Più Messa, meno messe
Lc 13,22-30
(…) Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. (…)
Sono parole pesanti, molto dure, che ci mettono in guardia dalla tentazione di fare dell'Eucaristia (“abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza”) un fine e non un mezzo, uno spazio dove condividere e accogliere quelle logiche del Regno che poi dovrebbero risplendere nel quotidiano. Quante "Eucaristie" domenicali deformate dall'ingombrante presenza del "precetto"! Quante "Eucaristie" vissute con l'orologio in mano, in un'attesa trepidante che il tutto finisca in fretta, soprattutto quella litania barbosa di "dobbiamo fare", "siamo chiamati a...", "dobbiamo essere", "si deve, siamo spinti a..." ecc...quasi che l'Eucaristia fosse un bigino di suggerimenti morali per la settimana! Quante Eucaristie in cui "pane e vino" sono davvero "frutto della terra e del nostro lavoro"? Quante Eucaristie mortificano l'azione dello Spirito perché la celebrazione secondo le norme, senza sgarrare, senza nulla cambiare, in un appiattimento che fa delle differenti comunità sparse in giro un omogeneizzato che rende tutti uguali, senza differenze, è il "segno visibile" dell'Unità della Chiesa (sì, di una chiesa-fotocopiatrice che fa delle belle copie, ma tutte identiche!)? E potrei continuare, ma devo mettere la mia coscienza a nudo per vedere dove anche io ho ceduto a queste o altre tentazioni. Ricordo quanto diceva Mariano Magrassi, vescovo di Bari, molti anni fa: "Più Messa e meno messe". Ma erano i tempi del post-Concilio... dov'è finito il fermento di allora?
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita!.
Grazie.
RispondiEliminaPaola