venerdì 31 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Amare nel servizio, servire nell'amore


Lc 14,1-6

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.


Tra l’obbedienza dovuta alla Legge, e quindi, in ultima analisi, a Dio stesso, e il bene dell’uomo, della persona concreta che si trova davanti, Gesù non ha mai dubbi: la priorità ricade sempre su quest’ultima. Gesù non sta a disegnare i sottili distinguo in cui sono maestri i funzionari del sacro: il bene dell’uomo viene prima di tutto il resto, Dio compreso. Anche oggi questo scandalizza e crea difficoltà, quasi che servire la vita, “prendersi cura della vita” delle persone sia un’offesa a Dio. Sorrido di fronte a ragionamenti che mi capita di ascoltare: “Prima di tutto servire Dio, poi il resto”, lo dice anche il Vangelo”! Già, ma vorrei sapere quale vangelo, perché in quelli che la Chiesa mi ha consegnato questo non c’è. Come? “Amerai il Signore con tutto il cuore, con tutte le forze ecc… e il prossimo tuo come te stesso?”. Certo che è nel Vangelo, ma quello rappresenta l’espressione più alta della spiritualità ebraica, non quella della comunità dei discepoli! Gesù ha consegnato un solo comandamento ai suoi: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. E in questo è contenuto tutto il messaggio evangelico: non più servire Dio, ma assomigliare al Padre, imparando da Gesù, amando e servendo con Lui e come Lui. Se vivessimo davvero in questo modo, se le nostre comunità fossero guidate nelle loro scelte da questo unico criterio, allora forse non avremmo bisogno di spaccare il capello in quattro durante un Sinodo per decidere chi è “degno” e chi “non è degno”, chi può “accostarsi” e chi invece “resta fuori”. Davvero abbiamo bisogno, oggi più che mai, di quella Chiesa esperta in umanità che con coraggio faccia risuonare nell’umanità la “ipsissima vox Jesu” troppe volte ridotta al silenzio dal fragore assordante delle nostre “posizioni intransigenti”, troppe volte sovrastata dal clamore fondamentalista di chi si erge ogni giorno a “defensor fidei”. Abbiamo bisogno di persone e comunità che con il loro stile di vita riducano al silenzio gli intransigenti della legge così che “non possano rispondere nulla” di fronte al vangelo della vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

giovedì 30 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Trono e altare


Lc 13,31-35

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».

Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. (…)


Suona strano questo avvertimento dei farisei dopo tutti gli scontri che Gesù ha avuto con loro. Ma non è poi così strano se si pensa al conflitto esistente tra il gruppo dei farisei e quello degli erodiani (che comunque riusciranno alla fine a fare comunella per togliere di mezzo Gesù). Sembra quasi, tragicomicamente, che vogliano spingere Gesù verso Gerusalemme per acquistarsi il diritto di farlo fuori loro. Gesù ha compreso che sarà proprio l’alleanza tra il potere religioso e quello politico a inchiodarlo sulla croce. Per questo pronuncia quelle terribili parole su Gerusalemme: il luogo della Presenza è ormai divenuto un mattatoio di profeti, cioè di tutti e tutte coloro che denunciano la perversione della religione ormai ridotta ad affare di una casta di sacerdoti sempre più attenti alla salvezza dell’economia che all’economia della salvezza. Gesù non si risparmia la battuta sarcastica su Erode (che si pensava re ma era solo un fantoccio teleguidato, il famoso “utile idiota”). Dandogli della “volpe” Gesù non pensa minimamente all’astuzia come faremmo noi. Nel mondo biblico essa rappresenta un animale insignificante e impuro come gli sciacalli che si cibano di carogne. Ecco come Gesù considera Erode e tutti i suoi cortigiani. E questo mi fa pensare alla tante “volpi” presenti nelle nostre comunità: “volpi” che si ergono dall’alto della loro beata ignoranza spacciandosi per autentici depositari di verità e tradizione. E proprio in nome di tali cose impediscono al Regno di crescere e svilupparsi. Quante “Gerusalemme” sulle quali versare oggi lacrime di amarezza! Quante “Gerusalemme” che rinchiudono e riducono Dio a un fantoccio abilmente manipolato dai funzionari del sacro per impedire a molti  di accostarsi al Dio della vita, al Padre che vuole camminare con ognuno dei suoi figli! Oggi il Maestro chiede di restare coraggiosamente dietro a Lui verso Gerusalemme, dove il mysterium iniquitatis della sua morte diventerà, per chi crede in Lui, segno di una vita offerta e donata per amore che non conoscerà mai fine. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 29 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Più Messa, meno messe


