sabato 30 agosto 2025

venerdì 29 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Quale pane?


Mc 6,17-29


(…) Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». (…)



Oggi la liturgia ci consegna la memoria del Martirio di Giovanni il Battista, la cui testa è stata offerta in premio per puro divertimento. 

Giovanni, malgrado le sue domande dubbiose su Gesù ("Sei davvero tu quello che deve venire?”), resta un uomo per il quale la verità e la giustizia hanno valore più della sua stessa vita. Un uomo dalla coscienza retta, limpida, cristallina, capace di pagare di persona per le proprie convinzioni. Quanti di noi oggi mostrerebbero lo stesso coraggio? 

La sua testa è stata offerta durante un banchetto. Subito dopo Marco racconta l'episodio della moltiplicazione/condivisione dei pani. Questo mi fa pensare a quante Eucaristie sono celebrate oggi, nelle nostre belle chiese, e che rischiano di assomigliare più al banchetto di Erode che non alla cena di Gesù. Eucaristie che escludono, Eucaristie che addormentano le coscienze, Eucaristie che rappresentano il trionfo della ritualità precisina e ben confezionata ma che non sanno toccare il cuore della vita. Eucaristie in cui ci si inginocchia per rispetto davanti alla "Presenza" ma che non educano a inginocchiarsi davanti alle "presenze quotidiane del Dio-con-noi" schiacciato dentro un barcone malandato, lasciato solo in una corsia d'ospedale, abbandonato in una casa di riposo, scansato e allontanato perché “sporca” le nostre belle città, vittima inerme di guerre insulse e stupide. Erode continua imperterrito a imbandire le sue feste e i suoi banchetti e spesso noi ci imbuchiamo per avere la nostra fetta. Ricordiamolo: non saremo giudicati per ciò in cui abbiamo creduto, ma per come abbiamo vissuto. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione


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Buongiorno, mondo!

giovedì 28 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Vivere vegliando


Mt 24,42-51


"Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà (…)“. 


Ecco l'invito che il Maestro rivolge ai suoi, a noi, quest'oggi. 

Vegliare è stare attenti, è "esserci" sempre e dovunque. 

Vegliare è non accettare supinamente quelle false verità che cercano in tutti i modi di addormentare la coscienza, di indurre a scelte di comodo, di annacquare il buon vino del Vangelo per renderlo innocuo e accettabile a tutti, svilendolo e impoverendolo, svuotandolo del suo potenziale di liberazione e di progettualità per un'umanità nuova. 

Vegliare è non prestare attenzione al tintinnio tentatore del denaro come unico valore che guida le scelte quotidiane, ma essere attenti al flebile grido di aiuto che arriva a noi dalla porta accanto, che spesso non udiamo perché addormentati e intorpiditi dalle mille voci che ci spingono a consumare nell'illusione di farci stare meglio. 

Vegliare è saper rischiare, rivendicare le scelte della propria coscienza anche quando esse non sono necessariamente e totalmente in linea con la Chiesa ma che sentiamo profondamente evangeliche perché aprono alla vita, all'amore, alla giustizia. Vegliare è essere attenti a cogliere il più piccolo segno della presenza del Maestro in mezzo a noi, colui che insieme a noi si fa sentinella perché niente e nessuno possa rubarci la dignità di uomini e donne che cercano insieme una via alla felicità e alla pienezza di vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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Buongiorno, mondo!

mercoledì 27 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Uscire dal “sistema”


Mt 23,27-32


In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. (…)



Continua l'invettiva di Gesù contro il mondo, o meglio, potremo dire "il sistema" religioso. 

Non voglio accusare o denigrare i farisei dell'epoca di Gesù, ma solo far presente come la tentazione di cedere a quel "sistema" religioso è ben vivo anche oggi. All'autenticità faticosa della fede, quell'autenticità che passa attraverso il duro mestiere di vivere, si preferisce la facilità e la vacuità dell'apparire, molto meno impegnativo. Sembra quasi che basti sfoderare una bella pennellata di bianco, fatta di presenze ai momenti "in" (ma mai accanto alle persone "out") per essere certi di ottenere il "patentino" di perfetto osservante, di zelante credente (o quanto meno di impegnato zelatore). 

