martedì 30 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Un Dio che non esclude


Lc 9,51-56

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.

Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.

Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.


Oggi la Liturgia propone il ricordo di San Girolamo. Lo ricordo volentieri: uomo amante della Parola, che ha speso la sua vita affinché la Scrittura divenisse Parola parlante nell'oggi.

Anche coloro che sono con Gesù da tempo non hanno capito nulla. Il Signore non è venuto a togliere la vita, a prendersi vite, ma a offrire la sua, a farci dono della sua per manifestare che Dio è solamente puro amore, null'altro. Dio non regna sugli uomini chiedendo obbedienza a delle leggi e imponendo dei comandi. Dio ci chiede di diventare figli suoi assomigliando a Lui nel nostro modo di amare: per questo si mette a nostro servizio, per insegnarci questo. Per questo ci ha donato il Figlio, prototipo di quell'umanità nuova che assomiglia al Padre nel suo modo di amare. Facile "consumare con il fuoco" chi non è dalla nostra parte, chi non la pensa come noi, chi ci sbarra la strada, chi si fa beffe di noi. E se “Dio” facesse così con noi? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

lunedì 29 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Donne e uomini in cammino


Gv 1,47-51


In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».

Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».



Oggi, festa dedicata agli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, il Maestro, nel testo proposto rivolge uno dei complimenti più belli che da Lui si possano ricevere. 

Vedendo quel tale, Natanaele, se ne esce con: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Uno dei pochi cui Gesù non dà del commediante, dell'ipocrita. 

Io ho ancora della strada da fare, ma mi piacerebbe davvero che alla fine della mia esistenza il mio Maestro mi accogliesse con queste parole; “Ecco davvero un uomo in cui non c’è falsità!”. Mi basterebbe, ne sarei davvero felice. 

Sapere di aver trascorso la mia vita non imponendo verità a destra e a manca, non professando verità dettate da qualcuno, ma assaporando ogni giorno il progressivo disvelarsi della verità che mi attira a sé, che si schiude con la delicatezza di un fiore inebriandomi con il suo profumo, un profumo che sa di libertà, che conduce alla giustizia, che apre all'amore che germina vita, ecco questo mi renderebbe davvero felice e fiero di appartenere alla famiglia umana. 

Incontrarmi col mio Maestro e sentirmi rivolgere quelle stesse parole pronunciate più di duemila anni fa, mi direbbe che non ho vissuto invano, che ho combattuto la buona battaglia per un'umanità più "umana", tanto umana fino a diventare divina, a immagine del Padre. Ho ancora strada da fare, ma sto camminando. E so per certo di non essere solo.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione.


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Buongiorno, mondo!

sabato 27 settembre 2025

venerdì 26 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Domande e risposte


Lc 9,18-22

(…)Voi chi dite che io sia? (…)”.


É un modo gentile, ma fermo, di chiedere ai suoi di sbilanciarsi, di schierarsi, di dare una risposta personale a questa domanda fondamentale nella vita di ogni credente: chi sono io per te? Cosa rappresento? O meglio: Chi rappresento? Che rappresento? Una bandiera? Un muro divisorio tra chi è “dei nostri” e chi non lo è? O una proposta, un progetto “altro” rispetto a chi propone stili desueti e non affascinanti, ossia che non suscitano desiderio perché non affascinano?

Gesù non desidera risposte preconfezionate, risposte "pre-masticate" da altri; non basta ripetere formulette imparate negli anni lontani del catechismo e dire: "Ecco, io so! Questo è e mi basta così". Gesù esige sempre una risposta personale, faticata, impastata dal sudore del mestiere di vivere; una risposta che nasce dalle profondità del cuore, che emerge dai mille dubbi che ciascuno si porta dentro e che nella fatica del crescere quotidiano affronta e cerca di risolvere. 

Inoltre è una risposta che trova la sua autenticità e la sua “verifica” (ossia, si fa vera) nello stile di vita assunto giorno dopo giorno: è una risposta che si "fa carne", non vuota emissione di parole al vento. La risposta al "Chi sono io per te" trova la sua espressione più vera nel proprio modo di vivere, fatto di condivisione, di servizio, di rinuncia all'ambizione del potere, di ogni potere. Non abbiamo bisogno di proclamatori di verità di fede, di strenui difensori di dottrine, ma di sorelle e fratelli che con il loro modo di vivere ci "fanno vedere" chi è Gesù, Colui che ci rivela il volto del Mistero della Vita in cui tutte e tutti siamo immersi e di cui viviamo. 

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

giovedì 25 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Quale sguardo su Gesù?