Lc 13,22-30

(…) Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. (…)


Sono parole pesanti, molto dure, che ci mettono in guardia dalla tentazione di fare dell'Eucaristia (“abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza”) un fine e non un mezzo, uno spazio dove condividere e accogliere quelle logiche del Regno che poi dovrebbero risplendere nel quotidiano. Quante "Eucaristie" domenicali deformate dall'ingombrante presenza del "precetto"! Quante "Eucaristie" vissute con l'orologio in mano, in un'attesa trepidante che il tutto finisca in fretta, soprattutto quella litania barbosa di "dobbiamo fare", "siamo chiamati a...", "dobbiamo essere", "si deve, siamo spinti a..." ecc...quasi che l'Eucaristia fosse un bigino di suggerimenti morali per la settimana! Quante Eucaristie in cui "pane e vino" sono davvero "frutto della terra e del nostro lavoro"? Quante Eucaristie mortificano l'azione dello Spirito perché la celebrazione secondo le norme, senza sgarrare, senza nulla cambiare, in un appiattimento che fa delle differenti comunità sparse in giro un omogeneizzato che rende tutti uguali, senza differenze, è il "segno visibile" dell'Unità della Chiesa (sì, di una chiesa-fotocopiatrice che fa delle belle copie, ma tutte identiche!)?  E potrei continuare, ma devo mettere la mia coscienza a nudo per vedere dove anche io ho ceduto a queste o altre tentazioni. Ricordo quanto diceva Mariano Magrassi, vescovo di Bari, molti anni fa: "Più Messa e meno messe". Ma erano i tempi del post-Concilio... dov'è finito il fermento di allora? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita!

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

martedì 28 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Un tocco che risana


Lc 6,12-19

Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.


"Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti". Questo è quanto accadeva al Maestro quando incontrava la folla. La forza che sanava era la forza della vita comunicata, quella vita di una qualità indistruttibile capace di opporsi e vincere anche la morte. Ma questo è quanto dovrebbe accadere oggi a chi incontra i discepoli del maestro, coloro che credono al suo messaggio e si fidano della sua parola tanto da interiorizzarla e farla propria come scelta di vita fondamentale. 

Questo è quanto ci aspettiamo di trovare entrando in una comunità cristiana: incontrare persone che sanno comunicare vita. Una vita fatta di solidarietà, di condivisione dei beni, di perdono reciproco. Gesù, nella sua umanità, "sanava tutti", senza preoccuparsi se fossero santi o peccatori, perché alla tavola della vita c'è posto per tutti. Noi oggi spesso chiediamo alle persone di essere in regola con le varie norme, anche solo per accedere ai sacramenti. Ma Gesù ci ha insegnato che "l'essere in regola", cioè accettare di modellare la propria vita sul suo messaggio e quindi operare un cambiamento, non è una condizione per accedere a Lui, ma diviene una conseguenza. Noi spesso pretendiamo di far precedere la conversione prima di aprire le porte, ma essa è una conseguenza dell'incontro con Lui, incontro che avviene dentro una comunità fatta di uomini e donne "riuniti nel suo nome" e che costituiscono quello spazio in cui "Lui è in mezzo a loro". Fin quando le nostre comunità cristiane non sapranno generare questo spazio, resteranno sempre dei piccoli orticelli chiusi, adatti alle piccole mentalità che vivono nella paura di perdere quel poco che ancora resta. 

Siamo nel cuore di Dio, ci conosce e ci chiama per nome: coraggio!

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

lunedì 27 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Mani che curano e trasmettono vita


Lc 13,10-17

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.

Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.


Quella donna rappresenta proprio l'immagine della donna al tempo di Gesù: immobile e curva, agli ordini del marito (o in ogni caso del maschio), senza possibilità di parola: una realtà, la donna, che non fa testo, che non esiste se non per assecondare desideri e colmare bisogni altrui. Un animale da lavoro chiamata anche a dare gloria a Dio sfornando figli (maschi possibilmente, perché le femmine erano un debito e una seccatura, da abbandonare spesso esposte al bordo della strada). 

