giovedì 31 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Trono e altare



Lc 13,31-35


In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».

Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. (…)



Suona strano questo avvertimento dei farisei dopo tutti gli scontri che Gesù ha avuto con loro. Ma non è poi così strano se si pensa al conflitto esistente tra il gruppo dei farisei e quello degli erodiani (che comunque riusciranno alla fine a fare comunella per togliere di mezzo Gesù). Sembra quasi, tragicomicamente, che vogliano spingere Gesù verso Gerusalemme per acquistarsi il diritto di farlo fuori loro. Gesù ha compreso che sarà proprio l’alleanza tra il potere religioso e quello politico a inchiodarlo sulla croce. Per questo pronuncia quelle terribili parole su Gerusalemme: il luogo della Presenza è ormai divenuto un mattatoio di profeti, cioè di tutti e tutte coloro che denunciano la perversione della religione ormai ridotta ad affare di una casta di sacerdoti sempre più attenti alla salvezza dell’economia che all’economia della salvezza. Gesù non si risparmia la battuta sarcastica su Erode (che si pensava re ma era solo un fantoccio teleguidato, il famoso “utile idiota”). Dandogli della “volpe” Gesù non pensa minimamente all’astuzia come faremmo noi. Nel mondo biblico essa rappresenta un animale insignificante e impuro come gli sciacalli che si cibano di carogne. Ecco come Gesù considera Erode e tutti i suoi cortigiani. E questo mi fa pensare alla tante “volpi” presenti nelle nostre comunità: “volpi” che si ergono dall’alto della loro beata ignoranza spacciandosi per autentici depositari di verità e tradizione. E proprio in nome di tali cose impediscono al Regno di crescere e svilupparsi. Quante “Gerusalemme” sulla quali versare oggi lacrime di amarezza! Quante “Gerusalemme” che rinchiudono e riducono Dio a un fantoccio abilmente manipolato dai funzionari del sacro per impedire loro di accostarsi al Dio della vita, al Padre che vuole camminare con ognuno dei suoi figli! Oggi il Maestro chiede di restare coraggiosamente dietro a Lui verso Gerusalemme, dove il mysterium iniquitatis della sua morte diventerà, per chi crede in Lui, segno di una vita offerta e donata per amore che non conoscerà mai fine. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 30 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Più Messa, meno messe



Lc 13,22-30


(…) Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. (…)


Sono parole  pesanti, molto dure, che ci mettono in guardia dalla tentazione di fare dell'Eucaristia (“abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza”) un fine e non un mezzo, uno spazio dove condividere e accogliere quelle logiche del Regno che poi dovrebbero risplendere nel quotidiano. Quante "Eucaristie" domenicali deformate dall'ingombrante presenza del "precetto"! Quante "Eucaristie" vissute con l'orologio in mano, in un'attesa trepidante che il tutto finisca in fretta, soprattutto quella litania barbosa di "dobbiamo fare", "siamo chiamati a...", "dobbiamo essere", "si deve, siamo spinti a..." ecc...quasi che l'Eucaristia fosse un bigino di suggerimenti morali per la settimana! Quante Eucaristie in cui "pane e vino" sono davvero "frutto della terra e del nostro lavoro"? Quante Eucaristie mortificano l'azione dello Spirito perché la celebrazione secondo le norme, senza sgarrare, senza nulla cambiare, in un appiattimento che fa delle differenti comunità sparse in giro un omogeneizzato che rende tutti uguali, senza differenze, è il "segno visibile" dell'Unità della Chiesa (sì, di una chiesa-fotocopiatrice che fa delle belle copie, ma tutte identiche!)?  E potrei continuare, ma devo mettere la mia coscienza a nudo per vedere dove anche io ho ceduto a queste o altre tentazioni. Ricordo quanto diceva Mariano Magrassi, vescovo di Bari, molti anni fa: "Più Messa e meno messe". Ma erano i tempi del post-Concilio... dov'è finito il fermento di allora? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita!.

martedì 29 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Piccolezza evangelica



Lc 13,18-21


 “Diceva dunque: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? È simile a un granellino di senapa (…)



In questa nostra cultura dell’apparire a tutti i costi, del sensazionalismo per tutte le tasche, il Maestro lascia cadere la sua proposta di “invisibilità”. Notare: non chiede di essere insignificanti, ma invisibili come lo può essere un granellino di senape che, per quanto piccolo e insignificante possa essere considerato, tuttavia possiede in sé la forza per germinare e diventare casa per tutte e tutti. 

