giovedì 18 dicembre 2025

Buongiorno, mondo!

Dio-con-noi, Dio-per-noi


Mt 1,18-24

(…) Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,

che significa «Dio con noi». (…)


Matteo ci presenta così, in maniera lapidaria, il tema del suo vangelo, il Dio-con-noi. Alla fine infatti, Gesù dichiarerà ai suoi discepoli: “Io sono con voi fino alla fine dei tempi”, cioè per sempre. A differenza di Mosè (figura sulla quale Matteo ha modellato la presentazione di Gesù nel suo vangelo) che a un certo punto “lascia” il suo popolo sulla soglia della Terra Promessa, Gesù ci assicura che non resteremo mai soli, Lui sarà sempre con noi. Lungi dal presentarci il volto di un Dio che si offende, si adira e si ritira dal suo popolo, Gesù ci propone il volto di un Padre che ci assicura la sua continua presenza, il suo essere-con-noi costantemente. La prossimità del Padre, il suo esserci con noi e per noi diventa quindi fonte di fiducia e di forza nel cammino. Il Dio-con-noi rivela il suo essere per noi, il suo prendersi cura di ognuno in particolare per portare tutti alla pienezza della vita. Dio non è geloso delle sue prerogative: l’Incarnazione ci rivela che il progetto del Padre, in Gesù, è quello di offrire a ciascuno dei suoi figli la possibilità di assumere quella condizione divina che permetta a quella “somiglianza e immagine” di risplendere in maniera viva e vitale nella storia. Il Dio-con-noi è un Dio che chiede di essere accolto, non servito; di essere amato, non temuto. È questo il volto di Dio che, nella ricorrenza del Natale, ci chiede di fare strada con noi, sempre. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione.


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Buongiorno, mondo! 

mercoledì 17 dicembre 2025

Buongiorno, mondo!

Righe “storte”


Mt 1,1-17

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, (…).



Questo testo suscita reazioni un po’ diverse: in chi ascolta si percepisce il disorientamento davanti a questa teoria di nomi che, fatta salva qualche eccezione, ai più non dice nulla o quasi. Al povero prete che deve magari farci il pensierino del giorno a Messa sale un po’ di ansia: “che dico?”. Quando Matteo propone la genealogia di Gesù ai suoi ascoltatori (secondo il tipico modo di “raccontare” la storia in Israele) sa di trovarsi di fronte a gente che le storie narrate dalle scritture le conosce e proprio per questo comincia a preparare il terreno per quello che sarà lo “scandalo Gesù”. Dunque, Matteo deve introdurre questo personaggio Gesù presso i suoi ascoltatori e quindi lo inserisce nel contesto della storia della salvezza, facendo loro rizzare i capelli. In questo percorso storico Matteo inserisce quattro donne (stranamente, perché era solo l’uomo a generare, mai la donna) e quattro donne di costumi giudicati con noncuranza “facili”. Tamar, che fece un figlio con il padre del marito defunto; Racab, che esercitava la professione più antica del mondo in maniera regolare; poi Betsabea, la donna di cui si era invaghito Davide, che Matteo, con poco tatto, nomina come “quella di Uria”,; infine la “delicata” Rut che così, senza aver fatto nulla, al mattino si sveglia nel letto di Booz che si chiede “Chi è mai questa?”, e Rut era incinta. Alla fine arriva anche Maria, che ha la “fortuna” di chiamarsi con l’unico nome mai amato nella Bibbia: Miryam (o Maryam in aramaico), come la sorella di Mosé, colpita dalla lebbra per aver “tramato” contro il fratello (ma gli autori sono maschi e la storia è letta esclusivamente con occhi maschili…). Ecco come Matteo inserisce Gesù nella storia: una storia non di santità, ma di piena e fragile umanità, nella quale entra non per castigare ma per portare vita e salvare. Già nella genealogia Matteo ci mostra che Colui che viene è per i “malati e non per i sani” e che questo atteggiamento mostra il volto di un Dio che accetta di sporcarsi le mani dentro la nostra storia, uno che non si schiera dalla parte dei potenti o dalla parte di quelli che preferiscono le statuine dei presepi alle persone in carne e ossa...Credo sia un invito a non giudicare troppo frettolosamente le nostre “storie”, le “storie” in cui siamo o quelle che ci sfiorano. In fondo, Matteo ci sta dicendo che la misericordia di Dio sa scrivere diritto anche su quelle che noi consideriamo righe storte: anzi, predilige proprio le righe storte.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione.


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Buongiorno, mondo! 

martedì 16 dicembre 2025

Buongiorno, mondo!

Signore e Signori, mantenete la fila, prego…



Mt 21,28-32

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».