Il Maestro compie un bellissimo gesto: le impone le mani. Ma non sono le mani rapaci di chi fa della donna l'oggetto dei propri bisogni e desideri; non sono le mani chiuse a pugno proprie di chi conosce solo il linguaggio della violenza; non sono le mani mollicce di chi seduce e abbandona; non sono le mani che obbligano a stare curvi, piegati, che rubano dignità. 

Quelle di Gesù sono mani che fanno rialzare la testa, che ridonano dignità, che comunicano il calore della vita e il sapore dell'amore che libera. 

Sono mani forti che difendono e proteggono, che si prendono cura della fragilità. 

Sono mani che benedicono, cioè dicono-bene, comunicano bontà, tenerezza. 

Sono mani che si chinano non per schiacciare, ma per rialzare. 

Ecco cosa chiede il Maestro ai suoi, alla sua comunità: essere mani che comunicano vita, che aprono le vie della dignità, che sanno prendersi cura, che "raddrizzano" le distorsioni che spesso trovano proprio nella religione la loro ragione di essere. Mani che accolgono e comunicano la silenziosa presenza di un Padre che vuole tutte le sue figlie e i suoi figli felici perché amati, amanti perché felici. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

sabato 25 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

 Un Dio da comperare o da accogliere?


Provocazioni evangeliche in Lc 18,9-14

XXX Domenica C


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venerdì 24 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Aperti al Regno


Lc 12,54-59

In quel tempo, Gesù diceva alle folle:

«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?

Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».


È una richiesta perentoria di discernimento e di scelta. Con Lui non si può restare alla finestra, non si può dire: "Si...ma", non si restare con il piede in due scarpe. In altre parole, oggi, ogni nostro “adesso”, per il Maestro è tempo di scelte, di prendere posizione, di non nascondersi dietro quel "si è sempre fatto così", dietro quella falsa obbedienza che riverisce ma non rispetta e non aiuta a crescere, dietro il paravento di una religione che assurge a pia pratica senza nulla toccare dei miei "buoi, campi o affari" che siano. 

È tempo di capire che il Regno comunque cresce e che niente lo può arrestare: non sarà eccelso come un "cedro del Libano", sarà solo un "arbusto di senape", ma cresce, si espande, tocca i cuori e trasforma vite. 

È il tempo in cui non ci si chiede più come è fatto Dio  e cosa fa, perché "chi ha visto me, ha visto il Padre". Non è quindi più il tempo del Gesù come Dio, ma del Dio come Gesù. 

È il tempo della novità coraggiosa, della fraternità che nasce dall'accogliere un Dio che mi offre se stesso e mi chiede di entrare in una relazione nuova con Lui talmente forte da poter cambiare la mia relazione con gli altri. 

È il tempo dell'amore gratuito, del perdono offerto perché ricevuto, del servizio che sostituisce il potere, della condivisione generosa che prende il posto del possesso sfrenato, della giustizia che nasce dalla misericordia. 

È il tempo del Regno. Qui stanno le uniche e autentiche "sentinelle": coloro che scrutano i segni dei tempi e indicano la direzione del Regno con fiducia e coraggio, e non corrono a chiudere porte, a innalzare bastioni a difesa di chissà cosa, ma invitano ad entrare senza paura alla festa del Regno. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

giovedì 23 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Gesù… un altro


Lc 12,49-53


A coloro che ancora pensano al Gesù biondo, con occhi azzurri, bello, slanciato, capace di affascinare con la sua parola ma senza cambiare nulla, un Gesù alla Renan per intenderci; a coloro che vedono un Gesù che non cerca conflitti, che parla dolce e sommesso, che non fa mai del male a nessuno, che passa nella storia lasciando uno stomachevole profumo di falsa pace e falsa giustizia; a coloro che considerano Gesù e il suo stile di vita come qualcosa di alienante, fatto per addormentare le coscienze, incapace di chiamare a libertà; a coloro che hanno ridotto il messaggio del Maestro omogeneizzandolo in un'accozzaglia di semplici suggerimenti spirituali e di ordinati regolamenti morali volti a far crescere una perfezione spirituale fondata sul merito; a coloro che hanno annacquato il buon vino del Vangelo, preferendo l'acqua marcia delle proprie cisterne rinsecchite; a coloro che hanno fatto del potere di insegnare un bastione per tenere fuori chi non si allinea; a coloro che hanno fatto dell'amore del Padre non un'amore che abbraccia per liberare, ma una stretta mortale che soffoca e non comunica vita, a costoro e a tante/i altri, oggi il Maestro parla così: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione.


