giovedì 31 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Un Dio sempre nuovo 


Mt 13,47-53

(…) Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.


Nel vangelo di oggi Gesù conclude la parabola dei pesci buoni e quelli da buttare con le parole ascoltate.

Sottolineo come, secondo logica, Matteo avrebbe dovuto dire "cose antiche e cose nuove". Ha commesso un errore, una distrazione? Non credo proprio, vista l'accuratezza e l'attenzione che pongono gli evangelisti nello scrivere i loro testi. Matteo ha voluto ribadire alla sua comunità che il criterio interpretativo della tradizione, di tutto ciò che la storia racchiude, è rappresentato da Gesù, la "novità di Dio nella storia" cui "le cose antiche" vanno subordinate. È una bella provocazione per noi e per le nostre comunità che continuano ad arrancare nel tentativo (quanto mai vano) di riproporre, anche con un linguaggio ormai desueto, l'esperienza della fede in Gesù. Ecco allora sorgere la presenza di "scribi" che fanno della tradizione un assoluto intoccabile e, paradossalmente, perdono così di vista ciò che è il cuore dell'annuncio della fede, ossia la persona stessadi Gesù. Assistiamo così al ritorno in forze di espressioni della fede che hanno solamente il sapore della nostalgia, come la celebrazione della messa secondo il rito preconciliare (e bisognerebbe chiedersi anche quale ecclesiologia si nasconde dietro a tali "nostalgie": quale immagine di Chiesa si vuole proporre? Mah...). Abbiamo davvero bisogno di "scribi-discepoli del Regno" che sappiano ridarci il sapore della novità del Dio di Gesù, e non di "scribi" che sono rimasti prigionieri di una tradizione fine a se stessa (e che spendono le loro energie in un "accanimento terapeutico" esibito per mantenere in vita una religione ormai definitivamente irrecuperabile). Gesù stesso l'ha detto: "cose nuove e cose antiche". Il criterio è questo. Solo così l'Eucaristia acquisterà di nuovo il sapore di un buon pane fresco offerto per la vita del mondo. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita. 


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 30 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Cercatori


Mt 13,44-46


In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».


Con queste parabole del tesoro nascosto e della perla preziosa il Maestro ci ricorda che i percorsi per arrivare al Regno sono diversi, e nessuno è precluso. Ci si può arrivare per caso, ci si può arrivare dopo una lunga ricerca. Ciò che importa è non perdere l'occasione, non restare fermi a fare "contabilità" per vedere se l'affare conviene. In effetti, al contrario,  se vi è una certa convenienza, questa è determinata dal saper giocare condividendo: quanta più vita sei capace di "giocarti" tanta più ne ricevi, e in abbondanza. Quanto più resti attaccato alla tua esistenza, facendone un fortino chiuso dalla paura, tanto più ti immiserisci e resti solo con i tuoi affari. Poco importa quando trovi il tesoro o la perla: l'importante è cogliere l'occasione, avere il coraggio di una scelta radicale. Forza, dunque. Non lasciamoci frenare dalle paure: il Maestro è con noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

martedì 29 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Lui con noi, noi con Lui


Gv 11,19,27

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». (…)


Buongiorno mondo! A Gesù che arriva (in ritardo!) per la morte dell'amico Lazzaro, la sorella del defunto, Marta, rivolge le parole che abbiamo ripreso sopra.

