. La risposta al "Chi sono io per te" trova la sua espressione più vera nel proprio modo di vivere, fatto di condivisione, di servizio, di rinuncia all'ambizione del potere, di ogni potere. Non abbiamo bisogno di proclamatori di verità di fede, di strenui difensori di dottrine, ma di sorelle e fratelli che con il loro modo di vivere ci "fanno vedere" chi è Gesù, Colui che ci rivela il volto del Mistero della Vita in cui tutte e tutti siamo immersi e di cui viviamo. 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

giovedì 25 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Quale sguardo su Gesù?


Lc 9,7-9

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare (…). E cercava di vederlo.


Le voci che circolano su questo nuovo maestro, spuntato dal nulla, che sembra avere poteri miracolosi e che riesce a catturare l'attenzione delle folle, suscita la curiosità anche dei potenti di allora, tra cui Erode che "cercava di vederlo", così come ci racconta il vangelo di oggi. 

Considerati i sondaggi in caduta libera, anche a Erode sarà venuto in mente di cercare Gesù per vedere di guadagnarci qualcosa. In effetti, il potere per campare deve impedire il sorgere di altri poteri: o ti sottometti a me, o ti faccio fuori. Oppure, posso cercare di capire come far fruttare a mio beneficio quella fama che ti fa splendere davanti agli occhi di tanti. Occorreva vedere Gesù per valutare il da farsi, per capire quali guanti indossare per trattare l'affare. Se i guantoni da boxe, per metterlo subito al tappeto. Oppure il guanto di velluto, per poterlo agevolmente comprare. In fondo, nulla di così nuovo: nel famigerato “pratone” al Nord si celebra lo stesso rito. 

Quanto di questo Erode vive in noi ancora oggi? Ogni volta che valutiamo le nostre relazioni sulla base del potere che esse ci possono assicurare, Erode è lì. Ogni volta che siamo camaleonti per adattarci ad ogni situazione e così ricavare più vantaggi possibili, Erode è lì. Ogni volta che usiamo il nome di Dio per giustificare le nostre azioni, per acquisire potere sulle coscienze e controllare la situazione, Erode è lì. 

Chiediamoci allora, senza paura, da dove nasce il nostro desiderio di vedere Gesù, perché lo vogliamo incontrare, cosa vogliamo ottenere da Lui. E, se è il caso, cacciamo Erode dai nostri cuori. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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mercoledì 24 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Un Dio amante della vita


Lc 9,1-6

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. (…)


Oggi il Maestro invita i suoi a fare la prima prova pratica. Dopo un po' di tempo che stanno con lui, dopo aver ascoltato i suoi insegnamenti, averlo visto all'opera, ora tocca a loro.

Gesù desidera capire come i suoi hanno interiorizzato il suo messaggio (l'esame poi rivelerà che i suoi fanno una fatica boia a star dietro al Maestro, ma questo mi consola un po', almeno sono in buona compagnia!). Gesù insiste sul "curare malattie", "guarire infermi", perché a lui sta a cuore il benessere di ogni persona. Gesù non si cura tanto del “peccato” quanto piuttosto della “sofferenza” delle persone, e questo dovremmo ricordarcelo. Manda i suoi perché vincano tutto ciò che svilisce la dignità della persona, che la annienta, tutto ciò che si oppone al bene dell'uomo. Li manda ad annunziare che Dio manifesta il suo modo di regnare non imponendo obbedienza, ma chiedendo accoglienza, chiedendo di accogliere il suo amore che comunica vita. Dà loro autorità sui "demoni", cioè su tutto ciò che si spaccia per vita, ma dona solo morte, su quella costante tentazione di potere-avere-apparire che eleva il suo canto di sirena imprigionando l'umanità in una spirale di violenza e autodistruzione. Oggi questa parola di invio è rivolta a noi, perché con coraggio sappiamo annunziare e farci trasparenza del volto di un Dio che ci ama e ci vuole felici e liberi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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martedì 23 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Dalla Scrittura alla Parola


Lc 8,19-21

(…) Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».


Con una chiarezza che per alcuni può suonare come durezza, il Maestro ci offre la Parola sopra citata. 

Nel Regno annunciato da Gesù la priorità va data al Padre e alla sua volontà, che è di rendere felici tutti gli uomini. Niente, nemmeno le proprie relazioni familiari, possono essere anteposte a tutto questo. Anzi, Gesù stesso invita a liberarsi da tutto quello che può distogliere il discepolo dal suo cammino dietro al Maestro. Egli ci ha detto che la volontà del Padre suo e nostro è che viviamo e viviamo in pienezza, già a partire di qua, non solo nell'aldilà. Il Padre "lavora", continua l'opera della creazione affinché ogni uomo possa giungere alla pienezza della sua umanità, nello splendore della sua dignità. E la pienezza dell'umanità è rappresentata da Gesù di Nazareth, il Figlio nel quale siamo invitati a diventare figli. Ecco perché Gesù rifiuta la triade Dio-Patria-Famiglia, per proporre in alternativa la novità evangelica: passare dal Dio da servire al Padre da amare; dalla Patria come luogo di identità che esclude al Regno che tutti accoglie; dalla Famiglia in cui le relazioni sono esclusivamente verticali e di potere alla Comunità dove ognuno si fa servo della vita dell'altro. 

Come sempre la decisione spetta a noi

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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lunedì 22 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Mettersi in gioco


Lc 8,16-18

(…) Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere.


A prima vista potrebbe suonare come un'ingiustizia, una crudeltà terribile: ma come, non è proprio Lui che parlava di solidarietà, di condivisione? Leggere queste parole con i nostri criteri, che dipendono pesantemente dai criteri economici, ci porterebbe a queste conclusioni. Ma Gesù sta parlando di tutt'altra cosa. Egli fa riferimento a tutte e tutti coloro che, entrando nella logica del Regno, accolgono l'amore del Padre e accettano di condividerlo creando nuove relazioni tra gli uomini. Senza la paura di perderci o di perdere qualcosa: gratuitamente hanno accolto l'amore del Padre, gratuitamente lo condividono assomigliando a Lui nel loro modo di amare. Per questo quanto più si mettono in gioco, tanto meno perdono, perché il Padre rende sempre più grande questa capacità di amare. D'altra parte, come ricordava il testo del vangelo ascoltato proprio ieri, dobbiamo coltivare sempre la consapevolezza di essere amministratori, custodi di quanto ci è stato affidato e donato gratuitamente: la vita, il mondo, la creazione intera.

Al contrario di chi evita accuratamente di mettersi in gioco e rende sterile questa capacità: un amore non condiviso è un amore che muore, un amore che non ha alcun significato per cui "a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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