Lc 9,7-9

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare (…). E cercava di vederlo.


Le voci che circolano su questo nuovo maestro, spuntato dal nulla, che sembra avere poteri miracolosi e che riesce a catturare l'attenzione delle folle, suscita la curiosità anche dei potenti di allora, tra cui Erode che "cercava di vederlo", così come ci racconta il vangelo di oggi. 

Considerati i sondaggi in caduta libera, anche a Erode sarà venuto in mente di cercare Gesù per vedere di guadagnarci qualcosa. In effetti, il potere per campare deve impedire il sorgere di altri poteri: o ti sottometti a me, o ti faccio fuori. Oppure, posso cercare di capire come far fruttare a mio beneficio quella fama che ti fa splendere davanti agli occhi di tanti. Occorreva vedere Gesù per valutare il da farsi, per capire quali guanti indossare per trattare l'affare. Se i guantoni da boxe, per metterlo subito al tappeto. Oppure il guanto di velluto, per poterlo agevolmente comprare. In fondo, nulla di così nuovo: nel famigerato “pratone” al Nord si celebra lo stesso rito. 

Quanto di questo Erode vive in noi ancora oggi? Ogni volta che valutiamo le nostre relazioni sulla base del potere che esse ci possono assicurare, Erode è lì. Ogni volta che siamo camaleonti per adattarci ad ogni situazione e così ricavare più vantaggi possibili, Erode è lì. Ogni volta che usiamo il nome di Dio per giustificare le nostre azioni, per acquisire potere sulle coscienze e controllare la situazione, Erode è lì. 

Chiediamoci allora, senza paura, da dove nasce il nostro desiderio di vedere Gesù, perché lo vogliamo incontrare, cosa vogliamo ottenere da Lui. E, se è il caso, cacciamo Erode dai nostri cuori. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

mercoledì 24 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Un Dio amante della vita


Lc 9,1-6

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. (…)


Oggi il Maestro invita i suoi a fare la prima prova pratica. Dopo un po' di tempo che stanno con lui, dopo aver ascoltato i suoi insegnamenti, averlo visto all'opera, ora tocca a loro.

Gesù desidera capire come i suoi hanno interiorizzato il suo messaggio (l'esame poi rivelerà che i suoi fanno una fatica boia a star dietro al Maestro, ma questo mi consola un po', almeno sono in buona compagnia!). Gesù insiste sul "curare malattie", "guarire infermi", perché a lui sta a cuore il benessere di ogni persona. Gesù non si cura tanto del “peccato” quanto piuttosto della “sofferenza” delle persone, e questo dovremmo ricordarcelo. Manda i suoi perché vincano tutto ciò che svilisce la dignità della persona, che la annienta, tutto ciò che si oppone al bene dell'uomo. Li manda ad annunziare che Dio manifesta il suo modo di regnare non imponendo obbedienza, ma chiedendo accoglienza, chiedendo di accogliere il suo amore che comunica vita. Dà loro autorità sui "demoni", cioè su tutto ciò che si spaccia per vita, ma dona solo morte, su quella costante tentazione di potere-avere-apparire che eleva il suo canto di sirena imprigionando l'umanità in una spirale di violenza e autodistruzione. Oggi questa parola di invio è rivolta a noi, perché con coraggio sappiamo annunziare e farci trasparenza del volto di un Dio che ci ama e ci vuole felici e liberi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

martedì 23 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Dalla Scrittura alla Parola


Lc 8,19-21

(…) Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».


Con una chiarezza che per alcuni può suonare come durezza, il Maestro ci offre la Parola sopra citata. 

Nel Regno annunciato da Gesù la priorità va data al Padre e alla sua volontà, che è di rendere felici tutti gli uomini. Niente, nemmeno le proprie relazioni familiari, possono essere anteposte a tutto questo. Anzi, Gesù stesso invita a liberarsi da tutto quello che può distogliere il discepolo dal suo cammino dietro al Maestro. Egli ci ha detto che la volontà del Padre suo e nostro è che viviamo e viviamo in pienezza, già a partire di qua, non solo nell'aldilà. Il Padre "lavora", continua l'opera della creazione affinché ogni uomo possa giungere alla pienezza della sua umanità, nello splendore della sua dignità. E la pienezza dell'umanità è rappresentata da Gesù di Nazareth, il Figlio nel quale siamo invitati a diventare figli. Ecco perché Gesù rifiuta la triade Dio-Patria-Famiglia, per proporre in alternativa la novità evangelica: passare dal Dio da servire al Padre da amare; dalla Patria come luogo di identità che esclude al Regno che tutti accoglie; dalla Famiglia in cui le relazioni sono esclusivamente verticali e di potere alla Comunità dove ognuno si fa servo della vita dell'altro. 