È la reazione normale di qualsiasi persona un po' delusa perché abituata ad un'immagine di Dio che tutto risolve, tutto concede, il classico "deux-ex-machina". Non sarebbe stata anche la nostra reazione? Quante volte, davanti alla durezza della vita, abbiamo sentito espressioni simili? "Perché Dio permette tutto questo?" "Se è davvero onnipotente, perché non interviene e impedisce che succedano certe cose?". Fino al classico: "Se io fossi al posto di Dio...." beh, allora auguri davvero a tutti noi! La religione propone con facilità questo tipo di immagine divina, e di conseguenza cresciamo con l'idea che se faccio così Dio mi vuol bene e mi benedice, se faccio cosà Dio si offende e allora sono guai. Andrebbe tutto bene se a un certo punto la vita non ci ponesse di fronte al dramma, a una sofferenza inaspettata e ingiusta: ma come, sono sempre andato in Chiesa, ho rispettato tutte le leggi e i precetti, perché questa cosa proprio a me? Cosa ho fatto per meritarmi questo? Arrivano gli "amici di Giobbe" (i pii, quelli con la Tradizione in tasca e il Catechismo in mano pronti a calarlo sulla testa del malcapitato) che rincarano la dose: "Se ti è successo così hai combinato sicuramente qualcosa e Dio ti ha punito". Quanta strada dobbiamo ancora percorrere per liberarci da queste immagini avvilenti di Dio che sono lontanissime dall'immagine del Padre (uso il temine evangelico di proposito, Abbà) proposta da Gesù! È una conversione profonda quella cui ci chiama il Maestro: da Dio al Padre, con tutto quello che ne consegue. Il Padre che ci rivela Gesù non è l'Omnipotens che amiamo tanto perché rispecchia il nostro ideale di "uomo forte", "l'uomo della situazione": arriva Lui e tutto si aggiusta! (E poi, perché sempre e solo maschio? Non si accorgono i sostenitori di tale linea che così pongono un limite all'infinità di Dio? Il famigerato "Gott mit Uns" su certi cinturoni mi ha sempre fatto ribrezzo... ). Gesù ci insegna che l'unico modo per permettere al Padre di manifestare il suo amore è quello di assomigliare a Lui nel suo continuo processo creativo e creatore. Come ha detto bene Carlo Molari: “Dio non può far nulla nella storia umana, perché la forza creatrice non interviene all'interno delle dinamiche; le suscita, le rende possibili, ma non si sostituisce mai alle creature”. Già, dobbiamo apprendere a rendercene conto: Dio fa sì che le cose si facciano. Ma non senza di noi.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

lunedì 28 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Piccole infestanti crescono


Mt 13,31-35

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». (…)


Oggi il Maestro ci propone una parabola dove compare la pianta della senape. Essa è il simbolo del "popolo della senape", di tutte e tutti coloro che vivono la quotidianità come "il Topos", il Luogo (che nel Vangelo di Giovanni indica sempre il Tempio) dove Dio si manifesta e si accosta a noi nella realizzazione del suo progetto. Non siamo "cedri del Libano", maestosi, svettanti su tutto e su tutti. Siamo piccoli arbusti di senape in mezzo agli altri ortaggi dell'orto che si fanno compagni di strada per questa umanità chiamata ad umanizzarsi giorno dopo giorno. Non siamo "il milione" che urla, ma piccoli semi che danno a tutti la possibilità di trovare uno spazio in cui "fare il nido". Siamo insignificanti agli occhi dei più, ma ci sentiamo figli di quel Mistero Assoluto d'amore che il Figlio ci ha rivelato. Siamo sempre meno, ma non ci curiamo dei numeri perché non ci interessa contarci quanto contare ed esserci per l'uomo di oggi. Non ci interessa la propaganda che finge interessamento, che spaccia per “buon governo” lo sfruttamento senza ritegno alcuno di risorse per meri interessi personali o di partito facendo della sordità e dell'indifferenza, figlia del triste “me ne frego”, vanto e pratica politica; noi preferiamo la testimonianza evangelica. Non compriamo pane per fare elemosina, scegliamo di condividere ciò che siamo, facendoci pane giorno dopo giorno anche lì dove il pane oggi è negato, è usato come arma nel silenzio assordante di chi questo pane si permette di sprecarlo in nome di una presunta e vigliacca superiorità morale. 

Dentro questo mondo, contro questi idoli mortiferi, ci fidiamo della proposta “insensata” del Maestro, testimoniando ciò che vogliamo essere e vivere come "popolo della senape". 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita. 


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Buongiorno, mondo!

venerdì 25 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Raccomandazioni ante litteram


Mt 20,20-28 

(…) Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.


Oggi, festa liturgica di San Giacomo apostolo,  il Maestro ricorda a ciascuno di noi la "legge" fondamentale del Regno esplicitata nelle parole estratte dal testo evangelico proposto per oggi.