A ciascuno piacerebbe essere un bel “Cedro del Libano”: maestoso, sotto gli occhi di tutti, capace di suscitare grida di meraviglia e di stupore. Ma il Maestro non vuole “alberi” che schiacciano con la loro possanza e maestosità: preferisce l’umile arbusto della senape, che cresce nell’orto di casa (la fatica del vivere quotidiano) e che offre ombra e riparo agli “uccelli del cielo”, cioè a tutte e tutti coloro che sono considerati insignificanti, per i quali nel nostro mondo non c’è mai tempo, per coloro che non hanno voce, per coloro per i quali non c’è mai posto né casa. 

Ecco una bellissima immagine della comunità cristiana: non un “cedro” svettante SU tutti, ma un umile arbusto PER tutti, capace di farsi casa. Non è certamente facendo la voce grossa o rivendicando chissà quali posizioni sociali che faremo crescere la senape del Regno. Il Regno crescerà nella misura in cui saremo coscienti di essere piccoli granelli, sparsi qua e là dalla mano sapiente del Mistero che in essi ha deposto la forza vitale del Vangelo che attende di essere liberata e di crescere nella fatica del quotidiano. Non lasciamoci impressionare dai vari “cedri” che pretendono spazio e visibilità: siamo il popolo della senape, che giorno dopo giorno cresce nel silenzio per portare frutto di vita dentro la storia. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 28 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

La potenza della Vita



Lc 6,12-19


(…) E tutta la folla cercava di toccarlo, poiché da lui usciva una potenza e guariva tutti.




Mi sono spesso chiesto cosa fosse questa misteriosa “potenza” che promanava dalla persona del Maestro. Io credo sia la forza della vita, una vita vissuta totalmente dentro l'amore. È la forza della vita che, come un flusso continuo, passa da Dio a Gesù alle persone che egli incontra e che accettano di entrare in questo flusso dove la  vita non viene artigliata e tenuta per se stessi, ma continuamente donata. A chi accetta di mettere sul piatto tutta la propria esistenza in un dono continuo, il Maestro mostra come questa non si esaurisca, ma continui invece a rifiorire e a generare nuova vita attorno, "sanando tutti". Gesù non mette in atto delle mediazioni di tipo rituale, liturgico, o “consacra” degli addetti specifici, degli specialisti per far passare o meno questa “potenza” che risana e fa rivivere. Chiede semplicemente di entrare nel gioco dello scambio gratuito: accogliere la vita, l'amore che Dio continuamente riversa in noi e lasciare che scorra verso i fratelli e le sorelle che incrociamo ogni giorno. Il resto verrà dopo. Fino a quando la comunità cristiana sarà più preoccupata di stabilire le "regole" con le quali "sanare" le varie situazioni, fino a quando il tempio avrà più spazio e importanza del cuore di Dio, fino a quando la legge avrà la meglio sullo Spirito, la “potenza” risanante del Fondamento di tutta la realtà resterà bloccata in attesa di uomini e donne che accettino in primo luogo di seguire la via del Maestro. Solo allora la comunità diverrà lo spazio dove la forza della vita si manifesterà e ognuno potrà "toccare" con mano la sua potenza liberante e vivificante. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 24 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Gesù... un altro




Lc 12,49-53



A tutte/i coloro che pensano al Gesù biondo, con occhi azzurri, bello, slanciato, capace di affascinare con la sua parola ma senza cambiare nulla, un Gesù alla Renan per intenderci; a tutte/i coloro che vedono un Gesù che non cerca conflitti, che parla dolce e sommesso, che non fa mai del male a nessuno, che passa nella storia lasciando uno stomachevole profumo di falsa pace e falsa giustizia; a tutte/i coloro che considerano Gesù e il suo stile di vita come qualcosa di alienante, fatto per addormentare le coscienze, incapace di chiamare a libertà; a tutte/i coloro che hanno ridotto il messaggio del Maestro omogeneizzandolo in un'accozzaglia di semplici suggerimenti spirituali e di ordinati regolamenti morali volti a far crescere una perfezione spirituale fondata sul merito; a tutte/i coloro che hanno annacquato il buon vino del Vangelo, preferendo l'acqua marcia delle proprie cisterne rinsecchite; a tutte/i coloro che hanno fatto del potere di insegnare un bastione per tenere fuori chi non si allinea; a tutte/i coloro che hanno fatto dell'amore del Padre non un'amore che abbraccia per liberare, ma una stretta mortale che soffoca e non comunica vita, a tutte/i costoro e a tante/i altri, oggi il Maestro parla così: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 23 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Aprire gli occhi



Lc 12,39-49


(…) Anche voi siate preparati, perché nell’ora in cui non vi pare il Figlio dell’uomo viene” (…).