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Buongiorno, mondo! 

mercoledì 22 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Cercatori della Presenza


Lc 12,39-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (…).


Anche oggi il Maestro ci invita a tenere gli occhi bene aperti e soprattutto a non lasciarci ingannare. 

Queste non sono parole usate dal Maestro per creare un clima di terrorismo psicologico, o per orientare l'esistenza verso l'alienante attesa di un "aldilà" che fa di tutto per guastarmi "l'aldiquà", che diventa così la famosa "valle di lacrime" dove sguazzano i predicatori del "soffri che Dio è contento, accetta tutto e domani sarai premiato". Mi vengono in mente i tre "amici" di Giobbe: a volte le persone pie, sostenute da un certo pensiero teologico, sono come le sanguisughe: più ti si attaccano, più ti svuotano facendoti credere il contrario. 

L'invito del Maestro è di stare pronti a non lasciare cadere nessuna delle occasioni in cui si manifesta la sua presenza. Occasioni che spesso e volentieri vanno al di là dei nostri criteri, dei "paletti" che ci fanno dire "qui Dio c'è, là no!". 

È un'apertura totale, continua, senza tempo, come quella del Padre che ogni giorno scrutava la strada in attesa del ritorno del figlio, fino al giorno in cui la sua continua attesa fu riempita e "lo vide da lontano... e corse ad abbracciarlo". 

È lo scrutare giorno dopo giorno con occhi attenti la storia, le persone, gli eventi, gli incontri per potervi scorgere quella presenza che comunica vita e invita e invia a fare altrettanto. 

È camminare con Colui che "ha posto la sua tenda in mezzo a noi" per potersi muovere più liberamente, senza l'ingombro di un tempio che diventa casa chiusa, barriera che separa, muro che impedisce l'accesso a chi non possiede i requisiti "di sana e santa religione". 

È il Dio-con-noi, che cammina in mezzo a noi, che ci invita sempre ad andare oltre. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

martedì 21 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Beati perché pronti


Lc 12,35-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.

Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.

E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».


Noi cristiani non siamo gente seduta, "da salotto"; non siamo pantofolai che amano la tranquillità, che non rompono le scatole, che se ne stanno tranquilli, evitando di creare problemi. Siamo gente in cammino, sempre pronti ad accorrere là dove si alza il lamento dell'uomo ferito, sempre pronti a far luce là dove le tenebre tengono i fratelli e le sorelle prigionieri dell'ignoranza, della supponenza, del bigottismo di una religione che non apre i cuori ma che suscita solo paure e timori. 

Siamo uomini e donne che si lasciano trasportare dal soffio dello Spirito, per ridare ossigeno a chi boccheggia perché escluso e rifiutato. 

Siamo uomini e donne che non hanno "nidi o tane" in cui rinchiudersi per lasciare fuori l'altro, ma uomini e donne che hanno fatto del mondo e della storia la loro casa. Una casa in cui il quadro più bello è il volto del Padre che risplende nel nostro volto, ferito, fragile, magari ammaccato, ma amato da Colui ci vede sempre "arrivare da lontano" e ci abbraccia con tenerezza e amore. 

