Cedri e senape…
Lc 13,18-21
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Gesù ci comunica che è finito il tempo dei maestosi cedri del Libano che svettano imponenti e dominano su tutti gli altri alberi. Occorre riprendere la coscienza che siamo una realtà più modesta, un arbusto dell'orto, che non si impone per la sua possente grandezza, ma a tutti comunque offre riparo e conforto. Non più dunque un albero che domina, ma un arbusto che accoglie e presso il quale tutte e tutti possono trovare riparo. Siamo stati troppo abituati a essere considerati "cedri" e in questo ci siamo beati, convinti di avere in mano il mondo. Ma occorre rendersi ben conto che la cristianità-cedro non esiste più: inutile insistere con le crociate attuali, con il cercare di rosicchiare ogni giorno un pezzettino di spazio in più. Ripeto: il Vangelo si propone e non si impone, per l'appunto, come un piccolo alberello di senape che se sta con gli altri ortaggi e a tutti offre la sua frescura riposante.. A buon intenditor...
A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.