Anche oggi il Maestro ci invita a tenere gli occhi bene aperti e soprattutto a non lasciarci ingannare. Non sono parole usate da Gesù per creare un clima di terrorismo psicologico, o per orientare l'esistenza verso l'alienante attesa di un "aldilà" che fa di tutto per guastarmi "l'aldiquà", che diventa la famosa "valle di lacrime" dove sguazzano i predicatori del "soffri che Dio è contento, accetta tutto e domani sarai premiato". Mi vengono in mente i tre "amici" di Giobbe: a volte le persone pie, sostenute da un certo pensiero teologico, sono come le sanguisughe: più ti si attaccano, più ti svuotano facendoti credere il contrario. L'invito del Maestro è di stare pronti a non lasciare cadere nessuna delle occasioni in cui si manifesta la sua presenza. Occasioni che spesso e volentieri vanno al di là dei nostri criteri, dei "paletti" che ci fanno dire "qui Dio c'è, là no!". È un'apertura totale, continua, senza tempo, come quella del Padre della parabola che ogni giorno scrutava la strada in attesa del ritorno del figlio, fino al giorno in cui la sua attesa fu riempita:  e "lo vide da lontano... e corse ad abbracciarlo". È lo scrutare giorno dopo giorno con occhi attenti la storia, le persone, gli eventi, gli incontri per potervi scorgere quella presenza che comunica vita e invita e invia a fare altrettanto. È camminare con Colui che "ha posto la sua tenda in mezzo a noi" per potersi muovere più liberamente, senza l'ingombro di un tempio che diventa casa chiusa, barriera che separa, muro che impedisce l'accesso a chi non possiede i requisiti "di sana e santa religione". È il Dio-con-noi, che cammina in mezzo a noi, che ci invita sempre ad andare oltre. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 22 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Sempre in cammino


Lc 12,35 38


Siano i vostri lombi cinti e le lucerne ardenti, e voi simili a uomini in attesa del loro Signore quando torna dalle nozze, perché, quando viene e bussa, subito aprano lui. (…)



Noi cristiani non siamo gente seduta, "da salotto"; non siamo pantofolai che amano la tranquillità, che non rompono le scatole, che se ne stanno tranquilli, evitando di creare problemi. Siamo gente in cammino, sempre pronti ad accorrere là dove si alza il lamento dell'uomo ferito, sempre pronti a far luce là dove le tenebre tengono i fratelli e le sorelle prigionieri dell'ignoranza, della supponenza, del bigottismo, di una religione che non apre i cuori, ma che suscita solo paure e timori. Siamo uomini e donne che si lasciano trasportare dal soffio dello Spirito, per ridare ossigeno a chi boccheggia perché escluso e rifiutato. Siamo uomini e donne che non hanno "nidi o tane" in cui rinchiudersi per lasciare fuori l'altro, ma uomini e donne che hanno fatto del mondo e della storia la loro casa. Una casa in cui il quadro più bello è il volto di Dio che risplende nel nostro volto, ferito, fragile, magari ammaccato, ma amato da Colui ci vede sempre "arrivare da lontano" e ci abbraccia con tenerezza e amore. Siamo perenni viandanti, sempre in cerca di verità e di bellezza; quella verità e quella bellezza nascoste nei solchi della storia, nelle rughe degli eventi, nei cuori dei fratelli e delle sorelle che, con noi e come noi, camminano seminando senza paura vita, pace, giustizia. Insomma, siamo sempre "pronti". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 21 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Sobrietà come spazio di condivisione


Lc 12,13-21


(…) “Guardate di custodirvi da ogni avere di più, perché, anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non è dalle cose che ha”. (…) 



Il Maestro era circondato da persone che, come i farisei e i ricchi sadducei, si erano notevolmente arricchite sfruttando il popolo, soprattutto le sue fasce più deboli, in barba alla Torah che pur dicevano di osservare. Il loro attaccamento al denaro,  a "mamona", li porterà a farsi beffe di Gesù stesso e del suo messaggio. Il richiamo del Maestro arriva dritto al cuore della nostra cultura, così impregnata di una finanza che affonda le sue fauci nelle carni dei poveri, imponendo uno stile di vita dove il possesso sfrenato pare essere davvero il fine ultimo dell'esistenza. 