Come sempre la decisione spetta a noi

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

lunedì 22 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Mettersi in gioco


Lc 8,16-18

(…) Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere.


A prima vista potrebbe suonare come un'ingiustizia, una crudeltà terribile: ma come, non è proprio Lui che parlava di solidarietà, di condivisione? Leggere queste parole con i nostri criteri, che dipendono pesantemente dai criteri economici, ci porterebbe a queste conclusioni. Ma Gesù sta parlando di tutt'altra cosa. Egli fa riferimento a tutte e tutti coloro che, entrando nella logica del Regno, accolgono l'amore del Padre e accettano di condividerlo creando nuove relazioni tra gli uomini. Senza la paura di perderci o di perdere qualcosa: gratuitamente hanno accolto l'amore del Padre, gratuitamente lo condividono assomigliando a Lui nel loro modo di amare. Per questo quanto più si mettono in gioco, tanto meno perdono, perché il Padre rende sempre più grande questa capacità di amare. D'altra parte, come ricordava il testo del vangelo ascoltato proprio ieri, dobbiamo coltivare sempre la consapevolezza di essere amministratori, custodi di quanto ci è stato affidato e donato gratuitamente: la vita, il mondo, la creazione intera.

Al contrario di chi evita accuratamente di mettersi in gioco e rende sterile questa capacità: un amore non condiviso è un amore che muore, un amore che non ha alcun significato per cui "a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

sabato 20 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

 Metanoia: mammona o Dio?


XXV Domenica C 21 settembre 2025


Provocazioni evangeliche in Lc 16,1-13

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venerdì 19 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Donne…


Lc 8,1-3


In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.

C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.


Non contento di essersi lasciato toccare da una donna a casa di Simone il fariseo, oggi Gesù si presenta accompagnato dai "Dodici e alcune donne". Inaudito e assolutamente inaccettabile! Da quando un rabbi aveva delle donne tra i suoi discepoli? Ma dove andremo a finire? I nostri padri ci hanno insegnato che è meglio bruciare la Torah piuttosto che insegnarla a una donna? E questo permette a delle donne di seguirlo e ascoltare i suoi insegnamenti? Ecco uno dei motivi per cui probabilmente quelli della sua famiglia, oppressi ormai dalla vergogna per questo parente snaturato, avevano cercato di imporgli un TSO, proprio perché lo ritenevano "fuori di sé". 

Il Maestro, anche nella scelta delle persone, resta in linea col Padre: non i sapienti, non i dotti, non i forti, non i pii, non i sacerdoti né i maestri della Legge, ma persone che non avevano alcun peso, anzi, persone relegate ai margini, ostracizzate, a volte con un passato, diremmo noi, poco pulito, induriti dal lavoro e oppressi dai potenti, spesso nemmeno padroni del proprio corpo. Eccoli insieme girare "annunciando il regno di Dio", ossia il modo di “essere presente“ da parte di Dio che non passa più dall'osservanza ossequiosa della legge, ma nell'accoglienza del suo amore, un amore comunicato, che se ricevuto e accolto, permette all'umanità di crescere. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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Buongiorno, mondo!

giovedì 18 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Una fede che si fa amore che salva


Lc 7,36-50

(…) Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».


Qui viene presentata nel Vangelo l’unica persona che ha capito qualcosa, che ama ed esce finalmente da questa dialettica tremenda del Dio che devi servire come uno schiavo oppure al quale ti ribelli, perché non vuoi essere il suo schiavo perché lo consideri il tuo padrone. Qui si presenta la religione dell’amore; la domanda è: chi amerà di più? Non chi fa meno errori, non chi è più perfetto o più bravo. Allora, chi è colui che amerà di più? È guarda caso colui al quale è stato perdonato di più, perciò è quello che ha peccato di più. Quindi presenta un nuovo tipo di religione che è l’essenza del Vangelo.

