Buongiorno mondo!
Il vangelo di oggi ci propone il dissenso e l'incredulità dei conterranei nei
confronti di Gesù. Sottomessi alla religione degli scribi,( i quali, come Gesù
ha detto, hanno trasformato tradizioni di uomini in parola di Dio), si scandalizzano
di Gesù e si ritrovano a considerarlo in questo modo: "Non è egli forse il
figlio del carpentiere?" (Mt 13,54-58). Per costoro, resi ciechi dalla
"ideologia-religione" propugnata dagli scribi e dai capi del popolo,
Gesù è il figlio del carpentiere, uno di loro, inserito nella loro tradizione e
che per questo non può non assomigliare al "carpentiere Giuseppe" di
cui è figlio e che tutti conoscono. Sappiamo che nella tradizione al tempo di
Gesù, il padre non era soltanto colui che generava il figlio (la madre era
semplicemente il "contenitore"), ma colui che immetteva il figlio
nella tradizione dei padri. Gesù rifiuta questo modo di essere e di vivere e si
proclama non "figlio dei padri" ma Figlio del Padre, inaugurando così
la novità del Regno, che va sempre oltre qualsiasi tradizione. Quanto è
avvenuto in quel frangente, avviene ancor oggi ogni volta che pretendiamo di
rinchiudere Gesù nei nostri piccoli schemi mentali, soprattutto i nostri schemi
religiosi (o che noi stessi definiamo tali). Se Gesù venisse qui, ora, in mezzo
a noi, e gli facessimo come regalo il Catechismo della Chiesa Cattolica, siamo
davvero sicuri che firmerebbe il tutto senza battere ciglio?
Per quanto
riguarda noi, tutto dipende, in ultima analisi, dallo sguardo con cui fissiamo
il Maestro: "il figlio del carpentiere" o il Figlio del Padre. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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