A causa di una settimana piuttosto "impegnativa" la rubrica "Buongiorno, mondo!" riprenderà martedì 21 ottobre.
Il Popolo della Senape
Credenti per fede... eretici per religione
lunedì 13 ottobre 2025
Buongiorno, mondo!
sabato 11 ottobre 2025
Buongiorno, mondo!
Alzati e viaggia!
XXVIII Domenica C
Provocazioni evangeliche in Lc 17,11-19
Spotify
Youtube
Abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 10 ottobre 2025
Buongiorno, mondo!
Ritorno al futuro
Lc 11,15-26
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. (…)
Contro Gesù le provano tutte, persino l'accusa di essere al servizio di Beelzebùl. Non solo bestemmiatore, non solo fuori di testa, noto frequentatore di balordi e gente di malaffare, ora anche al servizio del principe dei demoni. Quando Gesù parla della croce che ognuno deve sollevare nella vita, parla esattamente di questo: il disprezzo e il dileggio che viene quando si vive per il Regno, da figli e fratelli.
Mi sorge la domanda: ma chi davvero sta lavorando per Beelzebùl? Chi cerca e trova nel vangelo la sorgente di acqua fresca per mettersi a servizio dell'umanità, o chi in tutti i modi si adopera per salvaguardare un potere destinato a perire? A volte, guardando dentro le nostre comunità, ho la netta sensazione che si cerchi in tutti i modi di tornare al passato, a quel passato dove la priorità era costituita dall'osservanza rigida e indiscutibile di law & order, fattore che garantiva la sicurezza del sentirsi a posto per aver fatto quel che è stato chiesto di fare. Il vangelo non è fatto per dare sicurezza e tranquillità, ma spinge sempre oltre i confini delle nostre piccole e misere vedute o, se volete, anche fuori dai confini della o delle chiese. Papa Francesco una volta osò dire che Dio non è cattolico. Questa faccenda ai piccoli monarchi di una certa chiesa non piacque e non piace a tutt'oggi.
Noi però continuiamo a camminare dietro al Maestro, annunciando il Regno: e per questo siamo disposti a dare la vita, non a prenderci quella degli altri.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
La guerra è la malattia non la soluzione.
Spotify
giovedì 9 ottobre 2025
Buongiorno, mondo!
Le vie dello Spirito
Lc 11,5-13
(…) Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!
Il Padre desidera condividere con ciascuno la forza del suo amore (questo è lo Spirito...) perché impariamo a essere trasparenza del suo volto. Partendo dalla nostra capacità di amare (imperfetta, imprecisa, faticosa...) egli vuole offrirci la possibilità di potenziare tutto questo per renderci simili a Lui nell'amore. Dunque, ancora una volta, Gesù ci presenta il volto di un Dio che non vuole essere servito e riverito, ma quello di un Padre che ci invita a osare e rischiare la nostra esistenza sulla via dell'amore gratuito e incondizionato, come il suo. Inutile riempirci la bocca di suppliche per chiedere qualsiasi cosa: l'unico dono da chiedere e accogliere è quello del suo stesso Spirito. E vorrei ricordare che lo Spirito che ci viene donato non è uno spirito asettico, senza forma; è lo stesso Spirito che ha condotto Gesù a fare delle sua esistenza un dono. Dunque non chiediamo per ottenere qualcosa per i nostri interessi, ma chiediamo per essere capaci di donare e di donare noi stessi. Le nostre comunità dovrebbero essere il luogo dove si respira questo Spirito capace di rendere nuova ogni cosa, e non delle stanze ammuffite dove ogni respiro è faticoso. A volte ho come l'impressione che stiamo facendo dell'accanimento terapeutico per mantenere in vita ciò che ormai è già finito da un pezzo. Eppure il Padre la soluzione ce la offre: spalancare le finestre e lasciar entrare quell'aria nuova, il vento dello Spirito e da Lui lasciarci portare oltre. Ma questo, per il momento, sembra essere ancora solo un sogno: preferiamo ancora l'aria viziata e stantia delle nostre sacrestie, l'aria pesante delle nostre tradizioni, alla proposta di vita del Padre. Come sempre, occorre scegliere.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
La guerra è la malattia non la soluzione.
Spotify
mercoledì 8 ottobre 2025
Buongiorno, mondo!
Buongiorno, mondo!