La logica del Regno invece ci parla di condivisione generosa delle risorse, di attenzione al bene comune, di una solidarietà tale per cui "nessuno sia bisognoso" in mezzo a noi. Gesù non critica il denaro in sé bensì il fatto che non siamo utilizzatori del denaro ma servi dello stesso. Come sempre la domanda resta: dove ho posto il mio cuore? A chi voglio assomigliare nel mio modo di vivere: al Maestro che fa del dono e della condivisione il suo stile o a "mamona", il dio che si prende la vita di coloro che a lui si affidano? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 18 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Buongiorno mondo! 

Dire il Regno


Lc 10,1-9


"Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi". 



È un chiaro segnale che le cose stanno cambiando, che Israele non sarà più la "segullah" di Yavhé, la sua proprietà esclusiva, quella che si guarda con un occhio di riguardo che non si usa verso nessun altro e nessun altra cosa. I settantadue sono il segno che il Regno si apre ad ogni uomo e ad ogni donna senza distinzioni (72 erano le nazioni citate nel Genesi che indicavano la popolazione dell'intero orbe terracqueo, secondo le credenze dell'epoca). È finito il tempo di una Legge che identifica un popolo nelle grazie di un Dio che chiede di sterminare il pagano. Inizia il tempo del Regno, dove Dio non è più padrone ma Padre; dove questo Padre non chiede di obbedire a una serie di precetti, ma di accogliere un amore che è regalato non per merito ma per i nostri bisogni, dove la nostra miseria è la misura della sua misericordia, dove accogliendo questo amore ci viene chiesto di assomigliare a Lui che "fa piovere sugli ingiusti e sui giusti". È un Regno che non conosce esclusioni di sorta, un Regno dove l'essere figli si fa autentico nel vivere in fraternità-sororità, dove la presenza di Dio ormai passa dall'umanità di Gesù che chiede a noi di fare altrettanto. Siamo mandati fuori, nel mondo, a dire e ridire la novità del Regno che cresce in mezzo a noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 17 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Osare la profezia



Lc 11,47-54


In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. (…)


Con queste parole il Maestro denuncia la situazione che ha vissuto Israele i cui dottori della Legge hanno tappato la bocca a chi voleva aprire gli occhi al popolo per riportarlo al cuore dell'Alleanza, mettendo a rischio il potere acquisito dai sacerdoti e dal loro codazzo. 

Lo stesso rischio lo corre anche la comunità cristiana quando si adagia e assume uno stile di vite che non rompe le scatole a nessuno: vivi e lascia vivere, sembra essere il motto di tante comunità cristiane di oggi. In tale situazione, le voci che si levano fuori dal coro non sono gradite: signori profeti, qui da noi siete pregati di astenervi. Noi stiamo bene così: siamo fedeli al culto, facciamo un po' di carità, siamo ossequiosi verso i nostri sacerdoti, mastichiamo giusto un po' di preghiera, insomma non ho rubato… non ho ammazzato… insomma, il minimo sindacale.

Dove è finita la forza dirompente e liberante dell'evangelo, il fuoco delle parole del Maestro? Siamo diventati più simili a impresari di pompe funebri, composti e silenziosi, che non seminatori infuocati di speranza. 

Le nostre comunità sono troppo piene di tombe di profeti, di persone che con la loro vita ci hanno invitato a conversione, a uscire dalle nostre inerzie e apatie, a ridare vigore al vangelo. Usciamo da tutto questo e smettiamo di portare fiori su queste tombe: il Regno di Dio è in mezzo a noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 16 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Padroni di dio



Lc 11,42-46


(…) Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».




Oggi il Maestro è in una di quelle giornate che lasciano trasparire il suo bel caratterino di galileo (i galilei erano ritenuti "teste calde" fin da piccoli, gente sempre pronta alla rissa, dei piantagrane insomma) e se la prende un po' con tutti, fino ad arrivare ai dottori della legge (gente tosta, che conosceva la bibbia anche meglio di chi l'aveva scritta!) ai quali amabilmente rivolge le parole sopra citate.