Gesù ci riporta dentro il cuore della vita, quella vita che a volte sa essere dura, spietata, non sempre amica, perché è lì che devono affondare le radici della fede, della fiducia nel Padre, in Colui che sa andare oltre le apparenze e le appartenenze. Gesù non chiede ai suoi di "farsi vedere", ma di essere segno di una Presenza che abbraccia tutte e tutti, di una Presenza che pianta la sua Tenda in mezzo... dentro il cuore della vita e desidera camminare con noi nel gioco della continua ri-creazioe. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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Buongiorno, mondo!

martedì 26 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Donne e uomini autentici


Mt 23,23-26


(…) “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza" (…). 



Quel titolo affibbiato da Gesù ai teologi ufficiali (gli scribi) e ai farisei (separati dal resto per non contaminarsi) potremmo tradurlo anche così: "Commedianti" o "Teatranti" (perché tale era il significato del termine ipocrita). L'attore è colui che recita una parte dando a dei sentimenti, che però non sono suoi ma appartengono al personaggio che egli impersona, un volto, una "maschera di credibilità". Brando non è il "Padrino", anche se è immenso quando recita in quella parte! 

La sferzata di Gesù è per tutte e tutti coloro che "giocano" a ritagliarsi il ruolo di cristiano, e soprattutto del cristiano modello perché "fedele a tutte le battute" del copione. Gesù non ha bisogno di attori, per quanto ben preparati, ma di persone autentiche, come quel Natanaele,  di persone di cui si possa dire senza tema di smentita: "Ecco un uomo in cui non c'è falsità". 

In questi tempi in cui ognuno pare avere la verità assoluta in tasca, io tengo il mio sguardo fisso sul vangelo e su Colui che è Lui stesso vangelo, buona notizia di vita, lasciando che la Sua verità si sveli giorno dopo giorno e mi attiri con forza. Non sento il bisogno di gente che urla e strepita perché "la parte glielo impone": di commedianti ne abbiamo già fin troppi; di "lucidatori di sacre stoviglie", "professionisti del sacro" e "funzionari di Dio" non sappiamo che farcene. Abbiamo bisogno di uomini e donne fragili ma autentici, incalliti cercatori e portatori di vita, amanti perché amati, capaci di perdono perché continuamente perdonati, servi perché serviti dal Dio amante della vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione 


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Buongiorno, mondo!

lunedì 25 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Quale Messia?


Mt 23,13-22


"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare". (…)


Non ci sarebbe poi molto da dire su queste parole crude e dure. Spesso capita davvero che coloro che dovrebbero facilitare l'incontro con il Padre, coloro che dovrebbero facilitare la creazione di relazioni nuove, fondate sulla fraternità e sulla solidarietà, proprio costoro sembrano opporsi a tutto questo. A volte ho l'impressione che in nome di quei cosiddetti "valori non negoziabili" si passi sopra l'umanità, si lasci l'uomo macerare nei suoi drammi perché la legge dice che "si deve fare così, questa è la volontà di Dio". 

Sì, anche alle Crociate si partecipava al grido di "Dio lo vole" e ciascuno, da entrambe le parti, si sforzava in nome di Dio di far fuori quante più persone poteva. Anche le SS, portavano la scritta sul cinturone "Gott mit uns" "Dio con noi", ma non per questo mi sembra siamo disposti a considerarle seguaci del Messia Crocifisso (a parte qualche emerito imbecille che evoca la loro presenza in raduni e spera nel loro ritorno). 