L'alternativa del Regno proposta da Gesù è netta e chiara: ai classici rapporti di forza (qualcuno nel nostro paese si è inventato "Forza Nuova" ma è solamente del vecchio pattume conservato sotto olio... di ricino), Gesù sostituisce il servizio. Colei o colui che accetta la proposta del Regno pone davanti a sé il modello del Figlio che si fa servo fino al dono totale di sé. Non si è chiamati a dare qualcosa, ma ad offrire se stessi, chinandosi sui propri fratelli e sorelle ogni giorno per lavare loro i piedi. In altre parole, la comunità dei discepoli di Gesù è una sorta di "scuola del servizio" dove si apprende ogni giorno non a fare carriera, non a coltivare il proprio orticello di potere personale, ma a offrire sè stessi perché sorelle e fratelli abbiano vita e vita in pienezza. Il servizio diviene così il criterio di autenticità delle nostre eucaristie, chiamate così a superare la tentazione del rito standardizzato e celebrato per abitudine o, peggio, per precetto, per entrare nella logica dei segni evangelici che parlano e plasmano il cuore di ciascuno. Nel Regno non c'è posto per alcun tipo di raccomandazione o spintarella: riusciremo mai, in quanto discepole e discepoli, a essere sale e luce dentro queste logiche perverse che uccidono il bene comune, inquinano il nostro paese e soffocano ogni buona idea perché “non si fa mai parte della cordata giusta”? Coraggio, la strada è lunga ma, per chi sa guardare, molto chiara.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

giovedì 24 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Nuovi orizzonti


Mt 13,10-17

(…) Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!


Gesù sta spiegando ai suoi perché si serve delle parabole per parlare del Regno. Alla fine del discorso se ne esce con le parole sopra citate.

Per coloro che hanno il cuore libero, senza pregiudizio alcuno, le parabole indirizzano verso il nuovo orizzonte del Regno, verso la sua beatitudine. Quel "vedere e sentire" che rende beati non ha nulla a che vedere con visioni o apparizioni o altre cose di tal fatta. Chi accoglie il Regno entra in un nuovo modo di vedere e sentire la vita: è il dono di vedere e di sentire proprio di Colui che è Presenza. Accogliendo il Regno e la sua logica impariamo a vedere la vita, la storia, le persone stesse con gli occhi del Signore della vita. Impariamo a sentire il mondo, il grido di sofferenza che da esso sale così come lo sente Lui. In questo modo impariamo a fare della vita un dono, così come Colui che comunica continuamente vita a tutte e a tutti. Il credente è un uomo nuovo perché vede e sente in modo nuovo. Plasmati dalla forza dello Spirito e immersi nella profondità della Parola, il nostro essere nel mondo diventa ogni giorno un "esser-ci per", così come Gesù ha fatto, rivelandoci il Volto della Presenza, di Colui-che-è-per-noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 23 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Essere frutto


Gv 15,1-8

(…) Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.


Spesso davanti alle pagine della Scrittura in generale o dei testi evangelici in particolare ci viene quasi spontanea la domanda: “Cosa devo fare?”, “Che fare?”.

Quella di oggi è forse una di queste: “In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.

Potremmo leggere queste parole dicendo che “portare frutto” significa diventare discepoli. E credo sia questo quanto Gesù stia indicando. Egli, infatti, vive in una cultura religiosa dove l'ossequio scrupoloso verso le prescrizioni e i divieti della Legge era la via indicata per perseguire la fedeltà all'Alleanza. Riconoscere e obbedire alla Legge era restare fedeli all'Alleanza del Dio che si era fatto conoscere agli antenati con i quali aveva stabilito il suo patto. L'osservanza della Legge era la risposta, l'unica possibile, dell'uomo a Dio. 

Gesù rompe questo schema e invita a “portare frutto” non seguendo precetti o facendo buone opere. Per Lui, il “portare frutto” tocca la dimensione esistenziale di ogni persona. Si porta frutto realizzando quell'immagine e somiglianza che fa di noi degli esseri umani alla maniera di quel Dio che Gesù narra, svela, racconta, trasmette con il suo proprio stile e modo di vita. Non è dunque questione di fare qualcosa di buono ma di essere buoni, magnanini, misericordiosi come quel Dio di cui Gesù ci dice che siamo figli, come lui, e pertanto viviamo da fratelli e sorelle che costruiscono relazioni autenticamente umane. Colui che è Figlio ci rivela questa stessa nostra identità e ci propone di assumere nel nostro tempo lo stile di vita che lui ha assunto e sviluppato nel suo. Torniamo alla questione del brano di Marta e Maria a Betania: la parte buona è essere discepoli, non collezionisti compulsivi di buone azioni da allegare alla domanda di presentazione presso il Padreterno. Gesù ci chiede di essere. Il “fare” si declinerà nel nostro modo di essere umani.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

martedì 22 luglio 2025

Annuncio sempre nuovo e sempre antico


Gv 20,1-2.11-18

(…) Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». (…) Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.