La Torah era arrivata per mezzo di Mosé e i suoi frutti avrebbero dovuto andare nella direzione della giustizia, della creazione di una società dove "giustizia e diritto" fossero due realtà ben visibili. Purtroppo, una volta nelle mani degli uomini, la Torah è diventata un mezzo di oppressione del popolo, che si ritrova schiacciato da una serie di norme emesse per poter "servire Dio", dare gloria al suo Nome (e garantire un potere immenso nelle mani dei mediatori tra Dio e l'uomo: i sacerdoti, con annessi e connessi). Ecco perché il Maestro se la prende con i dottori della Legge, proprio perché hanno stravolto il volto di Dio seppellendolo sotto tonnellate di leggi e leggiucole e spacciando il tutto come volontà divina. Naturalmente, questo costerà caro a Gesù, e sappiamo come andrà a finire. Ma queste parole oggi sono rivolte a noi per ricordarci che la tentazione di agire in nome di Dio e di emanare leggi in suo nome solamente per coltivare un pezzo di potere, è ancora ben viva. Quante guerre, quante violenze "nel nome di Dio"? Quante chiusure, quante esclusioni passate sotto lo slogan "Dio lo vuole"? Il Maestro ci ha mostrato un volto di Dio che è Padre/Madre. Quale è il volto, il Nome del nostro Dio? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 15 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Religione senza fede



Lc 11,37-41


In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.

Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».




Potremmo titolare così: "Quando alla religione non serve la fede". La religione staccata dalla fede crea ritualità vuote, completamente staccate dalla vita, dalla profondità della vita quotidiana. Situazione da cui non siamo immuni noi e tanto meno le nostre comunità. Fin quando non riusciremo a superare quella mentalità "magica" che spesso inquina i nostri sacramenti, resteremo a livello di "abluzioni" formalmente corrette ma lontane dal cuore di Dio, anzi, spesso pure conniventi con stili di ingiustizia e indifferenza. Come successe a quel sacerdote e a quel levita sulla strada di Gerico, così può succedere a noi ogni volta che siamo più preoccupati della validità di un atto di culto che della sua autenticità. Gesù oggi indica in maniera dura a quel fariseo che la formalità accurata nel culto reso a Dio, pur in osservanza delle sue prescrizioni, non è sinonimo di autenticità e disponibilità all'incontro con Lui nel servizio ai fratelli. Per dirla con un'espressione molto colorita di un vecchio parroco di venerata memoria di queste mie parti: nelle nostre Messe i nostri cristiani mangiano ostie e cacano diavoli! Forse qualcuno troverà disdicevole il detto, forse troppo forte? A me pare chiaro e limpido: un modo di "incarnare" la Parola e ridirla al cuore della gente con cui si vive. A ciascuno, come sempre, la scelta: sedersi alla tavola del Maestro, anche con "mani" non "lavate", o alla mensa del fariseo, alla scuola del galateo del perfetto religioso. 

Un abbraccio a tutte e a tutti.. Buona vita.

lunedì 14 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Segni del Regno



Lc 11,29-32


In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:

«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. (…)


Mai come in questi ultimi tempi ci vengono riproposti "segni straordinari" dal cielo, "visioni", e via con tutta la grancassa mediatica che queste cose suscitano. Soprattutto coloro che vedono crollare il mondo che fu, il piccolo mondo antico dei poteri da sacrestia, dove la grandezza si misurava in base alla bellezza e allo splendore della tonaca con annessi e connessi. Sono quelli della religione malata: la religione della coazione a ripetere il passato, sempre, comunque e a prescindere. La "malvagità" di questa generazione sta proprio nel fatto che, come ai tempi di Gesù, si cerca di spacciare per volontà di Dio quello che è unicamente il proprio desiderio di potere, travestendo il tutto sotto l'effimera sublimità del segno straordinario, della "mirabilia", come la pubblicità: il mio prodotto funziona meglio del tuo, anzi, uno solo dei miei vale più di tre dei tuoi. Ho già detto in questa sede che Gesù, alla folla che si accalca in cerca di segni poderosi, non dà segni, ma a tutti chiede che dietro di Lui si divenga segni con Lui. 

Non siamo più la Chiesa che sciorina segni miracolosi per accaparrarsi l'attenzione degli uomini, ma la Chiesa che si fa segno di una Presenza che non si impone ma si propone, di una Presenza che non si fa servire ma che si mette a servizio, di una Presenza che non ama rivestirsi di code e strascichi, ma che, "dontoninamente”, si ricopre con pazienza di un umile grembiule e si inginocchia davanti ad ogni uomo e ogni donna per indicare il "segno del servizio" come il segno della Presenza che ridà dignità e bellezza all'uomo ferito. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 11 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Ritorno al futuro



Lc 11,15-26


In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. (…)



Contro Gesù le provano tutte, persino l'accusa di essere al servizio di Beelzebùl. Non solo bestemmiatore, non solo fuori di testa, noto frequentatore di balordi e gente di malaffare, ora anche al servizio del principe dei demoni. Quando Gesù parla della croce che ognuno deve sollevare nella vita, parla esattamente di questo: il disprezzo e il dileggio che viene quando si vive per il Regno, da figli e fratelli. 