Non siamo possessori della verità, piuttosto è la verità che ci possiede e giorno dopo giorno si svela a noi in un cammino graduale e progressivo. Gesù non è il Messia che si prende le vite degli altri, ma colui che offre la sua perché “tutti, tutti, tutti” senza distinzione di razza, religione, sesso, lavoro, lingua e via dicendo, possano gustare la gioia del Regno. “Stolti e ciechi!”: così Gesù definisce queste persone. E noi?

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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Buongiorno, mondo! 

sabato 23 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

 Salvati perché perduti


XXI Domenica C


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Buongiorno, mondo!


Abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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venerdì 22 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Casti o vasti?


Lc 1,26-38


In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». (…)


È ormai un dato assodato il fatto che i testi che conosciamo come i “vangeli dell’infanzia”, definizione un po’ infelice che può generare ambiguità, sono in effetti dei concentrati delle tematiche teologiche che poi l’evangelista svilupperà lungo la sua opera. Non devono essere letti in maniera letterale perché l’intenzione dell’autore non è di farci un resoconto storico degli avvenimenti di cui narra.

Il vangelo oggi, festa di Maria Regina, ci mette di fronte a questa figura fragile ma grande allo stesso tempo. Fragile perché donna del suo tempo con tutto quello che ciò comportava. Grande perché Luca la presenta come icona del discepolo (tema che poi svilupperà lungo l’arco della sua narrazione). Maria viene definita come in attesa di nozze: è in attesa dello sposo, di Colui che, come troviamo scritto nel Cantico dei Cantici (8,5), sarà messo come “sigillo” sul cuore. 

Questa è anche l’attesa di ogni discepola e discepolo di oggi, attesa che “dà forma” al faticoso cammino di ogni giorno: riconoscersi discepoli, portatori di quel “sigillo” che ci identifica come segni del Regno. Per questo smettiamo di “sfarfallare” in letture materialiste e letteraliste a proposito di verginità fisica e apprendiamo proprio da Maria il significato della sua apertura al Dio della vita. Non si tratta dunque di emettere un “voto di castità” quanto piuttosto di vivere un “voto di vastità”, ossia di allargare il cuore, di vivere nella magnanimità la fatica quotidiana.

Perché? Perché Dio agisce così. Egli non è colui che svuota i cuori, ma colui che li riempie. Per questo occorrono “cuori vasti”.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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Buongiorno, mondo!

giovedì 21 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

“Buttadentro” per il Regno


Mt 22,1-14

Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire...”.  


Potrei stare qui ore a spiegare che dietro questa parabola si cela uno schema detto "di sostituzione" tra l'Antico e il Nuovo popolo dell'Alleanza e farvi poi una testa così sulle differenze tra la versione di Matteo e quella di Luca. Ma questo post non è il bigino di preparazione a un esame di Scrittura, quindi mi limito al solo incipit e alla provocazione che arriva a me e che condivido. 

Il Regno è un come un banchetto di nozze, è fatto per la gioia, è una proposta di gioia che il Padre offre a tutti, indistintamente, senza verificare eventuali patentini di appartenenza. Capire questo significa accogliere la logica del Regno, il cui centro non sono le mie credenze ma anzitutto l'accoglienza di un dono gratuito che chiede di essere condiviso. È proprio il dono accolto che mi permetterà di trovare "l'abito" giusto. Ma mi piace porre l'accento sul fatto che Dio invita alla gioia, non alla musoneria. I discepoli del Maestro sono portatori di gioia, quella gioia autentica che nasce dalla fraternità solidale, quella gioia che nasce da un perdono sempre accolto e sempre condiviso, quella gioia che nasce da sguardi che comunicano vita. Al contrario, gli zelanti servi del Signore sono sempre in preda alla tristezza, devono sempre correre dietro a chissà quali "affari", impegnati in battaglie durissime per salvare il mondo (dimenticando che il mondo lo salva Dio, e lo fa con noi, almeno con chi vuole lavorare con lui e non con delle immagini distorte di Lui!). 