Oggi, festa di Maria di Magdala, la liturgia ci propone il racconto dell'apparizione di Gesù dopo la Risurrezione a Maria. È l'esperienza fondamentale della fede di ogni credente: l'incontro con il Risorto si fa necessariamente annuncio di una buona notizia. Ancora una volta Gesù stravolge gli schemi abituali della cultura delle persone: sceglie di mostrarsi per primo a una donna. Il Maestro è sempre "oltre", è sempre al di là dei nostri schemi, ci obbliga a ripensarci sempre e a trovare sempre nuove modalità per annunciare la buona notizia. Modalità che sappiano suscitare stupore, che facciano sorgere interrogativi, che diano adito a dubbi capaci di tenerci svegli e di non farci mai accontentare di risposte preconfezionate. Maria ha riconosciuto Gesù il Crocifisso dopo che questi ha pronunciato il suo nome. La fede, pur se vissuta nell'ambito della comunità di coloro che si fidano del Maestro, ha sempre e comunque una dimensione personale, intima, profonda ma anche segnata dalla fatica del crescere quotidiano, dalla fatica di restare attoniti davanti a un sepolcro vuoto che pare, a volte, inghiottire le poche certezze che avevamo costruito con fatica. Il Maestro conosce il nostro nome intimo per farci "voltare" verso di lui e non restare centrati su noi stessi e le nostre certezze. La fede implica il fidarsi e l'affidarsi alle Sue certezze più che alle nostre. Solo allora ciascuno potrà dire il suo: "rabbunì". 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

lunedì 21 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Umani perché divini, divini perché umani 


Mt 12,38-42

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.


Sappiamo quale sarà l'unico segno che il Maestro lascerà: quello di Giona, nell'interpretazione che ne offre Gesù stesso. I farisei e i teologi ufficiali non riuscivano a far rientrare Gesù in nessuno dei loro schemi religiosi, quindi chiedono lumi o "segni" per poter verificare che quanto dice e fa Gesù sia ortodosso, rientri nella linea ufficiale. L'unico segno che il Maestro dà è la sua stessa vita, il suo stile di vita, talmente “scandaloso” che ancora oggi fatichiamo ad accettarlo: non è possibile vivere senza regole ben precise e determinate, nella libertà che proviene dal dono e dall'amore! Per comprendere il senso della risposta di Gesù ci viene in aiuto D. Bonhoeffer, quando scrive che: "Essere cristiano non significa essere religioso in un determinato modo... ma significa essere uomo" (da Resistenza e Resa). Gesù è IL segno che il Padre ci ha dato per imparare a vivere e a umanizzarci. La missione che Gesù affida ai suoi è quella di essere a loro volta segni di tutto questo. Allora, non andiamo a mendicare lo straordinario, il sensazionale, il miracolo e l'apparizione a tutti i costi. Abbiamo già tutto quanto ci serve: basta solo fidarsi e affidarsi al Maestro e alla sua proposta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!



sabato 19 luglio 2025

venerdì 18 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

La sfida della misericordia


Mt 12,1-8

(…) Se aveste compreso che cosa significhi: "Misericordia io voglio e non sacrifici", non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato.


Il Maestro oggi mostra la via che i profeti da tempo avevano indicato e che, con la nascita del giudaismo, il mondo legalistico dei farisei aveva, in qualche modo, smarrito.