Quando si rifiuta il cammino che inevitabilmente la storia apre davanti a noi, ci si attacca a tutto, persino a quel "fumo di satana" di montiniana memoria solo per salvaguardare le proprie posizioni retrograde e ammuffite. 

Mi sorge la domanda: ma chi davvero sta lavorando per Beelzebùl? Chi cerca e trova nel vangelo la sorgente di acqua fresca per mettersi a servizio dell'umanità, o chi in tutti i modi si adopera per salvaguardare un potere destinato a perire? A volte, guardando dentro le nostre comunità, ho la netta sensazione che si cerchi in tutti i modi di tornare al passato, a quel passato dove la priorità era costituita dall'osservanza rigida e indiscutibile di law & order, fattore che garantiva la sicurezza del sentirsi a posto per aver fatto quel che è stato chiesto di fare. Il vangelo non è fatto per dare sicurezza e tranquillità, ma spinge sempre oltre i confini delle nostre piccole e misere vedute o, se volete, anche fuori dai confini della chiesa cattolica. Francesco ci ha ricordato che Dio non è cattolico. Questa faccenda ai piccoli monarchi di una certa chiesa non piace. 

Noi continuiamo a camminare dietro al Maestro, annunciando il Regno: e per questo siamo disposti a dare la vita, non a prenderci quella degli altri. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 10 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Le vie dello Spirito



Lc 11,5-13


(…) Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».




Il Padre desidera condividere con ciascuno la forza del suo amore (questo è lo Spirito...) perché impariamo a essere trasparenza del suo volto. Partendo dalla nostra capacità di amare (imperfetta, imprecisa, faticosa...) egli vuole offrirci la possibilità di potenziare tutto questo per renderci simili a Lui nell'amore. Dunque, ancora una volta, Gesù ci presenta il volto di un Dio che non vuole essere servito e riverito, ma quello di un Padre che ci invita a osare e rischiare la nostra esistenza sulla via dell'amore gratuito e incondizionato, come il suo. Inutile riempirci la bocca di suppliche per chiedere qualsiasi cosa: l'unico dono da chiedere e accogliere è quello del suo stesso Spirito. E vorrei ricordare che lo Spirito che ci viene donato non è uno spirito asettico, senza forma; è lo stesso Spirito che ha condotto Gesù a fare delle sua esistenza un dono. Dunque non chiediamo per ottenere qualcosa per i nostri interessi, ma chiediamo per essere capaci di donare e di donare noi stessi. Le nostre comunità dovrebbero essere il luogo dove si respira questo Spirito capace di rendere nuova ogni cosa, e non delle stanze ammuffite dove ogni respiro è faticoso. A volte ho come l'impressione che stiamo facendo dell'accanimento terapeutico per mantenere in vita ciò che ormai è già finito da un pezzo. Eppure il Padre la soluzione ce la offre: spalancare le finestre e lasciar entrare quell'aria nuova, il vento dello Spirito e da Lui lasciarci portare oltre. Ma questo, per il momento, sembra essere ancora solo un sogno: preferiamo ancora l'aria viziata e stantia delle nostre sacrestie, l'aria pesante delle nostre tradizioni, alla proposta di vita del Padre. Come sempre, occorre scegliere.

 Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 9 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Osare il Pater


Lc 11,1-4


Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».

Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre,

sia santificato il tuo nome, (…)



È l'unica preghiera che Gesù (forse sarebbe più corretto dire che le comunità hanno composto facendo memoria dei suoi insegnamenti) consegna ai suoi ed è anche l'unica preghiera in cui le parole pronunciate devono prendere forma in  uno stile di vita ben preciso. Non è una preghiera semplicemente da recitare quanto piuttosto da vivere giorno dopo giorno. Ridurre al rango di una formuletta il "Pater" significa svuotare di senso tutto il messaggio di Gesù e il suo modo di parlare di Dio. Quel Dio relegato nell'alto dei cieli, ora si svela a noi come Padre che, a coloro che accolgono il suo amore, chiede di farsi segni visibili della sua presenza. In altre parole, pronunciare il nome del Padre significa vivere da figli perché questo permette di "santificare" quel nome, ossia di renderlo presente in mezzo a noi. Come? Con una qualità di vita in cui le relazioni sono fondate non solo sul perdono ma anche sul condono di ogni tipo di debito. Questo apre la via alla crescita di quell'umanità che il Padre si porta nel cuore come un sogno che ha condiviso con noi attraverso il Figlio amato. Insomma, potremmo dire, (parafrasando il titolo del libro di un carissimo professore di filosofia, Luigi Alici), "quando dire è essere". E questo è quanto. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 8 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Osare scegliere



Lc 10,38-42


Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti turbi per molte cose. Ora di una cosa sola c’è necessità. Maria infatti scelse  la parte buona, che non le sarà tolta».



Per tanto tempo questo testo è stato utilizzato a sostegno del dualismo vita attiva-vita contemplativa. 

Ma la proposta di Gesù è sempre oltre e, in questo caso, ancor più dirompente. Infatti con l'affettuoso rimprovero a Marta egli indica che Maria ha fatto una scelta ben precisa: scegliendo di ascoltare il Maestro si è acquistata la sua libertà interiore e la sua dignità di donna, rifiutando di sottoscrivere a quel cliché che vuole la donna serva muta e remissiva, una sorta di "utile idiota". Accogliere il messaggio di Gesù porta a quella profonda libertà interiore che nulla e nessuno potranno mai più intaccare. Maria ha scelto di non farsi più dominare da leggi o obblighi che le impedivano di essere una donna libera tanto da potersi riappropriare della propria vita dandole l'orientamento desiderato. La parola del Maestro accolta, trasforma in profondità il nostro essere a tal punto da farci assaporare quella libertà che inebria. Lo dirà anche Paolo, un altro che ha dovuto reinventarsi di sana pianta: dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà. Ecco la parte migliore scelta da Maria che, così, diventa davvero icona del discepolo ai piedi del Maestro per imparare da Lui la libertà che nasce dall'ascolto e cresce nel dono di sé. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 7 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Osare il dono della vita



Lc 10,25-37


(…) Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico… (…).



Il vangelo della liturgia odierna ci immerge nella parabola detta del "buon samaritano". Alla domanda iniziale ("Chi è il mio prossimo") posta dal teologo ufficiale (ossia quelli certificati a riconoscere l'ortodossia di una posizione teologica...) a Gesù, per vedere fin dove fosse possibile spingere il limite dell'amore, Gesù non offre nessuna risposta. Come sempre. Egli ribalta la domanda: non chiederti chi è il tuo prossimo; chiediti piuttosto come puoi TU farti prossimo. È come se noi chiedessimo a Gesù oggi: fin dove mi posso spingere nell’ amare le persone? Qual è il limite? Ebbene la risposta è: non ci sono limiti. Perché? Su cosa Gesù fonda la sua risposta? Lo sappiamo bene (anche se a volte preferiamo sorvolare): perché siamo figli di un Padre che ama così, senza limite alcuno. Se le nostre comunità fossero più preoccupate di questo e non stessero a definire cosa si può e cosa non si può fare, cosa si deve e cosa non si deve fare, questo sì quest'altro no, e via dicendo, allora esse diventerebbero davvero spazi accoglienti per ogni persona, luoghi capaci di essere prolungamenti concreti, tangibili, della misericordia del Padre. Non abbiamo bisogno di "sacerdoti e leviti" che ci insegnano a restare puri e immacolati per Dio, ma di "samaritani" che non esitano a sporcarsi le mani facendosi, anche inconsapevolmente, strumenti dell'amore del Padre. Ogni giorno percorriamo una strada che "scende da Gerusalemme a Gerico": non è più il tempo della purità cultuale, della salvaguardia delle tradizioni dei padri. La storia esige la presenza di samaritani impuri e peccatori che sanno osare e rischiare la vita per donare vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 4 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

La grandezza della piccolezza evangelica



Mt 11,25-30


In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. (…)



I piccoli di cui parla il Maestro sono tutte e tutti coloro che fanno propria la strada delle beatitudini insieme a Lui. I sapienti e gli intelligenti sono coloro che credono di conoscere, ma in effetti si fidano più di se stessi che del Padre. Gesù fa riferimento ai dotti del suo tempo, coloro che "impongono pesanti fardelli sulle spalle della gente" ma loro non li toccano nemmeno con un dito, quelli che si sono "impossessati" di Dio e ad ogni pié sospinto indicano a destra e a manca quel che il "loro" dio vuole, ordina e desidera. 