Osare il Pater
Lc 11,1-4
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome, (…)
È l'unica preghiera che Gesù (forse sarebbe più corretto dire che le comunità hanno composto facendo memoria dei suoi insegnamenti) consegna ai suoi ed è anche l'unica preghiera in cui le parole pronunciate devono prendere forma in uno stile di vita ben preciso. Non è una preghiera semplicemente da recitare quanto piuttosto da vivere giorno dopo giorno. Ridurre al rango di una formuletta il "Pater" significa svuotare di senso tutto il messaggio di Gesù e il suo modo di parlare di Dio. Quel Dio relegato nell'alto dei cieli, ora si svela a noi come Padre che, a coloro che accolgono il suo amore, chiede di farsi segni visibili della sua presenza. In altre parole, pronunciare il nome del Padre significa vivere da figli perché questo permette di "santificare" quel nome, ossia di renderlo presente in mezzo a noi. Come? Con una qualità di vita in cui le relazioni sono fondate non solo sul perdono ma anche sul condono di ogni tipo di debito. Questo apre la via alla crescita di quell'umanità che il Padre si porta nel cuore come il sogno che ha condiviso con noi attraverso il Figlio amato. Insomma, potremmo dire, "quando dire è essere". E questo è quanto.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
La guerra è la malattia non la soluzione.
Spotify
martedì 7 ottobre 2025
Buongiorno, mondo!
Casti o vasti?
Lc 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». (…)
È ormai un dato assodato il fatto che i testi che definiamo come “vangeli dell’infanzia”, definizione un po’ infelice che può generare ambiguità, sono in effetti dei concentrati delle tematiche teologiche che poi l’evangelista svilupperà lungo la sua opera. Non devono essere letti in maniera letterale perché l’intenzione dell’autore non è di farci un resoconto storico degli avvenimenti di cui narra.
Il vangelo oggi, ci mette di fronte a questa figura fragile ma grande allo stesso tempo. Fragile perché donna del suo tempo con tutto quello che ciò comportava. Grande perché Luca la presenta come icona del discepolo (tema che poi svilupperà lungo l’arco della sua narrazione). Maria viene definita come in attesa di nozze: è in attesa dello sposo, di Colui che, come troviamo scritto nel Cantico dei Cantici (8,5), sarà messo come “sigillo” sul cuore.
Questa è anche l’attesa di ogni discepola e discepolo di oggi, attesa che informa, cioè “dà forma” al faticoso cammino di ogni giorno: riconoscersi discepoli, portatori di quel “sigillo” che ci identifica come segni del Regno. Per questo smettiamo di “sfarfallare” in letture materialiste e letteraliste a proposito di verginità fisica e apprendiamo proprio da Maria il significato della sua apertura al Dio della vita. Non si tratta dunque di emettere un “voto di castità” quanto piuttosto di vivere un “voto di vastità”, ossia di allargare il cuore, di vivere nella magnanimità la fatica quotidiana.
Perché? Perché Dio agisce così. Egli non è colui che svuota i cuori, ma colui che li riempie. Per questo occorrono “cuori vasti”.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
La guerra è la malattia non la soluzione.
Spotify
lunedì 6 ottobre 2025
Buongiorno, mondo!
Osare il dono della vita
Lc 10,25-37
(…) Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico… (…).
Il vangelo della liturgia odierna ci immerge nella parabola detta del "buon samaritano". Alla domanda iniziale ("Chi è il mio prossimo") posta dal teologo ufficiale (ossia quelli certificati a riconoscere l'ortodossia di una posizione teologica...) a Gesù, per vedere fin dove fosse possibile spingere il limite dell'amore, Gesù non offre nessuna risposta. Come sempre. Egli ribalta la domanda: non chiederti chi è il tuo prossimo; chiediti piuttosto come puoi TU farti prossimo. È come se noi chiedessimo a Gesù oggi: fin dove mi posso spingere nell’amare le persone? Qual è il limite? Ebbene la risposta è: non ci sono limiti. Perché? Su cosa Gesù fonda la sua risposta? Lo sappiamo bene (anche se a volte preferiamo sorvolare): perché siamo figli di un Padre che ama così, senza limite alcuno. Se le nostre comunità fossero più preoccupate di questo e non stessero a definire cosa si può e cosa non si può fare, cosa si deve e cosa non si deve fare, questo sì quest'altro no, e via dicendo, allora esse diventerebbero davvero spazi accoglienti per ogni persona, luoghi capaci di essere prolungamenti concreti, tangibili, della misericordia del Padre. Non abbiamo bisogno di "sacerdoti e leviti" che ci insegnano a restare puri e immacolati per Dio, ma di "samaritani" che non esitano a sporcarsi le mani facendosi, anche inconsapevolmente, strumenti dell'amore del Padre. Ogni giorno percorriamo una strada che "scende da Gerusalemme a Gerico": non è più il tempo della purità cultuale, della salvaguardia delle tradizioni dei padri. La storia esige la presenza di samaritani impuri e peccatori che sanno osare e rischiare la vita per donare vita.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
La guerra è la malattia non la soluzione.
Spotify