Siamo perenni viandanti, sempre in cerca di verità e di bellezza; quella verità e quella bellezza nascoste nei solchi della storia, nelle rughe degli eventi, nei cuori dei fratelli e delle sorelle che, con noi e come noi, camminano seminando senza paura vita, pace, giustizia. Insomma, siamo sempre "pronti", vigili, attenti a non cadere nelle braccia di chi vorrebbe tenerci addormentati.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

lunedì 20 ottobre 2025

Sobrietà come spazio di condivisione


Lc 12,13-21

(…) “Guardate di custodirvi da ogni avere di più, perché, anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non è dalle cose che ha”. (…) 


Il Maestro era circondato da persone che, come i farisei e i ricchi sadducei, si erano notevolmente arricchite sfruttando il popolo, soprattutto le sue fasce più deboli, in barba alla Torah che pur dicevano di osservare. Il loro attaccamento al denaro, a "mammona", li porterà a farsi beffe di Gesù stesso e del suo messaggio. Il richiamo del Maestro arriva dritto al cuore della nostra cultura, così impregnata di una finanza che affonda le sue fauci nelle carni dei poveri, imponendo uno stile di vita dove il possesso sfrenato pare essere davvero il fine ultimo dell'esistenza. 

La logica del Regno invece ci parla di condivisione generosa delle risorse, di attenzione al bene comune, di una solidarietà tale per cui "nessuno sia bisognoso" in mezzo a noi. Gesù non critica il denaro in sé bensì il fatto che non siamo utilizzatori del denaro ma servi dello stesso. Come sempre la domanda resta: dove ho posto il mio cuore? A chi voglio assomigliare nel mio modo di vivere: al Maestro che fa del dono e della condivisione il suo stile o a "mammona", il dio, l'idolo che alla fine si mangia anche la vita di coloro che a lui si affidano? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione.


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Buongiorno, mondo!

lunedì 13 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

 ​A causa di una settimana piuttosto "impegnativa" la rubrica "Buongiorno, mondo!" riprenderà martedì 21 ottobre.

Grazie per la vostra sempre preziosa pazienza.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

sabato 11 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

 Alzati e viaggia!


XXVIII Domenica C

Provocazioni evangeliche in Lc 17,11-19


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Buongiorno, mondo!


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XXVIII Domenica C


Abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 10 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Ritorno al futuro


Lc 11,15-26

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. (…)


Contro Gesù le provano tutte, persino l'accusa di essere al servizio di Beelzebùl. Non solo bestemmiatore, non solo fuori di testa, noto frequentatore di balordi e gente di malaffare, ora anche al servizio del principe dei demoni. Quando Gesù parla della croce che ognuno deve sollevare nella vita, parla esattamente di questo: il disprezzo e il dileggio che viene quando si vive per il Regno, da figli e fratelli. 

Mi sorge la domanda: ma chi davvero sta lavorando per Beelzebùl? Chi cerca e trova nel vangelo la sorgente di acqua fresca per mettersi a servizio dell'umanità, o chi in tutti i modi si adopera per salvaguardare un potere destinato a perire? A volte, guardando dentro le nostre comunità, ho la netta sensazione che si cerchi in tutti i modi di tornare al passato, a quel passato dove la priorità era costituita dall'osservanza rigida e indiscutibile di law & order, fattore che garantiva la sicurezza del sentirsi a posto per aver fatto quel che è stato chiesto di fare. Il vangelo non è fatto per dare sicurezza e tranquillità, ma spinge sempre oltre i confini delle nostre piccole e misere vedute o, se volete, anche fuori dai confini della o delle chiese. Papa Francesco una volta osò dire che Dio non è cattolico. Questa faccenda ai piccoli monarchi di una certa chiesa non piacque e non piace a tutt'oggi. 

Noi però continuiamo a camminare dietro al Maestro, annunciando il Regno: e per questo siamo disposti a dare la vita, non a prenderci quella degli altri. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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giovedì 9 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Le vie dello Spirito


Lc 11,5-13

(…) Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!


