Essere otri nuovi
Mt 2,18-22
(…) Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
La parola del Maestro è particolarmente impegnativa oggi e richiede anche una buona dose di coraggio: "vino nuovo in otri nuovi". La novità del Vangelo, del Regno, mal si adatta a chi fa la scelta delle "pantofole", della tranquillità a tutti i costi, del lasciare le cose come stanno "perché tanto ormai c'è poco da fare". O ancora peggio, è il tentativo, che ha il sapore dell'accanimento terapeutico, di voler continuare a proporre il messaggio del Maestro con le stesse modalità stantie e ripetitive, nel nome del "si è sempre fatto così", "bisogna rispettare le tradizioni" e via discorrendo. Il vino nuovo del Vangelo non è fatto per gli otri ammuffiti di chi vive nella perenne nostalgia del passato, dei "bei tempi andati in cui tutto era più chiaro e ben definito". Le nostre stesse comunità cristiane spesso sono proprio "parrocchie" (l'etimologia della parola parrocchia nell'antichità indicava lo straniero residente tra i cittadini di un luogo, es. Abramo era "paroikos" in Egitto.): abitiamo vicini all'uomo di oggi, ma come stranieri, quasi incapaci di comunicare la gioia del Vangelo, la parola di speranza, la presenza del Risorto. Forse è davvero tempo di cambiare le nostre modalità di essere discepoli del Signore. Le comunità primitive avevano uno spirito di adattamento ben superiore al nostro: il messaggio era al servizio dell'umanità, e non il contrario! Davvero, è ora di cambiare gli otri: "vino nuovo in otri nuovi"!.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona giornata.
Grazie.
RispondiEliminaPaola
Ieri partecipando, ovvero tentando di partecipare alla Messa, ( ogni piccola preghiera la reinvento) mi chiedevo com’è possibile che nessun sacerdote, nemmeno nella messa dei bambini, cambi qualcosa, il tutto risulta, noioso, banale, ripetitivo, senza patos, senza emozione , non c’è nemmeno un momento in cui ti senti coinvolta….e ‘ la recita di un copione che tutti sanno a memoria e che ripetono come pappagalli… compreso l’alzarsi e l’ inginocchiarsi ….ieri ho sentito lo stimolo fisico della nausea!!!Perche continuo? Non ho ancora capito come sostituire l’ eucarestia… mi aiuti caro don Luciano!
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