Con il Trafitto dalla parte dei “trafitti”
Gv 19,31-37
(…) Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. (…)
Oggi la Chiesa celebra la Solennità del Sacro Cuore di Gesù. La Liturgia, con la sapienza che le è propria, per evitarci di cadere in quel cattivo gusto che sparge melassa in abbondanza sul "Sacro Cuore di Gesù", ci tiene con i piedi per terra e ci propone la crocifissione così come descritta nel Vangelo secondo Giovanni.
Il colpo di lancia che squarcia il petto di Gesù ci rivela, nel cuore del Figlio, il cuore del Dio stesso: credo sia questa l'intenzione di Giovanni. Un cuore capace di donare vita e "vita in abbondanza". Per questo i suoi "Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto": non è il segno di una sconfitta, ma il segno della vittoria del dono totale di sé capace di generare l'uomo nuovo secondo il progetto della creazione.
Ma c'è un'altra cosa: quel "Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" sarà il segno distintivo dei suoi discepoli che da quel momento sceglieranno di vivere dalla parte di tutti di "trafitti" che abitano la storia. Celebrare nella verità e con dignità la solennità del Sacro Cuore è rinnovare il proprio impegno a condividere la storia dei trafitti, la loro esistenza, perché essi sono il nuovo santuario in cui si rivela la gloria di Dio. Appoggiare la testa sul petto del Maestro e chiudersi al grido dei trafitti della storia è un insulto alla scelta di Gesù di fare della propria vita un dono totale. Questo non è il posto per sdolcinate crisi pseudomistiche: volgere "lo sguardo a Colui che hanno trafitto" è lottare perché il progetto di Dio prenda forma nella nostra cultura e faccia nascere quella nuova umanità in cui finalmente cessi il grido di tutti i trafitti della storia.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Grazie.
RispondiEliminaPaola