Non abbiamo bisogno di zelanti "segnalatori" di eresie, di falsi e false maestre di spiritualità che ingaggiano le loro personali battaglie contro tutte tutti quelli che non fan parte del cerchio magico, non ci servono "maestri del sospetto", che vedono male ovunque; il Regno non ha bisogno di "buttafuori", ma di "buttadentro" affinché il banchetto possa avere finalmente inizio. A noi la scelta.

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

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Buongiorno, mondo!

mercoledì 20 agosto 2025

Uscire dal merito


Mt 20,1-16


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. (…)


Oggi il Maestro ci offre la parabola degli uomini chiamati a lavorare nella vigna a ore diverse. Qui ricordo solamente la risposta del padrone alle mormorazioni di alcuni operai: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Quel "invidioso" non è del tutto corretto, per quanto ci possa stare. Il padrone chiede se “il tuo occhio è malvagio”, espressione che nella Scrittura è associata alla taccagneria, all'avarizia, il “braccino corto” insomma. La parabola invita ancora un volta, e in maniera forte, ad abbandonare la categoria del merito per entrare in quella della gratuità (detto in altri termini, a passare dalla religione alla fede). 

Davanti al “padrone della vigna”, una volta accettato l'invito a lavorare, non possiamo vantare alcun merito (merito ha la stessa radice di meretricio, e qui la cosa si fa  drammaticamente divertente quando penso a tutte le parole udite in questi anni nelle nostre chiese a proposito del “meritarsi” l'amore di Dio, perché a fronte di questa parabola allora facciamo professione di fede in un Dio ingiusto: qualcuno il Suo amore se lo deve meritare sudandoselo, altri lo ricevono praticamente gratis, senza fatica alcuna.. quanti occhietti “cattivi” in circolazione...). Il Maestro invita i suoi, cioè noi, a uscire da quella religiosità del “do ut des” tanto mortificante e avvilente per la nostra dignità di uomini e donne (come può essere mortificante e avvilente qualsiasi forma di meretricio) e a entrare nella libertà che nasce dalla gratuità e dalla coscienza di lavorare con il Padre alla realizzazione del suo sogno, del suo progetto. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita. 

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Buongiorno, mondo!

martedì 19 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Signori, non ricchi


Mt 19,23-30


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. (…)


E perché nessuno si faccia illusioni, dopo aver parlato con quel tale che non se l'è sentita di mollare i suoi beni, il Maestro oggi rincara e chiarisce il concetto con le parole sopra riportate. Se Gesù stesso dice "difficilmente", c'è da credergli. Gesù non condanna la ricchezza in se stessa; egli condanna piuttosto il fatto che non sei più tu a possedere denaro e ricchezza, ma il fatto che hai permesso a denaro e ricchezza di possedere te. Il regno dei cieli è un posto per signori e non per ricchi. Nel vangelo, infatti, il signore è colui che dà, a differenza del ricco che è colui che ha e trattiene per sé, incurante e indifferente verso tutto e tutti. Nella parabola del povero Lazzaro e del ricco, questi si auto-condanna a causa della sua indifferenza, non per il fatto di essere stato ricco. Il problema è che ha lasciato che la ricchezza si impadronisse del suo cuore, impedendogli di vedere Lazzaro accanto a Lui (tanto che anche dopo morto lo considera alla stregua di un cameriere: manda Lazzaro a prendermi dell'acqua!). 

La scelta è ancora una volta tra Dio e il denaro (e tutto ciò che il denaro comporta quando viene elevato alla “in-dignità” di idolo!). E tale scelta non si fa ammorbidendo il tutto con una serie di "sì, ma, però...". 