Gesù invita ad uscire da questa religione incapace di dire Dio, di mostrare il suo vero volto per entrare nella dimensione della fede, dove sperimentare la presenza di un Padre che mi ama anche e soprattutto là dove io non riesco ad amarmi, 

che mi libera dalla paura con il suo amore gratuito, 

che mi scioglie dalle catene del merito per aprirmi la strada verso la libertà che nasce dal suo amore accolto e condiviso. 

Anche oggi la parola del Maestro offre una scelta: con chi stiamo? Scegliamo il canto seducente delle sirene dei dotti, o preferiamo l'insignificanza evangelica dei piccoli? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 3 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Funzionari del sacro o annunciatori del Regno?



Lc 10,1-12


In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.

Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! (…)



Questo "pastore bello" che sente compassione per le pecore senza pastore chiede di pregare per avere più operai per la messe. Al tempo di Gesù si calcola che a servizio del Tempio vi fossero circa 18.000 sacerdoti (non è un refuso, erano davvero tanti!). Come mai allora questa richiesta per avere più “operai”? Forse proprio per il fatto che la casta sacerdotale dell'epoca non era al servizio di Dio né del popolo. Anzi, al contrario, spesso e volentieri si serviva di Dio e del popolo per i propri interessi personali. 

Oggi le nostre comunità vivono una situazione di carenza di "operai" e per questo si prega. Mi attirerò le ire dei soliti, ma a mio avviso questa richiesta è sprecata. Anzi, io sono convinto che il numero debba ancora calare per poter dare il via a quel "aggiornamento" che fu il sogno del Vaticano II. Occorre che il numero cali ancora per trovare finalmente quell'immagine di Chiesa più autenticamente ecclesiale e meno clericale, più segno del Regno, più a immagine della comunità voluta dal Maestro. Solo così la comunità diventerà uno spazio di guarigione per l'umanità, solo così si apriranno percorsi di umanizzazione che renderanno il Regno più vicino e visibile.

A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.

mercoledì 2 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Un Dio che si fa piccolo con i piccoli



Mt 18,1-5.10


In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».

Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. (…)




Ai suoi che gli chiedono chi sia il più grande nel Regno dei cieli, il Maestro risponde con queste parole: "se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli". Anni di cammino insieme, una "catechesi" personalizzata, un insegnamento distillato nel corso di quella convivenza strana che suscitava la curiosità dei più, malgrado tutto questo (anche le verifiche in itinere, si direbbe oggi, gli aveva fatto: li aveva mandati in giro a predicare e guarire), sono ancora lì a disputarsi il posto: quale fetta avrò nel tuo regno? Che ministero occuperò? Quanto prenderò? E Lui, il Maestro, a ribadire: se non diventate bambini, figli, non potete capire, resterete chiusi fuori a battervi il petto, a ricordare tutte quelle belle messe, quelle liturgie spettacolari, quelle immani opere, quelle belle cattedrali e "hai visto che paramenti!!!! (già, direbbe don Tonino, peccato manchi sempre quel famoso grembiule!), quelle file di cardinali, vescovi, prelati, dignitari di corte.... nani e ballerine ecc.... Noi a buttare quintali di incenso mentre il fratello anelava al pane, la sorella alla dignità e l'umanità intera a giustizia e pace. "se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 1 ottobre 2024

Buongiorno mondo!

Un Dio che non esclude



Lc 9,51-56


Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.

Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.

Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.


 
Ecco, anche loro che sono con Lui da tempo non hanno capito nulla. Il Signore non è venuto a togliere la vita, a prendersi vite, ma a offrire la sua, a farci  dono della sua per manifestare che Dio è solo e puro amore, null'altro. Dio non regna sugli uomini chiedendo obbedienza a delle leggi e imponendo dei comandi. Dio ci chiede di diventare figli suoi assomigliando a Lui nel nostro modo di amare: per questo si mette a nostro servizio, per insegnarci questo. Per questo ci ha donato il Figlio, prototipo di quell'umanità nuova che assomiglia al Padre nel suo modo di amare. Facile "consumare con il fuoco" chi non è dalla nostra parte, chi non la pensa come noi, chi ci sbarra la strada, chi si fa beffe di noi. E se “Dio” facesse così con noi? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.