Buongiorno mondo! Oggi è la festa della Trasfigurazione (Lc 9,28b-36) che è
un po' come un dire e un non dire, un alludere, un ammiccare, un lasciar
trasparire ma senza svelare la totalità. Già, il Maestro sta molto attento a
non suscitare nei suoi compagni l'ammirazione per lo sfoggio di potere, quel
darsi di gomito l'un l'altro per la coscienza di essere finalmente
"entrati nel giro giusto", nel giro di quelli che contano. No, il
Maestro lascia appena trasparire cosa significa vivere nella trasparenza di una
vita che si apre all'amore, di una vita che si lascia plasmare dall'amore,
dalla scelta volontaria e libera di prendersi cura del benessere e della
felicità dell'altro. Dicevo che lascia trasparire, perché in penombra appare
anche il segno della croce, cioè la disponibilità a mettere in gioco non
qualcosa ma tutto sé stessi in questa avventura di costruzione del Regno dove
ogni uomo è mio fratello, dove il mio amore vuole assomigliare all'amore del
Padre. La Trasfigurazione non è tanto mostrare l'aldilà, ma dirci come sarebbe
possibile vivere qui e ora in una fraternità fatta di condivisione, di
solidarietà in cui "nessuno è nel bisogno" ma tutti hanno ciò che
serve per vivere con dignità. La Trasfigurazione che, paradossalmente, si
chiude non con un invito a guardare bensì ad ascoltare il Figlio è la via per
la realizzazione di quell’umanità che siamo ancora ben lontani dall’aver realizzato.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Grazie don
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