Il Padre desidera condividere con ciascuno la forza del suo amore (questo è lo Spirito...) perché impariamo a essere trasparenza del suo volto. Partendo dalla nostra capacità di amare (imperfetta, imprecisa, faticosa...) egli vuole offrirci la possibilità di potenziare tutto questo per renderci simili a Lui nell'amore. Dunque, ancora una volta, Gesù ci presenta il volto di un Dio che non vuole essere servito e riverito, ma quello di un Padre che ci invita a osare e rischiare la nostra esistenza sulla via dell'amore gratuito e incondizionato, come il suo. Inutile riempirci la bocca di suppliche per chiedere qualsiasi cosa: l'unico dono da chiedere e accogliere è quello del suo stesso Spirito. E vorrei ricordare che lo Spirito che ci viene donato non è uno spirito asettico, senza forma; è lo stesso Spirito che ha condotto Gesù a fare delle sua esistenza un dono. Dunque non chiediamo per ottenere qualcosa per i nostri interessi, ma chiediamo per essere capaci di donare e di donare noi stessi. Le nostre comunità dovrebbero essere il luogo dove si respira questo Spirito capace di rendere nuova ogni cosa, e non delle stanze ammuffite dove ogni respiro è faticoso. A volte ho come l'impressione che stiamo facendo dell'accanimento terapeutico per mantenere in vita ciò che ormai è già finito da un pezzo. Eppure il Padre la soluzione ce la offre: spalancare le finestre e lasciar entrare quell'aria nuova, il vento dello Spirito e da Lui lasciarci portare oltre. Ma questo, per il momento, sembra essere ancora solo un sogno: preferiamo ancora l'aria viziata e stantia delle nostre sacrestie, l'aria pesante delle nostre tradizioni, alla proposta di vita del Padre. Come sempre, occorre scegliere.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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mercoledì 8 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Buongiorno, mondo! 

Osare il Pater


Lc 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».

Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre,

sia santificato il tuo nome, (…)


È l'unica preghiera che Gesù (forse sarebbe più corretto dire che le comunità hanno composto facendo memoria dei suoi insegnamenti) consegna ai suoi ed è anche l'unica preghiera in cui le parole pronunciate devono prendere forma in uno stile di vita ben preciso. Non è una preghiera semplicemente da recitare quanto piuttosto da vivere giorno dopo giorno. Ridurre al rango di una formuletta il "Pater" significa svuotare di senso tutto il messaggio di Gesù e il suo modo di parlare di Dio. Quel Dio relegato nell'alto dei cieli, ora si svela a noi come Padre che, a coloro che accolgono il suo amore, chiede di farsi segni visibili della sua presenza. In altre parole, pronunciare il nome del Padre significa vivere da figli perché questo permette di "santificare" quel nome, ossia di renderlo presente in mezzo a noi. Come? Con una qualità di vita in cui le relazioni sono fondate non solo sul perdono ma anche sul condono di ogni tipo di debito. Questo apre la via alla crescita di quell'umanità che il Padre si porta nel cuore come il sogno che ha condiviso con noi attraverso il Figlio amato. Insomma, potremmo dire, "quando dire è essere". E questo è quanto. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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martedì 7 ottobre 2025

Buongiorno, mondo!

Casti o vasti?


Lc 1,26-38


In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». (…)


È ormai un dato assodato il fatto che i testi che definiamo come “vangeli dell’infanzia”, definizione un po’ infelice che può generare ambiguità, sono in effetti dei concentrati delle tematiche teologiche che poi l’evangelista svilupperà lungo la sua opera. Non devono essere letti in maniera letterale perché l’intenzione dell’autore non è di farci un resoconto storico degli avvenimenti di cui narra.

Il vangelo oggi, ci mette di fronte a questa figura fragile ma grande allo stesso tempo. Fragile perché donna del suo tempo con tutto quello che ciò comportava. Grande perché Luca la presenta come icona del discepolo (tema che poi svilupperà lungo l’arco della sua narrazione). Maria viene definita come in attesa di nozze: è in attesa dello sposo, di Colui che, come troviamo scritto nel Cantico dei Cantici (8,5), sarà messo come “sigillo” sul cuore. 

Questa è anche l’attesa di ogni discepola e discepolo di oggi, attesa che informa, cioè “dà forma” al faticoso cammino di ogni giorno: riconoscersi discepoli, portatori di quel “sigillo” che ci identifica come segni del Regno. Per questo smettiamo di “sfarfallare” in letture materialiste e letteraliste a proposito di verginità fisica e apprendiamo proprio da Maria il significato della sua apertura al Dio della vita. Non si tratta dunque di emettere un “voto di castità” quanto piuttosto di vivere un “voto di vastità”, ossia di allargare il cuore, di vivere nella magnanimità la fatica quotidiana.

Perché? Perché Dio agisce così. Egli non è colui che svuota i cuori, ma colui che li riempie. Per questo occorrono “cuori vasti”.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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