venerdì 26 luglio 2019

Buongiorno Mondo!

Buongiorno mondo! Oggi abbiamo la fortuna (!) di ascoltare una delle prime omelie (Mt 13,18-23)che giravano nelle comunità post-pasquali (come spesso accade con tanti preti di oggi che preferiscono usare materiale già bello pronto piuttosto che dedicarsi alla fatica di dar voce alla Parola…). 
Gesù non ha mai, ripeto, mai, spiegato le parabole! La "spiegazione", "l'applicazione morale" della parabola è la morte della parabola stessa. Uno dei fini delle parabole, genere in cui Gesù di Nazareth è veramente Maestro, è proprio quello di demolire l'immagine di Dio che è presente nell'ascoltatore. Noi oggi ci accostiamo con disinvoltura alle parabole: le conosciamo, le "sappiamo a memoria" e per questo tarpiamo loro le ali. Occorre ogni volta mettersi nei panni di chi per la prima volta ascolta la parabola e, in questa meravigliosa trappola linguistica, si ritrova catapultato dentro il quadro e sbalestrato in tutte le sue credenze religiose (o pseudo-religiose). Oggi siamo messi di fronte ai primi tentativi di imbrigliare, sottomettere la forza prorompente della parola parabolica. In ultima analisi (anche perché lo spazio di un post non permette altro, ma oso chiedere fiducia), il tema resta sempre quello: Dio non pone limiti al dono della sua Parola, Dio non fa preferenze di persone. Egli cerca instancabilmente persone che vogliano condividere con Lui un progetto, il progetto di vita e felicità che da sempre ha pensato e si porta dentro. Per questo fa appello alla libertà di ciascuno nel rispondere a questo appello: chi è per la vita è con Lui, chi è contro la vita diventa un seminatore di morte. E per essere seminatori di vita non serve il patentino di appartenenza: basta farsi servi della vita. Dio non ha bisogno di credenti organizzati in schiere, ma di uomini e donne liberi e forti che accettano di giocarsi la vita perché "tutti abbiano la vita, e l'abbiano in abbondanza". Solo allora produrremo "il cento, il sessanta, il trenta…", ma anche "il trenta" non si sentirà menomato.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

1 commento:

  1. Don Luciano è proprio vero quello che scrivi. Si deve sempre pensare che l'altro non abbia mai letto le pagine del Vangelo e quindi porci sempre in ascolto. Noi, alle volte, pensiamo di aver capito tutto, che sia tutto chiaro ma basta niente perché ci vengano i dubbi, che Lui ci fa venire. Alle volte io, ho la presunzione di avere compreso il messaggio e poi in alcuni momenti della mia vita il dubbio mi assale. Perché? Tutto è concentrato nella nostra fragilità umana che ridimensiona tutto e meno male che sono fragile altrimenti chissà quanti disastri avrei combimato. Buona vita.

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