Chiediamoci piuttosto se in verità possiamo fare nostre, davanti al Maestro, senza arrossire, le parole di Pietro: “Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?»”. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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Buongiorno, mondo!

lunedì 18 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Portatori dell’abbraccio divino


Mt 19,16-22


In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». (…)


Sento già gli ululati di coloro che stanno urlando: "Hai visto? Gesù non ha abolito i comandamenti, sono ancora validi!". Può darsi, ma intanto in questo passo Gesù cita solo quelli detti della "seconda tavola", ossia quelli che determinano il nostro agire nei confronti degli altri. Secondo la linea del Maestro infatti è la relazione con gli uomini a determinare la relazione con Dio, e da qui non si scappa. Il banco di prova non sta tanto nel santificare un giorno piuttosto che un altro, non sta nella quantità di incenso che abbiamo effuso davanti all'altare: la via per Dio è la vita dell'uomo. E se qualcuno vuol arrivare alla pienezza, al compimento della vita (questo indica quel :"Se vuoi essere perfetto"...), cioè "se vuoi essere pienamente uomo secondo il sogno del Padre, allora liberati di tutto (dare ai poveri significa non avere più alcuna possibilità di riavere) perché Dio sarà la tua ricchezza. Poi vieni dietro a Me". Gesù offre l'alternativa della maturità, della pienezza di umanità, secondo la prima delle Beatitudini (che, non scordiamolo, sono la chiave di lettura di Matteo). La scelta è sempre nelle nostre mani: Dio o il denaro, ossia tutto ciò che questo simboleggia (avere, potere, apparire). Il “tesoro nei cieli” non è un posto in un fantomatico “paradiso”: è il vivere  immersi nell’abbraccio amante e vitale di Dio giorno dopo giorno. Un abbraccio ogni giorno ricevuto, ogni giorno condiviso con le nostre scelte concrete.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita. 


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Buongiorno, mondo!

sabato 16 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

 Tenere fisso lo sguardo su Gesù


XX Domenica C 17 agosto 2025


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Abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 15 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Assunzione di Maria


Lc 1,39-56

"Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore...". 


Questo è l'incipit del canto di lode, conosciuto come il Magnificat, che la tradizione attribuisce a Maria. È interessante sapere e notare come alcuni codici mettano questo canto di lode in bocca a Elisabetta, e altri ancora lo facciano cantare alle due donne insieme: entrambe chiamate a diventare madri in maniera straordinaria, entrambe coraggiose per aver saputo aprire quella "piccola crepa" per permettere allo Spirito creatore e creativo di entrare e far così ripartire la storia. È davvero interessante come Dio non sia riuscito a trovare due maschi con cui condividere il suo progetto, il suo sogno. Tutto questo è stato possibile solamente grazie a due "grembi silenziosi" (l'uno reso silente dalla veneranda età, l'altro perché in procinto di diventare "contenitore" per i sogni di altra generazione). Il dogma dell'Assunzione di Maria ha posto questa nostra sorella "accanto all'Altissimo" nel più alto dei cieli. Lei che, giustamente, è ritenuta l'Arca della Nuova Alleanza, è stata posta da noi, maschi (ci siamo ripresi il posto vero?), in alto, cosicché come l'Arca Antica confinata nel tempio e non più sotto la Tenda, non fosse più in mezzo al suo popolo. Oggi ci riprendiamo Maria, la riportiamo qui, in mezzo a noi, il suo popolo, con gli am ha'aretz della storia, i cafoni, gli ultimi, quelli dai quali secondo i grandi "non può venire nulla di buono". Maria è una di noi, piccola con i piccoli della storia. Piccoli sì, fragili pure, ma amati da Colui che ancora oggi cerca "grembi silenziosi" per camminare in mezzo al suo popolo, per far risentire la sua parola di speranza e di vita, per cantare con noi: "L'anima mia magnifica il Signore..." 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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giovedì 14 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Lo stile del perdono


Mt 18,21-19,1


In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. (…)


A Pietro che chiede fino a che punto si può osare il perdono Gesù risponde: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette".

