Uno sguardo altro
Lc 6,39-42
(…) Perché osservi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, mentre non t'accorgi della trave che hai nel tuo occhio? … Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Sono parole cariche di buon senso quelle che Gesù ci affida oggi (un buon senso che ormai sembra latitare da tempo nella nostra cultura). Non serve commentare quel che è già di per sé più che chiaro: ogni commento rischierebbe di ridursi a una tirata sull'ipocrisia, sull'umiltà necessaria a riconoscere i propri limiti prima di puntare il dito su quelli altrui e via dicendo (e qui i maestri abbondano...). Credo però che il testo vada compreso alla luce della misericordia e del perdono. Gesù infatti non si limita a dare delle pillole di spiritualità, ma chiede uno stravolgimento profondo della propria esistenza. Quello che Gesù propone, in realtà, è che ognuno adotti uno sguardo diverso sull'altro: lo stesso sguardo del Padre.
Il cambiamento richiesto non va nella direzione esclusiva del "non giudicare" (e già sarebbe tanto), ma nella proposta di assumere un modo nuovo di guardare la vita e le persone: con gli occhi del Padre. Questo ci permetterebbe di evitare da una parte la tentazione di ergerci a giudici degli altri; dall'altra ci permetterebbe di cambiare anche la coscienza di noi stessi, facendoci sentire più figli amati che devoti servitori. L'assomigliare al Padre porta ad assumere dunque uno sguardo nuovo, "ricco di misericordia" e aperto al perdono: uno sguardo capace di aprire alla vita, uno sguardo che cancella l'indifferenza, uno sguardo che fa sentire amati come autentici fratelli e sorelle.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
La guerra è la malattia non la soluzione
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Grazie.
RispondiEliminaPaola