Il Maestro oggi fa cadere, nel tranquillo stagno del nostro perbenismo farisaico, una parola dura, spietata oserei dire, che dovrebbe levarci il sonno per un bel po’! Coloro che erano considerati esclusi da qualsiasi salvezza, perché di fatto impossibilitati a osservare la Legge, proprio costoro “saltano” la nostra composta fila nell’accesso al Regno. Noi lì, tutti buoni in fila, col nostro certificato in mano ad attestare la quantità di messe, di preghiere, di “buone opere”, di impegno in parrocchia, in attesa del nostro turno e loro… ci passano avanti, senza carte in mano per di più! Noi lì, profumati d’incenso, mentre loro luridi e puzzolenti per la sporcizia che noi abbiamo gettato loro addosso (da qualche parte la si deve pure buttare, no?), e ci passano avanti. Noi lì, a ripassare gli articoli del Credo prima dell’esame finale, loro spavaldi, senza nemmeno conoscere il nome di Dio, e ci passano avanti. Noi lì, con la tessera sindacale di operai della prima ora, fieri di aver costruito “tutto questo”, loro senza nemmeno uno straccio di “contratto”, anzi, raccomandati dal Figlio del “Padrone”, e ci passano avanti.
Già, dobbiamo ancora capirla: non saremo giudicati per ciò in cui abbiamo creduto, ma per come abbiamo vissuto. Abbiamo vissuto cercando di assomigliare al Padre: bene, non c’è bisogno di fare la fila… Abbiamo vissuto sul piedistallo del pregiudizio, dell’esclusione, senza mai preoccuparci del bene dell’altro? Beh… da questo punto, signori, la vostra fila di attesa si muove moooooolto lentamente… sapete il Capo è magnanimo, vi lascia ancora il tempo per cambiare… e imparare da quelli che vedete laggiù a fare festa per ogni fratello e sorella ritrovati. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione.


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Buongiorno, mondo!

lunedì 15 dicembre 2025

Buongiorno, mondo!

Vite autorevoli


Mt 21,23-27

In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».

Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». (…)


“Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?”: questa è la domanda che le autorità religiose pongono a Gesù. Ogni volta che l’istituzione religiosa è messa in crisi dalla denuncia profetica parte l’inchiesta. La preoccupazione principale non è quella di cogliere l’appello al discernimento alla verifica e quindi alla conversione; la preoccupazione è quella di stabilire subito il limite: chi ti da il permesso di fare questo? La salvaguardia del potere è il primo fine di ogni istituzione e tutto quello che rischia di far sorgere dubbi sulla legittimità di tale potere è subito oggetto di studio minuzioso. I tempi non sono molto cambiati, anzi, mi pare che stiamo assistendo a un ritorno in forze di espressioni di autorità che non sono però sostenute da altrettanta autorevolezza. Gesù fonda la sua autorità nell’intimità con il Padre e con il suo progetto: il Regno e quindi la proposta di umanizzazione che permea il suo vangelo. In tale prospettiva, il potere dell’autorità costituita si sente minacciato e, in risposta, comincia a seminare il dubbio. L’autorità di Gesù viene dalla sua stessa vita: fa quello che dice e dice quello che fa, nel Padre. A noi la scelta: una vita di autorità imposta, o l’autorevolezza di una vita vissuta nel dono totale di sé. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

sabato 13 dicembre 2025

Buongiorno, mondo!

 Attese e domande...


III Domenica Avvento A


Provocazioni evangeliche in Mt 11,2-11


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III Domenica Avvento A


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III Domenica Avvento A


Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 12 dicembre 2025

Buongiorno, mondo!

La ballata dei “rosiconi”


Mt 11,16-19

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!".
 venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».



Il Battista digiuna: è indemoniato! Il Figlio dell'Uomo mangia e beve: è uno sregolato che non si sa controllare! 

Quando non si vuol cambiare nella vita, quando non si vuol abbandonare il "comodo" (si fa per dire) rifugio della religione, tutte le scuse diventano buone. Quando la proposta del Maestro arriva dritta al cuore, quando Egli smaschera le nostre connivenze silenziose con le forze di morte che vogliono sfruttare e umiliare la nostra umanità, anche quando queste forze provengono dalla stessa istituzione religiosa, qualunque essa sia, anche noi ci associamo al coro: "Sei uno sregolato, non capisci come va il mondo, vai a predicare ai pescatori in Galilea che è meglio, torna nel tuo villaggetto di cafoni!". 

La religione dissociata dalla fede diventa una sorgente feconda di disumanità: imprigiona l'uomo impedendogli di crescere, di sviluppare tutta la sua potenzialità, riducendolo a un omuncolo dedito all'obbedienza cieca in nome di Dio. Non è questo che è venuto a portare il Figlio dell'Uomo, e noi lo sappiamo. 

Non ci resta, una volta ancora, che deciderci. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione. 


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Buongiorno, mondo!

giovedì 11 dicembre 2025

Buongiorno, mondo!

Dall’osservanza alla somiglianza


Mt 11,11-15


In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». (…)


Il detto di Gesù riportato da Matteo riflette le tensioni presenti agli inizi tra i discepoli di Giovanni e le comunità di quelli che seguivano Gesù. Per quanto "grande" Giovanni Battista appartiene ancora al mondo di una certa religione, dove l'osservanza della legge e del comandamento garantisce l'attenzione di Dio nei nostri confronti, così come l'inosservanza ci rende certi della sua ira, pronta a scatenarsi sulle nostre teste di peccatori incalliti. La proposta di Gesù va esattamente nell'altra direzione: dalla religione alla fede, ossia non più un dio da temere e a cui obbedire, ma un Dio da cui lasciarsi amare e con cui amare e far crescere la vita nelle relazioni umane che coltiviamo. Anzi, più umanizziamo le relazioni, vivendo la proposta di Gesù espressa nelle Beatitudini, più rendiamo divina la nostra esistenza. In altre parole: amando con Lui e come Lui assomigliamo al Dio che vuole la nostra felicità e piena realizzazione nella vita. Giovanni è stato un grande, questo è fuor di dubbio, ma la "piccolezza" di chi vive le Beatitudini supera di gran lunga tale grandezza. In quale gruppo vogliamo stare: tra quelli che propongono una “pastorale della paura” o nella novità della buona notizia del Maestro?. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

La guerra è la malattia non la soluzione.


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Buongiorno, mondo!