Solennità del Corpus Domini 2025
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Credenti per fede... eretici per religione
Essere magnanimi
Mt 6,19-23
(…) La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!
Gesù parla di occhio "cattivo”: occorre ben comprendere questa espressione. “Occhio cattivo", infatti, nella tradizione biblica ha un sapore differente rispetto al nostro modo di intendere (e se non si conosce tale sapore si rischia da far dire al Vangelo quello che non vuol dire, distribuendo "falsi occhi cattivi" a destra e a manca, e in questo sport da noi, nella Chiesa, gli specialisti abbondano!). "Occhio cattivo o maligno" indica precisamente la taccagneria, l'avarizia, il braccino corto. Capiamo ora cosa vuol intendere il Maestro: se vivi di avarizia, se chiudi il tuo cuore alle necessità della sorella o del fratello, per favore, non pregare il Padre nostro, non prendere in giro chi rivela la sua essenza nella gratuità, nel perdono incondizionato e gratuito. Se scegli la piccineria del cuore, non puoi assomigliare al Padre e quindi non riuscirai a seguire la strada del Figlio. Questo “occhio cattivo” è come la febbre: è un sintomo. Sintomo dell’unica malattia diagnosticata da Gesù: la sclerocardia, la durezza di cuore che genera esclusione e indifferenza.
Ecco, in breve quanto il Maestro ci invita a vivere oggi. Rifiutare lo stile di vita che nasce da un "occhio cattivo" significa condividere le scelte di vita del Maestro, vivere la libertà del dono e condividere quella del perdono reciproco.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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Coltivare il silenzio
Mt 6,7-15
"Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole" (…).
Questo nostro tempo è segnato particolarmente dalla velocità: fretta, novità, sempre di corsa... Anche la comunicazione risente pesantemente di questo, tanto che ci si vanta di vivere nel secolo delle comunicazioni sempre più veloci: non fai a tempo a pensare qualcosa, stai ancora finendo di elaborare che zac!... sei già in rete, o al cellulare. Mi pare però, senza voler fare il nostalgico, che, sì, abbiamo reso le comunicazioni più veloci, ma abbiamo perso LA comunicazione, l'uso sapiente della parola, l'ascolto calmo e con esso il silenzio, perché dobbiamo sempre riempire di qualcosa ogni spazio, anche quello del silenzio stesso. E questo incide anche sull'uso che facciamo della parola nella nostra preghiera: è tutto un parlare, leggere, riempire i vuoti perché altrimenti non si sa che fare. Quando c'è silenzio durante la preghiera si avverte quasi un certo imbarazzo: forza, di' qualcosa... metti qualcosa, leggiamo, cantiamo.
"Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole": ecco la consegna del Maestro oggi. Ritrovare il senso della nostra parola nella sua Parola, imparare ad ascoltare il "mormorio" della voce del Silenzio, entrare in sintonia con Lui per imparare a parlare in maniera più umana. E questo ci aiuterà a penetrare nel mistero del linguaggio di Dio.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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Autenticità
Mt 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. (…)
Gesù chiede ai suoi di non cadere nella trappola dell'apparire e di evitare con cura l'ipocrisia. Ipocrita, nel greco classico, era l'attore teatrale. Ecco, Gesù invita a non fare gli attori nella vita, a non mostrarsi per ciò che non si è, a evitare di giocare un ruolo, a smetterla, se fosse il caso, di fare gli imbonitori, a piantarla di imporre quei pesi "che voi non toccate nemmeno con un dito". Ho l'impressione, non troppo vaga in verità, che molti cattolici oggi amino interpretare un ruolo piuttosto che vivere il messaggio del Maestro. Così si vedono in giro crociati arrabbiati contro tutto e contro tutti; pseudo-biblisti col diploma di Radio Elettra che non sanno distinguere tra Primo e Nuovo Testamento, facendo dire alla Bibbia tutto ciò che serve a sostenere cause che danno visibilità al momento; teologi dell'ultima ora che “sdottoreggiano” di teologia che manco l'Aquinate.... Esperti di ecclesiologia che parlano in tv o sui social o su altri media proponendo un'immagine di Chiesa tagliata su misura per loro e le loro idee .... .
Per fortuna accanto a questo marasma di ipocriti variamente assortiti, vi sono anche sorelle e fratelli che, nella fatica quotidiana del crescere e del credere, vivono la Parola del Maestro senza far suonare inutili tromboni: è il "popolo della senape", e questo mi conforta.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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Assomigliare
Mt 5,43-48
"Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (…)”.
Ecco il cuore della proposta di vita di Gesù: non più obbedire a un Dio che impone i suoi comandi e che dispone delle vite degli uomini a proprio piacimento, quasi fossero marionette nelle sue mani, ma assomigliare al Padre, imparando ad amare con Lui e come Lui. Se da una parte Gesù cancella qualsiasi pretesa di violenza in nome di Dio, dall'altra dona un volto ben preciso a tale Dio: quello di un Padre. E vivere da figli suoi significa, per l'appunto, assomigliare a Lui nel modo di amare. Così Gesù chiude il cerchio: quella creatura nata a "immagine e somiglianza", scopre la propria dignità di figlia/o nel trasfigurare quella "somiglianza" in "assomiglianza". Gesù ha donato la propria esistenza per comunicare il volto di un Dio che non si prende le vite degli uomini ma offre la sua e invita a fare la stessa cosa per la vita di tutti.
Inutile rinchiudere di nuovo Dio dentro le nostre belle caselline mentali: o accogliamo un Padre o continueremo a costruire idoli muti che soddisfano solamente i nostri desideri di potere.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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Denuncia e annuncio
Mt 5,38-42
"Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente"; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra..."
Questa è la giustizia del Regno di Dio, la giustizia che supera quella dei farisei e degli scribi. Non si tratta solamente del rifiuto di ogni forma di violenza (ossia il minimo sindacale per un credente), ma di andare oltre: rifiutare la risposta violenta non basta, occorre essere disponibili a donare la vita anche a chi ti vuol male, aprire percorsi di vita invece che seguire e perseguire strade di morte.
Rifiutare la violenza non significa comunque restare silenziosi, come pecore al macello: la denuncia contro ogni forma di violenza deve levarsi alta, senza però cadere nel medesimo errore di chi la violenza la usa sistematicamente, sia essa fisica, che verbale che psicologica. Il discepolo non è un pacifista irenico: è un profeta ardente che nel nome del Dio della vita denuncia e annuncia allo stesso tempo. Il rifiuto del male è sempre accompagnato dall'annuncio di una via del bene, del buono, del bello, e per questo è disposto a donare anche la propria esistenza, come seme gettato nella terra dell'umanità per generare un frutto di giustizia.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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