Si gioca qui, oggi, la nostra credibilità di credenti, di donne e uomini che non hanno paura di quella libertà che trova la sua sorgente nella misericordia e nell'amore. È una sfida grande perché si tratta, in fondo, di abbandonare la terra sicura della legge, del "sono a posto perché ho fatto tutto secondo le norme", per approdare in quel territorio quasi sconosciuto che è la terra della libertà. Come al solito qualcuno leggerà queste parole con il filtro del censore, del custode dell'ortodossia e griderà scandalizzato chiamando a raccolta le schiere contro il libertinismo creato da interpretazioni errate della Scrittura. Io mi limito a ribadire la proposta del Maestro che non vuole dietro di sé persone ossequenti verso una legge imposta dall'esterno ma persone che scelgono di assomigliare al Padre e fanno proprie, per questo motivo, le scelte di Gesù. Gesù è stato molto libero (e provocante) nei confronti di un'osservanza della legge fine a se stessa e ha cercato di scardinare tale deviazione pericolosa. Oggi assistiamo a un ritorno in forze di tale posizione, quasi che la libertà del cristiano debba esistere solo nella forma di un'obbedienza cieca alle istanze superiori. La libertà che viene dalla misericordia è quella che vuole il Maestro: il criterio di vita è quello della somiglianza e non quello dell'obbedienza. Gesù ha vissuto questo, checché se ne voglia dire o si voglia far dire ai testi del Nuovo Testamento. 

Insomma, o ci decidiamo a rimetterci in carreggiata dietro al Maestro, o continuiamo a recitare sulla scena del mondo la nostra particina di simil-credenti che si arrogano il diritto di giudicare e condannare, mettendoci senza ritegno al posto di Dio stesso. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita. 


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Buongiorno, mondo!

giovedì 17 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Rifiatare con il Maestro


Mt 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».


Parole troppo sovente applicate alle varie situazioni personali di stanchezza, di depressione, di cose che non vanno come dovrebbero, di situazioni pesanti, ecc... Allora, ecco le parole degli "amici di Giobbe" sempre presenti per "confortare": vai da Gesù, e lascia fare a Lui (han fatto più danni i tre amici di Giobbe che non le disgrazie che gli erano capitate, già..., le persone "pie", più le conosci, lasciamo stare...). Ma questo non è il discorso di Gesù. Qui il Maestro parla a tutte e tutti coloro che vivevano stanchi e oppressi per via del carico di una legge insostenibile, impossibile da osservare: dottrine, imposizioni, prescrizioni, obblighi, divieti... persone costrette a subire l'umiliazione di sentirsi sempre in debito con Dio. A questi Gesù dice: "Venite a me e io vi darò ristoro". Il verbo usato indica il rifiatare, il prendere fiato. Ecco, a tutte e tutti costoro Gesù è come se dicesse: "Io sarò il vostro respiro, sarò per voi aria nuova e fresca". È come se dicesse: "Accogliete me e sarete in grado di nuovo di respirare a pieni polmoni. Perché il mio giogo non è quello della Legge ma delle Beatitudini, è per la felicità, non per la pena". Imparare da Lui che è "mite e umile di cuore" si comprende solo alla luce delle Beatitudini. L'invito è a lavorare per la piena felicità dell'uomo, situandosi, come Gesù, a livello di coloro che nella storia sono oppressi e umiliati. Quindi l'umiltà non è una virtù che conquistiamo da noi stessi, ma una qualità di vita che ci viene ogni volta che facciamo nostre le scelte del Maestro orientando la nostra vita al servizio degli altri, soprattutto gli umiliati della storia. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 16 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Vivere le Beatitudini


Mt 11,25-27

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. (...)


Mentre i pochi autentici cristiani cattolici-apostolici-romani rimasti in circolazione si scagliano contro l'uso smodato di misericordia, noi, esclusi dal novero di costoro perché siamo "confusi", apostati ed eretici, accogliamo con gioia la parola del Maestro. "Queste cose" di cui parla sono le Beatitudini, la nuova proposta del Regno di Dio che si manifesta in Gesù e in tutte e tutti coloro che nella vita accettano di farsi piccoli e porsi dalla parte dei piccoli della storia, quelli che agli occhi dei più non contano nulla, quelli che sono in fuga da guerre e orrori vari, quelli che nessuno vorrebbe accanto a casa, quelli che "si potrebbe evitare di far vedere certe immagini". Occorre ricordare che non è la religione a salvarci e unire l'umanità, ma l'esperienza della fede e della fede in Gesù risorto e liberatore che apre percorsi di umanizzazione. Non abbiamo bisogno di sedicenti "sapienti e intelligenti" che sembrano saperne una più del papa, non abbiamo bisogno di "guardiani della religione" che si ergono a giudici. Non abbiamo bisogno nemmeno di coloro che si accodano per far sentire i loro lamentosi cori di "profeti di sventura", pronti a inginocchiarsi per chiedere perdono alla Maestà divina, ma incapaci di inginocchiarsi davanti al dolore e alla sofferenza di una sorella o un fratello. Abbiamo il Maestro che ci offre le Beatitudini: questo ci basta e ci spinge a farci compagni di viaggio come popolo della senape nella costruzione del Regno. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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martedì 15 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Un Dio amante del cambiamento


