giovedì 19 ottobre 2023

Buongiorno mondo!

Profeti? Anche no…



Lc 11,47-54


In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.

Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.

Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».

Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.



Con queste parole il Maestro denuncia la situazione che ha vissuto Israele i cui dottori della Legge hanno tappato la bocca a chi voleva aprire gli occhi al popolo per riportarlo al cuore dell'Alleanza, mettendo a rischio il potere acquisito dai sacerdoti e dal loro codazzo. 

Lo stesso rischio lo corre anche la comunità cristiana quando si adagia e assume uno stile di vite che non rompe le scatole a nessuno: vivi e lascia vivere, sembra essere il motto di tante comunità cristiane di oggi. In tale situazione, le voci che si levano fuori dal coro non sono gradite: signori profeti, qui da noi siete pregati di astenervi. Noi stiamo bene così: siamo fedeli al culto, facciamo un po' di carità, siamo ossequiosi verso i nostri sacerdoti (almeno davanti, poi quando siamo al bar magari qualche critica si fa, però a fin di bene eh....!), mastichiamo giusto un po' di preghiera (ai funerali io vado sempre), insomma non ho rubato (vabbé, qualche cosa in nero qualche volta, ma questo non è rubare…), non ho ammazzato (con le armi sicuramente no... e con le parole?). 

Dove è finita la forza dirompente e liberante dell'evangelo, il fuoco delle parole del Maestro? Siamo diventati più simili a impresari di pompe funebri che non seminatori di speranza, e chi osa risvegliarci viene messo a riposo o rischia, come il Maestro, di passare per uno "fuori di sé". Le nostre comunità sono troppo piene di tombe di profeti, di persone che con la loro vita ci hanno invitato a conversione, a uscire dalle nostre inerzie e apatie, a ridare vigore al vangelo. Usciamo da tutto questo e smettiamo di portare fiori su queste tombe: il Regno di Dio è in mezzo a noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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