Inutile stare a far di conto e chiedersi quanto manca al raggiungimento del numero "legale" per essere a posto: l'espressione è un semitismo per dire sempre, cioè: non porre limiti al tuo perdono. Perché? Perché siamo figli di un Dio la cui essenza è il perdono e la misericordia: se vogliamo assomigliare a Lui, e diventare pienamente umani, questa è l'unica via, non ve ne sono altre. 

Ai più questa potrà anche parere un'assurdità, o un percorso praticabile solo a qualche eccellenza di santo. Ma vorrei ricordare che questa è l'unica via proposta da Gesù a chi desidera scegliere la Sua via e plasmare la propria vita sul Vangelo, cioè Gesù stesso. E non chiede di perdonare perché lo ha detto Lui: se non diventa uno stile personale rischiamo di essere persone ancora guidate dall'esterno. Gesù chiede di assomigliare a Dio mettendo in gioco le proprie caratteristiche personali, se stessi: non vuole degli "stampi" fatti in serie, ma persone che aprono il cuore al perdono secondo modalità loro proprie, nella libertà di figli che, perdonati, amano perdonando. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita. 


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mercoledì 13 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Un amore senza confini


Mt 18,15-20


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. (…)


È lampante che il percorso proposto qui da Gesù segua una gradualità crescente, nel solo e unico intento del bene dell'altro. Ma facciamo attenzione a non fare di queste indicazioni delle regole: Gesù sta esemplificando su come assomigliare al Padre che "fa sorgere il sole sopra i buoni e i cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti". La cosa più importante non è come fare o cosa fare, ma qual è l'atteggiamento migliore per assomigliare al Padre. In questo modo evitiamo la tentazione di impadronirci delle parole del Vangelo per giustificare i nostri atteggiamenti di superiorità nei confronti di chi commette un errore. Così quel "sia per te come un pagano e un pubblicano" non indica un percorso di esclusione (o di scomunica: tutti quelli che lanciano scomuniche e anatemi come caramelle a destra e sinistra ergendosi a patroni e protettori della santa tradizione se ne facciano una ragione e si mettano il cuore in pace). "Sia per te come un pagano e un pubblicano" significa che quel fratello o quella sorella saranno oggetto del mio amore in maniera ancora più forte anche se non vi sarà risposta né riscontro a tale amore. Perché? Perché così ama il Padre e il nostro essere nel mondo ha senso nella misura in cui siamo capaci di far risplendere questo volto nel nostro modo di vivere, di amare, di perdonare, di accogliere. Forse che Dio smette di circondarci con il suo abbraccio amante e vitale perché noi non rispondiamo? Proprio il contrario: a chi rifiuta Dio allarga ancora di più le sue braccia affinché nessuno vada perduto.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita. 


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martedì 12 agosto 2025

Buongiorno, mondo!

Un Dio che si fa piccolo con i piccoli


Mt 18,1-5.10.12-14


In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».

Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. (…)



Ai suoi che gli chiedono chi sia il più grande nel Regno dei cieli, il Maestro risponde con queste parole: "se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli". Anni di cammino insieme, una "catechesi" personalizzata, un insegnamento distillato nel corso di quella convivenza strana che suscitava la curiosità dei più, malgrado tutto questo (anche le verifiche in itinere, si direbbe oggi, gli aveva fatto: li aveva mandati in giro a predicare e guarire), sono ancora lì a disputarsi il posto: quale fetta avrò nel tuo regno? Che ministero occuperò? Quanto prenderò? E Lui, il Maestro, a ribadire: se non diventate bambini, figli, non potete capire, resterete chiusi fuori a battervi il petto, a ricordare tutte quelle belle messe, quelle liturgie spettacolari, quelle immani opere, quelle belle cattedrali e "hai visto che paramenti!!!! (già, direbbe don Tonino, peccato manchi sempre quel famoso grembiule!), quelle file di cardinali, vescovi, prelati, dignitari di corte.... nani e ballerine ecc.... Noi a buttare quintali di incenso mentre il fratello anelava al pane, la sorella alla dignità e l'umanità intera a giustizia e pace. "se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.


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