Mt 11,20-24

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. (...)


Oggi la pagina evangelica ci mostra il Maestro che esterna la sua amarezza (quel “Guai” andrebbe meglio tradotto con un “Ahimè” doloroso) nei confronti di tutte quelle "città" (Corazin, Cafarnao, Betsaida ecc...) che non hanno saputo cogliere e accogliere la proposta del Vangelo. Si parla di "città" e non di villaggi perché la città è il luogo dove è presente la sinagoga, il luogo della religione istituzionale, il luogo che avrebbe dovuto aprire spazi alla presenza e all'azione liberatrice di Dio ma che, di fatto, ha impedito tutto ciò. In questa pagina Gesù chiude, se così possiamo dire, con l'ufficialità della religione e apre a tutti lo spazio della fede.
Forse qualche "ahimé" tra quelli pronunciati da Gesù potrebbero arrivare anche dalle nostre parti ogni volta che impediamo l'azione liberatrice e risanatrice di Dio perché "non fa parte dei nostri schemi". Ci siamo talmente convinti che Dio debba essere come noi lo pensiamo che anche se Lui si manifestasse direttamente saremmo capaci di dirgli: "Per favore, torna a cambiarti e presentati a noi come si deve!". Come i contemporanei di Gesù chiediamo a Dio di adattarsi ai nostri schemi. 

Francesco, l'amato predecessore di papa Leone, ci sta ancora chiedendo di non aver paura del cambiamento. Come sempre, a noi la scelta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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lunedì 14 luglio 2025

Buongiorno, mondo!

Vite in dono


Mt 10,34-11,1


In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l'uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. (…) Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. (...)


A prima vista pare che le parole di Gesù trovino conferma in questo nostro tempo. I conflitti cui stiamo assistendo da spettatori troppo spesso rassegnati e, quasi, abituati alle strazianti immagini che ci vengono proposte dai media; le violenze intrafamiliari e le troppe che sembrano caratterizzare le differenti relazioni che compongono il tessuto sociale, ci parlano di una società che sembra scegliere la violenza come linguaggio prevalente nella comunicazione.

Le parole di Gesù, ricostruite nell'ambito della prima comunità, riflettono quel clima di rifiuto, spesso sfociato nell'odio, affrontato dai primi credenti. Clima che arrivava a inquinare anche le relazioni più intime, quelle familiari. Ma la continuazione del discorso del Maestro apre anche una prospettiva che permette di comprendere il motivo di tale violenza. E questa affonda le sue radici in quell'attaccamento a se stessi, alle proprie esigenze, al proprio ego per cui viene fatto prevalere il ben noto principio: “mors tua, vita mea”. È proprio l'essere attaccati alla propria vita facendone l'unica misura di ogni cosa e persona che ci rende intolleranti e ci conduce a considerare l'altro una minaccia costante, un nemico sempre in agguato da combattere con ogni mezzo. La via della fraternità proposta da Gesù colpisce al cuore questa nostra lotta continua per la sopravvivenza e la supremazia. Accogliere la proposta del Maestro significa entrare in una dinamica nuova dove la vita condivisa e donata non rappresenta una perdita ma un arricchimento che contribuisce alla vita stessa e le permette di svilupparsi e rigenerarsi in nuove realtà e forme. Il tutto, sembrerebbe dire Gesù, senza dazi o tributi ma nella pura e totale gratuità.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


P.S. Grazie per la vostra cortese e fraterna pazienza.


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