Gesù conclude con la donna dicendole che la “tua fede ti ha salvato”. È la fede della donna che è in campo e la fede le ha fatto fare quello che ha fatto; quello che lei ha fatto è ciò che Gesù chiama la fede: non la fede del fariseo, ma la sua esperienza di grazia e come la vive. Fede che è occhi, capelli, baci, lacrime, cuore. Questo amore appassionato che risponde all’amore. Non è la fede tipo assenso razionale alle verità rivelate. Sarebbe davvero ridicolo se questa fosse la fede. La fede è questo amore appassionato per Dio, è questa la fede che salva. È rispondere al Dio che mi conosce e mi ama con la stessa conoscenza e lo stesso amore. Questa donna è icona della sposa che è uguale allo sposo, è l’immagine perfetta della Chiesa, di ogni comunità che diventa sposa ed è uguale allo sposo perché ama con lo stesso amore.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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Buongiorno, mondo!

mercoledì 17 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Decisione per il Regno


Lc 7,31-35


In quel tempo, il Signore disse:

«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:

“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,

abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” (…)


Potremmo intitolare il testo del vangelo di oggi come l' “Inno al Maalox”, ovverosia, il peana di quelli che non sono mai contenti e che, per questo, non riescono a sopportare nemmeno la felicità degli altri e se stanno in disparte gridando che il tempo è finito e la pazienza di Dio è giunta al termine.

Se Gesù parlava agli scribi e ai farisei, oggi parlerebbe a tutti quei cristiani (cattolici) cui non va ma bene niente, anzi, l'unica realtà che pare soddisfarli è quella che non esiste più, il passato, dove tutto era ben ordinato, finalizzato, strutturato attorno a una legge che determinava fin nei più piccoli particolari la vita delle persone. Gesù parlerebbe oggi a queste persone che hanno una paura folle della libertà, terreno minato perché spesso conduce su strade poco sicure, fuori dai paletti ordinati della legge per aprire spazi all'amore. Gesù parlerebbe ai farisei del nostro oggi che non sanno fare festa nella casa del Padre, che se ne stanno sempre fuori immusoniti, gridando allo scandalo perché loro hanno "servito" duramente per tutta la vita, mentre gli altri erano in giro a divertirsi e a scialare. E quando il Padre spalanca le braccia della sua misericordia, non sanno fare festa perché nella loro dislessia spirituale non sanno scrivere la parola gioia. 

Ancora una volta Gesù invita a scegliere e a mettere in gioco la propria esistenza, a osare il Regno e le sue logiche. Non possiamo esitare e restare preda della paura. Coraggio!

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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Buongiorno, mondo!

martedì 16 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Comunicatori di vita


Lc 7,11-17


“In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. (…)


Tra le parole del Vangelo proposto oggi vorrei sottolineare questa espressione: “Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!»”. Nel suo vangelo Luca usa solamente tre volte l’espressione “avere compassione”, precisamente nella parabola del “buon samaritano”, in questo testo e nella parabola del padre misericordioso. È un’espressione particolare perché nella tradizione biblica “l’avere compassione” è un’attività esclusiva di Dio. E non si tratta di un sentimento, ma di un’azione vera e propria. Quando Dio esercita compassione si dà da fare per ridare vita a chi l’ha perduta, in tutti i sensi. Qui Gesù fa la stessa cosa. Davanti al dramma di una vedova che sta per seppellire il suo unico figlio (come a dire, piove sul bagnato…) Gesù non resta inerte e agisce come farebbe il Padre: comunica vita.

Un’altra cosa che vorrei far notare è il fatto che quel morto, appena riportato in vita, si mette a parlare. La morte, tutti i tipi di morte, fisica o figurata, hanno la caratteristica di impedire la comunicazione, levano la parola. È il segno particolare della morte. Essendo l’uomo un essere essenzialmente relazionale, impedirgli di comunicare è condurlo verso il nulla, verso la morte.

Gesù anche oggi indica ai suoi la strada da percorrere: comunità di uomini e donne capaci di compassione, cioè capaci di comunicare vita nel proporre relazioni vivificanti, nel farsi voce di chi non ha voce. Uomini e donne che non restano indifferenti ai drammi della vita ma che, allo stesso tempo, non si limitano a qualche piccola parola di conforto, ma si fanno essi stessi parola capace di ridare vita. Uomini e donne in profonda comunione e intimità con il Dio-che-parla e fa parlare, ossia, rigenera le relazioni perché possano diventare spazi di vita e non di morte. Uomini e donne che con Gesù e come Gesù si fanno portatori e narratori della compassione divina, l’unica in grado di ridare vita a chi vita non ha. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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Buongiorno, mondo!

lunedì 15 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Maria, Madre dei crocifissi


Gv 19,25-27

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.

Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.


Oggi la Liturgia venera Maria con il titolo di Madre addolorata.

Al di là dei vari aspetti devozionali che questa memoria evoca con le tradizionali processioni, credo che tale memoria ci aiuti a dare una degna collocazione alla figura di Maria dentro le nostre vite. 

È la Madre dei crocifissi che sono ancora ben piantati dentro la nostra storia, la Madre che raccoglie le urla di dolore e disperazione degli oppressi, di tutti gli umiliati che sono il prodotto di questa nostra cultura del profitto a tutti i costi che non si vergogna di considerare “scarti” tutte e tutti coloro che non possiedono la tessera dei nostri esclusivi ed escludenti club impastati di devozioni ipocrite.

È la Donna che cammina accanto alle donne del nostro tempo che non conoscono se non sfruttamento e violenza.

È la Madre che piange i suoi figli che muoiono nella ricerca di una vita dignitosa e senza guerre.

È la Donna che ha sfidato l'autorità di allora per stare sotto la croce di un Figlio affinché non fosse solo in quel momento, sfidando così anche le altre "pie" persone che in nome della santa religione avevano applaudito a ogni colpo di martello. 

È la Madre di ciascuno di noi, quando tenebra e solitudine avvolgono e solo il suo abbraccio materno consola e rinfranca; è la Madre che ci infonde coraggio per ricominciare a camminare ogni giorno dietro il Figlio, Maestro e Signore. 

Maria si pone come icona di ciascuna delle nostre comunità e di ognuna e ognuno di noi quando non temiamo di fare della vita un dono. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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sabato 13 settembre 2025

venerdì 12 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Uno sguardo altro


Lc 6,39-42


(…) Perché osservi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, mentre non t'accorgi della trave che hai nel tuo occhio? … Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.


Sono parole cariche di buon senso quelle che Gesù ci affida oggi (un buon senso che ormai sembra latitare da tempo nella nostra cultura). Non serve commentare quel che è già di per sé più che chiaro: ogni commento rischierebbe di ridursi a una tirata sull'ipocrisia, sull'umiltà necessaria a riconoscere i propri limiti prima di puntare il dito su quelli altrui e via dicendo (e qui i maestri abbondano...). Credo però che il testo vada compreso alla luce della misericordia e del perdono. Gesù infatti non si limita a dare delle pillole di spiritualità, ma chiede uno stravolgimento profondo della propria esistenza. Quello che Gesù propone, in realtà, è che ognuno adotti uno sguardo diverso sull'altro: lo stesso sguardo del Padre. 

Il cambiamento richiesto non va nella direzione esclusiva del "non giudicare" (e già sarebbe tanto), ma nella proposta di assumere un modo nuovo di guardare la vita e le persone: con gli occhi del Padre. Questo ci permetterebbe di evitare da una parte la tentazione di ergerci a giudici degli altri; dall'altra ci permetterebbe di cambiare anche la coscienza di noi stessi, facendoci sentire più figli amati che devoti servitori. L'assomigliare al Padre porta ad assumere dunque uno sguardo nuovo, "ricco di misericordia" e aperto al perdono: uno sguardo capace di aprire alla vita, uno sguardo che cancella l'indifferenza, uno sguardo che fa sentire amati come autentici fratelli e sorelle. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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giovedì 11 settembre 2025

Buongiorno, mondo!

Etica della somiglianza


Lc 6,27-38


(…) Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio.


Ecco le parole che ci consegna il Vangelo di oggi. Esse costituiscono il fondamento dell'etica cristiana. Etica che non si fonda più su una regola esterna all'uomo, imposta e alla quale obbedire perinde ac cadaver. Le scelte etiche del cristiano si fondano non più sull'osservanza ma piuttosto sull'assomiglianza. Il criterio che definisce le mie scelte, il mio stile di vita non è più dunque l'obbedienza servile a Dio, chiunque o qualunque realtà si voglia identificare con questo appellativo, ma la somiglianza al Padre che è misericordioso ed esplicita la sua presenza proprio attraverso un atteggiamento continuo di misericordia. L'accoglienza profonda e autentica di tale offerta di misericordia mi condurrà ad esprimere nella vita delle scelte coerenti con tale misericordia. La conversione consiste proprio nel cambiamento della mia immagine di Dio: da un Dio che pretende di essere servito a un Dio che serve. Questo ha mostrato Gesù, questo è il messaggio affidato a chi vuole farsi suo discepolo. Il cammino di metanoia (conversione) evangelica non è orientato primariamente verso Dio, ma verso l'altro, verso la sorella o il fratello che incrociano la mia storia. Perché? Perché questa è la via che Dio stesso ha scelto e che, in Gesù, ci ha mostrato. Accogliendo la sua misericordia nella mia vita, divento strumento di misericordia, aprendo spazi a Dio nell'umanità ferita o ancora preda di quell'insano egoismo che fagocita ogni cosa e persona. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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